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Autore: Effie__Pn    10/06/2013    3 recensioni
Questa storia nasce da un'immagine, che ha stuzzicato la mia fantasia.
E se Gale e Madge fossero stati sorteggiati al porto di Katniss e Peeta?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Madge Undersee, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gale era disteso sul letto del lussuoso scompartimento che gli avevano assegnato. Non riusciva a prendere sonno, e si rigirava continuamente fra le coperte di pesante velluto. Fuori, la calda notte estiva scorreva lenta, mentre il treno sfrecciava verso Capitol City.
Già, Capitol City. Non c’era mai stato, perché la gente dei distretti non poteva andarci. Ma la Capitale non lo attirava. Lui amava casa sua, amava il suo distretto e la sua vita di sempre. Purtroppo, a causa di quei maledettissimi Giochi non gli sarebbe stato più possibile riprendere la sua vita. Infatti era consapevole che sarebbe morto nell’arena. Era forte e sapeva cacciare, ma non avrebbe potuto competere con i Favoriti, che si allenavano per i Giochi della Fame fin da bambini.
Quindi, tra sé, disse addio a tutti quelli a cui voleva bene.
Sua madre, Hazelle. Era una donna forte, che a differenza della madre di Katniss non si era scoraggiata dopo la morte del marito, ma si era data da fare e aveva accudito lui e i suoi fratelli con amore. Gale avrebbe voluto ringraziarla un’ultima volta per quello che aveva fatto per loro.
Rory, che da poco era entrato in età sorteggiabile. Piccolo, curioso e allegro, adorava suo fratello maggiore, che era quasi un padre per lui. Gale pianse amaramente per lui, per la vita che avrebbe dovuto affrontare da solo.
I piccoli, Vick e Posy. Un con un cuore d’oro, l’altra ancora troppo piccola per capire il mondo che la circondava. Guardava tutto con gli occhi ingenui dell’infanzia, e Gale sperava che non perdesse mai quello sguardo.
La sua mente volò a suo padre. Gli aveva detto addio cinque anni prima, ma avrebbe mentito se avesse detto che gli mancava. Non avevano un buon rapporto. O meglio, non avevano alcun rapporto, dato che il padre in casa non c’era mai, e in quelle poche ore in cui era a casa, dormiva. Per Gale era un estraneo.
A chi altro doveva dire addio?
Alla sua Catnip. Gale non aveva parole per esprimere ciò che rappresentava nella sua vita. Un punto fermo, forse, che lo aveva aiutato durante gli anni più duri. Un’amica, per i momenti tristi e di rabbia. Il ragazzo era addirittura arrivato a pensare che, un giorno, sarebbe diventata sua moglie e sua compagna per la vita. Ora quel sogno non si sarebbe realizzato.
Le disse addio, singhiozzando.
Nel frattempo, la luce del sole faceva capolino nella stanza attraverso i vetri.
Esausto, Gale scivolò giù dal letto, e recuperò una camicia dal cassettone pieno di vestito che era nello scompartimento, a sua completa disposizione.
Barcollò fino allo scompartimento che fungeva da sala da pranzo, e una volta entrato rimase senza fiato. Un tavolo rettangolare occupava in lunghezza l’intero vagone, ed era ricoperto da una quantità di cibo enorme. Gale non aveva mai visto così tanto cibo in tutta la sua vita. Vassoi di carne, dolci, cesti ricolmi di frutti di cui non sapeva nemmeno il nome, e poi ancora pane di ogni forma e qualità, scodelle piene di creme e salse. All’improvviso si ricordò di avere fame. Probabilmente non avrebbe più mangiato niente del genere, quindi, si sedette e senza esitazione stacco una coscia dall’enorme tacchino arrostito che aveva davanti e gli diede un morso. Era la cosa più deliziosa che avesse mai mangiato. Non contentò, allungò le mani sul tavolo afferrando tutto quello che poteva, e riempiendo il piatto.
Improvvisamente, sentì un grassa risata.
“Bravo, bravo ragazzo”- disse una voce gracchiante che sembrava provenire dall’angolo del vagone dove stavano gli alcolici. Una testa emerse dalle bottiglie, rivelando Haymitch Abernathy, unico vincitore ancora in vita del Distetto 12 e mentore.
Oltre a questo, Haymitch era famoso per la sua “predilezione per le bevande alcoliche”. In altre parole, era un grande ubriacone.
  
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