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Autore: MoodyBlue    10/06/2013    3 recensioni
-E’ qui la festa?- improvvisamente, una voce leggermente nasale la riscosse dai suoi pensieri. Eccolo. Finalmente, si era degnato di arrivare. Aberdeen lo squadrò con aria critica, già pronta ad emettere giudizi al vetriolo sul disgraziato di turno.
“Oh porca miseria”.
Sobbalzò. Nessuno si era degnato di precisare che si sarebbe trattato...sì, insomma......proprio di “quel” JOHN LENNON, per la miseria!
John Lennon era universalmente noto in tutto il College. Doveva essere una sorta di idolo delle folle. Pareva che non gliene fregasse assolutamente niente di ottenere voti decenti, essendo perennemente impegnato a strimpellare con la sua stupida chitarra. Peccato che se il resto del gregge trovava la cosa ammirevole, agli occhi di Aberdeen, fosse viceversa decisamente patetica.

Lei è Aberdeen Bird: perfezionista e forse sociopatica, la classica “Miss dieci e lode” con tanto di bacio accademico. Non ha mai fallito una volta ed è convinta riuscirà ad istruirlo.E lui, beh...lui è John Lennon, tutto genio e sregolatezza. E fin qui, niente di nuovo da aggiungere. Ma se al binomio aggiungiamo un bassista innamorato, una parrucchiera intraprendente e numerosi guai..lo scontro tra titani si trasformerà in “qualcosa di più” oppure in un bagno di sangue?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Quasi tutti, Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Hey, Birdy! 
 
Aberdeen si voltò di scatto, decisamente distrutta. Pessima, pessima idea, quella di trascorrere certe serate al Cavern, quando il giorno successivo c’era...SCUOLA!
Era stanca, a lezione si era fatta sorprendere una volta a fissare fuori dalla finestra dal professore (cosa probabilmente mai successa, in tredici anni di onorata carriera scolastica ) e per giunta si era vestita in modo orribile, con una gonna a scacchi e calzini a strisce, che nel buio della sua stanza le erano sembrati in coordinato.
Uno scempio. Neppure il clown di sua madre, ci scommetteva, avrebbe avuto il coraggio di andarsene in giro a quel modo...
Stu, invece, dal canto proprio, era perfettamente in ordine e la fissava con uno sorrisetto compiaciuto, appoggiato ad una delle colonne del giardino a corte chiusa del College, come sempre in total black.
Il suo show doveva aver fatto una certa impressione a tutti, a giudicare dallo sguardo che non aveva ancora smesso di rivolgerle...
 
-Te ne prego, Stuart. Se il tuo obiettivo è di nuovo parlare di ciò che è successo ieri sera, PERFAVORE.....NON farlo...-
- Eddai, Birdy, rilassati...!Noi giovani di malaffare non ci scandalizziamo affatto, per un’ innocente slinguazzata..-
-NON si trattava affatto di una s....
-Sarai anche un genio accademico, ma non hai davanti a te un idiota, Aberdeen. L’abbiamo visto tutti che vi siete perquisiti le tonsille a vicenda. E sai che ti dico?- Stuart trasse un’ampia boccata di fumo, mentre il professore di Composizione, che attraversava a grandi passi il giardino della scuola, lo fulminava silenziosamente -BUON PER VOI! non sono qui per parlare di queste futilità. Voglio invitarti ad una festa a sorpresa!
-Una...cosa?
-Una festa a sorpresa, ti ho detto!- Replicò Stu, agitando con aria enfatica le braccia - Per il nostro Georgie! Il marmocchio ha appena compiuto 16 anni una settimana fa, e neppure abbiamo potuto festeggiarlo degnamente, visto che aveva un’intossicazione alimentare...-
 
Aberdeen fece mente locale. Da quando  lo conosceva, non c’era stato un secondo in cui avesse visto George a mandibole ferme..
 
-Chissà perchè, non mi sorprende.
-Non ha sorpreso nessuno di noi, chiaramente... - Ammise Stu, con il suo solito sorrisetto - allora vieni? Abbiamo organizzato il misfatto a casa mia e di John, a Penny Lane. E puoi portare anche quella tua amica un po’ fuori, che abbiamo conosciuto l’altra sera..-
Per tutta risposta Aberdeen si strinse nelle spalle, fissandosi leggermente imbarazzata i piedi.
-Non saprei, Stu. Mi farebbe molto piacere, ma non credo che Lennon sarebbe dell’opinione...-
 
Stuart strabuzzò gli occhi, stringendo al petto la sua cartella di disegni.
 
-Oramai siete “INTIMI”, giusto cielo! Come potrebbe non fargli piacere?
-...Ma....PER FAVORE! Ma quale intimi d’Egitto........- Protestò Aberdeen, mulinando la piccola coda di cavallo trattenuta da uno svolazzante nastro rosso.
 - Foste anche intimi “D’Etruria”, la cosa non è rilevante. Ti aspetto alle otto meno un quarto di stasera per gridare il fatidico “sorpresa”, ok? E bada che me la lego al dito, se dai forfait!
 
Aberdeen restò sola con i suoi pensieri mentre Stu si allontanava saltellando, come di consueto immerso in un mondo tutto suo. Era decisamente un artista: avrebbe potuto fare strada....mentre per quanto riguardava Lennon, l’unico probabile tragitto che avrebbe compiuto, sarebbe stato quello....verso GLI INFERI!
Tra parentesi, Aberdeen non aveva incontrato neppure di sfuggita il disgraziato, quella mattina. Chissà dove diavolo si era andato a cacciare.....
 
.......non che la cosa la interessasse in qualche modo. SI INTENDE.
                                                                                             
La ragazza trascorse il resto della giornata sperando ardentemente che l’ora di fare ritorno a casa arrivasse in fretta, distratta com’era. Non ne poteva veramente più di ritrovarsi con lo sguardo perso, o fisso su un punto imprecisato del soffitto...
 
Non faceva che ponderare al di sopra dell’invito di Stu. Doveva andare? Non andare?
Si stava affezionando a quei ragazzi; cosa rara per lei, che fatta eccezione per Maureen e Noah, la sua vicina di banco, era  abbastanza refrattaria alle nuove amicizie....
 
...eppure, le suscitava un terribile imbarazzo l’idea di dover ritrovarsi così presto faccia a faccia con Lennon.
In virtù del loro “calendario di incontri” , non avrebbe dovuto vederlo di nuovo, prima della settimana successiva..
 
-Hey, Aberdeen! - ma mentre si avvicinava al cancello d’uscita, di nuovo totalmente sovrappensiero, Aberdeen vide ciò che non sarebbe stato difficile interpretare come un segno del destino. 
Paul e...RICHARD? la attendevano fuori dalla cancellata , aggrappati alle transenne con un’espressione buffa. Quando l’avrebbe saputo Mo..!
 
-Ciao Paul! Cosa ci fai qui?
- Aberdeen, lui è Ringo, un amico mio e dei ragazzi. ..-
Aberdeen gli strinse la mano, non riuscendo a trattenere un sorrisetto compiaciuto.
  “Ringo”, come l’aveva chiamato Paul, era decisamente tenero,  e con un viso simpatico illuminato da due splendidi occhioni blu.
-Piacere! Direi che lo conosco già, anche se più “formalmente” come Richard. La mia migliore amica ha una cotta paurosa per te...-
-Davvero? E’ carina? E’ messa bene a chiappe?- Si lasciò sfuggire Ringo, illuminandosi ancora maggiormente.
- Porca miseria. Ringo, contieniti! Siamo davanti ad una signora!- Lo rimbeccò Paul, imbarazzato a morte -...siamo qui perchè volevamo invitarti ad una festa , stasera...Puoi portare anche quella ragazza tanto briosa che era con te, ieri!-
-Oh, grazie Paul. Stu mi ha già accennato qualcosa, ma non so se sia il caso. Sai....John......-
-Oh..- Fece Paul, evidentemente deluso all’idea di non essere arrivato per primo. Ma Ringo non era tipo da demordere tanto facilmente...-
 -Lennon è tutto fumo e niente arrosto, baby - Sorrise, sferrando pugni nell’aria -..se ti da noia lo sgomino immediatamente, parola mia. Per cui non sei autorizzata a mancare! Tant’è vero che devi presentarmi la tua amica....-
Paul si inginocchiò letteralmente ai piedi di Aberdeen, ignorando miracolosamente la discutibile eleganza dei suoi calzini a strisce. La ragazza sospirò di sollievo.
Menomale che gli uomini erano disattenti, a simili dettagli di stile!
-Te ne prego, Aberdeen! Vieni!
 
La ragazza rifletté un attimo, decisamente combattuta.  Già quell’individuo le stava impedendo di vivere spensieratamente  il College, perseguitata com’era dal perenne timore che le giocasse qualche brutto tiro anche dentro alla scuola  ...non gli avrebbe dato anche l’opportunità di rovinarle drasticamente la vita sociale!
E poi era stato Stuart, ad invitarla.
Che Lennon andasse pure a farsi fottere, quindi.
 
-Oh...e va bene..-
-Ssìì! - Paul spiccò praticamente il volo, immediatamente bersagliato dallo sguardo perplesso di Ringo...-Cioè, volevo dire....mi fa molto piacere..!.-aggiunse quindi, cercando di riparare all’eccessivo entusiasmo palesato.
Il batterista scosse la testa.
- Lo  chiamavano “James L’ Antisgamo McCartney!....”
-Emmmh...avete già pensato a cosa regalare a George?- Si affrettò a domandare Aberdeen, nel tentativo di risollevare il povero Paul dall’estremo imbarazzo sopraggiunto.
-...A dire la verità, non ne abbiamo la più pallida idea..- Ammise Ringo, stringendosi nelle spalle -...così, io e il pivellino qui presente abbiamo deciso di fare un salto ai grandi magazzini Lewiss, nel tentativo di farci venire qualche idea decente. Ovviamente, sarai dei nostri....... non è vero, Aberdeen?
Mentre Paul avvampava per l’ennesima volta, oramai arci-stufo dei sistematici riferimenti alla propria età, Aberdeen realizzò, con decisa contrarietà, che i propri attrezzi da disegno dovevano essere, allo stato attuale, sebbene ermeticamente riposti all’interno dell’ elegante ed apposita valigetta di plastica trasparente, dispersi da qualche parte, nell’aula studio in cui aveva trascorso le ultime due ore  in preda ad una noia mortale.
Vero era che, la ragazza, per non costringere i due amici ad accumulare uno sgradito ritardo sulla tabella di marcia, avrebbe sempre potuto recuperarli in seguito, mentre faceva dietrofront per raggiungere la propria abitazione; il signor Glandstone, il custode dell’Istituto, era d’altra parte legato ad Aberdeen da un rapporto di reciproca cortesia e di stima assoluta e non avrebbe in alcun modo, per tale ragione, esitato ad aprirle nuovamente le porte dell’edificio.....eppure... 
Eppure, non era la prima volta che tra le quattro pareti del Liverpool College Of Arts, checchè formalmente si trattasse di uno dei più rispettabili istituti d’Arte della zona, gli studenti si ritrovavano loro malgrado costretti a subire e denunciare dei furti: la scuola, evidentemente, doveva essere addirittura più popolata di buontemponi inconcludenti della risma di quel “JOHN LENNON” di quanto Aberdeen pensasse, dannazione.
Un’irreprensibile figura di riferimento per il personale docente e studentesco quale lei era,  di conseguenza, non poteva di certo risultare così ingenua da lasciarsi soffiare da sotto il naso le sue preziose squadre e compassi conservati, sino a quel momento, in perfetto stato: no, nulla da fare. 
Aberdeen doveva fare dietro front: avrebbe fatto quanto prima potesse ed inoltre, - ne era sicura- Paul e Ringo avrebbero capito.
 
-Ragazzi, lo so; sono una perfetta idiota. Ma sfiga vuole che abbia lasciato tutti i miei strumenti da disegno in aula. Vi scoccia se corro un istante a recuperarli? Ritorno subito; lo giuro!- Scherzò Aberdeen mimando , con le mani giunte, un’accorata preghiera rivolta a Paul e a Richard, nel tentativo di stemperare il proprio imbarazzo.
-Ma figurati, Aberdeen! Nessun problema! Ti ASPETTO qui..- Le rispose prontamente Paul,  prendendo posto a sedere su di un basso muretto di tufo e avendo cura di sottolineare l’estraneità totale di Ringo a quello che, più che ad una spedizione finalizzata all’acquisto di un regalo per il piccolo George, avrebbe dovuto assomigliare (perlomeno nelle sue intenzioni), ad una sorta di appuntamento galante per due. Ringo, dal canto suo, si limitò ad alzare gli occhi al cielo, rassegnato.
 
-McCartney, sei incorreggibile, perdiana!- Lo sentì commentare Aberdeen mentre, a grandi passi, si allontanava in direzione della rampa di scale che l’avrebbe condotta al terzo piano dello spazioso edificio -...ok che sei in piena fase ormonale, in quanto pivello, ma te ne prego: frena i tuoi traffici testosteronici o rischi di iniziare a somigliare più ad un gorilla arrapato che ad un “uomo”! Quando sei al cucco non ti frena più nessuno, ragazzo mio: tutto ciò ha dell’incredibile...!-
-RINGO!- Strepitò di rimando Paul, furente di rabbia, pattugliando frenetico la zona circostante con lo sguardo per sincerarsi che nessuno avesse captato quelle mortificanti accuse-   Chiudi il becco, per la miseria! Ricordami di cogliere l’occasione per ringraziare l’Altissimo, ogni qual volta  mi capiti di meditare sul fatto che al nostro batterista, probabilmente,  si è essiccata la lingua! Non so come faremmo con un ingestibile impiastro come te alla calcagna, anziché quel totano di Pete...-
Per tutta risposta, Ringo si limitò a sogghignare tra sè e sè accendendosi, con un rapido gesto della sua inanellata mano sinistra, una sigaretta 
-Non si sa mai, Paulie. Le cose possono sempre cambiare! Anzi; sai che ti dico? - Lo sfidò il batterista, riducendo i grandi occhi azzurri a due fessure beffarde -..Un giorno, voialtri saltafossi mi supplicherete letteralmente di suonare insieme! E CHISSA’ se io, a quel punto, accetterò...-
Paul proruppe in una sonora risata.
-Sei proprio un buontempone, Ringo!
-Sìsì. Scherza quanto ti pare....-
 
Nel frattempo, tre piani di scale e diversi ettolitri di sudore più tardi, Aberdeen era finalmente giunta a destinazione. Ma proprio mentre, sopraffatta dallo sforzo immane, la ragazza si riprometteva, reclinata sulle ginocchia, di non cimentarsi  mai più nella scalata di un numero così elevato di gradini a passo più che sostenuto, un’inconfondibile, incredibilmente sgradevole voce maschile le si rivolse in tono canzonatorio, spingendola a riscuotersi in un tempo insolitamente rapido....
 
-Salve a Lei, sua Malmessità Reale! Cercava forse...QUESTA?
 
Aberdeen Bird, celebre per la sua proverbiale calma inglese, più volte insignita di riconoscimenti accademici in virtù della sua inesauribile pazienza cui si era appellata in svariate occasioni, nel corso dell’anno scolastico, per poter offrire ripetizioni agli studenti maggiormente refrattari all’apprendimento scongiurando il rischio di staccare loro la testa a morsi, si ritrovò costretta, suo malgrado, a mordersi letteralmente la lingua, nel tentativo di ricacciare indietro un prorompente tornado verbale di discutibile finezza. Lascivamente appoggiato allo stipite della porta, con un sorrisetto bastardo incollato alla faccia e la SUA valigetta da lavoro appesa al braccio si trovava, infatti, proprio LUI: “IperbolicoStronzo Lennon” il quale, con la cravatta allentata, l’uniforme troppo larga e spiegazzata buttata addosso come uno straccio ed i capelli biondastri arruffati assomigliava, più che ad uno studente rispettabile, ad un gigolò reduce da una snervate sessione lavorativa.
 
-M- ma guarda. Chi non muore si rivede...- Si limitò quindi a sibilare la ragazza, esausta, con palpabile sforzo immane.
-Già. Che fortuna, vero?- Lennon si allontanò, con rapido scatto, dalla porta, per iniziare a girarle attorno come un pericoloso animale famelico - Hai corso fino a qui, boccuccia di rosa? Sei così fradicia che mi sentirei quasi di candidarti al titolo di “Miss Maglietta Bagnata” ....se non fosse che, le tue imperdonabili carenze lì  sul davanti , mi spingerebbero in realtà a chiedermi se non sia più adatta a te la qualifica  di “Mister”!
 -LENNON!- Oramai al colmo della sopportazione Aberdeen , paonazza e fuori di senno, gli si avventò contro, nel vano tentativo di riappropriarsi della propria valigetta  -  TU; DISGUSTOSO, VOMITEVOLE MEZZ’UOMO! Dovresti solo cementificartela, quella cazzo di bocca! IO sarò pure senza seno ma, quantomeno, non me ne vado in giro combinata come te! Sembri un puttano di bassa macelleria! Ma dico; TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI VENIRE A SCUOLA?
- A “scuola”, non saprei...- Per tutta risposta, John, senza riuscire a nascondere neppure minimamente il proprio compiacimento, non faceva che sollevare il braccio a cui l’oggetto della contesa era appeso sempre più in alto, sempre più in alto.....
 - “DI VENIRE”, senz’altro...-
-Sul serio; ma ti impegni, o ti viene naturale l’essere così ripugnante?
-Sei tu che riesci sempre a perseguire al meglio l’ambizioso obiettivo di ispirarmi le peggiori grezzate, mia Musa: i miei complimenti..!-
-Ora basta, Lennon...-
 
Oramai arci-stufa di quel puerile giochetto, Aberdeen  afferrò con tutta la forza che aveva in corpo il suo odioso “studente” per la sua stessa , lisa cravatta, sino a ritrovarsi, con aria spavalda, a fissarlo dritto negli occhi.
-Devi ridarmi la MIA valigetta..- Scandì, quindi a pochi centimetri dal viso di lui, imperturbabile - ORA. Ci siamo capiti?
Un fugace ed improvviso lampo d’imbarazzo, nonostante gli ostinati tentativi di Lennon di distogliere lo sguardo nella viva di speranza di poterlo occultare guizzò, per un istante, attraverso le iridi color miele dell’irriverente mascalzone del College of Arts.
-IO non faccioniente per niente, Birdy. Ok?
- AH! Questa è bella! Come se sobbarcarmi l’onere di risparmiarti un’avvilente bocciatura, a costo di perdere la lucidità mentale possa, ad ogni buon conto, classificarsi come niente! SCORDATELO.
-Vorrà dire che, questa, viene con ME..-
-NO!
 
Riuscendo a stento a reprimere l’orrore, nel visualizzare l’immagine di John Lennon che, nel corso dei suoi biechi atti sessuali con chissà quante equali sgualdrine utilizzava, in modo decisamente improprio, la squadra professionale di Aberdeen alla stregua di un torbido strumento di piacere suscitò, nella ragazza, un insopprimibile moto di disgusto.
 -Affare fatto, allora...- Si risolse quindi a capitolare Aberdeen, porgendo a malincuore la propria mano destra al disgraziato nel tentativo di siglare a dovere lo sgradito sodalizio -...e, a titolo informativo, mio Romeo....si può sapere cosa DIAVOLO vorresti?
-Semplice. Verrai con me alla festa di George, nelle vesti di MIA ragazza.
 
Se ad Aberdeen Bird, pittrice astrattista di abilità impressionante, rappresentante degli studenti, cavallerizza a tempo perso e, naturalmente, inattaccabile “Iron Lady” dal leggendario “aplomb” avessero raccontato che, nel giro di ventiquattro ore, si sarebbe ritrovata a sudare ( in pieno FEBBRAIO e a LIVERPOOL) , come un frate cappuccino a ferragosto beh, potete star certi che, chiunque avesse cercato di darle a bere un’idiozia del genere sarebbe stato, fragorosamente, deriso.
Eppure, fu esattamentequesto, ciò che accadde...
 
-E’ evidente che ti hanno dato di volta ( oltre al cervello oramai sputtanato), anche i testicoli, mio caro Lennon. Devo ricordarti ancora, a costo di ripetermi, che sono SOLO  la tua tutor, e non la tua disgustosa entreneuse?
John roteò infastidito gli occhi.
-Non fare l’educanda, Bird..- La esortò, con aria leggermente nervosa- Devo solo liberarmi di una mia vecchia conoscenza femminile che, purtroppo,  sarà presente sul  posto e che così, magari, vedendomi finalmente in tua compagnia capirà l’antifona....che cosa ti costa, si può sapere! ? - IperbolicoStronzo Lennon si interruppe per un istante per poi rivolgere, ad una sempre più scocciata Aberdeen, un malizioso sorriso - E poi, dopo ieri sera, si può quasi dire che siamo “amici intimi”, io e te, vecchia volpe...-
Aberdeen, punta sul vivo, si strinse nelle spalle.
-Non so di che cosa parli, Lennon...- Sibilò, spicciamente -...e, soprattutto, non sarà un solo, miserando bacio dato per “errore “ a fare di noi due “amici intimi”...-
 Senza darle il tempo di scovare qualche altro, caustico modo per ledere il suo orgoglio maschile, John Lennon, -insopportabile bulletto da strada nonchè sua più dolorosa croce- , la afferrò, e la baciò in modo così aggressivo, soffocante e , soprattutto, dannatamente bello che, per la prima volta nella propria vita, Aberdeen Bird, ebbe il più che fondato sospetto di essersi scordata il proprio nome.
 
-Ecco a lei, Mademoiselle..- Concluse quindi, estremamente soddisfatto di sè, il mascalzone, restituendo ad una decisamente scossa Aberdeen la valigetta tanto contesa -...ora taglio la corda; il “dovere” mi chiama. Lei veda di onorare la nostra promessa , piuttosto......e di non vestirsi come una fottuta cresimanda almeno stasera, per Dio: o la nostra presunta liason, finirà per essere credibile quanto McCartney quando sostiene di doversi fare  “la barba”!
 
Sola, con il chiasso dei suoi pensieri, Aberdeen Bird si ritrovò a fissare la sua valigetta da disegno sorprendendosi ad invocare, disperatamente, l’improvviso battesimo di una provvidenziale amnesia retrograda che le facesse rimuovere, immediatamente, quanto fosse appena accaduto....
...Ma fu proprio in quell’istante che, ritornando inaspettatamente su suoi passi, Lennon  lasciò sporgere la scarmigliata testa biondastra attraverso lo stipite della porta.
 
-E a proposito di quel “solo, miserando bacio”...- Sogghignò, divertito -....lo saprai anche tu come si dice; non è vero, Bird?
-Nonostante mi rammarichi nel profondo, no. Lo ignoro...-
-La “prima volta” è un errore..... la “seconda”.....una scelta!-
 John fece per allontanarsi una seconda volta senza accennare al benché minimo mutamento d’espressione, proprio come se avesse detto la cosa, per lui,  più naturale del mondo- See you later, Birdy!..
 
Benchè sino a qualche istante prima stesse scoppiando di caldo, Aberdeen,  si ritrovò invece, suo malgrado, a rabbrividire. John Lennon somigliava terribilmente ad un ciclone: ad un incontrollabile fenomeno atmosferico al termine del quale, nonostante le devastazioni seminate, tornava a regnare una calma ultratombale, quanto irreale.
Già.
Irreale.
Perchè, analogamente alla distruttiva tromba d’aria che, al suo passaggio, seppur senza abbatterli scombina tutti gli elementi, Aberdeen era  sicura che, quella sgradita sensazione di stomaco sottosopra avrebbe continuato a perseguitarla davvero per molto, molto tempo...
Ed era tutta colpa di John Lennon.
Ancora una volta.

 
 
 

 

Gente, AHIME’! Sono imperdonabile. Ma la scuola T__T (AKA problemi mentali e personali di varia natura, + mancanza d’ispirazione aggravata) mi hanno, fino ad ora, impedito di dare a questa storia un seguito almeno lontanamente decente. Non so neppure se qualche buon samaritano sarà disposto a cagarsi questo aborto mal riuscito, ma tant’è ç_ç Non mi sembrava giusto lasciare la povera Aberdeen&co privi di un opportunamente delirante seguito.....:3 perciò, eccomi qua!

Leggete, se vi va, e siate clementi.

Lots of Love

B.

 

  
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