Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Chiara_93    09/06/2013    1 recensioni
Ron è morto. L'idromele avvelenato da Draco Malfoy l'ha ucciso, e a nulla sono serviti i soccorsi di Harry.
Nel cuore della notte, Hermione Granger è in infermeria a contemplare il cadavere del ragazzo per cui aveva provato i sentimenti più forti della sua vita, e nulla più sarà come prima. Stravolta e trasformata dal dolore, la vita di Hermione prende una svolta oscura, pericolosa e affascinante.
Genere: Dark, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo II – Il punto di non ritorno

 

Il mattino dopo, a colazione, l'atmosfera era tranquilla. Un cielo grigio e opprimente premeva sul soffitto incantato mentre i primi studenti prendevano posto attorno ai quattro lunghi tavoli. Un osservatore attento avrebbe intuito che c'era qualcosa che non andava: non c'erano professori, tranne un impietrito Vitious che fissava vacuamente la Sala Grande, dimentico del piatto di uova e pancetta davanti a sé.

Ma non c'erano osservatori attenti, quella mattina, e nessuno sospettò la tragedia che incombeva su Hogwarts.

 

Al tavolo dei Grifondoro, Hermione sedeva da sola, mangiando di gusto. Né Ginny né Harry erano presenti, ancora sopraffatti dalla disgrazia. Salutò cordialmente Calì Patil, e quando questa le chiese dove fosse Lavanda, si strinse nelle spalle e disse di non saperlo – la ragazza era stata informata privatamente, il giorno prima, della morte di Ron e la crisi di panico l'aveva colta sul pavimento dell'ufficio della McGranitt, mentre tutti gli altri erano a lezione.

Hermione stava finendo di bere l'ultima tazza di caffellatte, quando improvvisamente, come se fossero spuntati dal pavimento, gli insegnanti vestiti a lutto e il professor Silente presero posto al loro tavolo, rimanendo in piedi e con un'espressione contrita. Hermione pensò: ci siamo, e il suo cuore accelerò i battiti. Cominciò a scrutare la Sala, e il tavolo dei Serpeverde con più attenzione, in attesa di trovare conferma dei suoi sospetti, anzi delle sue certezze.

Il Preside ottenne il silenzio (ma sarebbe bastata la sua espressione solenne a zittire tutti) e fece un breve annuncio con voce convenientemente tragica. Spiegò come uno dei ragazzi più brillanti, generosi e allegri del Grifondoro fosse rimasto vittima di un «barbaro avvelenamento» e scese nei dettagli. Narrò lentamente della pozione d'amore (Romilda Vane sbiancò e affondò la testa fra le braccia) e di come una bottiglia di idromele barricato destinata a lui, ad Albus Silente, fosse stata sabotata con un potentissimo veleno e che «nonostante i tempestivi soccorsi, Ronald Weasley non è più tra noi». Un mormorio costernato serpeggiò nella sala. Silente chiese un minuto di silenzio, che fu doverosamente rispettato, e poi chiese «rispetto e comprensione per chi era vicino a Ron».

Infine fece un breve accenno alla necessità di combattere il male universale e di non cedere all'odio, promettendo «che sarà fatta la più assoluta chiarezza».

 

Tutto questo, ad Hermione, interessava solo relativamente. Molti la guardavano incuriositi, ma lei aveva occhi solo per il tavolo dei Serpeverde. Banale, scontato, evidente chi fosse il colpevole materiale della morte di Ron. Hermione lo sapeva già da prima di vederlo diventare verdognolo e agitato, prima che i suoi occhi sprofondassero nel terrore, prima che si mettesse le mani nei corti capelli biondi. Harry aveva avuto ragione fin dall'inizio. Silente concludeva il suo discorso con un profondo: «A Ronald Weasley!», ed Hermione fu assolutamente, indiscutibilmente certa che Draco Malfoy dovesse morire e lei doveva ucciderlo. Sentì un odio misurato, ragionato, civilizzato infiammarle il petto e il suo cervello schizzò a mille, escogitando un piano perfetto, furbo e a prova d'errore.

Era intelligente, diavolo se lo era.

 

Inghiottì l'ultimo sorso di caffellatte, si alzò ed uscì dalla Sala, consapevole di essere sotto gli occhi di tutta la scolaresca rimasta seduta, e per tutto quel giorno Hermione Granger risultò irrintracciabile. Nessuno, d'altronde, la cercò. Cosa fece in quelle ore di buco, lo si capì solo giorni dopo. Derubò l'armadio proibito del sotterraneo di Piton, quello segnalato con “pericolo!”. Svuotò il suo baule di tutto ciò che avesse valore e lo infilò in uno zainetto.

Entrò nel settore vietato della biblioteca e sottrasse furtivamente Degli incanti senza perdono, un logoro tomo di magia nera. Si chiuse nel bagno di Mirtilla Malcontenta a preparare una sfrigolante pozione rosso mattone che verso con la massima attenzione in boccette avvolte da una calotta anti-urto. Nascose, con metodica freddezza, una boccetta nella torre dei Grifondoro, una all'entrata dello studio di Silente, una sotto il tavolo di Tassorosso in Sala Grande, una nella guferia e infine ne accatastò otto in un angolo riparato dei sotterranei.

E mentre preparava l'attentato, non un dubbio sfiorò Hermione Granger. Non un'esitazione scalfì la sua risolutezza a fare ciò che doveva. Terminò alle sei di pomeriggio, quando ormai il cielo era quasi completamente buio. Aveva programmato tutto alla perfezione, i tempi collimavano. Ora rimaneva l'ultimo, cruciale passaggio.

 

Hermione trovò il signor Gazza che trascinava le ginocchia artritiche per il castello, lo seguì fino ad un'area deserta, gli puntò la bacchetta alle spalle e mormorò: «Imperio!». Gazza s'arrestò, si voltò e trottò verso di lei, il volto serafico e impassibile. Gli diede poche istruzioni: trovare Gregory Goyle, portarlo da lei con una scusa. Il custode obbedì, e dopo poco tornò con il nervoso, spaventato guardaspalle di Malfoy. Allora Hermione impose la maledizione Imperius anche su di lui, ordinò a Gazza di sparire e si concentrò sul tarchiato, brutto e stupido Serpeverde. Gli cacciò in quella zucca marcia ciò che doveva fare, e lo rimandò in aula, ciondolante come uno zombie (ma in fin dei conti era così anche al naturale). Corse di nuovo nel dormitorio femminile, indossò il mantello, si mise lo zainetto a tracolla, mise un paio di scarpe solide, sfrecciò giù tenendo d'occhio l'orologio e finalmente, dopo la più breve giornata della sua vita, si appostò dietro la scalinata della Sala d'Ingresso. Si sedette a terra, e aspettò che il suo piano meraviglioso si dipanasse ordinatamente. Mancavano ancora dieci minuti alle sei e mezza, l'ora in cui le pozioni Deflagranti si sarebbero attivate.

 

Per dieci minuti, non aveva nulla da fare, se non riflettere. E di nuovo la sua testa volò lontano, e pensò che era ancora in tempo. Una corsa a perdifiato per il castello, poteva annullare le pozioni. Avrebbe cancellato la memoria a Gazza e Goyle. Tutto sarebbe tornato come prima, e lei avrebbe potuto riprendere i panni della ragazza annientata dalla vita. Sì, fu tentata, Hermione Granger fu tentata di tornare indietro. Intuì i pericoli del percorso su cui, fra otto minuti, si sarebbe avviata. Intuì che non sarebbe mai più tornata ad Hogwarts da studentessa. Intuì che la sua vita come la conosceva era finita.

Ma non fece nulla. Aspettò pazientemente, covando l'odio e la rabbia fino alle sei e ventinove. Tic-tac, tic-tac, fece l'orologio, quando la lancetta dei secondi toccò lo zero.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Chiara_93