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Autore: AngelWithoutWings    09/06/2013    4 recensioni
Cazzo Lyn, non puoi scegliere lui!
Perché tu meriteresti di essere amata. Amata davvero. Amata come saprei fare io.
Meriti di essere guardata con degli occhi davvero innamorati, che ti facciano sempre sapere quanto sei bella. E per me, sei la ragazza più bella che abbia mai incontrato.
Ma sei molto più di questo.
Meriti di essere accarezzata, sfiorata come se fossi ciò che di più prezioso, raro e delicato c’è al mondo.
Meriti di avere al tuo fianco un uomo che ti infonda sicurezza e su cui tu potrai sempre contare.
Meriti di non essere tenuta nascosta, ma di essere mostrata al mondo intero.
Meriti di sentirti ripetere ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, ad ogni sguardo quanto sei importante, quanto sei perfetta e quanto sei amata.
Io lo farei, Lyn.
Io sarei tutto questo per te.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'My Little Bird'
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19 ~ Liam

Couse I don't wanna lose you
I'm lookin right at the other half of me.
Mirrors - Justin Timberlake 


“Hei, sono Hope. In questo momento non posso rispondere, perciò lasciate un messaggio e vi richiamerò. Se invece sei Liam, puoi anche andare al diavolo. BIP!”
Liam sospirò, rimettendo il cellulare in tasca. Ormai avrebbe potuto recitare ciò che diceva la sua segreteria telefonica a memoria, tante le volte che aveva risposto questa al posto della sua Hope.
Erano più di due settimane che non sentiva più la sua vera voce e, per quanto fosse imbarazzante, un paio di sere l’aveva chiamata, accontentandosi di sentire la sua voce registrata che lo mandava al diavolo prima di addormentarsi…
“Liam, ricominciamo!” lo avvertì Zayn, sorridendogli incoraggiante.
Annuì, posando il cellulare e raggiunse i suoi compagni sul palco per riprendere le prove.
 
Qualche ora più tardi, entrò un’assistente per avvisarli che le interviste radiofoniche previste per il giorno seguente erano state cancellate.
A Liam venne subito un’unica cosa in mente “Io vado da Hope.”
“Aspetta!” lo fermò Harry mentre stava già correndo giù dal palco verso la sua borsa “Vengo con te.”
Sapendo che anche lui aveva avuto qualche problemino con Hayley, accettò.
Salutarono tutti velocemente, uscendo nel parcheggio.
“Ti accompagno a casa, ci facciamo una doccia?” gli chiese Harry, salendo nella sua Range Rover.
Liam scosse la testa, allacciando la cintura nel sedile del passeggero “Tanto mi odia, non farà caso al mio odore comunque.”
In viaggio erano stati piuttosto silenziosi, ognuno perso nei propri pensieri.
Harry, una mano sul volante, si voltò per parlargli la prima volta dopo una sosta in una Autogrill “Sai già cosa le dirai?”
Liam scosse la testa, alzando le spalle “So già che dimenticherò tutto appena me la ritroverò davanti. E tu?”
“Neanche io lo so.” Sospirò, mettendo la freccia per entrare nella corsia di sorpasso “Però devo assolutamente vederla.”
Liam annuì, tornando a guardare la campagna oltre l’asfalto che scorreva davanti ai suoi occhi sempre più veloce.
 
“In bocca al lupo.” Lo salutò Harry, prima che chiudesse lo sportello della sua auto e partisse in quarta.
Liam gli sorrise, prendendo un respiro profondo e si voltò.
Aprì il cancelletto della villa, sistemandosi nervosamente la t-shirt con le mani. Discretamente, voltò il capo, per annusarsi, commentando tra i denti “Merda, avrei dovuto davvero farmi una doccia…”
Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli e raggiunse la porta.
Un altro respiro e alzò il dito per suonare il campanello.
Ventisette… ventotto… venti…
La porta si aprì, facendolo sobbalzare leggermente “Oh, ehm… ciao, io sono…”
“Liam, lo so.” Rispose il fratello di Hope, poggiandosi alla porta “Se cerchi Hope mi dispiace, non è in casa.”
“Devo parlarle, è importante.” Insistette Liam.
“Immagino, ma non sto mentendo. Non c’è davvero.” Alzò le spalle l’altro.
“Ok e dove posso trovarla?” gli chiese, grattandosi la nuca.
Il ragazzo biondo scosse la testa “Non ha detto dove…”
“Ti prego, devo assolutamente parlarle!” Lo pregò, interrompendolo.
Sospirando, il ragazzo lo guardò serio “Mia sorella è stata una merda in questa settimana…”
“Anch’io.” Intervenne Liam.
“E starai molto peggio se farai qualche altro casino con lei.” L’avvertì.
Liam annuì, mordicchiandosi il labbro, nervoso.
“E’ alle piste.” Concluse il biondo, richiudendo la porta prima di ricevere un ringraziamento.
 
 
Liam non ricordava di aver mai corso così veloce in tutta la sua vita, mentre attraversava la strada e correva lungo il viale alberato del parco.
Si fermò solo un attimo, chinandosi, posando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Alzò la testa, accorgendosi di essere davanti al campo da basket sgangherato dove era venuto ad allenarsi la prima volta che era stato ad Holmes Chapel.
Passò una mano tra i capelli e si alzò, per tornare a correre, quando si accorse che la sua meta non erano più le piste.
Sdraiata su quella che una volta era la prima fila delle gradinate del campo stava una ragazza.
Riconobbe chiaramente la felpa nera con il simbolo di Batman, del resto, quella felpa era stata sua.
Pur avendo il viso coperto dal cappuccio, Liam seppe all’istante che quella era la sua Hope.
Prese un respiro profondo, passò le mani tra i capelli per sistemarli, poi sulla maglietta e infine si decise a muoversi.
Adagiato alla rete che delimitava il campetto, affianco al cancello, c’era il solito pallone da basket senza proprietario.
L’afferrò, entrando e corse per il campo palleggiando il più rumorosamente possibile, tirando a canestro.
Guardò la palla entrare nel cerchio di metallo e ricadere a terra, prima di voltarsi verso le gradinate.
Hope, poggiata ai gomiti dietro la schiena, era rivolta nella sua direzione.
“Oh, Hope, non ti avevo vista!” Mentì Liam, sorridendo “Che coincidenza, non trovi?”
Lei scosse la testa, rinfilando l’auricolare dell’iPod e tornò a sdraiarsi “Va al diavolo, Liam.”
Sospirando, Liam riprese il pallone, palleggiando in attesa di trovare qualcosa da dire.
Si voltò verso il canestro, fece tre passi e tirò di nuovo. Un altro canestro.
Guardando verso di lei, la trovò ancora intenta a fissare le nubi nere sopra le loro teste, le ginocchia piegate nei leggins bianchi e neri.
Riprese per la terza volta il pallone, ritirò a canestro e segnò di nuovo.
Nessun risultato.
Si schiarì la gola, allargando le braccia “Sai, mi annoio a giocare da solo.”
“Problemi tuoi.” Rispose lei, secca.
“Allora mi senti…” La provocò, ridacchiando.
Hope voltò il viso, alzò la mano e gli mostrò il medio.
Liam annuì, alzando le mani in segno di resa “D’accordo, come non detto…”
Si sedette sul cemento rossastro a gambe incrociate, tenendo la palla tra queste per appoggiarcisi con le braccia conserte. La guardò per qualche secondo, mentre rimaneva immobile, lo sguardo rivolto al cielo.
Alzò anche lui lo sguardo “Pensi che pioverà?”
La sentì sbuffare, senza rispondere.
“Spero proprio di no, non ho portato l’ombrello.” Continuò imperterrito Liam “Tu ce l’hai l’ombrello?”
Piegando un braccio e posando l’altro sul gomito sinistro, gli fece il gesto dell’ombrello.
“Ok, questa te l’ho servita sul piatto d’argento, lo ammetto.” Ridacchiò lui “Però tu hai un cappuccio, io non ho neanche quello. Avrei dovuto prenderlo, è vero, ma sono corso qui non appena ho potuto. Per… venire da te.”
Hope non accennò a nessun gesto, né parola.
“Se vogliamo essere sinceri quella felpa è mia, poi.” Aggiunse.
Sbuffando, Hope si alzò a sedere e, con un gesto seccato, prese l’orlo della felpa tra le mani per sfilarla.
Rimasta solo con una t-shirt, lanciò la felpa giù dagli spalti, per terra.
Liam alzò le spalle “Potevi tenerla.”
“Speravo di farti star zitto così.” Commentò lei.
“D’accordo, d’accordo, sto zitto.” Alzò le mani, imitando la chiusura di una zip sulle labbra.
Rimasero in silenzio qualche minuto. Lui guardava lei, lei guardava il cielo.
“Non è che ti va di giocare, aspettando che piova?” Ruppe il silenzio lui, ricevendo in risposta solo uno sbuffo.
Si alzò, pulendo la polvere dai jeans e prese a palleggiare “Mi lasci a giocare da solo?”
In tutta risposta, Hope si voltò, dandogli le spalle.
Sbuffando, Liam fece qualche palleggio e tirò di nuovo a canestro. Lo fece un’altra volta e una terza.
Sospirando, si girò verso di lei e, con un colpo deciso, lanciò la palla sugli spalti, colpendola in pieno.
“Ahi!” esclamò lei, alzandosi a sedere.
“E dai Hope, vieni a giocare con me!” Allargò le braccia, sorridendo divertito “Vengo a prenderti, altrimenti.”
Come a dirle che non scherzava, mosse un passo e Hope scattò in piedi, sbuffando.
Scese gli scalini delle gradinate lentamente, fino a mettersi di fronte a lui.
“Palla mia.” Affermò, strappandogliela dalle mani “E levati quel sorrisetto dalla faccia.” Aggiunse, senza riuscire a nascondere il suo.
“Agli ordini!” commentò Liam, mordicchiandosi il labbro.
 
 
 
“Ti sto solo lasciando vincere, lo sai vero?” commentò Liam, assistendo al canestro di Hope.
Alzando un sopracciglio, Hope recuperò la palla “Fammi vedere quello che sai fare, allora.”
Detto questo, strinse la palla al petto e corse verso il canestro.
“Hei, è sleale!” La rincorse lui.
Hope rise, continuando a correre, finché lui non le si avvicinò e le cinse la vita da dietro.
La spinse di lato, colpendo la palla con la mano libera, facendogliela cadere.
“Anche questo è sleale!” si lamentò lei, che venne lasciata in malo modo.
Liam rispose con una risata divertita, recuperando al volo la palla per avvicinarsi al canestro.
Prima che potesse lanciare, con le braccia già alzate a tenere la palla, Hope, da dietro, saltò per colpire la palla e fargliela cadere. Ridacchiando, approfittò del momento di sorpresa del ragazzo per correre, recuperare la palla, sfuggirgli, lanciare e segnare il canestro della vittoria.
Esultando, si lasciò cadere a terra, riprendendo fiato sonoramente.
Chiuse gli occhi, inspirando ed espirando profondamente per qualche secondo.
Quando li riaprì, voltò il viso, trovando Liam steso affianco a lei che la guardava.
“Sei bellissima, Hope.” Disse, incatenando i loro sguardi “Mi sei mancata da morire.”
Hope sorrise amaramente, tornando a guardare il cielo “Risparmia le smancerie per la tua ragazza.”
“Danielle non è più la mia ragazza da Agosto. Molto prima che ci conoscessimo, insomma.” Ribatté lui, continuando comunque a guardarla.
“Sì, certo. E’ per questo che vi scrivete quasi quotidianamente su Twitter, non è vero?” Commentò lei “Non che io controlli ogni giorno, ovviamente…”
Passandosi la lingua sulle labbra, Liam nascose un sorriso “E’ solo una trovata dei manager.”
La vide aggrottare le sopracciglia, ma non si voltò verso di lui “In che senso?”
“Nel senso che tra qualche settimana uscirà il nuovo album e non vogliono rischiare che la nostra separazione influisca sulle vendite.” Spiegò lei “Hanno paura che le fan di Danielle non compreranno più il cd.”
“Essere un’arrampicatrice sociale porta ad avere fan?” Commentò sprezzante Hope “Questa mi è nuova…”
Liam rise, pizzicandole il fianco “Sei tremenda…”
“E tu sei uno stronzo.” Replicò lei, facendogli la linguaccia.
“Ma non sono un bugiardo.” Disse lui, serio “Non lo ero quando dicevo di amarti e non lo sono neanche ora che ti dico che tra me e Danielle non c’è nulla.”
“Dovrai fingere di stare con lei per sempre?” gli chiese.
“No, dopo l’uscita del cd, sarò tutto tuo.” Rispose, ammiccando “Sempre se mi vorrai ancora.”
“Sono stata malissimo queste ultime settimane.” Aggrottò le sopracciglia, guardandolo “Credevo che tutto quello che c’era stato tra di noi non contasse nulla per te. Che io fossi stata solo un passatempo.”
“Non è così, te lo giuro.” Si affrettò a dire “E queste settimane sono state terribili anche per me.”
“Mi ami, Liam?” Gli chiese, puntando i suoi occhi azzurri in quelli di lui.
“Come nessun’altra prima.” Annuì lui.
Hope lasciò che il guscio protettivo intorno a lei si sgretolasse, lasciandosi scappare un singhiozzo “Mi sei mancato così tanto…”
Liam le fu subito accanto, cingendole la vita con un braccio per attirarla a sé “Anche tu, Hope.”
Posò la mano libera sulla sua guancia e gliel’accarezzò, scivolando sulla nuca per avvicinarla ulteriormente fino a posare le labbra sulle sue.
La baciò con urgenza, perché le era mancata da morire.
La baciò con dolcezza, perché sentì una lacrima solcarle la guancia e non voleva che piangesse.
La baciò con passione, perché aveva ritrovato la sua Hope e non aveva alcuna intenzione di lasciarla più andare.
La baciò nonostante le prime gocce di pioggia cadevano sui loro visi e sui loro vestiti.
Nessuno dei due se ne curava, perché erano in un’altra dimensione, dove esistevano solo loro due e quel bacio.
Quando la pioggia cominciò a farsi più insistente Liam si alzò su un gomito, spostandosi verso di lei, fino a sovrastarla, riparandola con il suo corpo.
Hope gli allacciò le braccia intorno al collo, attirandolo a sé ancora di più, passandosi i capelli corti tra le dita.
“Ti amo.” Sussurrò, lasciando solo per un attimo per poterlo guardare.
Il sorriso che si aprì sul viso di Liam le fece battere il cuore all’impazzata e il bacio che seguì le fece mancare il fiato.
Intanto, la pioggia aumentava, finché divenne impossibile ignorarla.
Liam si alzò, allungandole le mani per aiutarla ad alzarsi. Quando le fu di fronte, sorrise, alzando le spalle “Te l’avevo detto che stava per piovere.”
Hope sorrise, si alzò sulle punte e lo avvicinò a sé afferrando il colletto della maglietta. E lo baciò di nuovo, cingendogli il collo. Lui la strinse a sé, passandole le braccia dietro la vita, finché non si ritrovarono con il petto di uno incollato al petto dell’altra.
Sentendola rabbrividire, si allontanò “Dobbiamo trovare un riparo.”
Hope annuì, prendendogli la mano “Vieni con me.”
Recuperarono la felpa di Batman che aveva lanciato poco prima e poi corsero lungo il viale alberato del parco, schivando le pozzanghere.
“Porca miseria, le Converse nuove!” imprecò Hope.
Liam rise, afferrandola per portarsela tra le braccia. Lei, sorpresa, lanciò un urletto, ma poi non si lamentò, accoccolandosi a lui, cercando di coprire le teste di entrambi con la felpa.
Gli indicò dove andare una volta usciti dal parco e, attraversata la strada, si ritrovarono davanti ad un prefabbricato quadrato.
A quel punto Hope scese a terra, riprendendo la mano di Liam “Seguimi!”
Corsero lungo il perimetro dell’edificio, fin sul retro e poi Hope aprì la porta che serviva da uscita d’emergenza.
“Sicura che possiamo entrare?” le chiese lui, seguendola.
“Sì, tranquillo. Ce l’ha fatto vedere James, ci veniamo sempre…” Rispose lei, entrando.
Si ritrovarono al buio all’interno, una volta chiusa la porta alle loro spalle.
“Non mi hai portato nella caverna di un mostro per vendicarti, vero?” Bisbigliò Liam.
Hope rise e la sua risata riecheggiò all’interno dell’edificio “No.”
Si alzò sulle punte, reggendosi sulle sue spalle e, a tentoni, prima lo baciò sul mento, poi trovò le sue labbra.
Sentì le mani di Liam posarsi sui suoi fianchi e attirarla a sé.
Le sue labbra si incresparono in un sorriso, prima di allontanarsi appena per sussurrarle “Allora che ci facciamo qui, piccola trasgressiva?”
“Aspettami qui, vado a cercare l’interruttore della luce.” Rispose lei, allontanandosi.
Mentre si avvicinava al muro, dove sapeva ci fosse il quadro elettrico, sentì un rumore alle sue spalle, di qualcosa che cadeva a terra.
Aggrottando le sopracciglia, chiese “Liam? Tutto ok?”
“Sì, sono solo… inciampato.” Ammise, rialzandosi.
Hope rise, scuotendo la testa, e continuò a cercare.
“E’ una mia impressione oppure qui c’è odore di…” Liam dovette interrompersi, perché la luce improvvisa gli fece chiudere gli occhi per abituarsi.
Quando li riaprì, inarcò le sopracciglia, sorpreso “… cloro.”
“Beh, di solito, in ogni piscina c’è del cloro.” Commentò Hope, posando le mani sui fianchi.
Liam rise, passandosi una mano tra i capelli bagnati “Mi hai portato in piscina?”
Hope alzò le spalle “Era vicina e poi, siamo comunque bagnati. Ho pensato che magari ti andasse di fare un tuffo…”
Qualunque cosa stesse per risponderle, Liam si interruppe e la guardò sfilarsi la t-shirt. Hope, mordicchiandosi il labbro divertita, alzò la testa e ammiccò, facendo scivolare i leggins lungo le gambe.
Rimasta in intimo, portò le mani sopra la testa e si tuffò in acqua.
Quando riemerse, poco lontana da dove stava Liam, passò una mano tra i capelli, allontanandoli dal viso.
“Ti sei tagliata i capelli?” le chiese, togliendosi la maglia.
“Te ne sei accorto presto…” ridacchiò lei, guardandolo sfilarsi anche i pantaloni.
“Scusa, ero troppo occupato a supplicarti di perdonarmi.” Commentò lui, tuffandosi.
“L’hai detto tu stesso, quando finiscono le storie d’amore si ricorre al taglio di capelli.” Rispose lei.
“Ma la nostra storia non è finita.” La raggiunse, cingendole la vita.
“Ho temuto che lo fosse.” Ammise lei, abbassando il viso.
Le baciò la guancia, sussurrandole all’orecchio “Non ti avrei mai lasciata andare. Ti amo troppo.”
Hope gli cinse il collo, sorridendo “Anch’io ti amo.”
Le si avvicinò, posando le labbra sulle sue. Gliele accarezzò piano, dolce, senza la fretta e l’urgenza che avevano avuto per i loro baci in precedenza, stringendola a sé.
“Per quanto resti?” Gli chiese.
“Per sempre.” Rispose lui, baciandole la punta del naso.
“Intendevo in città.” Rise.
“Oh! Fino a domani.” Rispose lui, ridendo.
“E al mio fianco?” Domandò lei, giocando con le dita a tracciare il contorno della sua mascella.
Liam si lasciò accarezzare le labbra, baciandole i polpastrelli “Fino a quando mi vorrai nel tuo cuore.”
“Allora concordo con quello che hai detto prima.” Sussurrò lei, sostituendo le dita alle labbra “Per sempre.”

Ehilààà!?!

Scusa, il mio ritardo è imperdonabile, lo so...
Ma questo capitolo proprio non voleva saperne di "venire al mondo"!
L'ho scritto, cancellato e riscritto da capo... 3 volte!
(Infatti, lo spoiler che ho messo nel capitolo precedente,
era una scena che poi ho cancellato...)
Spero che il risultato vi sia piaciuto!

Il prossimo capitolo avrà come protagonista...
Harry... E James!

Io ancora devo scriverlo, quindi voi avete tutto il tempo per commentare!
Aggiorno a quattro recensioni.

Un bacio,
AngelWithoutWings.


 

 Hope e il suo nuovo taglio di capelli. <3

  
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