Non chiedo altro che il tuo amore
Capitolo 3
Una giornata piovosa
Tra la noia e la
magia di una giornata uggiosa
E una camminata solo nella notte
Passando per le difficoltà di chi sorride e piange
Sono quelli come te che sfiorano il divino
“111” Tiziano Ferro
Harry si svegliò
la mattina seguente con un torcicollo pazzesco. Essendosi addormentato di
botto, non aveva né messo il pigiama, né si era steso comodamente sul letto.
Inoltre, non si era svegliato nemmeno spontaneamente, ma un tuono, seguito da
un lampo, l’aveva smosso.
A tutto era
seguito una violentissima e fittissima pioggia.
Guardò
l’orologio: erano le otto e dieci.
Il ragazzo si
cambiò e andò al piano terra, incontrando ancora Remus Lupin.
-Buongiorno
Harry...-
-Buongiorno
professore...-
Harry si
guardò un po’ intorno ma il professore interruppe le sue riflessioni: -Hermione
è già uscita, è molto più mattiniera di te! Comunque, è uscita senza
l’ombrello, e ti conviene andarla a prendere, la farai contenta...-
Harry passò
la giornata a fare compiti, perché, al contrario di Hermione che li aveva già
finiti, a lui mancavano ancora due temi di trasfigurazione e una decina di
pagine da studiare di Erbologia.
Nonostante
tutto, dopo una pausa di un paio d’ore, verso le sette di sera aveva finito.
Così,
accogliendo il suggerimento di Lupin, prese uno dei grandi ombrelli che si
trovavano all’ingresso e si immerse nella pioggia che copiosa cadeva sulla
città.
Poco tempo
dopo Harry stava camminando in un lungo corridoio tinto di colori pastello e
seguiva le indicazioni per il reparto di terapia intensiva.
In ogni caso
lui non potè entrare direttamente nelle stanze, ma fece segno a Hermione
attraverso i vetri.
Hermione
prese la borsetta e raggiunse Harry. Il ragazzo la salutò e le chiese:
-Come và,
oggi?-
-Va molto
meglio, perché sono arrivati i risultati degli esami, e sono molto più positivi
del previsto... ho qualche probabilità in più che si sveglieranno, non è
fantastico?-
-Certo...
senti, sono venuto a prenderti perché fuori piove e non volevo farti bagnare,
visto che non hai l’ombrello...-
-Grazie...-
-Che ne dici
di andare a prendere qualcosa in una rosticceria cinese? Eviteremo a Lupin di
cucinare e intanto andiamo a farci un giro...-
-Va bene...-
Uscirono dall’ospedale
e si avventurarono nella fitta pioggia che ancora cadeva.
-Mio dio,
questi toast fritti sono buonissimi... e i tuoi wanton come sono?-
-Sono
veramente buoni! Non ero mai andato in quella rosticceria...-
-Nemmeno
io...-
E così,
parlando del più e del meno (ma soprattutto mangiando spuntini cinesi)
arrivarono fino a Grimmauld Place.
Entrarono nel
salotto e trovarono Lupin indaffarato tra diverse pile di documenti.
-Buongiorno
ragazzi, che profumino...-
-Buongiorno.
Siamo passati da una rosticceria cinese e abbiamo preso la cena-
-Grazie, come
potete facilmente immaginare non sono molto in gamba ai fornelli... finché non
torna Molly...-
-Noi andiamo
di sopra...-
I due ragazzi
presero ancora qualche gambero fritto e salirono al primo piano.
Entrarono
entrambi nella camera di Hermione. Harry si sedette su una poltroncina e
cominciò a parlare:
-E così sono
felice di annunciare che alle ore 18.54 odierne ho terminato tutti i compiti!-
-Complimenti...
propongo un applauso all’eroe della giornata!-
-E tu quando
li hai finiti?-
-Circa un
mese fa...-
-Mphf...*-
I due ragazzi
parlarono tutta la sera, ma verso le undici, cominciarono entrambi a sentire i
primi segni della stanchezza.
-Sarai
stanca, è meglio che vada a dormire... Buonanotte-
-Buonanotte...-
Harry le si
avvicinò e le diede un dolce bacio sulla guancia, ma Hermione lo abbracciò
forte e gli sussurrò: -Grazie...-
Harry le sorrise
imbarazzatissimo e con il cuore che pareva un tamburo andò nella propria
stanza.
Si sedette
sul letto, ma quel semplice abbraccio gli aveva tolto tutta la stanchezza.
Decise così
di andare a fare un giro nei dintorni della casa.
Scese silenziosamente
le scale per non dare fastidio e si immerse nell’oscurità.
Non rimase
fuori a lungo, giusto il tempo per riflettere: perché aveva reagito in quel
modo? Hermione lo aveva abbracciato molte volte, ma mai si sarebbe immaginato
di poter provare una cosa del genere... Doveva ammettere che Hermione era
diventata veramente molto bella negli ultimi tempi, ormai era una donna,
determinata, intelligente e in più aveva qualcosa che mancava alle altre
ragazze, come qualcosa che la illuminava da dentro. Harry si sorprese a pensare
a come si era sentito quando aveva visto Hermione in compagnia di Viktor Krum
due anni prima: avrebbe potuto scannare chiunque gli si fosse avvicinato troppo.
Negli ultimi giorni, dopo la morte di Sirius, si era trovato molte volte a
pensare a hermione non più come un’amica, ma come una persona da amare. Harry pensò che non poteva vivere senza la sua
voce, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo aiuto. C’era qualcosa che si era
svegliato in lui alla metà del quinto anno, che poi si era assopito per il
dolore della morte di Sirius, ma ora si era risvegliato e di prepotenza voleva
entrare a far parte della sua vita. Harry pensò che si era innamorato.
Stupito di questa
conclusione, corse fino a casa, poiché aveva ricominciato a piovere.
Scuotendo la
testa, entrò, e vide Hermione abbracciata a un ragazzo. Alto, dai capelli
rossi, le stava dicendo di non preoccuparsi.
Poco dopo Ron
si girò e lo salutò animatamente; Harry però era un po’ stupito:
-Ma non
dovevi tornare tra qualche giorno?-
-I miei hanno
cambiato idea, e siamo tornati prima del previsto...-
Non ebbe
nemmeno il tempo di finire la frase che la casa fu invasa da teste di capelli
rossi.
La famiglia Weasley
era tornata.
(N/A
Scusate se ho aggiornato così tardi, ma la scuola mi riempie buona parte del
pomeriggio e ho tempo di scrivere solo poche ore al giorno. Ringrazio per i
molti e splendidi commenti, soprattutto quelli che mi chiedono rettifiche a
proposito della storia: io do alcune cose per scontato, e mi dimentico di
scriverle! Spero che il capitolo vi piaccia e che non vi annoi troppo!)