Quinto capitolo. Chiedo scusa, mi rendo conto che non è il massimo della leggerezza, spero saprete perdonarmi.
E qui, credo sia giunto il momento di finire al più presto questa storia: ancora uno o al massimo due capitoli e sarà conclusa.
Oggi è il turno dei The Calling con For You. Qui il link che porta al testo tradotto. Grazie a tutte le persone che hanno recensito, a quelle che hanno letto e a chi ha messo la storia tra i preferiti. A tutti auguro buone feste!
FOR YOU
Non ci riesco. Ci sto
provando con tutto me stesso, mi sono lanciato a capofitto nel nuovo lavoro,
faccio straordinari e bevo; non sempre, ma spesso. Il gusto amaro del whisky
freddo che scende giù per la mia gola e risale fino a ad addormentarmi la
mente, fino ad inebriarmi fino a farmi cadere in uno stato di torpore, con la
testa che gira in un senso e lo stomaco nell’altro, in una continua lotta:
entrambi vogliono prevalere su di me.
Fino a quando resto impegnato,
riesco a non pensare, ma ormai è sempre più difficile. In questa fredda notte,
cammino: non so perché. Sono ritornato nel luogo dove sono nato.
Qui, in questo prato
facevo lunghe camminate con mio padre e anche solo, e ne ho pagato le
conseguenze, ma ora è diverso, sono io il Lupo cattivo!
Mi stringo nel cappotto,
l’aria gelida sferza sul mio viso e la neve arriva quasi a raggiungere la metà
del mio polpaccio. Tutto è così calmo, così uguale, così bianco, così chiaro.
Vorrei fosse così anche
per me, ma è tutto così difficile.
Mi siedo nella neve, se
qualcuno passasse ora mi prenderebbe per pazzo; mi butto giù completamente: fa
freddo, ma non mi importa.
Non riesco a non pensarti,
Tonks.
Ti amo.
Sì, hai capito bene, ti
amo.
E non è una scoperta del momento,
no; questa è una cosa che so da molto tempo, precisamente da due ore e
cinquantacinque minuti dopo averti conosciuta. Quelle quasi tre ore le
ricorderò sempre, come non potrò dimenticare la faccia che fece Sirius, esattamente tre settimane dopo, quando gli dissi
che mi piacevi. Non avevo mai ammesso una cosa simile con nessuno dei miei
amici, sono sempre stato un ragazzino riservato, ma quello che provavo… che
provo è troppo grande da sopportare da solo e a qualcuno dovevo confessarlo.
Ora non c’è più nemmeno
lui.
“Amo Tonks!”
Ho urlato alla luna, ho urlato a una parte di me, ad una cara e vecchia nemica.
Anche se non credo sappia tutto il dolore che mi provoca: lei è lì, segue le sue
leggi e non può cambiare. Adesso è esattamente metà, è stupenda: come si fa ad
odiarla?
Ora che ci penso, le ho
urlato una frase piuttosto stupida, di quelle che i ragazzini scrivono sui
libri; due parole, così semplici e così complesse; facili da comprendere ma
difficili da pronunciare.
Difficile ammetterlo.
Mi rimetto seduto. Sto
ridendo, ridendo come un matto e non so perché, poi calde lacrime iniziano a
rigare il mio viso e il tutto si trasforma in un pianto. Porto le mani coperte
dai guanti, ma con su la neve, al volto.
Basta, credo sia giunta
l’ora di crescere e di affrontare la vita, prendere in mano la situazione a
pagarne le conseguenze.
Sto camminando nuovamente,
stavolta a passo svelto, per quanto la neve lo consenta, è ovvio. Ritorno sulla
strada e dopo aver dato un sguardo alla casa dove sono cresciuto, ora abitata
da una giovane coppia di sposi, mi Smaterializzo.
“Per l’amor di Merlino, Remus, che ti è successo?”
Lo sapevo, sapevo che
questa sarebbe stata la prima frase che mi avrebbe detto Molly dopo avermi
aperto la porta.
Non è successo nulla, sono
semplicemente raffreddato, ma il motivo della mia semi malattia, non so nemmeno
io come chiamarla, è meglio tenerglielo nascosto. Se ci aggiungiamo le poche
ore di sonno degli ultimi giorni, qualche bicchierino di troppo, il risultato è
questo. E non è per niente carino.
“Buon pomeriggio anche a
te, Molly.”
Non so come mai, ma mi
sembra in forte imbarazzo: devo essere capitato in un brutto momento. Lo
intuisco dal fatto che ancora non mi ha fatto entrare.
“Entra, Remus. Però ci sono un paio di cosette che dovresti sapere
prima di accomodarti di là…”
Non ho idea di cosa stia
succedendo, ma non mi importa, sono qui solo per chiederle una cosa, poi
toglierò il disturbo. Non posso attendere oltre.
“Molly, tranquilla voglio
solo un’informazione da te, nient’altro.”
Mi guarda perplessa.
“Dimmi.”
“Voglio sapere dove si
trova Ninfadora!” Ho pronunciato la frase tutta d’un
fiato, alzando forse leggermente a voce. Il mi cuore ha preso a battere
all’impazzata, e solo la donna dai capelli rossi che ho davanti può farlo smettere.
Mi sembra stiano passando ore.
Le sua labbra non si
muovono, sembra pensarci su. Ora si stropiccia il grembiule.
“Non so se è il caso, Remus.”
La frase più brutta degli
ultimi giorni.
“Molly, ne ho bisogno!”
Sono fermo, deciso. Nulla mi potrà fermare, andrò dritto da lei.
Non la vedo convinta. Ora
si avvicina alla porta che porta in soggiorno e la apre leggermente.
Qualcuno sta ridendo, e di
gusto anche.
Eppure questa risata… il
mio cuore batte più forte di prima e la mia testa gira, la stessa sensazione
del whisky, solo molto più piacevole, intervallata da brividi che corrono lungo
la mia schiena.
“Beh, lei è qui.”
Già, me ne ero accorto.
Tutto il mio corpo se ne è accorto: non riesco a muovermi.
“Vieni a salutarla, sta
meglio, ora.”
Non è una domanda, ma un
invito fatto con tono materno.
Molly mi precede nella
stanza e quando faccio il mio ingresso, tutti ammutoliscono, spiazzati,
spaesati ed estremamente in imbarazzo.
La prima a salutarmi è
lei.
“Ciao, Remus.
Come stai?”
È incredibile, il suo tono
è così dolce, anche se normale.
Riesco a balbettare
solamente un “Bene.” Solo dopo noto una persona che non conosco, seduta al suo
fianco. Non mi sembra ben disposto nei miei confronti…
“Remus”,
è la voce di Tonks a riportarmi alla realtà, “Lui è
Mark.”
Mark… semplicemente Mark.
Accetto la mano che costui
mi offre, poi mi siedo, su invito di Arthur.
La conversazione riprende.
Ogni tanto intervengo, ma non so bene di cosa stiano parlando e sinceramente,
non mi importa. Tutta la mia poca lucidità del momento è concentrata su Mark:
sulle sue azioni nei confronti di Ninfadora. È così
stramaledettamente dolce: ogni tanto le sfiora un braccio, poi dice una battuta
che solo loro, a quanto vedo, riescono a capire e lei scoppia a ridere.
Tutte le volte il mio
stomaco fa tre capriole, una avanti e due indietro: quella avanti è l’effetto
della sua risata, le due indietro è perché non sono stato io a provocarle. È stato Mark.
I
am a vision, I am justice
Never thought that I could love
Living in shadows, faded existence
It was never good enough
Within the darkness, you were the light
That shines away
You're trapped in violence, I can be the man
Who saves the day
Sono arrivato tardi, a
quanto vedo. La donna che mi ha insegnato ad amare, si è allontanata da me.
Provo un odio profondo per quell’uomo. Non lo conosco, ma lo odio.
È tutta colpa sua, come ha osato entrare nella sua vita? Sento la rabbia crescere, il
mio corpo freme come prima della luna piena.
Ferma Remus,
la colpa è solo tua. Quante volte le hai detto di rifarsi una vita?
Quante volte le hai detto
di trovarsi uno più giovane, con più possibilità di te. Beh, ora lo ha fatto,
ha seguito i tuoi consigli. Dovrei essere felice per lei, e un po’ lo sono.
Sto cercando di
concentrarmi il più possibile per cercare di capire i suoi sentimenti per
quell’uomo ma l’unica immagine che mi compare davanti sono loro due che si
baciano, anche se non lo hanno ancora fatto.
Scuoto leggermente la
testa per cercare di riprendermi, faccio una brillante considerazione sul Quidditch, sperando di essere ancora in argomento poi
sprofondo maggiormente sulla poltrona.
Someone
has changed me, something saved me
Now this is who I am
Although I was blinded, my heart let me find that
Truth makes a better man
I didn't notice that you were right in front of me
A mask of silence, we'll put away so we can see
Tutti
mi dicevano di aprire gli occhi e io non l’ho mai fatto.
Tu
mi hai cambiato Ninfadora, mi hai fatto capire che
anch’io posso essere normale pur nella mia non normalità.
Mi
hai fatto innamorare di te.
Sono
sempre stato bugiardo, in particolare con me stesso. Quando tutti mi dicevano
che le mie erano solo sciocchezze, mentivo, credevo alle mie parole, ma
finalmente ho aperto gli occhi. Ora ho ammesso la verità e da una lato mi sento
migliore di quello che ero prima. Ora non nasconderò più i miei sentimenti,
tutti lo verranno a sapere.
Forse
no.
Ora
la mia verità ti può rovinare. Penso di averti reso già abbastanza infelice. In
realtà ho reso infelici entrambi e me ne rendo conto solo ora. E adesso a
rimetterci sono io. È ovvio, chi sbaglia paga e il prezzo è proporzionato al
danno.
Within
the darkness, you are the light
That shines away
In this blind justice, I can be the man
Who saves the day
I'm there for you
No matter what
I'm there for you
Never giving up
You know it's true
You were there for me
And I'm there for you
For you
Non
mi consola, ma io per te ci sarò sempre. Ho deciso di restare sempre al tuo
fianco, se tu mi vorrai; vista la situazione, come amico. Ma me lo farò
bastare.
Voglio
che tu lo sappia e alla prima occasione te lo dirò.
Tu
ci sei sempre stata per me e io sono sempre stato cieco. Ma adesso che so, che
ho ammesso la verità a me stesso, le cose cambieranno.
Sto
ridendo, forse qualcuno ha fatto una battuta, ma non l’ho sentita.
Ti vedo guardare l’orologio e alzarti, prendere la mano di Mark e tirarlo in
piedi. Anche Molly e Arthur si alzano e io li seguo.
Ti
abbiamo tutti accompagnato fuori, io sono al fianco della signora Weasley che ti sta facendo mille raccomandazioni, in primis
quella di andarla a trovare più spesso. Tu annuisci e sorridi.
Mark
sembra intendersela a perfezione con Arthur, sembrano vecchi amici.
Il
mio cuore riprende a battere all’impazzata quando mi sfiori per avere la mia
attenzione. Mi abbracci e dopo qualche istante io faccio lo stesso.
“È
stato un piacere rivederti, Remus”, sussurri al mio
orecchio, “Fatti sentire qualche volta.”
Adesso.
Adesso è l’occasione giusta, diglielo Remus, non fare
il codardo, parlale!
Mi
abbracci ancora più forte, cercando quasi di afferrare il mio cappotto con le
dita e io sono in tuo potere, non capisco più nulla; poi allenti la presa e
dopo avermi accarezzato la schiena ti dirigi verso Mark. Lui ti abbraccia a tu
ti Smaterializzi con lui e da questo capisco che lui non è un mago.
Mi
sento uno stupido, oltre a “Ciao, Tonks”, non sono
riuscito a dire nient’altro.
È
giunto il momento anche per me di andare; mi giro verso Molly e Arthur che
sembrano aver capito le mie intenzioni.
La
signora Weasley mi ferma prima ancora che io riesca
ad aprire la bocca.
“Remus, se non ti dispiace, vorrei che tu entrassi un
secondo… c’è una cosa che devi sapere.”