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Autore: paynekilllers    09/06/2013    24 recensioni
«Sarò anche stata una grande bugiarda, ma non sono sicura di poter mentire di nuovo guardandoti negli occhi.»
____
Questa fanfiction scritta a quattro mani. Abbiamo messo 'slash' come tipo di coppia per un motivo, guardate il trailer e capirete (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VAtnuUz4cT0).
Speriamo vi piaccia, un bacio.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter seven:
- Party.

 

Dylan's Pov.


Fortunatamente l’infermiera  non aveva fatto altre domande. Aveva chiesto a Kayla di andare via e aveva finito di ripulirmi lei le ferite. Beh, inutile dire che avrei preferito mille volte Kayla a quella donna. Ero riuscito a vedere anche un peletto uscirle dal naso.
Cosa mi era successo poco prima, con Kayla? Avvicinarla a me era stato un gesto istintivo. Sapevo solo che in quel momento avrei voluto baciarla. E a quanto pare la cosa era ricambiata. Potevo leggerlo benissimo nei suoi occhi e nei suoi gesti.
 Una volta uscito dall’infermeria andai a cercarla, volevo parlarle di quello che era successo o che stava per accadere. La trovai seduta a gambe incrociate sul prato della scuola a parlare con una ragazza che non avevo mai visto prima. Mi avvicinai e salutai entrambe con un «ciao!». La ragazza guardò Kayla alzando un sopracciglio.

«Disturbo?» chiesi sedendomi di fianco a Kayla.
«Certo che no!» mi rispose la ragazza.
«Va meglio?» mi chiese Kayla indicandomi il viso.
«Sì, va meglio… Volevo parlarti di prima.»  guardai la ragazza per farle capire che era una questione privata.
«Oh, oh. – disse lei alzandosi – Ho capito! Allora vado, a dopo Kay. Ah, Brooks convincila tu a venire alla festa di Lerman.»

 


Kayla's Pov. 


Avrei voluto strangolarla con le mie stesse mani. Perché continuava a parlare di quella festa? Non ci sarei andata, non conoscevo nessuno oltre lei e Dylan e di sicuro non mi sarei sentita a mio agio.

«Quindi sai anche tu della festa… Perché non vuoi venirci?» chiese Dylan una volta soli.
«Ehm, non lo so. Non c’è un perché, è solo che non mi va.»
«Nemmeno se ti accompagno io?» sorrise.
«Dylan, se Harry mi vede si chiederà perché Kyle è alla festa visto che non frequenta questa scuola e-»
«Sto invitando Kayla, non Kyle.» mi interruppe lui.
«Ancora peggio…» sospirai.
«Ti prometto che ce ne staremo in disparte, ti terrò lontano da Harry e dagli altri.»
«Che intendi con gli altri
«Ci saranno anche Niall e Louis, la festa non è solo per i ragazzi di questa scuola.»

Mi massaggiai la fronte.

«Se mi scoprono la macchina me la paghi tu!» lo spinsi leggermente.
«E’ per questo che hai messo su il teatrino? Per un’auto?»
«Abito a quasi un’ora da qui e non voglio venire con mia madre.»
«Povera Kayla!» mi pizzicò una guancia. «Allora, il tuo numero?»
«A che ti serve?» alzai un sopracciglio.
«A farti chiamate da pervertito con l’anonimo. Secondo te? Ci mettiamo d’accordo così mi dai l’indirizzo e passo a prenderti.»
«Ma abito lontano!»
«Vuoi fartela a piedi con i tacchi?» si alzò. «Va a finire che ti prendono per una prostituta e non voglio averti sulla coscienza.»

Presi un foglio, ci scrissi il mio numero a matita e glielo porsi. Lui prima afferrò il biglietto e poi, senza preavviso, mi tirò su afferrandomi per il polso. Quando fui in piedi, barcollai e andai a sbattere contro il suo petto. Lui rise e io lo allontanai. Sapevo l’avesse fatto apposta. Proprio in quel momento la campanella suonò e fui obbligata a salutare Dylan. Da quello che mi aveva detto Zoe la professoressa di letteratura spagnola non accettava i ritardatari.
 
All’uscita da scuola andai alla fermata dell’autobus e aspettai che arrivasse. Dovevo comprare quell’auto il prima possibile. Gli autobus erano antigienici e poi potevi capitare vicino a chiunque: un vecchietto pervertito, un ragazzino in crisi ormonale pieno di brufoli sull’orlo dell’eruzione. Poggiai lo zaino sul sedile di fianco in modo da non far sedere nessuno e misi gli auricolari nelle orecchie. Ero pronta per un’ora di viaggio.
Quando entrai nell’appartamento mia madre era già arrivata. Era seduta a tavola a mangiare uno di quei pranzi già preconfezionati del supermercato. Diciamo che aver vissuto nell’oro non aveva giovato sotto questo punto di vista, nemmeno lei, come me, sapeva mettere mano in cucina. Già la parola ‘pirofila’ ci mandava nel panico.

«Tesoro, com’è andata?» chiese lei continuando a mangiare.
«Bene, mi sto ambientando. O almeno ci sto provando.»
«E dalla tua amica? Hai dormito bene?»
«Di sicuro il suo letto è più comodo del mio.» risi.
«Dai Kayla, non è così male! Come si chiama?»
«Ehm, si chiama Zoe.» mentii.
«E’ stata gentile…»
«Sì, molto.»
«Ah Kayla, stai ancora cercando lavoro?»
«Sono sulla buona strada…» dissi cercando di sembrare convincente.
«Oggi ho parlato con un mio collega, dice che potrebbe mettere una buona parola con qualcuno, se vuoi.»
«In verità credo di aver già trovato qualcosa, però il problema è l’orario…»
«Che vorresti dire?» mi guardò severa.
«Mi hanno offerto un posto come inserviente in un pub in centro, il punto è che dovrei tornare alle due almeno tre volte a settimana.»
«Hai scuola! Non puoi fare così tardi.»
«Si però è l’unico posto che ho trovato, non voglio essere raccomandata da nessuno. Preferisco vedermela da sola. E poi sarà solo finchè non comprerò una macchina nuova, ah… A proposito di macchina, dovresti uhm, prestarmi la tua.»
«Te la presto solo perché così non me la chiederai più quando ne avrai una tua.» disse sbuffando.
«Grazie mille mamma!» Le diedi un bacio sulla guancia e corsi nella mia camera.

Controllai il cellulare, e trovai un messaggio di Zoe.

Da: Zoe
Hey Kay, allora conosci Brooks. Ecco il perché di quella domanda! Ahah
Allora, ti ha convinta a venire alla festa?:)

A: Zoe
Sì, lo conosco. Ma solo da due giorni, so a malapena il suo nome.
Comunque sì, vengo con lui… Ti dispiace?

Da: Zoe
Oh, affatto! Sei fortunata a venirci con lui. Ti invidieranno un bel po’ di persone.
Quanto avrei voluto che Harry me lo avesse chiesto! Dovrò accontentarmi di vederlo da lontano…

A: Zoe
Alla festa avvicinati a lui. Magari gli sei simpatica, cosa ne puoi sapere.

Da: Zoe
Non penso sia una buona idea, sarà circondato da ragazze molto più carine di me. Non mi degnerà nemmeno di uno sguardo.

Beh, questo lo pensavo anche io. Alla festa, per quello che avevo capito, venivano ragazzi di altre scuole e non credo che Harry si sarebbe lasciato scappare qualche ragazzina. E poi Zoe non si meritava uno come lui, era una brava ragazza.

A: Zoe
Non essere così negativa!
Ora scappo, devo fare la doccia.
xx

Dopo averle scritto l’ultimo messaggio, corsi in bagno. Avevo poco tempo per prepararmi. Dopo la doccia preparai il borsone con i vestiti e la parrucca. Non potevo di certo prepararmi a casa, mia madre avrebbe fatto troppe domande. A pensarci non avrei nemmeno potuto approfittare dei bagni pubblici. Decisi quindi che, in qualche modo, mi sarei dovuta cambiare in macchina, ovviamente cercando di non farmi vedere da qualche pedone…
A lavoro non feci niente di interessante. Pulii i bagni, il corridoio e servii ad un tavolo visto che Louis aveva una telefonata da fare. Mi ero ritrovata a parlare con Dylan fuori allo stanzino e gli avevo chiesto cosa mi sarei dovuta mettere per la festa. Non sapevo di che tipo di festa si trattasse. Dopo che Tom ci riprese, tornammo ognuno a fare il proprio dovere. Alle due ero a casa e informai mia madre di aver accettato il lavoro.
Il mattino dopo, per fortuna non andai a scuola, mamma aveva deciso di portarmi a fare compere, forse per farmi sentire meno la mancanza di soldi nell’ultimo periodo. Lo apprezzai davvero molto.
Verso le undici, quando ero ancora con mia madre, ricevetti un messaggio da parte di Dylan.

Da: Dylan
Hey, come mai non sei a scuola? Ti è successo qualcosa?

Che carino, si era preoccupato per me. Non lo dava a vedere, ma era davvero un bravo ragazzo.

A: Dylan
Non sono venuta, mamma ha deciso di portarmi a fare compere, così magari trovo anche un vestito da mettere per stasera. ;)

Dopo nemmeno un minuto, mi arrivò una risposta.

Da: Dylan
Mi raccomando, scegli qualcosa di sexy, non voglio andare con il brutto anatroccolo ad una festa dove sarà presente tutta la scuola.

Cercai di non prendermela per quello che aveva detto, ero abituata ormai al suo umorismo del cazzo.

A: Dylan
Tu non preoccuparti, acchiapperò tanti di quei ragazzi alla festa che non potrai nemmeno contarli sulle dita delle mani.

Mandato quell’ultimo messaggio, mi misi il cellulare in tasca. Mi guardai bene intorno, e i miei occhi si posarono su un vestito che forever21 aveva messo esposto in vetrina.
Era un tubino aderente nero, che arrivava a metà coscia e che poteva benissimo lasciar intravedere le mie gambe magre. Quelle erano il mio punto forte dato che di seno non avevo niente se non la retromarcia. Indicai a mia madre quel vestito, che per mia fortuna non costava nemmeno molto e lo comprammo.
Si era fatta ormai l’una e avevamo deciso di fermarci a mangiare qualcosa in un piccolo ristorante, ad appena una mezz’oretta da casa. Nessuna delle due aveva voglia di avvelenarsi con il cibo preconfezionato, faceva veramente schifo.
Quando finalmente tornammo a casa, si erano fatte le cinque del pomeriggio. Andai subito a farmi una doccia calda, così ebbi il tempo di rilassarmi e non pensare che dopo solo qualche ora sarei andata ad una festa dove sarebbero stati presenti anche i ragazzi che lavoravano con me.
Appena uscita dalla doccia, mi fiondai in camera e cercai di rendermi il più carina possibile. Mi lasciai i capelli mossi sulle spalle, mi piaceva come venivano quando li avevo tenuti in una crocchia per un po’. Indossai il vestito e poi decisi di dedicarmi al trucco, l’ombretto partiva con il dorato e poi sfumava nel nero, misi un rossetto rosso fuoco sulle labbra. Poi passai alle scarpe, erano tacco dodici, nere con le borchie dorate sopra. Subito dopo aver finito mi guardai nello specchio, non ero niente male! Sorrisi. Altro che brutto anatroccolo.
Non ebbi nemmeno il tempo di guardare che ora si era fatta, che il suono del mio cellulare mi fece sobbalzare.
Vidi il nome di Dylan lampeggiare sullo schermo e risposi.

«Hey.» dissi.
«Hey, mandami un sms con il tuo indirizzo, sono già in macchina.»
«E avevi bisogno di chiamarmi per dirmelo? Non potevi mandarmi un sms?» alzai un sopracciglio. Era strano quel ragazzo.
«Non importa! Su fai presto.» mi attaccò il telefono in faccia.

Sbuffai, ma che problemi aveva?

Dopo avergli mandato il messaggio con il mio indirizzo passarono venti minuti e sentii il campanello della porta. Corsi prima che mia madre potesse andare ad aprire e fare un interrogatorio a Dylan.  Rimasi a bocca aperta.
Dylan aveva i capelli scompigliati, che lo rendevano più sexy, indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti, e dei jeans chiari. Era davvero bellissimo. Probabilmente mi salutò ma ero troppo impegnata a pensare a tutti i modi per saltargli addosso invece di rispondergli. Sorrise e mi sventolò una mano davanti al viso per attirare la mia attenzione.

«Ti ho appena salutato, non dovresti almeno ricambiare il saluto?»
«S-Sì, ciao. Possiamo andare ora?» dissi cercando di diventare padrona dei miei pensieri.
«Ok, come vuoi.» rise.

Durante il viaggio in macchina, era come se il suo sguardo mi bruciasse la pelle, non capivo come riuscisse a guardare me e la strada contemporaneamente.

«La smetti di guardarmi? Mi stai consumando.» dissi guardando fuori dal finestrino.

Lo sentii ridere.

«Scusami, stavo pensando che è grazie al mio “complimento” di stamattina che tu sei venuta vestita cosi alla festa.»
«No, sarei venuta così anche se tu non mi avessi detto niente.»

Ci fu un momento di silenzio, tanto che pensai che non avremmo parlato finchè non fossimo arrivati, e invece…

«Comunque sei bellissima stasera.» disse senza distogliere gli occhi dalla strada e rimanendo serio.

Gli occhi quasi non mi rimbalzarono fuori dalle orbite, era davvero Dylan quello che stava parlando?
Gli sussurrai un flebile «Grazie.» e rimanemmo in silenzio.
Quando finalmente arrivammo alla festa, notai che quel posto aveva anche una piscina e un prato ben curato. Sicuro non badavano a spese… e non riuscivo a credere che i miei professori affermassero che in quella città ci fossero solo morti di fame. Voglio dire, stavano tutti sicuramente meglio di me.
Dylan mi trascinò nel cortile, nell’anima della festa. Tutti i ragazzi erano lì, che si “dimenavano”, sì perché quello non si poteva chiamare ballare. 

Mentre Dylan si allontanava per prendere da bere ad entrambi, notai Harry accerchiato da ragazze. Feci una smorfia.
Proprio non voleva mettere la testa a posto quel ragazzo. Ad un certo punto però smise, e si stava avvicinando a dove mi trovavo io in quel momento. Decisi allora di correre dentro casa, con tutta quella gente di sicuro nessuno mi avrebbe notata, no? Mi ritrovai in quello che doveva essere un soggiorno, ben arredato, molto bello. Mi sedetti sul divano e cercai di riprendere fiato, ero troppo in ansia in quel posto. Pensai di chiamare Dylan e di dirgli di riportarmi a casa, non ce la facevo. Poi però lo vidi entrare e venirmi incontro.

«Hey, ma che fine avevi fatto, ti ho cercato dappertutto.»
«Harry stava venendo verso di me e non potevo rischiare, scusami. Dylan non ce la faccio a stare qui…» dissi sospirando.
«Allora vieni, andiamo fuori.» disse porgendomi la mano.
«No, non hai capito, dico non ce la faccio a stare qui alla festa.»
«Oh, allora…» Improvvisamente qualcuno che chiamava Dylan da fuori ci interruppe.
«Hey Dylan!» disse Harry aprendo la porta finestra che dava sul giardino.

Andai nel panico, non sapevo cosa fare e vidi la stessa emozione nei suoi occhi.

Fu tutto un attimo.
Dylan prese il mio viso tra le mani, e posò delicatamente le sue labbra sulle mie.
In un’altra circostanza lo avrei allontanato da me. Lo conoscevo da poco e mi sembrava troppo. Le sue mani scesero lungo i miei fianchi e avvicinò il mio corpo al suo. Non mi opposi. Forse perché in quel momento lo volevo anche io. Sì, lo volevo. Iniziai a rispondere al bacio. Avvolsi le mie braccia attorno al suo collo e con una mano iniziai ad accarezzargli i capelli. Lui sorrise sulle mie labbra e subito dopo tornò a baciarmi. Il bacio diventò meno casto quando la sua lingua scivolò contro la mia. Aveva un buon sapore il ragazzo. Presi in mano la situazione e iniziai a baciarlo con più foga e lui mi lasciò fare. Poi mi ricordai che la stanza era piena di gente e noi eravamo lì, in piedi, a limonare senza pudore. Lo allontanai da me e rimansi a guardarlo.
Lui si voltò verso la porta, dove poco prima era apparso Harry. Lui non c’era, era andato via. Dylan sospirò guardando il pavimento e sorrise tra se. Capii in quel momento che mi aveva baciato per evitare che Harry mi vedesse e rimasi delusa. Quel bacio mi era piaciuto, lo avevo voluto e sapevo che anche per lui era stato lo stesso.
Ero ancora persa a guardarlo, non riuscivo ancora a realizzare quanto fosse successo. Lui alzò il volto e incastonò i suoi occhi nei miei. Ancora sorrideva e istintivamente lo feci anche io. Sentii una sua mano allontanarsi dal mio fianco e poggiarsi sul mio viso.
Un istante dopo le sue labbra furono di nuovo sulle mie.




 





 

Trailer della FF:




Spazio autrici:
Hey ragazze! Abbiamo aggiornato appena abbiamo visto che avevamo raggiunto addirittura 15 recensioni ahahha. :) 
Per chi mi ha chiesto quando metteremo dei momenti Hayla, beh, aspettate un altro po', non ne rimarrete deluse promesso. 
Che dire di questo capitolo? Sono bellissimi Dylan e Kayla, su! 
Vi lascio con degli interrogativi, secondo voi, tra Dylan e Kayla nascerà qualcosa nei prossimi capitoli, oppure le cose resteranno così come sono?
Tutto può succedere no? Date il via all'immaginazione.
Fateci sapere che ne pensate, moriamo dalla voglia di leggere le vostre impressioni su questo capitolo.
Alla prossima ragazze! Un bacio.
L&R

ps: per chi ancora non l'avesse capito, siamo in due a scrivere, e qui troverete i nostri twitter: (L) (R)



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