Note
Dell’autrice: Emh…
salve ragazzi, vi ricordate di me? So che è un anno che
attendete il proseguimento
di questa storia, e mi vergogno tanto di avervi fatto attendere
così a lungo.
Purtroppo, a Settembre, pochi giorni prima della pubblicazione di
questo
capitolo, il pc si è fuso.
È stato un trauma per me, poiché ho perso non
solo l’intero capitolo, ma anche
le bozzette su quelli futuri e il capitolo finale, che stavo scrivendo
da tempo
e con molta cura.
Per cui, anche sostituito il computer, non sono più riuscita
a prendere in mano
questa storia, per la rabbia e la depressione di aver perso il mio
lavoro.
Poi iniziai un’altra storia sul fandom di Merlin ed ebbe
abbastanza successo,
per cui mi dedicai solo a quella.
Il mio pensiero, però, era sempre rivolto a voi, e ora sono
tornata per
concludere il mio dovere.
Spero possiate perdonarmi, per farvi evitare di rileggere tutta la
storia (come
ho dovuto fare io -.-“) sotto vi porto la trama, e uno
spezzone dell’ultimo
capitolo.
Trama
capitoli precedenti:
Harry, in Maggio, ha sconfitto Voldemort e a Settembre ritorna ad
Hogwarts per
concludere il settimo anno.
Tra gli studenti ci saranno anche Neville, Dean, Seamus, Ron, Hermione,
Pansy,
Ginny, Draco, Blaise, Nott e un nuovo membro Serpeverde: Timothy
Houston.
Occhi viola e freddi, neo all’angolo della bocca, capelli
neri e dalla spiccata
intelligenza, ha un carattere gentile e mite, insolito per un
Serpeverde.
A inizio anno Timothy, che nutre un forte sentimento per Harry
nonostante lo
conoscesse solo di fama, fa amicizia con lui e questo legame abbatte i
muri Grifondoro/Serpeverde.
Anche Draco, geloso di questo loro rapporto, decide di far pace con
Harry.
Però, durante una lezione di Pozioni, Harry si
“droga” coi fumi della pozione e
mette a casaccio gli ingredienti nel calderone, facendolo esplodere.
Draco, in un attimo di follia, si para davanti a lui ed entrambi
vengono
investiti dalla pozione, che li trasforma in bambini di sei anni. Harry
solo di
corpo, Draco anche di mente.
Il piccolo Serpeverde vedendo in Harry l’unico coetaneo, si
aggrappa a lui e
non lo mollerà neanche quando Harry tornerà
normale. (Draco deve aspettare che
sia pronta la pozione per poter tornare adulto).
Così Harry farà amicizia coi Serpeverde e con
Draco soprattutto, rendendosi
conto di amare la sua versione adulta.
Viene a sapere, però, che Draco soffre di anoressia nervosa.
Intanto attorno a loro accadono mille e più cose: Timothy si
rende conto di
amare Harry e cerca di separarlo da Draco, Neville e Blaise si mettono
insieme,
mentre Ron ed Hermione sono in crisi perché Hermione di
sente attratta da
Timothy, e Nott è innamorato anch’egli della new
entry, che presto rivela il
suo carattere bastardo da Serpeverde, dimostrando che calpesterebbe
tutto e
tutti per ottenere il suo obiettivo.
Draco ritorna presto adulto e Harry fa di tutto per fargli riprendere a
mangiare, ma il biondo si chiude su se stesso, rifiutando ogni aiuto.
Nott, però, non è da meno di Tim, se si parla di
obiettivi e di calpestare la
gente; difatti, per far ingelosire l’amato, bacia senza
scrupoli Blaise,
ferendo così il povero Neville.
Dallo scorso capitolo:
A Harry sembrò
un momento perfetto per potersi finalmente dare sfogo e finire quello
che aveva
cominciato quella mattina.
“Hey, Draco, vieni un po’ qua!” disse, in
modo suadente, tirando a se Draco per
un braccio e appiccicandoselo alla faccia, in un violento bacio.
Con sua sorpresa, Draco non oppose alcuna resistenza, anzi, Harry lo
sentì
mentre ricambiava l’abbraccio e, soprattutto, il bacio, con
una violenza e una
passione non da lui.
Ma non si fermò li.
Il Serpeverde, infatti, evidentemente non accontentandosi del bacio, ma
senza
scollare le proprie labbra dal quelle del Grifondoro, aveva preso ad
armeggiare
con la maglietta del moro, scoprendogli metà torso, mentre
un Harry
piacevolmente stupito, cercava di levargli i pantaloni.
Forse a causa di una perdita di equilibrio da parte di uno dei due, o
di
entrambi, finirono sul divanetto della Sala Comune, senza staccarsi
neanche di
un millimetro e continuando ad armeggiare l’uno coi vestiti
dell’altro.
Nella stanza non c’erano che loro due, e l’unica
fonte di luce proveniva dal
camino, dove il fuoco faceva loro da sfondo perfetto.
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Harry non riusciva a crederci.
Eppure era li e si stava divincolando su un divanetto troppo piccolo e
troppo verde
assieme a un ragazzo troppo sexy e troppo… Malfoy.
Si, esatto, non stava sognando, Draco Malfoy gli aveva appena
tolto la maglietta e
lui stava togliendo i pantaloni a Draco Malfoy.
Su un divanetto verde.
Nella Sala Comune Serpeverde.
Tutto ciò era troppo
surreale.
Ma bellissimo.
“Draco…”
mormorò Harry, in un momento di lucidità, mentre
l’altro trafficava con la fibbia dei suoi pantaloni “Draco…
aspetta…”
“Cosa?”
mugugnò il compagno, col tono giusto un filino
seccato “ti
sto assecondando, che altro
hai da lamentarti, Potter?”
“Come mi stai
assecondando?” ribatté Harry, ferito,
allontanando il Serpeverde, che nel frattempo era rimasto solo con i
suoi boxer
smeraldini, da cui uscivano due gambe magrissime, coperte da fini peli
biondi.
“Beh, siccome è
da stamattina che mi dai il tormento, ho
pensato di assecondarti, così magari la facevi
finita…” rispose evasivo, Draco,
evitando accuratamente lo sguardo di Harry.
Ok, era una bugia bella che buona, la
verità era che era lui
stesso a morire dalla voglia di farsi Potter, ma era troppo orgoglioso,
persino
con se stesso, per ammetterlo.
“Per cui tu staresti solo
soddisfando un mio capriccio!” urlò
istericamente Harry, con le lacrime che già minacciavano si
inumidirgli gli
occhi.
“No, Harry, non volevo dire
questo.. io…” balbettò
Draco, col cervello
che lavorava
frenetico per cercare di rimediare al danno.
Harry, però, era famoso
per essere una testa calda, e non lo
stette a sentire.
Prese alla rinfusa la sua maglietta
dal pavimento e lasciò
la Sala Comune Serpeverde con lacrime di rabbia che già gli
sgorgavano dagli
occhi smeraldini.
**
“Neville, davvero, mi
dispiace! Ma io non ho fatto nulla! È
stato Theo a baciarmi!” implorò Blaise, ancora nel
letto dell’infermeria, a un
ragazzo seduto sulla sedia affianco alla sua.
“Blaise, è
inutile… non sono arrabbiato con te… sono
deluso.. non riuscirei mai più a
fidarmi…” borbottò Neville, con aria
sconsolata,
guardando ovunque tranne che in direzione del Serpeverde.
“Neville, non puoi dire
così! Io non ti ho tradito! Mi ha
baciato a tradimento!” continuò e supplicare
Zabini , alzandosi dal letto e
afferrando Neville per la mano.
Il Grifondoro non la
ritirò, ma non fece nulla. Sembrava
apatico, con lo sguardo fisso davanti a se.
“Se non era tradimento
allora cos’era… ?? dopo tanto tempo
passato a rincorrerci, finalmente riusciamo a stare insieme e tu, dopo
pochi
giorni, baci un altro…”
“Neville, per
l’amor del cielo, come devo dirtelo che io non
ho fatto nulla?! È tutta colpa di Nott!”
gridò, a quel punto, Blaise, con una
voce che rasentava l’isterismo.
“Non ci credo, Blaise. Dai,
lo hanno capito tutti che
Theodore va dietro a Timothy!”
“Infatti! Non me la spiego
neppure io sta cosa! Ma so solo
che io amo te! Non potrei mai farti un torto del genere… ti
prego… credimi…” lo
scongiurò, con voce implorante. “Neville, cazzo,
io ti amo! È almeno un anno
che cerco il modo per avvicinarmi a te! Ora ci sono riuscito e non
voglio più
lasciarti andare! Per favore…”
Neville stava per replicare, quando
un gemito, proveniente
dal letto accanto a quello di Blaise, li informò che anche
Theodore si era
svegliato.
“Ehi, tu, razza di
idiota!” gli si avventò immediatamente
Blaise, prendendolo per la collottola “Come ti è
venuto in mente di baciarmi,
eh?! NON HAI IDEA IN CHE CASINI MI HAI MESSO, BASTARDO!”
continuò, scollandolo
violentemente.
“Blaise, Blaise! Lascialo!
Lo stai soffocando!” intervenne
Neville, notando la delicata sfumatura di viola che stava colorendo il
Serpeverde. Blaise lo lasciò andare, ma aveva uno sguardo
assassino.
“Parla, disgraziato!
Perché mi hai messo in questi casini?”
gli ordinò, con gli occhi che lampeggiavano pericolosamente,
e Theo si fece
piccolo piccolo nel letto dell’infermeria.
“Ecco…”
balbettò, non sapendo da che parte iniziare
“… io…
io non volevo mettere nei casini nessuno…”
“Cosa odono le mie
orecchie?” commentò, sarcastico, Blaise,
incrociando le braccia “Per cui, secondo te, non metterai nei
guai nessuno,
baciando un ragazzo già impegnato, vero?!”
“Non volevo dire
questo… solo che avevo in mente che quella
cosa sarebbe rimasta tra di noi.. Neville era già uscito per
la lezione, non
avrei mai immaginato che tornasse indietro e ci cogliesse in
flagrante…”
“Quindi Blaise non ne
sapeva niente?” chiese Neville, mentre
una piccola speranza nasceva nel suo cuore.
“No, nulla…
è stata tutta una mia idea.”
“Ma perché?
Credevo che a te piacesse Houston!” chiese
Neville, intimamente sollevato.
“Infatti è
così… volevo farlo
ingelosire…” sussurrò piano
Theodore, ma i due compagni non lo udirono, impegnati
com’erano a fare pace
baciandosi furiosamente.
**
Hermione si stava preparando per
andare ad Aritmanzia, ma si
vedeva che aveva la testa altrove; accarezzala con gesti automatici
l’ermellino
sulla sua spalla, e intanto rifletteva.
Pensava a Ron. E a Timothy.
Dopo sette lunghi anni era riuscita,
finalmente, a stare con
Ron. Era tutto bellissimo. Avevano trascorso insieme, da soli, tutta
l’estate.
Avevano scoperto cosa significasse essere davvero innamorati.
Lei perso la verginità con
lui. E lui con lei.
Ma
era ormai un mese abbondante che non riusciva più a
concedersi a lui,
che provava fastidio al pensiero che Ron la vedesse nuda.
Credeva
che la cosa potesse passare, ma ora che il rosso si era accorto di
tutto, non sapeva se le cose si sarebbero rimesse al loro posto.
E
poi c’era Timothy.
Quei
suoi occhi viola l’avevano da subito attratta,
così come quel neo
posizionato in quella stana angolazione, ma non era solo quello.
Si
era dimostrato gentile, almeno prima di scoprire l’istinto
Serpeverde,
ma lo stesso non era di animo cattivo. Non lo era nessuno.
E
poi era intelligente. Era l’unico della compagnia che seguiva
Aritmanzia
insieme a lei, che leggeva tanti libri come lei e con cui poteva
confrontarsi
su tutto.
Però,
c’era un piccolo, insignificante, dettaglio.
Timothy
era gay. E a lei, per quando si sentisse - almeno intellettualmente
– attratta da lui, mancavano dei requisiti indispensabili per
potergli piacere.
E
poi lei era innamorata di Ron. Il suo amore ci aveva messo sette anni a
sbocciare e non avrebbe permesso che scemasse appena cinque mesi dopo.
Dopo
che ebbe ammesso a se stessa questa cosa, fece una cosa che non aveva
mai fatto prima: decise di saltare Aritmanzia per andare a cercare Ron.
Aveva
un’ora buca in quel momento, per cui era certa di trovarlo
nella Sala Comune.
E poi, dando
una rapida occhiata nell’aula mezza piena, aveva visto che
anche Timothy avrebbe
saltato la lezione.
“Sai,
Ermellino.” Disse Hermione, mentre si accingeva a raggiungere
la propria Sala “Fai
vita facile tu, come ti invidio. Pensa che ho il ragazzo migliore del
mondo e
stavo pensando di lasciarlo!”
L’ermellino la
squadrò con aria interrogativa.
“Si, hai ragione,
sono proprio una scema. Il ragazzo di chiama Timothy. Non è
male per essere un
Serpeverde, inoltre è intelligentissimo! Ma è
innamorato del mio migliore amico…
beh, come me d’altronde… anche io sono innamorata
del mio migliore amico, ma l’altro.
Timmy
però non si rende conto che Harry
ha occhi solo per Malfoy e non si accorge delle occhiate che gli
rivolge Nott…
com’è complicato essere adolescenti!”
Dopo un attimo
di immobilità assoluta, l’ermellino
scattò e corse giù dalla spalla della
ragazza, lungo il corridoio.
**
Quando Hermione
varcò la soglia della Sala Comune, una mezzoretta dopo,
rimase per un attimo
incredula.
Era piena zeppa
di persone, nonostante fosse piena mattina e nel bel mezzo delle
lezioni, e non
ospitava solo membri Grifondoro.
Ron era seduto,
imbronciato, davanti al fuoco, intento a giocare al Solitario Magico.
Harry e Malfoy
erano dei dormitori maschili e stavano discutendo animatamente, tanto
che le
loro voci si udivano sin dall’apertura del ritratto.
Neville e
Blaise pure erano nella Sala dei Grifondoro, in un angolo, intenti a
pomiciare
appassionatamente.
L’angolo opposto,
invece, ospitava Timothy e Theodore, con entrambi gli occhi arrossati
mentre si
tenevano per mano.
Dean e Seamus
erano con le loro rispettive fidanzate, Ginny e Pansy, al centro della
sala, che
si guardavano intorno con curiosità, non capendo esattamente
cosa stesse
succedendo.
E neanche
Hermione stava capendo molto, a dire la verità, ma aveva le
sue priorità, così
si avvicinò a Ron e iniziò a parlargli,
confidandogli tutti i suoi pensieri e
implorandolo di perdonarla.
“Certo, che ti
perdono, Hermione. Io ti amo.” Disse Ron, con tenerezza,
primo di baciare la
sua ragazza come non accadeva da settimane.
Hermione, così
bella e così perfetta, e lui, così goffo e
impulsivo. Era normale che lei
avesse avuto qualche ripensamento, ma il pensiero che lei avesse scelto
lui in
mezzo a tutti gli altri lo faceva sentire ancora più
importante.
Lei lo
accettava e lo voleva, nonostante tutti i suoi difetti.
Perché lei lo
amava, e lui amava lei.
**
Timothy era
rimasto per un attimo interdetto, ma poi il suo cervello aveva
velocemente
iniziato a lavorare.
La
consapevolezza di piacere a Nott lo aveva profondamente scombussolato.
Non
aveva mai pensato a lui, predo com’era da Draco ed Harry.
Ma ormai Harry
era perduto, e Nott non era poi così male.
Già, ci avrebbe
pensato sopra.
**
“Mi dispiace.”
“Non mi
interessa.”
“Mi dispiace!”
“Risparmia il
fiato.”
“Harry,
cazzo!”
“Harry che cosa? Ora non mi chiami più Potter, Malfoy?!”
Draco ebbe la
sensazione che qualcuno lo avesse schiaffeggiato in piena faccia.
“Harry, non
pensavo davvero quello che ti ho detto! Ti prego, lasciami
spiegare!”
“Spiegare che
cosa? Se non lo pensavi perché lo hai detto?”
strillò ancora Harry, a livelli
di isteria acuta.
Draco chiuse
gli occhi, esasperato.
Stupido, idiota
Grifondoro. Doveva spiegargli tutto, affinché capisse almeno
la metà. Beh,
arrivati a quel punto (e poi c’era la questione del
“Cosa è successo quando ero
un poppante di sei anni?”) tanto valeva essere sinceri e
confessare fino in
fondo, anche se non era facile.
“Io… io ero
agitato, ok?!” sputò, mentre il suo volto assumeva
una delicata sfumatura
rossastra “io… sono vergine…”
Nella stanza
calò il silenzio.
“Tu sei..”
esalò Harry, indicandolo con la bocca aperta.
“…Vergine, si,
hai capito bene!” sbottò l’altro, mentre
la tintarella rossa aumentava di
secondo in secondo. “Sai, prima con la Umbridge che teneva il
fiato sul collo
per evitare le relazioni tra gli studenti, poi il compito che Voldemort
mi
aveva assegnato e con la battaglia di pochi mesi fa, contando la
condanna e i
vari processi che dovetti subire per poter tornare qui, non ho avuto
molto
tempo!” urlò quasi, mentre vomitava quella
terribile verità, più che rosso
ormai quasi marrone.
Harry era
rimasto nella stessa posizione di prima, con il dito alzato a indicare
il Serpeverde
e la bocca spalancata.
Ok, neanche lui
aveva troppa esperienza sessuale, con tutti i problemi che aveva avuto,
ma
quell’estate la verginità l’aveva persa
(con Ginny) ed era stata proprio quell’esperienza
a fargli capire che preferiva gli uomini.
“Smettila di
stare li impalato come un cretino.” Sibilò Malfoy,
mentre perdeva il colorito e
ritornava pallido come la morte “E dì qualcosa, te
ne prego.”
“Tu sei
vergine!” esalò, finalmente, il Grifondoro.
“Alleluia, ci
sei arrivato.”
“Beh, ma questo
non è un problema!”
“Come prego?!”
chiede Draco, sicuro di aver capito male.
“Ho detto che
non è un problema!” ripetè Harry,
avvicinandoglisi “possiamo risolverlo subito,
anche qui se vuoi…” aggiunge, sussurrandoglielo
all’orecchio, mentre gli
mordeva un lobo.
Quel suono
serpeggiante e il tocco della lingua del Grifondoro con il suo lobo gli
fecero
prosciugare il sangue, che andò tutto a raccogliersi tra le
sue gambe, mentre i
pantaloni diventavano fastidiosamente stretti.
Harry ne se
accorse, e prese ad accarezzare la sua erezione, col risultato di farlo
eccitare ancora di più.
“Vieni” gli
disse, conducendolo sul suo letto scarlatto e tirando le tende.
Stavolta il
Serpeverde lo seguì, col cuore che batteva
all’impazzata e l’erezione che si
faceva sempre più dolorosa.
Stavolta era
pronto.