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Autore: ilveleno    10/06/2013    1 recensioni
In uno scenario post guerra magica, Federick e Finnick sono due amici insperabili. Conosciuti ad Hogwarts, è qui che vivranno l'avventura più misteriosa e strana della loro vita. Investigheranno infatti, incontrando nuovi studenti, strani professori, misteriosi personaggi, sull'attacco da parte di qualcuno verso una ragazzina del secondo anno. Amicizia, amore, mistero e momenti buffi. E' questo quello che caratterizza questa storia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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9-Annie Cresta

Alle quattro e un quarto ripresero le lezioni. Incantesimi fu la prima di esse.
Nell’aula al terzo piano Federick e Finnick impararono a dominare una fiamma, nonostante Fin ancora non seppe gestire al meglio l’ncantesimo. Infatti mandò a fuoco un intero banco,  posto al lato della stanza, ed una vecchia tenda a fantasia floreale.
-Oh, menomale! Non ne posso più di queste tende!- ridacchiò la professoressa Isted, mentre domava l’incendio. Aveva più o meno cinquanta anni, ma ne dimostrava molti di meno, forse per la sua vivacità e il suo umorismo giovanile.
Finalmente, alle sette, dopo Cura delle Creature Magiche e Antiche Rune, potettero tornare in Sala Comune.
Come al solito, prima della cena la Sala era piena di ragazzi. Chi completava i compiti per il giorno dopo, chi chiacchierava davanti al camino scoppiettante e chi giocava a scacchi magici. Un gruppetto di ragazze chiacchierava e spettegolava all’angolo della sala, fissando Luke. Poche volte avevano visto Luke nel dormitorio, e quelle poche volte, sia lui che loro, fecero finta di non conoscerlo. Era seduto su una poltrona blu, la cravatta sfilata e la camicia semi aperta. Sopra di lui, sedeva Charlotte, con il petto schiacciato contro quello del ragazzo. Le loro lingue si intrecciavano, i loro sguardi si incrociavano, mentre le ragazze all’angolo, mandavano maledizioni contro Charlotte, così bella e fortuna da guadagnarsi l’amore, o almeno le attenzioni, del bel Luke dai capelli oro.
-Che scena pietosa!- commentò Fin, alla vista dei due amanti.
-Chissà se ad Hogwarts si può scopare.- chiese ridacchiando Fed, continuandoli a fissare.
-Beh, se non si può credo che loro stiano infrangendo le regole!- precisò proprio mentre Charlotte toccava una coscia di Luke.
Scoppiarono a ridere entrambi, mentre entravano nel dormitorio.
Le coperte rimboccate, facevano risplendere il grande corvo, stemma della casa, cucito sopra. Le ali spiegate dimostravano tutta la sua potenza. Fed lanciò la borsa sul letto, che aprendosi fece cadere a terra il libro di Cura delle Creature Magiche, Incantesimi e Storia della Magia. Finnick invece, senza nemmeno sfilarsi la borsa dalla spalla, si gettò sul letto a pancia in su. Fed si sedette sul suo letto e lo fissò.
-Sai Fin, mi stavo chiedendo.. no?- esordì dopo qualche minuto di silenzio, diventando sempre più rosso – quel bacio, tra noi due. Non era nulla, vero?-
-Oh, no! Certo che no! Era il mio modo per dimostrarti affetto. Nei miei pensieri c’è solo Carol! Ahimè!- rispose scoppiando in una risata ironica.
-Già! Certo che no!- rafforzò il concetto Fed, forzandosi di ridere anche lui.
Alle otto meno dieci cominciarono a recarsi in Sala Grande.
-Ei, ragazzi!- li salutò una voce alle loro spalle, mentre scendevano le scale in marmo che ruotavano su loro stesse.
-Ciao Tamara!- rispose al saluto Fed, vedendo la ragazza dietro di loro.
I capelli erano color blu pastello, lisci e lunghi fino al bacino. Un cerchietto rosso, li teneva in ordine. Ogni passo che faceva la ragazza, donava una sfumatura diversa ai capelli, che ondeggiavano come onde marine. Fin, giurò poi, di averci visto nuotare anche un pesce.
-Stai venendo a cena?- chiese Fin, che si dimostrò più socievole del solito.
-No.. oggi non ho fame. Ma vado a farmi un giretto nella foresta.- sorrise lievemente.
-Nella forest..- Si bloccò Fin, dopo aver ricevuto un calcio dall’amico. La sua gentilezza era durata poco.
-Beh, sono in ritardo! Devo proprio andare!- taglio corto lei. E senza salutare, corse giù per le scale fino a quando non sparì dalla vista dei due.
-La sua inutilità mi stupisce sempre di più.- sentenziò Finnick.
Il cielo serale, visibile attraverso il tetto della Sala Grande, era coperto da nuvoloni. La bianca luna splendente risultava oscurata. La sua luce opaca. Gruppi di studenti, come mandrie, entravano dal grande portone di bronzo, e si dirigevano verso i loro tavoli. L’atmosfera era diversa dal solito, i tendaggi sembravano più puliti, le finestre mai state così trasparenti. Il cibo ancora non era stato ancora trasportato sui tavoli. Il preside ancora doveva fare il suo discorso, che, come ogni sera, non poteva mancare. I tavoli erano solo occupati da caraffe di acqua, di idromele, di succo di zucca e da composizioni di foglie e ghirlande. Federick e Finnick, avanzarono lungo la passerella principale della Sala Grande, che veniva a formarsi tra le grandi tavolate rosse, verdi, gialle e blu. Fed con un rapido gesto, guardò verso la tavolata dei Grifoni, e notò che il posto solitamente occupato da Ludwig era vuoto.
-Buonasera ragazzi!- salutò Miranda, sempre con il suo sorriso meraviglioso. Aveva i capelli sciolti, così neri da farli sembrare pece.
-Ciao ragazzi!- ricambiarono il saluto a lei e a Denim, seduto, come sempre, vicino a lei.
-Finita la sessione di studio?- scherzò Denim, rivolgendosi a Fin che divenne tutto rosso.
-Già.. certo!- rispose imbarazzato lui.
Presero posto sulla panca, si versarono un bicchiere di idromele, giusto in tempo per l’inizio del discorso di Pook. Si alzò in piedi dal suo trono in legno con particolari in ottone. Era così bello ed impetuoso da sembrare quello di un sovrano crudele. Si avvicinò al leggio, che si illuminò alla luce di dieci candele fluttuanti intorno ad esso. Alzò la bacchetta in aria, e tutte le voci della Sala Grande tacquero.
-Buonasera studenti!- esordì con il suo tono da professore – spero che anche oggi sia stata una giornata piena..-
-Ma dov’è Carol?
- sussurrò Finnick a Miranda e Denim, mentre il preside continuava a parlare.
-Ma io pensavo che fosse con voi! E’ da questa mattina che non la vedo! L’ultima volta l’ho vista a colazione- rispose Miranda, sempre sussurrando.
-Nemmeno noi la vediamo da questa mattina!- confermò Fed.
-Beh..- confessò Fin, sempre sussurrando, mentre Pook continuava il suo discorso sull’importanza di svolgere i compiti –io l’ho vista prima di pranzo. Sulla torre di Astronomia.-
-Cosa? E non mi hai detto nulla?- si rivolse all’amico Fed.
-Mi è passato di mente!- si scusò diventando rosso –ma credo sia con Ludwig, quando sono uscito stava entrando lui, l’ho incontrato nel corridoio!-
Federick, si voltò verso la tavolata Grifondoro e non lo vide. I quattro ragazzi si guardarono tra di loro. Poi a Fed tornò in mente una cosa.
-Dovete seguirmi!- esordì.
-Cosa? Dove?- risposerò i tre quasi in contemporanea, mentre il preside terminava il discorso e augurava buon appetito a tutti. Sulle mense apparvero zuppe e legumi.
-Dobbiamo sbrigarci!- ordinò Fed alzandosi dal tavolo e, cercando di non farsi vedere da troppe persone, corse verso l’uscita. Si voltò verso gli altri e fece un segno con una mano.
I tre ragazzi, scombussolati e ignari di cosa stesse succedendo si alzarono, e piegando il busto in basso, passarono dietro le panche dei Corvonero. In silenzio i quattro uscirono dal portone, destando l’attenzione di poche persone per loro fortuna. Il salone d’ingresso da cui partivano le grandi scalinate era vuoto. Nessuno auror, nonostante la scuola ne fosse piena.
-Dove stiamo andando?- chiese Denim, mentre tutti seguiva il moro, salendo le scale.
-In Sala Comune- rispose Fed, abbassando la voce, facendo capire agli altri la gravità della situazione.
Arrivati al corridoio est si trovarono la strada sbarrata da tre auror, che battibeccavano tra di loro, su chi dovesse fare il turno di guardia all’esterno del castello. Fed, tirò fuori dalla tasca un pacchetto di api frizzole ormai scadute e senza sporgersi troppo, le gettò a terra con tutta la forza che aveva, tenendo con un braccio, dietro di lui gli altri. L’attenzione degli auror, fu subito catturata dal pacchetto color oro, che aveva rumorosamente urtato il freddo pavimento. Allertati dalla situazione, cominciarono, a passi lenti, ad andargli incontro, con le bacchette levate verso la scatolina di cartone.
-Così ci farai scoprire!- gli aveva sussurrato all’orecchio Finnick.
Portandosi un dito alla bocca, lo fece stare zitto.
Dietro la colonna in pietra, che li oscurava alla vista dei tre auror, tutti e quattro i ragazzi sentirono un rumore. Come qualcosa che cerca di uscire da una gabbia. Il pacchettino cominciò a contorcersi a terra, a rotolare su se stesso, fino a quando la linguetta di chiusura non si allentò. Ci fu un momento di silenzio, poi il ronzio divenne troppo forte, per non potersene accorgere. Decine di api di zucchero cominciarono a ronzare su se stesse, e dopo che tutte e trenta furono fuori dal pacchetto fecero ciò che Fed sperava. Cominciarono infatti a volare in gruppo verso gli auror, che presi alla sprovvista non fecero in tempo a reagire. Uno tra di loro lanciò qualche incanto, per cercare di colpirle, ma così veloci e piccole, loro non si fecero abbattere. Uno di essi, il più giovane tra gli auror, fece uscire una fiammata dalla bacchetta che rischiò di bruciare il naso di Fed, che sporgeva dalla colonna.
-Api frizzole scadute, che ottima idea!- gli aveva sussurrato Miranda all’orecchio, mentre tutti e quattro, a stento riuscivano a trattenere le risate per la scena pietosa.
Le api, impazzite più che mai, ora cominciarono a sbandare ed urtare quadri e armature lungo il corridoio. Il quadro di Lady Home cadde a terra, lei stessa si rovesciò dalla sedia in velluto su cui era seduta e cominciò ad urlare. Le api deviarono il loro percorso ed entrarono in un’aula inutilizzata, dove al momento erano poste una ventina di bilance in argento. I tre auror, si guardarono con aria interrogativa, ed essendosi assicurati che non ci fosse nessuno nel corridoio, bacchette alla mano, entrarono nell’aula e chiusero la porta alle loro spalle, cercando di evitare ulteriori danni.
-Come immaginavo! – disse con un ghigno Fed – sono Grifondoro! Coraggiosi ma poco astuti!-
Mentre Lady Home continuava ad urlare, e i tonfi di bilance cadute a terra rimbombavano nel corridoio, i quattro si diressero verso la Torre.
I corridoio erano silenziosi, un vento gelido muoveva i lembi dei mantelli e i capelli di Miranda. In testa al gruppo c’era Federick, che quasi correndo incitava il gruppo a sbrigarsi. Dietro Finnick che, con aria spaventata, si guardava intorno spaesato. In coda alla fila c’erano Denim e Miranda che si tenevano per mano.
-Voi dovreste raccontarmi qualche cosa!- aveva esordito Fin, vedendoli mano nella mano, smorzando per un attimo l’atmosfera.
La Sala Comune era vuota. Una finestra spalancata faceva roteare come un tornado degli appunti scritti su una vecchia pergamena. Lo scoppiettio del fuoco nel grande camino era l’unico rumore nella Sala.
-Restate qui!- tuonò Federick, una volta che furono tutti entrati e la porta fu chiusa alle loro spalle.
Correndo si diresse verso il dormitorio, salì velocemente la rampa di scale e rovistò tra le sue cose. Ricordandosi che i suoi libri erano caduti a terra quella mattina, si chinò a terra e alzando il lembo del lenzuolo del letto infilò un braccio. Tirò fuori il libro di incantesimi, quello di Cura delle Creature Magiche, un bastoncino di liquirizia e finalmente il libro di Storia della Magia. Senza aprirlo corse verso la Sala, lasciando gli altri libri a terra.  Arrivato dagli altri, li trovò come li aveva lasciati.
-Allora?- chiese Fin, ormai quasi spazientito.
Fed, sfogliò velocemente il libro, controllò una pagina alla volta e lo trovò. Fece cadere il libro a terra e tenne in mano solo il foglietto. Sul pezzo di pergamena, ormai senza scritte, era ancora rimasto l’alone di inchiostro sparito.
-Forse so dov’è Carol!- comunicò agli altri alzando lo sguardo dal foglio.
-E dov’è? Dicci dov’è! Spiegacelo!- tuonò contro di lui Miranda, sempre più preoccupata.
-Durante l’ora di Storia della Magia mi è stato spedito questo foglietto di pergamena, con su scritto il posto preciso della Stanza delle Necessità.- cominciò a spiegare, ritornando a fissare il foglietto.
-Beh, se dovrai fare la cacca e non ti va di arrivare fino ai bagni, saprai dove farla!- accennò un sorriso Fin, avendo in cambio solo un’occhiataccia da parte del resto del gruppo.
-Tamara, mi ha detto che me lo ha mandato Annie Cresta, ma non ne sono affatto convinto! Dietro tutto ciò c’è Ludwig, ne sono sicuro!- continuò.
-Come fai a saperlo, Fed? Bisognerebbe avvertire qualcuno!- scoppiò in lacrime Miranda, mentre Denim taceva.
-Infatti non lo so! Ma non abbiamo tempo da perdere!-  le urlò contro Fed –aspettatemi qui dieci minuti- li pregò.
Senza aspettare una loro risposta Fed corse fuori dalla porta, e si diresse verso la Sala Grande, sperando di trovare lì ciò che cercava.
Il rumore dei suoi passi veloci rimbombavano lungo le pareti, fino al soffitto così robusto come un troll di montagna. Scese tre rampe di scale a tutta velocità ed arrivato al primo piano, una voce alle sue spalle lo fermò.
-Federick.- lo chiamò quella che Federick subito capì fosse Tamara.
-Non ho tempo da perdere ora Tamara!- e fece per scendere.
-Ma io so dov’è Annie Cresta!- giocò la carta vincente la ragazza, attirando l’attenzione di Fed, che non riuscì a dire altro.
Tamara aveva quelli, che almeno secondo lui, erano i suoi capelli naturali. Neri come il carbone, racchiusi in una coda alta come allo stadio, la prima volta che la conobbe. Solo la frangetta non era racchiusa nell’elastico bianco splendente. Questa, para e precisa, le copriva quasi interamente gli occhi.
-Io so dov’è, se vuoi posso portatrici- domandò con aria quasi divertita.
-Sai dov’è?-
-Certo che lo so!-
-Devi portar mici subito!- la supplicò Fed.
-Seguimi!- sorrise Tamara, e cominciò a correre senza aspettarlo.
Correndo, alzava i piedi fino ai glutei e poi alzava le gambe fino al petto. Correva in un modo così buffo da poter divertire anche il più noioso dei professori, ma Fed, più preoccupato che vivo, non ci fece nemmeno caso. Corsero per tutta l’ala nord, fino a quando non videro una figura in fondo al corridoio. Tamara di fermò e Fed fece lo stesso.  Appoggiata al muro c’era una ragazza. Bassa e magrissima, i cappelli boccolati biondi, lunghi fino al seno. Gli occhi chiusi.
-Eccola li- gli suggerì Tamara, come se non fosse abbastanza ovvio – io aspetterò qui.-
Rimanendo muto Fed, si avvicinò, guardò per un secondo Tamara e poi si avvicinò all’altra ragazza. Da vicino risultava ancora più bella. Appena Federick fu abbastanza vicino, lei aprì gli occhi. Azzurri come il cielo estivo, luminosi come il suo sole.
-Ciao Annie..- si avvicinò lentamente Fed porgendole una mano.
Il corridoio buio e silenzioso rendeva tutto ciò più spaventoso e misterioso. Una sola finestrella posta in alto, illuminava al chiarore di luna le pietre del pavimento.
-Non sono stata io! Lo giuro!- scoppiò a piangere la ragazza accasciandosi a terra, senza che Fed le chiese nulla.
-Lo so che non sei stata tu! Ma devi raccontarmi bene, o non potremmo aiutarti. – arrivò subito al punto Fed.
La ragazza gemette ancora una volta, tirò su con il naso e cominciò a parlare –Da tre giorni è come se non fossi più io. Non ricordo cosa mi succede, la sera della scomparsa.. non so cosa io abbia fatto. Non è colpa mia.- scoppiò nuovamente in lacrime.
-Tranquilla, non ti succederà nulla.- la consolò Fed.
-E’ come se ogni tanto avessi dei vuoti di memoria. Non ricordo.- concluse.
Fed la prese per un braccio e la fece alzare. Le asciugò una lacrima e le tirò indietro i capelli che le erano finiti sul viso.
-Vai dalla professoressa Isted, e raccontale tutto. Veloce!- le urlò, spingendola verso le scale.
Poi si rivolse a Tamara, ancora ferma lì dove si era bloccata –Accompagnala Tamara, per favore! E’ sotto l’effetto dell’incanto Imperius!-
Fed aspettò che le ragazze scesero le scale poi si voltò indietro e correndo ancora più veloce, tornò in Sala Comune.
Entrato, trovò gli altri seduti sul divano vicino il camino. Tutti in silenzio ed immobili.
-So dov’è Carol! Lo so! E so chi l’ha rapita!- urlò Fed appena entrato.



*Ehy, salve a tutti. Si finalmente sono tornato, e finalmente concluderò la stesura della serie! Grazie a tutti quelli che hanno aspettato fino ad ora, e che leggeranno questo ed i capitoli finali, che recensiranno e che non mi insulteranno (e.e). Se lasciate una recensione, vi regalo un biscotto! Alla prossima!*
  
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