Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: KiaWolf    10/06/2013    6 recensioni
Edward è un attore di fama internazionale.
Bella è una ragazza normale e sua fan sfegatata.
Edward è famoso.
Bella è malata.
Edward è destinato a restare in eterno nella memoria di tutti per la sua celebrità.
Bella è destinata a morire, lentamente.
Entrambi, però, sono felici della loro vita.
Allora cosa farà incrociare i loro cammini?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Charlie/Renèe, Emmett/Rosalie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di leggere vorrei ringraziare infinitamente tutte voi! Siete magnifiche, non ci sono parole!
Grazie mille del vostro supporto, nessuno di noi sarebbe qui senza di voi ;)
Grazie anche a chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti *.*


  Recensita
da
Preferita
da
Ricordata
da
Seguita
da
Just Feel Better 34 32 3 94


Ok, adesso buona lettura ;)


Pov. Edward
 
“Basta, ti prego, abbi pietà di me!”
“Dai, ancora non abbiamo visto niente!”
“Niente?! Sono a pezzi! Come hai fatto a trascinarmi in ogni angolo possibile di questa città?!”
Ero letteralmente sfinito.
Ma questo non era un paese di 3120 persone?
Come cavolo era possibile che avessimo girato in lungo e in largo per tutta la mattinata, senza fermarci neanche un misero secondo?
Le gambe mi dolevano e tirai un sospiro di sollievo solo quando mi sedetti in un muretto al lato della strada.
Ah, finalmente!
Bella, di fronte a me, sorrise divertita, restando rigorosamente all’in piedi. Possibile che fosse instancabile?
“Ma come, hai già perso smalto, Cullen?” disse, cercando di assumere un’espressione seria e mettendosi le mani sui fianchi.
Io sorrisi dentro di me: era riuscita a superare un po’ di timidezza, tanto che adesso mi prendeva anche un po’ in giro.
“Mmm, altro che smalto, fra poco muoio!” dissi senza pensare.
Silenzio.
No.
No, no.
Non potevo averlo detto.
Non a lei.
La vidi irrigidirsi appena e poi fare un sorriso tirato che non coinvolgeva gli occhi.
“No, dai, poi chi farà i tuoi prossimi film?” cercò di scherzare.
Oh cavolo, ma perché non pensavo prima di parlare?
Io te l’ho sempre detto!
Zitta, coscienza dei miei stivali! Ho già un po’ di problemi con i sensi di colpa…
“Bella, mi dispiace. Io non volevo dire…”
A quelle parole, mi interruppe immediatamente.
“Ti prego, Edward. Non voglio essere compatita e la morte non è neanche un tabù, ok? Va tutto bene..” esclamò, abbastanza infervorata.
Giusto, niente compassione.
“O-ok..”
Non seppi che dire e in quel momento calò fra di noi un silenzio imbarazzato.
Mannaggia a me e alla mia lingua lunga…
Edward, trova un modo per aggiustare la situazione!
Giusto, aggiustare la situazione.
Perché ormai pensavo frasi secche e decise non lo sapevo neanche io.
“Allora, ehm.. che si fa adesso?” chiesi cercando di sorridere.
Lei alzò lo sguardo e ricambiò il mio sorriso.
“Sei troppo stanco, o ti va di vedere il mio posto preferito?” chiese titubante.
“Direi che ce la faccio” risposi, facendole l’occhiolino.
“Ti avverto che c’è un po’ di strada da fare, quindi sei ancora in tempo per tirarti indietro!” disse, recuperando il buon umore.
Menomale.
“Mi sacrificherò per lei, donzella!”
Feci un inchino e lei rise liberamente.
Che suono incantevole.
“D’accordo, messere, in marcia!”
 


*****


 
Pov. Bella
 
“Manca ancora molto?”
Io feci un risolino.
“Sei proprio uno sfaticato! Tranquillo, siamo quasi arrivati!”
“Ehi, vedi che io sono un atleta coi fiocchi!” disse, fingendosi offeso.
“Ehm, Edward, devo ricordarti le pessime figure che hai fatto nei BTS di un film, perché non riuscivi a fare una misera capriola?”
Mi guardò con gli occhi sgranati.
“E tu come fai a saperlo?”
Io sorrisi sotto i baffi.
Sapevo più cose di lui che di me stessa.
“Non te lo dico, segreto professionale!”
“E sentiamo, che professione faresti?”
“Ovvio, sono la tua agente in seconda, dopo Jasper, nonché tua fan n°1!”
“Ah-ah, come no, contaci signorina! Prima dovrai superare le prove più ardue che esitano sulla faccia della Terra!” disse serio, ma negli occhi aveva un lampo divertito.
Decisi di restare al gioco, mentre ancora camminavamo lungo il sentiero della foresta alla periferia della città.
“Già fatto, signorino, devi informarti di più sulle persone che lavorano per te!”
In quel momento ci guardammo e scoppiammo a ridere contemporaneamente.
“Siamo letteralmente andati!” dissi.
“Io l’ho sempre detto che camminare troppo non fa bene alla salute! Vedi come ci siamo ridotti?”
“Ed ecco che ritorna lo sfaticato. Vuoi anche che ti ricordi i tuoi vani tentativi di fare surf?”
Ci fermammo di fronte ad un albero caduto che ostruiva il passaggio, e lui mi guardò con un sopracciglio alzato.
Io scrollai le spalle, facendo finta di nulla.
“Devi stare attento a non fare figuracce quando intorno a te ci sono persone, Internet è una macchina infernale, bello mio!” dissi, facendogli l’occhiolino.
“Me ne ricorderò..”
Iniziò allora a salire sul tronco dell’albero per scavalcarlo, mentre io lo guardavo spaventata.
Avrei dovuto farlo anche io?
“Ehi, allora che aspetti?” mi disse non appena raggiunse il punto più alto.
“M-ma è a-alto..” balbettai, terrorizzata.
A quelle parole, sorrise e mi tese la mano.
“Dai, ti aiuto io.. Prendi la mia mano!” disse.
Cosa?
La sua mano?
La paura dell’altezza sparì di fronte a quell’allettante prospettiva.
Non capitava tutti i giorni di tenere per mano il tuo attore preferito, e io non avevo intenzione di sprecare quell’occasione.
La afferrai e sentii come una scarica elettrica in tutto il corpo.
Seguii i suoi consigli su dove mettere i piedi e così feci anche per scendere dal lato opposto.
Una volta giunti a terra, sciolsi la stretta controvoglia e continuammo a camminare.
“Comunque, sul serio Bella, quanto manca?” chiese.
“Sembri Ciuchino in Shrek 2! Stiamo arrivando!”
Lui si limitò a sbuffare e io sorrisi.
Impossibile, ma era ancora più bello quando faceva così.
Bella, non ricominciare con questi pensieri. Lo sai che quando se ne andrà non vi incontrerete mai più!
Grazie per avermi risollevato il morale, Vocina, molto gentile…
Lo faccio per te, per non farti soffrire dopo.
Lo so, lo so.
Sarebbe stata una vera rottura dopo, se avessi lasciato che adesso i miei sentimenti andassero a briglia sciolta.
Scossi la testa, allontanando i brutti pensieri.
Avevo ancora due intere settimane da passare con lui.
Alzai lo sguardo e vidi che eravamo praticamente arrivati.
“Oh, eccoci, scarpinata finita. Il posto è proprio dietro quei due alberi laggiù..” dissi ad Edward, indicandogli il punto preciso.
La vegetazione era fitta e non permetteva di vedere oltre, ma si doveva arrivare fino in fondo e superare quel punto preciso per trovare il ‘mio’ posto.
Immaginai di avere risollevato la curiosità di Edward, perché dopo avermi sorriso per un secondo, aumentò il passo e si diresse dove gli avevo detto.
Pochi secondi dopo sbucammo in una piccola radura, perfettamente circolare e circondata da numerosi alberi. Al centro vi era una distesa di fiori colorati, che il tempo di Forks non era ancora riuscito a distruggere per fare spazio all’inverno.
“Ecco il mio ‘rifugio felice’.” dissi.
Per un po’ si limitò a guardarsi intorno, ammirando il posto.
“È bellissimo..” sussurrò.
“Già, l’ho scoperto quasi per caso, durante un’escursione con mio padre, e me ne sono innamorata a prima vista. Qui è dove vengo ogni volta che voglio stare da sola e pensare liberamente. Lo conoscono solo Alice e Rose e adesso anche tu.”
“Grazie, è davvero meraviglioso.” disse, voltandosi e sorridendomi.
Era il mio sorriso preferito, ancora più bello della radura, ancora più bello di qualsiasi cosa.
Abbassai gli occhi, arrossendo.
Era passata ancora mezza giornata e io non stavo andando affatto bene. Il piano si stava rivelando più difficile del previsto.
Però, se anche lui sorrideva così, non mi aiutava affatto.
 



*****



 
“Sono sfinita!”
Avevamo passato una giornata bellissima. Non appena arrivati nella radura, infatti, ci eravamo seduti  all’ombra di un albero e avevamo cominciato a parlare.
Ci eravamo racontati tutto: i nostri gusti, le nostre passioni, le nostre abitudini, i nostri sogni.
Perfino le nostre figuracce.
Ridevo ancora solo a pensare all’imbarazzante figura di melma che Edward mi aveva confessato.
“Pensa che una volta, potevo avere si e no otto anni, ho fatto pipì sui fiori del giardino di mia zia Mildreth.”
“No, non ci credo! Tu che diventi un vandalo?”
“Sì, puoi giurarci! Mi stava così antipatica da non poter digerire neanche la visita annuale a casa sua. Forse non la sopportavo perché davanti ai miei faceva quella buona e cara, ma poi, quando loro si giravano, iniziava a stringermi le guance e a girarmele fra le sue dita come se fossero due manopole di uno stereo; o forse perché aveva il viso rugoso, peggio della strega di Biancaneve, con un bitorzolo enorme sulla guancia sinistra, che al solo guardarlo mi veniva la pelle d’oca. O forse perché ogni anno mi regalava sempre un maglione di lana così spesso e ruvido che neanche gli eschimesi avrebbero potuto indossarlo.”
Risi del suo continuo flusso di parole.
Sembrava non stesse prendendo neanche fiato.
“Comunque, quell’anno, come sempre, eravamo andati a casa sua durante un giorno delle feste natalizie. Mi aveva già triturato la faccia e dato amorevolmente quella specie di indumento. Io ero così incavolato e scocciato, che decisi di farmi una passeggiata in giardino. Dopo un po’ però avevo assolutamente bisogno di andare in bagno e, correndo verso casa, passai involontariamente davanti alle sue aiuole. Non ci pensai due volte, mi abbassai i pantaloni e feci pipì. Ero così felice per essermi liberato che non mi accorsi che i miei genitori e la zia erano accanto a me, perché si chiedevano dove fossi finito. Non ti dico quanti rimproveri mi beccai e mio fratello me lo rinfaccia ogni volta che ne ha la possibilità. Ma in fondo, sono ancora felice di averlo fatto. Se lo meritava.” concluse con un’alzata di spalle.
Io non riuscii a trattenermi e risi come non avevo mai fatto.
Lui mi seguì a ruota.
 
“Non per ricordartelo ogni volta, ma sei tu quella che ha voluto questa estenuante passeggiata!”
Io scossi la testa, salendo sul posto di guida del mio pick-up. L’attività fisica non gli sarebbe mai andata a genio.
“Comunque, devo ammetterlo: mi sono molto divertito. Grazie della bella giornata.” disse, girandosi verso di me e sorridendomi.
Io ricambiai, leggermente compiaciuta di non averlo annoiato.
“Quando vuoi ”
“Che si fa adesso?” chiese, sistemandosi nel sedile anteriore.
“Non so, tu che vuoi fare?”
“Mmm, passiamo un attimo dall’hotel dove dormo così avverto Jazz che sono vivo e poi decidiamo.”
Annuii e partimmo in direzione dell’ Ever Green Hotel.
 
“Non stare lì impalata, vieni!”
“Sicuro che non disturbo? Non vorrei..”
Non mi fece neanche finire di parlare.
“Bella, non dire stupidaggini! E poi sarebbe davvero divertente vedere Jazz in mutande e te nella stessa stanza!” disse cominciando a ridere.
Io mi immaginai la scena e arrossii istintivamente, dandogli poi un colpo sul braccio.
“Edward! Smettila, sarebbe davvero imbarazzante!”
“Appunto” concluse, entrando nell’ hotel.
Io lo seguii sbuffando.
Ci dirigemmo direttamente agli ascensori, in quanto Edward aveva già le chiavi dietro, ma prima di entrare in uno di essi, una delle inservienti ci fermò.
Anzi, lo fermò.
“Signor Cullen, siete tornato! Avete passato una bella giornata?” disse con una vocina stridula ed insopportabile.
Ma siamo seri?
Cioè, si possono sentir dire queste cose?
E poi da quando in qua le cameriere avevano uno scollo così prominente della camicetta e una gonnellina che più mini non si poteva?
Ma che modo era?
“Salve Jessica. Sì, molto bella, grazie.”
Lui sapeva il nome di lei.
“Bene allora. Vuole che le porti qualcosa in camera?” chiese in maniera mielosa, soffermandosi poi solo per un secondo su di me e squadrandomi da capo a piedi.
Si girò quindi verso di lui, sorridendo soddisfatta.
Evidentemente non temeva che io potessi essere un pericolo.
Jessica iniziava a darmi sui nervi.
“No, grazie mille. Adesso vorrei solo andare in camera, se non le dispiace.”
Ci stava infatti ostruendo il passaggio per entrare in ascensore.
“Oh, si certo. Allora buon riposo, signor Cullen. Ma se ha bisogno di qualcosa, io sono sempre a sua disposizione.”
No, ti prego. Non l’aveva potuto dire veramente.
Solo io ero riuscita a cogliere il doppio senso?
Se ne andò sculettando come un’oca giuliva, mentre io la guardavo scioccata ed Edward se la rideva sotto i baffi.
L’ascensore si aprì in quel momento ed entrammo in contemporanea.
Aspettai che premesse il bottone del suo piano, prima di parlare.
“Ma ti rendi conto? Non poteva essere più esplicita di così!” sbottai.
Fece un risolino, lui.
“Perché, che ha detto?”
“Non fare il finto tonto, tu! Poteva benissimo uscirsene con ‘Signor Cullen, le andrebbe di passare la notte con me?’, tanto non sarebbe cambiato nulla. E poi noi donne ci lamentiamo del fatto che gli uomini non ci trattano come dovrebbero: certo, gliele offriamo in un piatto d’argento! In tutti i sensi…”
Ecco, e ora prova a fare finta di non aver capito, Edward-Sono-Ingenuo-Cullen.
Lui scoppiò in una risata.
Ok, stava davvero iniziando a darmi sui nervi.
“Dai, stava solo cercando di essere gentile…” disse, ancora fra le risate.
Figuriamoci, non ci credeva nemmeno lui.
“Certo, certo…” borbottai, incrociando le braccia al petto e distogliendo gli occhi da lui.
Per fortuna la porta dell’ascensore si aprì e io uscii immediatamente, dirigendomi nel corridoio a desta.
“Ehm, Bella?”
“Che c’è?”
Non guardarlo, non fermarti, continua a camminare.
“La mia camera sarebbe da questa parte..” disse.
Mi arrestai di colpo.
Giusto, non sapevo neanche dove stavo andando e avevo appena fatto una delle mie solite figuracce.
Mi girai dal lato opposto e lo raggiunsi.
“Sì, beh.. ecco.. aggiungi questa alla mia lista di figuracce”
Lui si imitò a sorridere e insieme ci dirigemmo verso la sua camera.
Non appena entrammo, rimasi sbalordita e dimenticai tutta la mia irritazione: la stanza era uno spettacolo. Immaginavo fosse la suite più prestigiosa dell’hotel.
Il salotto era fornito di ogni genere di mobile utile, tutto era rifinito in ogni più piccolo particolare. Il divano a muro sembrava comodissimo e di fronte ad esso vi era uno schermo ultra piatto da non so quanti miliardi di pollici.
“E quella sarebbe una televisione?” domandai più a me stessa che a lui.
Edward annuì col capo e mi sorrise.
Io riuscii solo a fissare inebetita quell’enorme modello di tecnologia.
“Guardati un po’ in giro, io vedo che fine ha fatto Jasper” mi disse, scomparendo nell’altra stanza.
In quel momento mi sentivo eccitata come una bambina che da grande vorrebbe fare l’esploratrice. Alla mia destra vidi un’altra porta oltre quella in cui era entrato Edward. Cominciai da quella e scoprii che era un bagno.
Anzi, una SPA a tutti gli effetti: vasca idromassaggio, jacuzzi, uno specchio enorme davanti ad un lavandino altrettanto enorme, e ogni genere di comodità. Ma questi non ne avevano senso della misura?
Mi diressi di nuovo in salotto perché volevo usare la televisione, chiamata anche cinema formato stanza d’albergo. Mi buttai sul divano e per poco non svenni da quanto era comodo. Mmm, con la stanchezza della giornata sarebbe stato facile addormentarsi…
 
Pov. Edward
 
“D’accordo Jazz, ma vedi di non farmi preoccupare!”
Staccai la chiamata scuotendo la testa. Era sempre il solito.
Mi diressi in salotto, dove sapevo ci fosse Bella a causa del volume altissimo del televisore.
“Jasper ha detto che è fuori a farsi un giro e che non tornerà prima di cena…”
Non riuscii a concludere la frase perché la scena che mi trovavo davanti era troppo divertente.
Bella era quasi ipnotizzata dalla televisione, aveva gli occhi spalancati, come se stessero per uscirle dalle orbite, e teneva il telecomando attaccato al suo petto, forse spaventata che qualsiasi essere vivente potesse rubarglielo. Era seduta a gambe incrociate sul divano e la schiena era dritta, peggio di un tronco d’albero.
Continuava a cambiare canale ad una velocità assurda, ma non sembrava farci troppo caso.
“Bella?”
Nessuna reazione.
Ridacchiai silenziosamente. Era davvero buffa.
“Bella?” chiesi a voce più alta.
Finalmente si girò verso di me, anche se ancora aveva gli occhi spalancati.
“Ti rendi conto che questo coso ha più di 2000 canali?! Quando avrò una casa tutta mia, sarà la prima cosa che mi comprerò, dovessi anche aprire un mutuo!”
Risi liberamente stavolta, andandomi a sedere accanto a lei.
“Se così fosse, ci penserei io a regalartelo!”
Mi guardò sbalordita.
“Davvero?”
Io mi limitai ad annuire.
All’improvviso mi ritrovai una tempesta dai capelli castani avvinghiata al mio collo.
“Grazieeeeee! Grazie, grazie, grazie! Te ne sarò eternamente grata!”
Rimasi un po’ stupito dalla sua reazione, ma in fondo anche divertito.
La strinsi anche io – wow, era così minuta in confronto alle mie braccia! - , un po’ interdetto.
“Ehm, prego…”
Si staccò quasi subito, abbassando gli occhi ed arrossendo.
“Scusami, mi sono lasciata prendere la mano…”
Io sorrisi: la timidezza non era ancora passata del tutto.
“Tranquilla, non fa nulla. E poi è normale per due amici abbracciarsi, no?”
A quelle parole alzò immediatamente lo sguardo.
“Noi siamo amici? Davvero?” chiese stupita.
Perché era così sorpresa? C’era forse qualche dubbio?
“Certo che lo siamo, o almeno ci stiamo provando! Io sono venuto qui proprio per questo…”
Lei mi guardò non capendo.
Allora presi un profondo respiro e misi le mie mani sopra le sue.
“Bella, oltre a farti un regalo di compleanno, io sono venuto qui principalmente per conoscerti; le parole di tuo padre mi hanno fatto capire quanto la mia vita non fosse altro che una realtà immaginaria e che tutte le qualità che sentivo di possedere erano niente in confronto alle tue. Da quando ho letto quella lettera, non ho fatto altro che desiderare di incontrati, per imparare da te come si vive davvero. Diventare tuo amico è l’unico modo che ho per farlo e pensavo che ieri l’avessi capito. Forse non mi sono spiegato tanto bene, ma è questo quello che sto provando a fare…” conclusi.
Lei nel frattempo mi guardava quasi con le lacrime agli occhi.
Sovrappose le sue mani sulle mie e parlò.
“Edward, io non so davvero come ringraziarti per quello che hai fatto, che stai facendo e che farai in questi giorni. Non avrei mai potuto desiderare niente di meglio e non sai quanto sono felice di essere tua amica. Non sono niente di speciale, ma sono onorata delle tue parole. Grazie e ancora grazie per tutto. Davvero, grazie.”
Io sorrisi.
“Grazie a te, per avermi dato questa possibilità e…”
Non conclusi la frase, perché di colpo si alzò dal divano e si diresse velocemente in bagno, tenendosi una mano davanti alla bocca.
“Bella!”
Spaventato la seguii e quello che vidi dalla porta aperta mi terrorizzò.
Era piegata in due sul water e sputava sangue e vita.
Mi chinai immediatamente e le tenni i capelli con le mani, accarezzandole la schiena per alleviare in qualche modo il dolore che stava provando. Non sapevo come comportarmi.
“Bella! Ehi, che succede? Che devo fare per aiutarti? Dimmelo, per favore!” urlai.
Ma lei era troppo spossata dai conati di vomito che erano iniziati.
Avevo le mani legate: o la lasciavo lì da sola, mentre al contrario aveva bisogno di aiuto, e mi decidevo a chiamare qualcuno, o restavo con lei.
Preferii la seconda opzione e le tenni la fronte con una mano.
I conati continuarono per qualche altro secondo e alla fine si appoggiò al muro del bagno.
“Bella?”
Non ebbe il tempo di rispondermi, perché all’improvviso portò le mani alla gola e da lì uscì soltanto qualche respiro strozzato e poi nulla.
Non riusciva a respirare.
“Bella! O cazzo, che succede?! Che devo fare!? Bella!”
Ero in preda al panico e cominciarono ad uscirmi pure alcune lacrime.
“Bella…” dissi fra i singhiozzi.
Stavo per alzarmi e andare a prendere il cellulare, quando sentii una minuscola mano stringermi lievemente il polso.
“V-va tut-tutto b-bene… N-non p-piangere, t-ti p-prego…” disse con un tono di voce così basso che pensai di essermelo immaginato.
Mi voltai verso di lei e la vidi di nuovo respirare.
Grazie al cielo!
“Bella! Come stai? Che è successo? Che devo fare? Aspetta che chiamo qualcuno, così tu…”
Scosse leggermente la testa, gli occhi ancora chiusi, appoggiandola poi al muro.
Sembrava così indifesa, così bisognosa di cure, che mi fece pena.
In quel momento però mi ricordai che lei non avrebbe voluto vedere il mio sguardo compassionevole.
Aveva soltanto bisogno di aiuto, ed era quello che le avrei dato.
“M-mi s-servono l-le p-pillole…” sussurrò.
“Dove sono? Te le prendo subito ”
“N-nella m-mia b-borsa…”
Non me lo feci ripetere due volte, scattai in piedi e corsi in salotto, dove la sua borsa era posata sul divano. Presi anche un bicchiere d’acqua e ritornai velocemente in bagno.
“Ecco, tieni…”
Lentamente ne prese una e la inghiottì con un po’ di acqua.
Ogni suo movimento era quasi forzato, come se non avesse la forza per farlo.
Doveva essere sfinita.
Senza chiederglielo, ma molto delicatamente, la presi in braccio, sollevandola dalle mattonelle fredde del pavimento, e la portai nella mia camera.
La posai piano nel letto e la coprii con le lenzuola.
Cosa avrei dovuto fare ora?
Dovevo assolutamente chiamare i suoi genitori.
Stavo per alzarmi, quando mi strinse la mano.
Non disse nulla, ma quella stretta equivalse a mille parole.
Aveva bisogno di me.
Mi stirai allora al suo fianco e ricambiai la stretta.
“Tranquilla, ci sono io qui…” sussurrai.
A quelle parole, si rilassò e lentamente cadde fra le braccia di Morfeo.

 




*****
Hola gente, che si dice?
Non so voi, ma io sprizzo felicità da tutti i pori!
Perchè? Perchè finalmente la scuola è finitaaaaa!!!
Fi. ni. ta.!!
Yeeeeaaaaahhhhh! Peppeppeppeepepepepepepepe!!!
Non sapete quanto a lungo ho aspettato questo momento :')
E non guardatemi male se faccio il trenino, anzi dovreste unirvi a me! u.u
Rifletteteci, va tutto a vostro vantaggio:
scuola finita, niente compiti,
niente compiti, più tempo libero,
più tempo libero, più capitoli!!!
Visto? Ve lo dicevo che ne avreste tratto beneficio :P
Cooomunque, che dire di questo capitoluccio?
Bah, non ne sono al cento per cento convinta, ma neanche mi fa schifo, ecco.
Spero che voi ne siate più contenti perchè altrimenti 'addio mondo crudele!'
Va bene, smetto di fare la melodrammatica.
Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando ;)
A presto, baciii :*******


Kia Wolf

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: KiaWolf