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Autore: the_rest_of_me    10/06/2013    5 recensioni
questa storia è il sequel di un'altra: "I'm in love with you"...
all'interno inserirò il link diretto...
Riassunto: di ritorno da un altro secolo Liza deve fare i conti con la vita che aveva lasciato, ma anche con un amore che è nato in lei...
abbandonare la vecchia vita e inseguire quel sentimento sembra la cosa più logica da fare... ma!
sì, ma perché l'amore non è facile e la vita pone molti, forse troppi, ostacoli sulla strada!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'True love...'
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Pov Damon
 
Lei era sparita.
Però non era possibile. Mi aveva risposto al telefono, magari non aveva voglia di tornare alla sua routine. Non aveva voglia di tornare alle sue abitudini.
Magari non era successo niente.
Magari questo Mike aveva contato male i giorni.
“Il fatto che non sia qui o a Fairfax non significa niente! Potrebbe aver cambiato i suoi piani!”
Katherine aveva fatto entrare Mike, che ora mi guardava come se avessi detto una cavolata.
“Mi avrebbe avvertito! Mi aveva detto che sarebbe venuta…”
“Perché vi sentite ogni giorno? Non mi risulta che siete rimasti in contatto! In realtà non so nemmeno chi sei!”
Lui si strinse nelle spalle.
“Ma da come parli mi sembra di capire che tu sei Damon, lo stronzo che l’ha fatta soffrire!”
Katherine trattenne a stento una risata e Stefan si alzò in piedi.
“Beh, voi cercate di capire cos’è successo o uccidetevi, dato come stanno andando le cose!… io vado!”
“dove vai?”
“ho una vendetta da portare a termine!”
“ma.. e Liza?”
Si strinse nelle spalle.
“Cosa vuoi che me ne importi? Ricordi? Non provo più niente!!”
Se ne andò così, senza aggiungere altro.
Mike lo guardò come se fosse pazzo.
“e quello chi sarebbe?”
“QUELLO” e calcai talmente tanto il tono che sembrava volessi ucciderlo “è mio fratello, Stefan!”
“Ma lui non era quello buono e caro… Liza lo ha definito «l’unico che non farebbe del male a una mosca»!”
Mi morsi il labbro. Liza definiva così mio fratello, ma a quanto pareva di me aveva detto le cose peggiori.
“Forse una volta!”
Mi guardò come se avessi detto chissà quale eresia.
“certo che siete tutti strani… cioè lei mi aveva detto che la vita qui non era normale, e non scorreva con la stessa velocità, però voi siete fuori dal mondo, davvero! Parlate di vendetta, non vi preoccupate di una vostra amica…”
Mi alzai e mi avvicinai a lui, lentamente.
“Perché pensi che non ci interessi niente di lei?”
“Non l’avete nemmeno chiamata, o avreste saputo che non era ancora tornata, no?”
“Io l’ho chiamata, e le ho parlato. Se qualcosa non andava me l’avrebbe detto, non pensi?”
Katherine prese la parola, per la prima volta.
“Cosa? Ti ha risposto?”
“Sì… Katherine, che hai?”
La bella vampira era a dir poco inferocita.
“Oh, questa me la paga. Quell’idiota di un’umana… ingrata. Io l’ho chiamata trecento volte almeno, e non ha mai risposto!”
“In realtà mi ha risposto solo una volta ma ha staccato subito…”
“Tu, poi, sei un cerebroleso… scommetto che l’hai chiamata solo per metterla al corrente della cavolata che ha fatto Elena, no? «oh, Liza scusami! Elena è entrata nel nostro rifugio!»… sei prevedibile, Damon!”
Mi sedetti sul divano, anche se avevo una gran voglia di ucciderla.
“già, sono prevedibile… anche lei me l’ha detto!”
 
Pov Liza
 
“Niklaus… per favore… non ce la faccio più a stare in macchina… scendiamo! Ti prego!”
“Liza, ma lo sai che sei davvero insopportabile?... ma sei stata così per tutto il mese?”
Mi strinsi nelle spalle.
“Ne sono passati quasi due e se hai perso il conto non sono poi così male, no?”
Ridacchiò.
“Forse!”
Lo guardai corrucciata, per niente soddisfatta della sua risposta.
“Oh, e va bene… sei passabile! Però con me non sei stata carina come con i ragazzi del servizio in camera…!”
Lo guardai sollevando un sopracciglio.
“Sei serio?”
Ma la mia voce non era seria o indispettita o indisponente. Era divertita.
“più che serio! Liza, davvero, mi sembra di essermi comportato bene, con te!”
“Niklaus, scusa, ma di cosa stiamo parlando? Io con te sono più carina che con loro. Cioè, loro li bacio… quando tu non li cacci prima! Si e no ne avrò baciati sei, in due mesi?”
“Nove!”
Lo guardai stralunata.
“Cosa?!”
“ne hai baciati nove! E io vorrei che tu fossi carina così anche con me!” accostò sul ciglio della strada e mi guardò con uno sguardo che mi fece raggelare il sangue nelle vene. “Anzi, pretendo che tu si così solo con me!”
Scossi il capo un paio di volte, incredula.
“Niklaus, si può sapere che diavolo vuol dire? Da quando sono passata dall’essere un ostaggio all’essere… cosa, poi? Io non ti capisco!”
Scese dalla macchina e venne davanti a mio sportello per poi aprirlo. Scesi e mi fermai di fronte a lui.
“Ti ho rapito per vendicarmi, ma poi ti ho fatto una promessa del cavolo e noi abbiamo trascorso due interi mesi insieme… e adesso non voglio che nessuno ti tocchi, in nessun senso, soprattutto in quello!”
Ridacchiai appena.
“Tu rischi di uccidermi una volta su due, almeno!”
“Non l’ho mai fatto! E non stavo parlando di quello.”
Dove voleva andare a parare? Quale diavolo era il senso? Che voleva dire?
Possibile che si fosse preso una cotta per me? No! Non era possibile!
In nessun modo, in nessun mondo, in nessun universo parallelo una cosa del genere sarebbe stata plausibile.
Eppure il modo in cui il suo viso si stava avvicinando al mio, lento e inesorabile, lasciava intendere altro.
Ok, forse lui poteva pensare che io gli piacessi.
Rimaneva da capire solo una cosa: lui poteva piacere a me?
Ripensai al tempo trascorso con lui: alle risate, alle liti, alle lacrime, al sangue che mi aveva fatto perdere e a quello che mi aveva dato. E poi fui folgorata da un pensiero.
Lui non poteva piacermi.
Lui mi piaceva.
Il che era impossibile.
Lo allontanai, o meglio gli poggiai una mano sul petto e lui si fermò.
Non so se iniziò a parlare, di sicuro io non sentii nulla, troppo presa dal mio discorso interno.
Non ci avevo ancora fatto caso, ma da un po’ di tempo non pensavo più a Damon, e anche se lo facevo era come pensare ad un amico. Solo ad un amico.
E non capivo come potesse essere possibile.
Niklaus mi aveva sempre tenuta in ostaggio, mai mi aveva fatto dimenticare il motivo per il quale eravamo insieme, però era anche stato dolce. Avevamo parlato, riso, litigato, scherzato, giocato, preso in giro ragazzi e ragazze solo per il gusto di farlo, ci eravamo confidati, scontrati, aiutati.
In quel momento realizzai che ad un certo punto della mia, non poi così terribile, prigionia ero stata colpita dalla famosa sindrome di Stoccolma.
Non poteva essere.
Lui non poteva piacermi!
Lui stava cercando di rendere la vita dei miei amici un inferno, ma dopotutto loro non avevano reso la mia così semplice.
 
Pov Katherine
 
“Quindi fammi capire, lei non è venuta da te e tu non l’hai chiamata, ma sei venuto qui?”
“beh, lei non ha mai amato le telefonate non desiderate…”
Damon sbuffò, evidentemente contrariato.
“Scusa, ma ci hai rimproverato per non averla chiamata, quando tu hai fatto la stessa identica cosa!”
Si strinse nelle spalle.
“Non volevo che mi dicesse che aveva deciso di rimanere qui per telefono. Volevo almeno che me lo dicesse in faccia, guardandomi negli occhi”
“Ma si può sapere che cavolo te ne frega? Puoi trovare un’altra cameriera per il tuo bar, no?”
E quella frase sprezzante di Damon mi fece capire.
“Tu ne sei innamorato!”
Non era una domanda, non era nel mio stile.
Io non domandavo, io affermavo, semplicemente.
Non rispose, la reazione di Damon glielo impedì.
Damon si scaraventò su di lui e lo usò come spuntino.
 
Pov Stefan
 
“dov’è tuo fratello?”
Rebekah mi guardò, con quella sua faccia da schiaffi e un’espressione che voleva essere innocente? Di sfida? Boh, forse entrambe.
“Non so di cosa tu stia parlando!”
“Io penso di sì. Per qualche motivo tuo fratello vuole una bella scorta del sangue di Elena, anche se non ho ancora capito perché, ma lo scoprirò, e puoi star certa che vi metterò i bastoni tra le ruote…!”
“Senti, Stefan, non so cosa ti aspetti che ti dica, ma io non so dov’è Klaus!”
Mi scaraventai su di lei.
“Si può sapere perché lo proteggi? Ti ha tenuta rinchiusa per un secolo? Cinquant’anni? beh, comunque troppo!”
Il suo sguardo mi disse che avevo toccato il tasto sbagliato.
“Ma parli tu? Tu e Damon non fate altro che cercare di uccidervi, ma alla fine siete sempre insieme…”
“è diverso?”
“Perché? Perché lui non ti ha infilzato con un pugnale? Hai ragione è peggio. Lui ti ha pugnalato in una maniera ancora più subdola e meschina. Lui ti ha colpito nei sentimenti, e se non fossi stato soggiogato staresti combattendo contro tuo fratello e non contro il mio!”
 
Pov Liza
 
“Liza? Liza?”
Qualcuno mi stava scuotendo tenendomi per le spalle, ma io ero ancora troppo presa dalla mia scoperta per poter rispondere.
“Liza, che succede? Mi stai facendo preoccupare!”
Sollevai lo sguardo e vidi Niklaus. Lo vidi forse per la prima volta.
“Niklaus… Io… Damon!”
Lo vidi irrigidirsi e sentii la sua presa allentarsi sulle mie spalle.
“ancora? Pensavo ti fosse passata!”
Annuii e lui si corrucciò di più.
“Liza che diavolo stai cercando di dire…”
“Non mi piace più Damon… è una parte importante di me, ma… oddio, non me ne sono nemmeno accorta… se penso a qualcuno, sempre, non è lui… io, penso a te… oddio, non è possibile! Mi hai soggiogato? La collana non funziona più, vero? Mi hai costretto a provare questo per te!”
Lo vidi sorridere, ma non faceva niente.
“Niklaus, davvero, non è possibile… io… cos’è successo?”
Si strinse nelle spalle.
“Semplicemente sono troppo irresistibile!”
Risi di cuore.
Forse sapevo perché lo sentivo sotto pelle: lui era imprevedibile, dannatamente vendicativo e terribilmente egoista… ma sapeva anche essere simpatico, dolce, bastardo, egocentrico, altruista, comprensivo, irascibile. Non erano tutti pregi, ma i suoi difetti erano parte di lui. Una parte che non mi sognavo nemmeno di cambiare.
Realizzai solo con una piccola parte del mio cervello che si stava avvicinando a me, ma stavolta non lo fermai.
Lo lasciai fare finché le sue labbra non collisero con le mie.
 
Pov Damon
 
Quella specie di umano sotto sviluppato non poteva, non doveva essere innamorato di Liza. La mia Liza.
“Giuro che io non ti capisco!”
Mi staccai da quell’essere inutile, lasciandolo in fin di vita.
“Che diavolo è che non capisci?”
“Tu non la ami! Si può sapere perché ti da così fastidio che qualcuno possa provare dei sentimenti per lei? Lei merita di essere felice e dato che tu sei così imbecille da non riuscire ad innamorarti di lei, penso che non dovresti mettere i bastoni tra le ruote a chiunque tenti anche solo di avvicinarla”
“Lui non è alla sua altezza!”
La vidi avvicinarsi a Mike e dargli il suo sangue.
“Tu non hai ancora capito, vero? Nessuno sarà mai alla sua altezza, per il tuo punto di vista, perché una parte del tuo cervello sa che l’unico saresti tu… però non puoi farci niente: il tuo cuore è irrimediabilmente affetto dalla «sindrome delle Petrova»!”
Mi accasciai sul divano.
“L’ho fatta soffrire troppo!”
“Già, ma non ci puoi fare niente!”
 
Pov Liza
 
Dopo il bacio entrammo di nuovo in auto e Niklaus guidò fino alla città più vicina: un piccolo paesino sconosciuto ai più.
Cercò un hotel, un motel, un bed&breakfast. Trovò una stanza, adesso non saprei nemmeno dire dove.
“Niklaus…”
Non mi permise di dire altro che si avventò su di me, sulle mie labbra, sul mio collo.
“Io credo di non volere che loro scoprano che tu sei qui!”
Sorrisi.
“Nemmeno io!”
Fu bellissimo.
Magico.
Meraviglioso.
Unico.
Forte.
E, la cosa che mi lasciò sbalordita, felice, stupita, scioccata fu che lui creò il legame.
E io non saprei descrivere come mi sentii: felice, come non lo ero mai stata.
Completa, come non pensavo di potermi sentire.
Amata, più di ogni mia immaginazione.
Quel legame con Niklaus era completamente diverso dal legame che avevo con Katherine: era più viscerale. Lo sentivo scorrermi sotto pelle, fin nelle ossa.
Ne fui spaventata ed elettrizzata: non avevo mai provato nulla del genere.
 
Pov Katherine
 
Mike aprì li occhi e si guardò intorno spaesato per la frazione di un secondo. Poi, però, quando incrociò gli occhi di Damon, sembrò ricordarsi tutto d’un tratto cosa fosse successo e scattò in piedi.
“Tu che diavolo sei? Voi che diavolo siete? Mi hai… morso?” sembrava scioccato, e c’era da credere che lo fosse, davvero.
“Ehi, calmati… qui siamo tutti vampiri, almeno in questa stanza!!!”
Lo vidi indietreggiare e cercare di raggiungere la porta. Gli bloccai la via.
Forse giocare un po’ con lui sarebbe stato divertente, almeno per un po’.
“pensi davvero di poter scappare???”
Si guardò alle spalle e vide Damon. “Ti prego. Io non lo dirò a nessuno.”
Ridacchiai.
“E chi ti crederebbe, anche se lo dicessi?”
Voleva essere una domanda retorica invece nel suo sguardo vidi consapevolezza!”
“Lei me l’aveva detto, e io non le ho creduto!”
“Cosa ti aveva detto?”
“Che qui c’erano vampiri, streghe e licantropi!”
“Oh, beh! Ti ha detto tutto!”
Damon, intanto, sembrava perso nei suoi pensieri.
“Forse, allora, lei è in pericolo… magari uno di voi” e lo disse con un tono talmente terrorizzato che non riuscii ad evitare di ridacchiare.
“Non credo che ci sia questo pericolo! Lei si è sempre tenuta fuori da tutti i nostri intrighi!”
Damon sollevò un sopracciglio.
“Non è vero! Ha rischiato di morire a causa di Pearl. Era terrorizzata dal Lockwood di un secolo e mezzo fa…”
“sì, ma adesso lei non è qui! E nessuno può farle del…”
 
Pov Damon
 
Quell’idiota di un umano aveva ragione.
Come avevamo fatto a non pensarci prima?
Magari qualcuno di noi, e stavolta, pensandolo, anche io provai disgusto, l’aveva presa. Dopotutto era già successo. Liza si era già trovata in pericolo a causa nostra.  Noi l’avevamo già messa a rischio di vita.
Lo dissi a Katherine e lei tentò di negare. Già, tentò, perché a metà della frase si bloccò, con lo sguardo fissò nel vuoto. La osservai da lontano e non potetti far nulla quando perse i sensi cadendo tra le braccia del biondo.
 
Pov Liza
 
Era ancora stretta a lui. Mi stringeva come se avesse paura di perdermi.
Poggiai un bacio sul suo petto.
Stavo pensando a cosa sarebbe successo da quel momento. Come si sarebbe comportato se i miei amici si fossero accorti della mia scomparsa adesso? Dopo quello che era successo tra noi? Che poi, cosa aveva significato per lui? Io, da parte mia, lo sapevo benissimo. Lui era riuscito ad entrarmi dentro e a farmi dimenticare quello che era stato il mio sole e la mia pioggia, il mio sorriso e le mie lacrime, le mie albe e i miei tramonti. Lui aveva spazzato via l’amore non corrisposto di Damon con le sue minacce e le sue risate, con i suoi scatti d’ira e i ricatti giocosi, con la violenza mal controllata e le sfide a cui non sapevo resistere.
Avrei voluto dirglielo, ma non sapevo come avrebbe reagito. Avrebbe potuto ridere della mia stupidità oppure arrabbiarsi o ancora chiamare lui stesso i miei amici e avvertirli.
Sentivo gli occhi pizzicare, perché solo in quel momento mi resi conto di cosa, davvero, significava quello che io e lui avevamo condiviso.
Tutta la mia vita mi si presentò davanti con una forza alquanto comica, se non fosse stato per il momento. Tutti gli errori, i cambiamenti, le sofferenze: la morte dei miei, la mia ribellione verso tutto e tutti, i festini, il sesso, l’alcol, i mille ragazzi… e poi era arrivato Mike.
Con lui avevo smesso di partecipare a tutti i festini, partecipavo solo ai migliori.
Con lui avevo smesso di cercare affetto nel corpo statuario dei bei ragazzi, in loro cercavo solo piacere.
Con lui avevo smesso di cercare amici, ne avevo trovato uno in lui.
Lui era quello che mi riportava a casa quando mi ubriacavo e che non permetteva a nessuno di approfittarsi di me.
Dopo lui erano crollate molte delle mie certezze: avevo trovato quel baule, letto il manoscritto e espresso il desiderio, “scoprire se ci si sarebbe potuti innamorare di Damon!”.
Si perché in quel ragazzo che soffrire per l’amore non corrisposto di Katherine, prima, e di Elena, poi, mi aveva ricordato me.
Un ragazzo che dimostra ciò che non è.
Un ragazzo che si sente non amato, non apprezzato.
Poi mi ero ritrovata in quel secolo diverso dal mio e avevo conosciuto lei.
Solo allora avevo capito la differenza tra l’amicizia di Mike e quella che invece poteva offrirmi Katherine. Dietro l’amicizia di Mike c’era sempre stato quel sentimento di protezione e di appartenenza che rendeva tutto intimo, ma nella maniera sbagliata. Katherine invece c’era, mi dimostrava affetto, ma non aveva paura di minacciarmi. Forse ero sbagliata, ma preferivo quel rapporto un po’ contorto e di certo non normale con la vampira, a quello con Mike. Con lui mi ero sempre sentita in difetto, come se non potessi ripagarlo appieno per tutto quello che lui riusciva a fare per me.
E poi Damon mi aveva sconvolto.
Il mio desiderio mi si era ritorto contro e la mia voglia di scoprire se lui potesse essere amato mi aveva portato ad amarlo.
Un amore non corrisposto che mi aveva costretta a cercarlo dopo un mese, per me, ma un secolo e mezzo per lui.
E poi.
Lui aveva trovato la sua felicità con Elena, e davvero io ne ero felice, ma non potevo sopportare di vederli insieme.
Io mi ero convinta che la nostra sfortuna ci avrebbe avvicinati.
Io mi ero convinta che, prima o poi, anche lui si sarebbe innamorato di me.
Io mi ero convinta che anche lui avrebbe realizzato che insieme saremmo stati perfetti.
Invece lui non si era avvicinato.
Lui non si era innamorato di me.
Lui non aveva visto la nostra perfezione.
E quando non avevo più retto ero scappata.
Avevo issato la bandiera bianca.
Me ne ero andata.
E Niklaus era arrivato a sconvolgermi la vita, di nuovo.
E io mi sentivo felice, come non lo ero mai stato, ma allo stesso tempo non potevo non pensare a cosa avrebbero pensato i loro.
Avrebbero pensato che li avevo traditi.
Magari avrebbero pensato che io ero scappata proprio per unirmi a lui.
Katherine non mi avrebbe mai perdonata. Non mi avrebbe dato nemmeno il tempo di spiegare cosa fosse successo.
Mi sentii sprofondare.
Perché non potevo avere una vita semplice?
Nasce, cresce, va a scuola, si innamora del compagno di banco, si sposano, fanno i figli, muoiono.
No, non potevo desiderare tanto.
Cosa avrei dovuto fare?
Magari io e Niklaus potevamo scappare in eterno e, se avessimo avuto fortuna, non li avremmo mai incontrati.
Sì, questa poteva essere un’idea.
Certo mi sarebbe dispiaciuto non vedere più quella pazza psicotica di una vampira, ma avrei potuto chiamarla, una volta o l’altra.
E, beh, Damon non avrebbe sentito la mia mancanza, aveva Elena, adesso.
Certo, io e Niklaus avremmo fatto così.
Poi un’altra illuminazione.
Niklaus mi avrebbe voluto ancora tra i piedi?
Mi avrebbe tenuto ancora con sé?
Oppure, adesso che aveva avuto quello che voleva mi avrebbe portato da loro?
“Liza… Liza che succede?”
Tentai di rispondere, ma il respiro mi si mozzò in gola.
Stavo piangendo.
Quanto si poteva essere stupidi?
Io superavo ogni limite.
“Liza, davvero! Cosa c’è?”
“Io stavo pensando alla mia vita… cioè, a loro!
Non disse niente, e gliene fui grata.
“io me ne sono andata per non soffrire più. Poi tu mi hai rapita, e lo hai fatto davvero, con minacce e tutto il resto…”
“Non vedo quale sia il problema!”
“Il problema è che mi sono innamorata, come un imbecille, e adesso, se loro sapessero che sono qui cosa penserebbero? Eh? Magari che li ho traditi. Che sono… non lo so. Oh mio Dio, Katherine penserà che io ero una tua spia già allora. Penserà che l’ho ingannata per tutto questo tempo. Penserà… e poi tu mi lascerai, magari oggi stesso. Magari, invece, li chiamerai tu e finalmente farai la tua mossa”
Mi sollevò il viso obbligandomi a guardarlo negli occhi.
“Perché dovrei farlo?”
“Hai avuto quello che volevi, no?”
E indicai noi.
Me e lui, ancora in quel letto.
Ancora abbracciati.
questo non è quello che volevo. Io voglio TE! E non per un giorno o per una volta. Io voglio te, sempre!”
E in quel momento tutto passò in secondo piano.
In quel momento non mi importava di nulla.
In quel momento ero esattamente dove volevo essere.
In quel momento mi sentii completa.
Lo baciai, per cercare di far capire anche a lui cosa quel momento significava per me.
 
Pov Katherine
 
Non poteva essere.
Non era possibile.
Lei non mi avrebbe mai fatto questo.
Lei non mi avrebbe tradito così, non adesso.
Ma, forse…
No, non potevo crederci!
Lei non mi aveva tradito, adesso.  Mi aveva sempre ingannato, e poco importava che si fosse sottoposta ad un incantesimo per dimostrarmi che era sincera.
Lei mentiva.
“Katherine, cos’è successo?”
“lei è con Niklaus…”
 
Pov Damon
 
“Cosa? Non è possibile!”
“è più che possibile. È sicuro… io l’ho visto. Loro hanno creato il legame!”
Il legame? Lei si era sempre rifiutato di creare il legame, con me.
Lei mi aveva sempre rifiutato.
Non poteva aver accettato il legame con Niklaus. Quel mostro aveva tentato di uccidere Elena.
No, non aveva tentato, c’era riuscito.
Lei non poteva avermi fatto questo. Non poteva aver tradito tutti noi in questo modo così… così.. non sapevo nemmeno come definirlo: meschino? Subdolo?
No! Non erano abbastanza. Non rendevano l’idea.
 
Pov Rebekah
 
Provai a chiamarlo per tutto il pomeriggio, ma non mi rispose.
Dovevo avvertirlo: loro stavano capendo qualcosa.
Non sapevo quanto avevano capito ma erano vicini alla verità e sapevo che Niklaus avrebbe voluto essere informato.
Ma se non rispondeva a quel dannato cellulare c’era ben poco che potessi fare.
 
Pov Stefan
 
“Rebekah è più muta di un pesce! Oh, tu sei ancora qui?”
Mike non mi degnò nemmeno di un’occhiata.
Katherine, invece, era fin troppo agitata.
“Tu lo sapevi?”
Sollevai un sopracciglio.
“Cosa?”
“Liza è con Klaus. Lei ci ha traditi… è con lui e hanno creato il legame…”
Sorrisi.
Questa era una svolta interessante.
Era arrivato il momento di chiamare Bonnie per cercare di capire cosa ci fosse dentro l’ultima bara.
La mia vendetta non mi era mai sembrata così vicina.
 
Angolo autrice:
*me si nasconde dietro l’angolino di un muro per evitare le forconate che di certo volete darmi, a ragione*
Mi dispiace, davvero… e non starò qui a dirvi che oggi 10 giugno io devo ancora studiare per togliermi l’ultima dannata interrogazione e che ho gli esami giorno 19 ma la mia tesina non è fatta..
No, davvero, non ve lo dico…
Spero, comunque che apprezzerete l’impegno…
*me rimane nel suo angolino buio perché sa che volete picchiarmi…*
Vi voglio bene, lo sapete, veroooo???
Grazie di essere arrivati fin qui… è passato quasi un anno dall’inizio di “Are you in love with me?”
Grazie davvero.. a tutti!!
  
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