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Autore: paynekilllers    11/06/2013    20 recensioni
«Sarò anche stata una grande bugiarda, ma non sono sicura di poter mentire di nuovo guardandoti negli occhi.»
____
Questa fanfiction scritta a quattro mani. Abbiamo messo 'slash' come tipo di coppia per un motivo, guardate il trailer e capirete (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VAtnuUz4cT0).
Speriamo vi piaccia, un bacio.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter eight:
-It's a mess.

 

Harry's pov.

Non mi aveva nemmeno dato il tempo di avvicinarmi a lui che si era subito fiondato sulle labbra di una ragazza che dava l’impressione di essere davvero molto bella. Aveva delle gambe mozzafiato, sicuramente se l’avessi vista prima io a quella festa Dylan non avrebbe avuto quest’occasione.
Ovviamente quando ci saremmo rivisti gli avrei fatto i miei complimenti per la scelta, davvero, sembrava veramente molto bella. Peccato non averla vista in faccia, avrei potuto capire se era della nostra scuola oppure no. Anche se delle gambe così le avrei riconosciute tra mille.
Vedendo Dylan molto occupato, tornai in giardino dagli altri e mi avvicinai al tavolo delle bibite. Presi una bottiglia di birra e la stappai iniziando a sorseggiarla. Improvvisamente, con la coda dell’occhio, vidi qualcuno avvicinarsi a me. La ragazza allungò una mano e afferrò una lattina di cocacola.

«Non ubriacarti troppo!» scherzai.

Lei appena mi vide in viso sbarrò gli occhi e subito dopo sorrise.

«Seguirò il tuo consiglio.» disse ridendo.

Era davvero carina ed ero sicuro che frequentasse la mia stessa scuola. Più volte l’avevo vista per i corridoi ma non mi ci ero mai avvicinato. Aveva i capelli castani e lunghi e quella sera indossava un vestitino rosa stretto sotto al petto. Si, i miei occhi caddero anche sulla sua scollatura.

«Sei qui da sola?» le chiesi.
Lei rimase sorpresa dalla mia domanda. Magari non si aspettava che uno come me le rivolgesse la parola. Si guardò in torno e notai un leggero rossore sulle sue guance. Quel suo comportamento mi fece sorridere. Il mio fascino aveva sempre la meglio.

«No, veramente mi sarei dovuta incontrare con una mia amica, ma non la trovo.» disse ridendo nervosamente.
«Meglio.» dissi ad alta voce senza rendermene conto.
«Cosa?»
«No nulla, ti va di ballare?» chiesi porgendole la mano.

Lei esitò per un secondo, ma poi la afferrò e andammo verso gli altri. C’era la tipica musica da discoteca, ma io volevo fare tutto tranne che ballare. L’avvicinai a me.

«Comunque non ti ho ancora chiesto come ti chiami.» le dissi avvicinandomi al suo orecchio.

Lei iniziò a balbettare e non riusciva a rispondere alla mia domanda.

«Calmati – risi – non ti ho mica chiesto di spogliarti nuda.»

Si coprì gli occhi con una mano e rise per l’imbarazzo, era diventata completamente rossa.

«Mi chiamo Brittany.»
«Molto piacere, io sono Harry – le dissi sorridendo – anche se penso tu già sappia chi io sia.»
«Si lo so, infatti non riesco ancora a capire perché stai parlando con me.»
«Perché non dovrei?» perché non avevo nient’altro da fare.
«Perché quelli come te non parlano con quelle come me…» non aveva tutti i torti.
«In che senso?» chiesi maliziosamente.
«Quelle come me, cioè… guardami!»
«Ti guardo, e sai cosa vedo? – la mia prossima scopata – Una bellissima ragazza.»
 



Kayla's pov.
 
Si era ormai fatta l’ora di andare. Dylan mi si avvicinò, mi cinse i fianchi e mi sussurrò all’orecchio:

«Vado a prendere la macchina. Torno subito, non muoverti.» mi accarezzò dolcemente e uscì.

Solo in quel momento realizzai che Dylan era un perfetto idiota. Mi aveva lasciata da sola in una festa in cui c’erano solo persone che non avrei voluto vedere, e in più avrei potuto trovarmi Harry o gli altri davanti.
Improvvisamente qualcuno mi afferrò per un braccio. Quando mi voltai terrorizzata, mi calmai nel vedere Zoe. Era… In lacrime? Le chiesi cosa fosse successo e lei:

«Harry… - disse tra un singhiozzo e l’altro – Lui… Non puoi capire.»

Cercai di farla calmare.

«Zoe, se piangi non ti capisco. Mi spieghi cos’è successo?»
«Ho visto Harry con una, si stavano baciando.»
«Calmati. Lo sai che è fatto così, sarà solo una botta e via.»
«Si, ma è difficile dover competere e con tutte queste ragazze. Lui non mi ha mai guardata, mai e non credo lo farà. Mi sono solo illusa. Avevo trovato il coraggio di andare a parlare con lui ma appena l’ho visto con quella avrei voluto solo sotterrarmi. Sono patetica.»

Iniziò a divagare e io ovviamente rimasi lì ad ascoltarla. Era l’unica cosa che potessi fare. Il telefono vibrò nella mia borsetta e, mentre lei continuava con i suoi dubbi esistenziali, lessi il messaggio che era da parte di Dylan.

Da:Dylan.
Sono fuori, ti aspetto ;)

Rimisi il cellulare di nuovo nella borsa e cercai di fermare i pianti isterici della mia amica per dirle che dovevo andare.

«Zoe, io devo-»
«Ma perché? – mi urlò in faccia – Io sono una brava ragazza, non mi merito di soffrire così tanto.»

Sbuffai e iniziai a camminare mentre lei mi seguiva continuando a sfogarsi. Uscita, raggiunsi Dylan che, vedendomi arrivare con Zoe, mi guardò con un sopracciglio alzato. Mi voltai verso Zoe.

«Zoe, io devo tornare a casa…» le indicai Dylan.
«Bene – disse tirando su con il naso – allora io tornerò da sola, alla festa, dove nessuno mi conosce e nessuno mi cagherà mai.» disse con tono drammatico.

Sentii Dylan sbuffare.

«Se vuoi ti do io un passaggio.» disse con un sorriso forzato, si vedeva lungo un miglio che era falso.
«Grazie mille, tu sì che sei un bravo ragazzo.»

Alzai gli occhi al cielo ed entrai in auto. Rivolsi a Dylan un sorriso di scuse, sapevo che per lui era tutt’altro che un piacere riaccompagnare Zoe a casa sua, ma apprezzavo la sua buona volontà.
Passammo la prima mezz’ora del viaggio a sentire Zoe lamentarsi, diceva sempre le stesse cose che non avevano nemmeno un senso. Quando poi finalmente arrivammo a casa sua, uscì dall’auto di corsa e ci salutò con una mano.
 



Dylan's pov. 

Finalmente, non ne potevo più! Le mie orecchie potevano trovare pace! Era stato il viaggio più lungo di tutta la mia vita.
Volevo parlare con Kayla di quello che era successo poco prima alla festa, ma per colpa di quella ragazza di cui non sapevo il nome, e non mi importava saperlo, non mi era stato possibile.
Sospirai mantenendo lo sguardo sulla strada, mentre Kayla non mi guardava nemmeno. C’era uno strano silenzio tra noi, oserei dire anche imbarazzante. Ovviamente quella era una situazione che andava chiarita. Non volevo che lei pensasse male di quel mio gesto. L’avevo fatto solo per non farla vedere da Harry, anche se dovevo ammettere che mi era piuttosto piaciuto. Anzi, se avessi potuto gliene avrei rubati altri di baci come quello.
Senza rendermene conto arrivammo a casa di Kayla. Accostai vicino al marciapiede e appena la vidi uscire dall’auto, lo feci anche io. Dovevamo assolutamente parlare.
Le afferrai un braccio per attirare la sua attenzione e lei si voltò verso di me.

«Senti Kayla, volevo dirti che…»
«Non c’è bisogno di dire niente, ho capito che il bacio era per evitare che Harry mi vedesse.» Mi sorrise, ma era troppo fiacco per riuscire a convincermi.
«Sì beh, ma non fraintendere, non è che non mi sia piaciuto! Voglio dire, sei brava…» incominciai a sparare cazzate, il suo sguardo triste mi stava mandando in tilt il cervello e non riuscivo più a connettere i pensieri alla bocca.
«Dylan non ti preoccupare. – disse mettendomi una mano sulla spalla – Amici?»
«Sì certo.» sospirai.
«Bene, allora io vado, mi aspettano quattro piani a piedi!» disse cercando di alleggerire l’atmosfera.

La vidi allontanarsi a passo svelto ed entrare nel palazzo. Mi sentivo strano, non sapevo esattamente quello che sentivo. Non avevo mai provato una sensazione come quella.
Scrollai le spalle, mi sarebbe passato sicuramente il giorno dopo. Mandai giù quello strano groppo in gola che mi si era formato e mi diressi verso casa.
 




Kayla's pov. 

Con quale coraggio avrei visto Dylan nei prossimi giorni? Come potevo parlargli da amico dopo quel bacio?
Non potevo stare male per un inutile bacio, anche se era stato qualcosa di magnifico. Il sapore delle sue labbra, il suo respiro sul mio viso… Quelle erano sensazioni che non si potevano dimenticare. Decisi di farmi una doccia e subito dopo andai a letto. Dove i miei pensieri sarebbero stati liberi di divorarmi viva, tanto si sa che di notte è sempre difficile non affrontare se stessi. Cercavo di capire come fosse possibile il fatto che il mio cuore in tre giorni che ero lì aveva già incominciato a battere per una persona che non fosse Toby. Lui era il mio primo grande amore, e io lo stavo già dimenticando?
Il giorno dopo, prima di alzarmi, presi un grande respiro. Cercai di trovare la forza di fingere che tutto andasse bene dopo quello che era successo. Ero brava a fingere, no? Mi fingevo addirittura un maschio, questo non era niente a confronto. Uscii dalla mia camera e trovai mia madre a canticchiare mentre puliva la cucina. Strano, mia madre non canticchiava mai da quando papà ci aveva abbandonate al nostro destino. Non ebbi il tempo di capire il perché della sua improvvisa felicità, poiché appena vidi che l’orologio segnava le otto meno dieci andai in panico, ero in ritardo!
A scuola tutti bisbigliavano, e non riuscivo a capire esattamente di che cosa stessero parlando. Quando vidi Zoe le corsi incontro.

«Hey, ma di che cosa parlano tutti?» chiesi anche io bisbigliando e non sapevo nemmeno esattamente il perché.
«Stanno parlando di Harry. E’ successo un casino ieri quando ce ne siamo andati, sai?»
«No non so niente, che cosa è successo?»
«Dicono che Harry abbia drogato una ragazza e dopo l’abbia stuprata. Lei subito dopo non è stata bene e quindi l’hanno ricoverata d’urgenza.» disse spaventata.
«Oh. Ma sono sicuri che sia stato Harry? Voglio dire, potrebbe essere stato chiunque.»
«Non appena la ragazza si è ripresa ha detto che si ricordava di essere stata con Harry. Com’è che si chiama? – disse facendo schioccare le dita – Ah si, Brittany. Ed è la stessa ragazza con cui io l’ho visto ieri.»
«Io non penso sia possibile, è la droga che gioca brutti scherzi…» non mi lasciò terminare la frase.
«No Kayla, era lei quella con Harry ieri, ha detto la verità. E non sono solo io ad averli visti insieme.» disse con aria solenne.
«Beh, comunque è una questione delicata, non dovrebbero bisbigliare in questo modo, sembra una cosa presa alla leggera così.»
 
Non potemmo continuare a parlare visto che la campanella suonò. La giornata passò come tutte le altre, a volte incontravo Dylan per i corridoi, ci scambiavamo uno sguardo che non so nemmeno come interpretarlo. Sembravamo due perfetti sconosciuti, e questo mi faceva molto male. Inoltre si aggiungevano le persone senza un minimo di tatto che continuavano a parlare di quello che era successo alla festa. Durante l’ora di pranzo, Dylan si sedette accanto a me, senza dire una parola. Ci guardammo per alcuni secondi, e senza saperlo ci ritrovammo a parlare come facevamo di solito. Sicuramente anche lui, dopo quello che era successo, voleva sentirsi per un attimo senza pensieri dato che Harry era uno dei suoi più cari amici. Infatti parlammo di tutt’altro, su Harry nessuno dei due disse una parola.


*** 
 

Arrivai a lavoro puntuale, alle sette in punto, come facevo ormai da quando Tom mi aveva assunta. La cosa che più mi faceva imbestialire era che ero sempre la prima ad arrivare. Tutti dicevano che la puntualità era importante e poi si presentavano addirittura mezz’ora dopo l’appuntamento.  Durante la serata, che si stava svolgendo normalmente, vidi Harry allontanarsi e andare verso lo stanzino. Decisi di seguirlo, mi preoccupava da morire. Non sapevo che cosa gli fosse successo dopo tutto quel casino, non sapevo se l’avessero portato in questura per fargli alcune domande, non sapevo niente di niente.  Quando stavo quasi per raggiungerlo, lui si fermò bruscamente e ci andai a sbattere contro.
Si voltò verso di me e fece un’espressione annoiata.

«Kyle, oggi non è proprio giornata.» disse cercando di superarmi, ma io lo fermai poggiando la mia mano sul suo petto.
«Che è successo? Puoi dirmelo, non c’è problema. Sfogati se vuoi.»
«Non mi sembra il caso.» disse cercando nuovamente di andarsene.

Decisi di lasciare che se ne andasse, nei suoi panni probabilmente neanche io avrei avuto voglia di parlarne, specialmente se poi mi si presentava davanti una persona che a malapena conoscevo. La serata passò lentamente, tutti avevamo la testa tra le nuvole, specialmente Harry, che con le clienti o era sgarbato o era del tutto assente. Tom si incazzò talmente tanto che decise di farlo uscire fuori, sostenendo che avesse bisogno di un po’ d’aria per schiarirsi i pensieri. Io a quel punto decisi di andare da lui con il pretesto di buttare la spazzatura. Era seduto su una panchina e sembrava stesse sull’orlo di una crisi emotiva. Lo vidi piangere e appena mi notò cercò di darsi un po’ contegno, ma non riuscì a bloccare le lacrime, che continuarono a scendere imperterrite.

«Harry, che ti succede?»
«Niente che ti interessi, è uno schifo di giornata tutto qui.»
«A me puoi dirlo, sfogarsi è meglio.» dissi incoraggiandolo
«Cazzo, te l’ho già detto. Non sono cose che ti riguardano, non rompermi le palle Kyle.» sputò.

Anche se mi aveva ferito, decisi di sedermi accanto a lui. Non potevo negare che vederlo in quel modo mi spezzava il cuore, si era sempre dimostrato una persona forte, e anche piuttosto stronzo. Magari un giorno mi sarei potuta vantare in giro di aver visto Styles lo stronzo piangere. Ma quello non era il momento di pensare a quelle cose, l’unica cosa che avrei voluto era trovare le parole giuste per poter cercare di fermare quelle lacrime.
Quando finalmente trovai il coraggio di dire qualcosa, lui parlò per primo.

«Mi incolpano di una cosa che non ho fatto. Non avrei mai potuto drogare una ragazza e poi addirittura violentarla, non sono il tipo di persona che fa una cosa del genere.» disse con voce spezzata.

Decisi di restare in silenzio, in quel momento lui aveva bisogno solo di qualcuno che lo ascoltasse. E poi, non avevo molto da dire sinceramente. Magari quel silenzio avrebbe aiutato anche me.

«Lo so che sono uno stronzo a volte, soprattutto con le ragazze. Ma non farei davvero male ad una mosca. – riprese fiato. – Non ho mai messo una mano addosso ad una ragazza e mai lo farò. Non riesco a capire come la gente faccia ad inventare certe cose e come facciano gli altri a crederci. Io non ho bisogno di costringere le ragazze a venire a letto con me, Kyle.»

Ecco il solito Styles pensai, alzando gli occhi al cielo.

Poi continuò:

«Mi basta chiederlo e loro ci vengono. Anzi, certe volte sono proprio loro a buttarsi addosso. Violentare una persona è qualcosa di grave. Io non posso fare niente ora. Sono stato accusato di qualcosa che potrebbe mettere in pericolo il mio futuro.»
«Ma se ti hanno accusato come fai ad essere qui adesso?» dissi pensando ad alta voce, non avrei voluto interromperlo, ma ormai il guaio era fatto.
«Per fortuna un mio amico che era con me ieri ha testimoniato. Purtroppo mi tengono ancora sotto controllo, visto che l’accusa proviene proprio dalla ragazza. La cosa che più mi fa imbestialire è il fatto che lei sa che sta dicendo tutte stronzate, eppure continua a dirle. Non capisco che cosa sta cercando di fare, non le ho mai fatto niente! Non la conoscevo nemmeno prima di ieri!» disse mettendosi le mani tra i capelli, esasperato.

Gli misi una mano sulla spalla, cercai di farlo sembrare un gesto più naturale possibile, anche se ci stavo pensando troppo. Lui sospirò.

«Kyle, grazie per avermi ascoltato. – sorrise, e che bel sorriso che aveva. – Non sei male come pensavo.»
«Beh, Styles, nemmeno tu sei così male.» risi e lui con me.

Sentivo che ci eravamo avvicinati in qualche modo, e per tutto il resto del tempo non feci altro che sorridere.
 



Dylan's pov. 

«Lou, hai visto Kyle?»

Chiesi al mio amico. Avevo bisogno di una mano, dovevo servire al doppio dei clienti visto che Harry era andato chissà dove. Lasciai tutto in mano agli altri e andai a cercare Kayla. Passai nello stanzino ma non c’era. Nei bagni nemmeno. Percorsi più di due volte i corridoi quando la mia attenzione fu attirata dalla porta del retro. Era socchiusa. Magari era uscita fuori, così mi avvicinai per dare un’occhiata. Ero a pochi passi dalla porta quando sentii delle voci. Erano quelle di Harry e di Kayla che si sforzava il più possibile per farla sembrare più… beh, più maschile.

«Comunque non ti preoccupare. – era Kayla – Sono sicuro che si metterà tutto apposto. La verità salta sempre a galla.»

Strano sentir pronunciare quelle parole proprio da lei. Sorrisi e mi avvicinai alla porta cercando di non farmi vedere o sentire.

«Grazie, sul serio. E’ strano da dire, ma mi sento meglio ora che ho parlato con te.» disse Harry.

Mi sentivo davvero una merda, li stavo spiando. Ma non riuscivo a tornare in sala, ero curioso. Entrambi si alzarono e vidi Harry abbracciare Kayla, cioè Kyle. Non so esattamente cosa suscitò in me quel gesto ma non era qualcosa di piacevole. A quel punto non ce la feci più e indietreggiai per poi tornare in sala. Dopo pochi minuti vidi Harry di nuovo al bancone a servire drink.
Kayla servì al tavolo diciotto visto che Niall aveva troppi ordini e quando tornò al piano bar si fermò davanti a me. Non riuscii a guardarla in viso, mi risultava difficile dopo aver visto Harry che l’abbracciava.

«Louis mi ha detto che mi cercavi, hai ancora bisogno di una mano?» mi chiese sorridendo.

Scossi la testa.

«Tutto bene?» chiese aggrottando le sopracciglia.
«Sì, tutto bene. Puoi anche tornare di là, non ho più bisogno di una mano.»

Solo dopo aver pronunciato quelle parole mi accorsi di essere stato fin troppo severo. Ma la verità era che non sapevo nemmeno io perché avessi usato quel tono. Mi guardò, il sorriso le scomparve dal viso.
Appena scomparve nel corridoio, appoggiai le mani sul bancone e sospirai faticosamente. Mi voltai verso Harry che continuava a servire, questa volta però con un sorriso sulle labbra. La scena di loro due che si abbracciavano sul retro mi passò davanti agli occhi.
Era ovvio che lo stesse solo consolando, allora perché mi sentivo così?




 





Trailer della FF:

 





Spazio autrici:

Salve ragazze! 22 recensioni, oddio... ahahhaha. 
Grazie mille a tutte, davvero.
Allora, commentiamo un po' questo capitolo...
Dylan e Kayla sono rimasti amici, ovviamente non poteva andare in modo diverso.
Dovevamo dare l'opportunità a Kayla di conoscere anche Harry,  
che in questo capitolo è l'opposto di come si è dimostrato nei precedenti.
Ed è anche bello vedere Dylan che fa il geloso, come dargli torto, no?
Poi la ragazza che incolpa Harry di averla drogata e poi violentata... ne vogliamo parlare?
Ci stiamo dilungando troppo, ok ahahah. :) 
Fateci sapere che ne pensate, un bacio!
-L&R-


I nostri twitter: L(x) R(x)

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