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Autore: Rosmary    09/06/2013    4 recensioni
Dopoguerra: ogni cosa tenta di tornare alla normalità. La spensieratezza s'insinua nelle vite dei vittoriosi sopravvissuti.
Tutto procede nel migliore dei modi e poi, d'improvviso, un buffo esperimento dei gemelli più scapestrati di Londra scaraventa sette maghi in mondi paralleli. Quello che si prospetta essere un viaggio nei meandri della fantasia, a causa di assurdi effetti collaterali, si rivela essere un gioco che rimescola tutte le carte già estratte dal mazzo, costringendo Hermione a interrogare ancora una volta il proprio cuore. Ed è così che, tra antichi dissapori, ritrovata routine, insospettabili attrazioni e un improbabile scambio di corpi, tutto ciò che è stato narrato potrebbe essere riscritto.
«Ti piace la mia ragazza?»
«No! No! Non gli piaccio! Sarà qualche magia venuta male… oh, Ron, calmati!»
«No che non mi calmo. Io gli spacco la faccia»
«Spaccamela pure, tanto non cambia niente»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo VII



L’equivoco è sempre dietro l’angolo.
Peccato che, alle volte, anziché risolversi in una bolla di sapone,
sia la scintilla che aziona la novità.


 

 

Sono ormai trascorse due settimane dal fattaccio e la situazione non potrebbe dirsi più complessa. Due settimane in cui Hermione e Ron non si sono affatto rivolti la parola, non per volere della ragazza ovviamente. Il muro l’ha eretto Ron. Un Ron geloso marcio e più rabbioso che mai, che avrebbe volentieri spaccato il naso al gemello e strattonato la fidanzata con forza, ma che si è limitato ad una sfuriata, di quelle peggiori, che l’ha messo completamente a nudo, rivelando delle insicurezze che, si sa, sono dure a morire. Così ha letteralmente vomitato la verità a Hermione, rivelandole dello scambio tra lui e Fred, riuscendo persino a farla sentire in colpa, perché a lei, un po’, quell’atteggiamento risoluto, che pensava acquisisse Ron a causa della personalità di Fred, è piaciuto.
 
 
«Sono io che dovrei infuriarmi con te, mi hai mentito! Dirmi tutte quelle sciocchezze! Se mi avessi detto direttamente che vi eravate scambiati, io…»
 
«Tu cosa? Eh? Cos’avresti fatto? Non avresti riso alle battute di Fred? Non ci avresti volato insieme? Oh, inutile che fate quella faccia tu e questo demente di George! Ma credete davvero che sia rimbambito? E comunque non mi importa un fico secco di nessuna spiegazione, la verità è che vi ho beccati a pomiciare, ecco qual è!»
 
«Dacci un taglio, Ron. Te l’ha spiegato, te l’ho spiegato, è stata colpa di un filtro»
 
«Certo! Perché per puro caso la mia ragazza trova nella tua stanza un filtro, lo beve – nonostante Hermione sia l’ultima persona al mondo che beve o mangia roba che non conosce – e, sempre per caso, in quel momento entri tu, che vieni aggredito da lei, in modo brutale, eh! Ti bacia!»
 
«Ron! Ti prego… lo so che sembra assurdo, ma è andata così. Ti prego…»
 
 
In quell’occasione George si è lasciato andare ad una confessione alquanto disarmante: il filtro era per Hermione, studiato ad arte per attrarre lei e soggiogarla. Non un filtro d’amore di quelli classici, ma un semplice alterato creato dallo stesso George, il quale ha ripetuto più volte d’essere stato lui stesso preda di una sorta di raptus, che lo controllava a intervalli irregolari, costringendolo a bramare la fidanzata del fratello minore.
 
 
«Ti piace la mia ragazza?»
 
«No! No! Non gli piaccio! Sarà qualche magia venuta male… oh, Ron, calmati!»
 
«No che non mi calmo. Io gli spacco la faccia»
 
«Spaccamela pure, tanto non cambia niente»
 
«E me lo dici così? Come se fosse una cosa normale?»
 
«Cosa succede qui?»
 
«Benone! È arrivato anche l’altro traditore. Succede che sei arrivato tardi con Hermione, Fred. George è stato più veloce di te»
 
 
Una discussione durata più di due o tre ore, con l’intervento di tutti, Molly compresa, la quale è finalmente venuta a conoscenza dell’intera situazione. Peccato che anziché mettere pace tra tutti, abbia calmato i propri figli ed invitato Hermione a tornare quando le acque si sarebbero calmate, accusandola implicitamente d’aver seminato zizzania tra i figli. Dopotutto, non è nuova mamma Weasley a certi sospetti nei confronti della strega, già in occasione del Ballo del Ceppo e pettegolezzi annessi l’ha guardata con sospetto.
Hermione non ha potuto far altro che andare via, in lacrime, raggiunta il giorno seguente da Harry e Ginny, vogliosi di tenerle compagnia e aggiornarla sulla situazione. Ma i giorni seguenti Hermione ha preferito non incontrare né Harry, né Ginny, né nessun altro. Avrebbe voluto la sola compagnia di Ron, chiarirsi e spiegare, ma lui, da perfetto cocciuto, si è negato ogni volta.

È nel piccolo giardino di casa propria Hermione, quando un giovane ragazzo dai capelli rossi e abiti Babbani bussa al campanello. Per un attimo, un fugace attimo, alla giovane sembra di vedere Ron.
 
«Cosa vuoi?»
 
«Non mi fai neanche entrare?»
 
Suo malgrado, la strega apre in cancelletto in ferro, lasciando che George entri, indirizzandole un cenno di gratitudine. Trascorrono alcuni istanti di feroce imbarazzo. Lei non ha affatto dimenticato la “dichiarazione” del mago e lui altrettanto.
 
«So che non vuoi vedere nessuno fino a quando Ron non si deciderà a parlarti»
 
«Appunto» Afferma lei seccamente.
 
«Una sorta di sciopero, ingegnoso» Continua il ragazzo, per nulla intimorito dall’atteggiamento dell’altra «Ma io e te dobbiamo parlare, e lo sai anche tu»
 
«Devo comprare il tostapane nuovo a mia madre, ieri l’ho rotto accidentalmente. Mi accompagni?»
 
È chiaro che George non abbia idea di cosa sia il tostapane e dove vada acquistato, ma rintracciando in quelle parole una possibilità si affretta ad annuire, anticipandola fuori dal giardino, ritrovandosi nuovamente sul marciapiede di quel viale che, è palese, emana Babbanosità da tutti i pori. S’incamminano, lei in silenzio e lui che, mostrando una bella espressione rilassata e soddisfatta, inizia a parlarle.
 
«Puoi non credermi, ma mi dispiace per te e Ron. E mi dispiace per il filtro, io sono stato un completo idiota, non avrei mai dovuto lavorarci»
 
«Quello che non capisco, George, è perché. Non è da te!»
 
«Cosa? Prendersi una sbandata per la gemella di Percy?!»
 
Arrossisce lei, un po’ infastidita da quella battutaccia, ma scuote il capo «No. Inventare un filtro per conquistare una ragazza. Non è proprio da te»
 
«E cosa sarebbe da me?» Chiede curioso e malizioso, improvvisamente stimolato dalla presunzione di Hermione, convinta di conoscerlo abbastanza da immaginarne l’approccio con le ragazze.
 
«Dirglielo e basta oppure agire. Non lo so, ma certo tu e Fred non siete tipi da mezzucci come filtri. Lo ricordo ancora, Fred che invita Angelina al Ballo davanti all’intera Sala Comune»
 
Lui sorride divertito «Ci osservi parecchio, Hermione! Mi lusinga»
 
«Spiritoso! Non mi hai ancora risposto, però»
 
«Non ero in me, questo è il punto. Quella storia dei film Babbani, che ha scambiato i corpi di Fred e Ron, ha fatto anche scattare qualcosa in me nei tuoi confronti. Io non lo controllavo, l’impulso verso di te e né volevo cedere, perché sei la ragazza di mio fratello»
 
«Ero vorrai dire. Ron mi ha lasciata» Corregge incupita, entrando nel minimarket, trascinandosi George affinché non s’incastri nelle porte scorrevoli.
 
«Gli passerà» Afferma con tono quasi nervoso «Comunque io ho preso l’antidoto, l’ho trovato, quindi puoi stare tranquilla, non ti salterò più addosso!»
 
«Ah, bene. Dobbiamo ritenerci persino fortunati, immagino, che quella robaccia tua e di Fred non ti abbia fatto prendere una cotta per tua sorella!»
 
Lui accenna un sorriso ben poco convinto, ma Hermione, occupata a cercare il reparto del tostapane, non se ne avvede. Difatti George non dice proprio tutta la verità alla ragazza. Ad esempio, non le rivela che no, non avrebbe mai potuto prendersi una sbandata per la sorella, perché quel marchingegno non ha affatto creato l’infatuazione, l’ha solo risvegliata. E George, a Fred e solo a Fred è noto, è da quando ha conosciuto meglio Hermione, in occasione dell’estate nella dimora Black, che avverte un’attrazione nei suoi confronti. Un’attrazione mai dichiarata, certo, ma che, a onor di chiarezza, non gli ha mai impedito di infatuarsi anche di altre ragazze. Un interesse che è stato lì, a disturbare di tanto in tanto e mai in modo appariscente, almeno fino a questo momento.
 

****

 
«Perché non vuoi parlarle? Lei non c’entra niente»
 
«Invece c’entra. C’entra» Ripete Ron, stritolando una sporca teglia d’alluminio tra le mani.
 
«C’è qualcosa che non mi hai detto?» Harry, improvvisamente sospettoso. D’accordo che Ron sia impulsivo e suscettibile, ma due settimane di continuo rifiuto sono troppe anche per lui.
 
Ron, dal canto suo, arrossisce alla perspicacia dell’amico. Indirizza lo sguardo alla porta della propria camera, assicurandosi sia chiusa «Quando… quando Fred era me… ecco, io li ho sentiti parlare delle volte»
 
«Fred e Hermione?»
 
Annuisce, assumendo un’aria ancora più arrabbiata «Lei rideva sempre quando lui era lui. Una volta le è persino scappato che non mi trovava tanto male con quell’aria malandrina, anche se dopo aggiunse che non l’avrebbe sopportata per molto. E poi… poi vedevo come lo guardava…»
 
«Come ti guardava. Ron, quello per Hermione eri tu!»
 
«No, Harry, come lo guardava in tutti i sensi. Perché quell’aria persa, quando Fred era se stesso, io non gliel’ho mai vista, non quando guardava me. Senza contare che l’ho beccata diverse volte a lanciare occhiate a me, che credeva fossi Fred… io… non ci vuole un genio, Harry»
 
Tace Harry, pensoso. Osserva l’amico, sino poi ad assumere un’aria risoluta «Non è impossibile che Hermione o Ginny…» Deglutisce «…Possano conoscere qualcuno che le interessi. Ma non per questo noi ci arrendiamo. Sei innamorato di lei e credi che stia sviluppando un interesse per tuo fratello. È da pazzi secondo me, ma d’accordo, fingiamo sia come pensi tu! Non aspettare di perderla, se davvero pensi quello che hai detto, va’ da lei, ora, e riprenditela»
 
S’acciglia Ron, ammirato e confuso dal discorso dell’altro «Da quando sei così esperto?»
 
«Ehm…» È il Prescelto ad arrossire ora «…A dire il vero sono parole di tuo fratello Charlie, ci siamo trovati a parlare di ragazze e io… beh, io gli ho detto che ho paura di perderla, Ginny. Che spunti un altro e se la porti via»
 
Non servono altre parole. Se l’ha detto Charlie, riflette Ron, bisogna fidarsi. È per questo che si Smaterializza, voglioso di affrontare Hermione dopo ben due settimane di silenzio.
 

****

 
«No, non è stato Ernie, è stato Terry a far esplodere il divano dei Serpeverde. Sembra che Zabini avesse insultato i Corvonero»
 
«È comunque un grande, chiunque sia stato!»
 
«Io non credo affatto» Hermione, severa «Stiamo impiegando tempo ed energie per ricostruire il Castello, il comportamento di Terry è stato infantile e basta. Avrebbe dovuto ignorare Zabini o, al massimo, rispondergli verbalmente»
 
«Te l’hanno mai detto che hai una somiglianza spaventosa con la McGranitt?!» Il sopracciglio della ragazza scatta verso l’alto all’affermazione di George «Insomma, siete pesanti allo stesso modo!»
 
Lei sbuffa, annaffiando l’ultima pianta della madre. Sono tornati a casa da un po’ ormai, eppure George non ha accennato ad andare via e lei, forse vogliosa di un po’ di compagnia, non ha fatto domande quando l’ha seguita prima in cucina, a riporre il tostapane, e poi in giardino.
 
«Io e la professoressa McGranitt siamo semplicemente due persone coscienziose. Mentre tu, mio caro, una vaga somiglianza ce l’hai con Pix, e non è un complimento»
 
«Non lo è? Così invece mi lusinghi, mia cara» Ribatte scherzoso, cingendole dolcemente la vita e avvicinandola a sé, in modo tanto naturale e scherzoso, da non farla né arrossire, né allarmare.
 
«Ti lusingo perché non hai il senso dell’assennatezza» Sarcastica, stando al gioco.
 
Ghigna il ragazzo, osservando quei capelli spessi, non ribelli come quand’era piccolina, ma comunque indomabili «Vuoi venire a Hogsmeade domani? Ci prendiamo una Burrobirra dal vecchio Aberforth» Chiede con naturalezza, peccato che sia costretto a sentirla irrigidirsi e a vederla assumere un’espressione quasi spaventata, allontanandosi da lui e dalla sua presa, che, d’improvviso, non le sembra più tanto scherzosa «Non siamo solo noi, ci sono anche Fred e altri! Niente Ron, non preoccuparti»
 
La precisazione di George ha risvolti positivi, perché Hermione si rilassa, annuendo. Per un attimo, un attimo solo, ha pensato che il ragazzo le stesse proponendo un appuntamento. Ma non è l’unica ad aver equivocato la situazione: Ron, Materializzatosi a pochi passi dall’abitazione della strega, non ha potuto fare a meno d’evitare di palesare la propria presenza, sbirciando la propria ex fidanzata e il proprio fratello. Non riuscendo a sentire cosa si siano detti, ha tratto le proprie conclusioni, preso a calci una ringhiera ed è, infine, andato via.
 

****

 
«Avete fatto pace?» Harry, ansioso.
 
«Ti va se vengo anch’io a casa di Sirius? Così ti aiuto a mettere in ordine, ci facciamo una partita a scacchi. Oh, ma se devi uscire con Ginny non preoccuparti, non voglio rovinarti…»
 
«Ron» Lo interrompe Harry, dandogli una pacca sulla spalla «Ci facciamo una partita a scacchi, va bene» Non gli chiede altro, hanno l’intera notte per parlare. Così, avvisate Molly e Ginny, i due si Smaterializzano, evitando per un soffio il ritorno di George, molto più allegro del solito.
 
«Dov’è Fred?»
 
«Di sopra, prepara i bagagli. Io non capisco proprio perché dobbiate tornare a dormire in quella stanzetta a Diagon Alley!»
 
Ma lo sbraitare della madre viene ignorato da George, il quale s’affretta a raggiungere il gemello, annunciandogli che il giorno seguente, una salutare domenica, avrebbero dovuto vedersi con Hermione.
 
«Porterò Angelina allora, così non faccio la candela!» È il dire di Fred, a metà tra l’entusiasta e il… seccato? Su una cosa Hermione ha proprio ragione: i gemelli non ricorrono a filtri e scaramucce, agiscono e basta.

   
 
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