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Autore: Sara_Chuck    11/06/2013    4 recensioni
Salve a tutti, è la prima volta che scrivo una fanfiction, che dire spero vi piaccia. :)
La storia sarà incentrata sull'arrivo di una misteriosa ragazza, che nessuno, o quasi, sembra conoscere, Sasuke non rimarrà indifferente al suo arrivo, ma la storia della ragazza è davvero piena di sorprese, non solo Itachi farà ritorno, ma...
A Konoha regna la pace ormai da qualche anno, ma i nostri beniamini di sempre sono impegnati ad allenarsi per diventare sempre più forti, in caso di necessità non vogliono di certo farsi trovare impreparati.
Tra Naruto e Sasuke sembra essere nata un'amicizia, che per quanto precaria, li unisce comunque ad affrontare, insieme a Sakura, le missioni affidate loro nella comune vita di tutti i giorni.
Sapendo di non essere ancora all'altezza dei loro maestri; Naruto, Sasuke, Sakura e tutti i loro amici, decidono di frequentare dei corsi speciali di allenamento, capitanati da Kakashi e supervisionati dal simpatico ed eccentrico maestro Gai.
Ma è proprio all'interno di questa "accademia" che riceveranno la visita di una misteriosa ragazza, dai lunghi capelli rossi e gli occhi azzurro cielo, talmente intensi, che ricordano perfettamente quelli di Naruto, anzi, per l'esattezza quelli di suo padre, Minato.
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Salve a tutti. :)
Come avevo già anticipato nell'introduzione, questa è la mia prima fanfiction, anche se scrivo ormai da qualche anno, quindi non preoccupatevi. xD
La storia tratterà principalmente l'arrivo di questa misteriosa ragazza e di tutti gli avvenimenti che accadranno successivamente al suo arrivo, come il ritorno inaspettato di Itachi a Konoha, l'interesse che Sasuke sembra provare verso di lei.
Il motivo che spinge il maestro Kakashi a tacere le sue origini, pur essendo l'unico che sembra effettivamente conoscerle.
E l'inspiegabile somiglianza tra la ragazza e i genitori di Naruto, infatti lei ha gli stessi occhi di Minato e i capelli rosso fuoco, proprio come Kushina.
Che altro dire, spero di avervi incuriosito e che la storia vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio e buona lettura. <3
 

 

 

Quella mattina la luce del sole sembrava essere molto più intensa del solito, questo fu il primo pensiero della ragazza con splendidi capelli rossi, non appena i suoi occhi si aprirono.
Il suo sguardo vagò per la stanza, alla ricerca di un qualsiasi oggetto che per lei poteva essere familiare, ma era inutile, era nuovamente in viaggio verso un altro villaggio, nella stanza di un albergo che non aveva mai visto.
Come poteva sentirsi a casa?
La sensazione di trovarsi in un posto da chiamare casa, circondata di amici e di persone che le volevano bene, lei non l'aveva mai provata.
Si alzò dal letto sbuffando leggermente, facendo attenzione a non fare rumore, per non svegliare la figura ancora addormentata sull'altro lato del letto.
Camminando sulle punte, si recò in bagno, aprendo il il getto d'acqua fredda della doccia in un unico, semplice gesto.
Si tolse i vestiti e lasciò che i piccoli getti d'acqua le scivolassero sulla pelle diafana, accarezzandola. Mentre lei si perdeva tra i suoi pensieri, chissà dove il destino l'avrebbe condotta questa volta.
Uscì dal bagno gettando i vestiti vicino al bordo del letto, mentre dava una rapida occhiata al ragazzo disteso sul morbido materasso, il petto che si alzava e si abbassava a ritmo del suo respiro.
Non aveva idea di come potesse dormire così beatamente, una strana morsa le stringeva lo stomaco e l'ansia l'aveva accompagnata per tutta la giornata, non lasciandole nemmeno la possibilità di dormire tranquillamente.
Infatti aveva passato la notte appena trascorsa a rigirarsi nel letto, senza chiudere praticamente occhio.
Aprì il cassetto afferrando un reggiseno e un paio di mutandine, che si infilò, richiudendo poi il cassetto, che le scivolò di mano, facendo più rumore di quanto lei avesse voluto.
Si morse il labbro inferiore, voltandosi lentamente verso il letto, ma rimase stupita nel vedere che era completamente vuoto.
Com'era possibile?
L'aveva visto fino a pochi secondi prima, ne era sicura, eppure..
Non fece in tempo a farsi altre domande, che sentì delle mani calde e sicure cingerle i fianchi, non dovette nemmeno voltarsi per sapere di chi si trattava, ma lo fece ugualmente e come aveva immaginato si ritrovò a fissare degli splendidi occhi color ossidiana, che a loro volta la fissavano divertiti.
“Ti ho fatto paura?” Le chiese il ragazzo, il tono di voce calmo e sensuale, che stonava appena con la piccola traccia di divertimento che gli si leggeva sugli occhi.
“Affatto, ma se il tuo scopo era quello, allora avresti fatto meglio ad indossare una maschera.” Scherzò la ragazza, mentre poggiava la mano su quella di lui, ma senza intrecciare le loro dita.
“Grazie per il suggerimento, ma il mio intento era leggermente diverso.” Chiarì lui, afferrandola per i fianchi più saldamente, per farla voltare, in modo che i suoi occhi incrociassero quelli di lei.
La ragazza schiuse le labbra per replicare, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, le labbra calde di lui si posarono sulle sue, lasciandole una scia di brividi su tutto il corpo, mentre lei rispondeva al bacio con maggiore interesse.
Senza staccare le labbra da quelle del ragazzo, andò ad intrecciare le dita tra i suoi capelli, mentre lui la trascinava verso il letto, facendola sdraiare su di esso, mentre lui le si posizionava sopra.
“Dove siamo diretti questa volta?” Riuscì a chiedere lei tra un gemito e l'altro, mentre le labbra di lui le sfioravano il collo, la spalla, il petto.
“A Konoha, al villaggio della foglia. Vedrai, ti piacerà.” Rispose lui a un soffio dalle sue labbra. Prima di impossessarsi di nuovo di quelle di lei, facendola ansimare.
“Quando dovremmo partire?” Chiese curiosa, prima di sentire le abili mani di lui slacciarle il reggiseno, scoprendo così il seno prosperoso e le dita premere sul capezzolo ormai turgido.
“Mmh..dovremmo metterci in cammino per le nove di questa mattina.” Sussurrò appena il ragazzo, prima di posare le labbra sul seno di lei e succhiarne il capezzolo.
Un gemito le scappò dalle labbra, che le impedì di rispondere, o persino di articolare un pensiero.
Chiuse gli occhi, assaporando le sensazioni che ogni volta lui le faceva provare, poi voltò il capo in direzione della finestra e il suo sguardo si posò inevitabilmente sul comodino.
La sveglia segnava le 9:08, a quanto pare dovevano rivedere i loro progetti.
“Non vorrei rovinare il momento, ma credo che siamo in ritardo sulla tabella di marcia.” Fece notare lei, un sorrisino prepotente dipinto sul viso d'angelo.
Prima che lui potesse ribattere, o dire qualsiasi cosa, ribaltò la situazione con un colpo di reni e si posizionò sopra di lui, abbassandosi per baciare il suo collo, la clavicola e il ventre piatto e muscoloso.
“Sono certo che ci divertiremo a Konoha.” Garantì lui, uno sguardo malizioso e tutt'altro che rassicurante dipinto sul volto pallido, mentre la afferrava per i fianchi e la trascinava nel baratro del piacere.

* * * * *

“Non cambierai mai, testa quadra.” La voce di Sasuke rimbombò attraverso le sottili pareti della stanza, e non bastò altro per scatenare una vivace risata di gruppo, che coinvolse praticamente tutti, tutti tranne Sasuke.
Il tono sprezzante ma divertito che aveva usato, non lo aveva di certo fatto uscire di proposito, era serio quando diceva che Naruto sarebbe rimasto sempre lo stesso e non era certo che fosse un fattore positivo ai suoi occhi.
Nonostante tutto evitò di aggiungere altro, fingendosi divertito dalla situazione quanto i suoi compagni di allenamento.
Ino e Sakura provavano alcune tattiche illustrate da Kakashi, Neji e Inata rafforzavano il Byakugan, Rock Lee e Ten Ten provavano nuove tecniche di arti marziali assieme al maestro Gai e il resto del gruppo composto da Temari, Shikamaru, Kiba e Choji, si affrontavano in lotte corpo a corpo cercando di capire le loro debolezze, per renderle minime e fare in modo che non li ostacolassero durante il combattimento.
Sasuke aveva accettato, anche se sotto costrizione di Kakashi, di allenarsi assieme a Naruto, almeno per quella sessione, ma non riusciva ad imparare niente di nuovo.
Naruto faceva sempre gli stessi errori, perciò era impossibile per lui riuscire a migliorare, se Naruto non riusciva nemmeno a capire dove sbagliava.
Come se non bastasse i suoi errori erano futili, era impossibile non individuarli e se lo scopo di questo allenamento era usare lo Sharingan per un periodo continuato, era certo che stesse solo perdendo tempo.
Non ci voleva di certo l'abilità dello Sharingan per accorgersi degli errori di Naruto, la sua tecnica era decisamente scarsa, ma d'altronde Kakashi non poteva che metterlo in coppia con un pivello, così poteva evitare che imparasse troppo in fretta grazie allo Sharingan e diventasse da subito superiore ai compagni.
Ma era proprio questo il suo scopo, lui voleva essere il migliore e dimostrare a se stesso che poteva riuscire in tutto, qualsiasi sfida, contro qualsiasi avversario gli si presentasse davanti.
Scosse la testa, scacciando quei pensieri dalla sua mente, ritornando inevitabilmente alla realtà.

Naruto ancora a terra sembrava il più divertito di tutti e non la smetteva più di ridere, ma stranamente la cosa non irritò Sasuke più di tanto, non più del solito almeno.
“Allora, vogliamo continuare?” Chiese a Naruto, mentre gli porgeva una mano per aiutarlo ad alzarsi.
 

* * * * *

“Eccoci arrivati.” La avvertì, posando a terra entrambe le valigie, per respirare a pieni polmoni il vento che gli soffiava sul volto e gli faceva venire in mente una marea di ricordi.
La ragazza si ritrovò ad osservare un panorama che aveva già visto, non sapeva precisamente quando o come, ma sapeva che non era la prima volta in cui i suoi occhi si posavano su quelle case, sulla montagna scolpita da quei cinque volti, o sui palazzi più alti.
Senza rendersene conto, si ritrovò a fissare le figure scolpite sulla montagna che si stagliava dinanzi a loro, in particolare sul quarto viso, che a lei sembrava quasi famigliare.
Un'ondata improvvisa di tristezza la avvolse, facendole quasi perdere l'equilibrio, ma se ne rese conto in tempo, tanto che non si mosse più di tanto, indietreggiò solo di un piccolo passo.
“Qualcosa non va?”
La voce preoccupata del ragazzo accanto a lei la fece risvegliare dal suo stato di semi incoscienza, si voltò verso di lui sorridendo e scosse la testa con fare sicuro.
“Ve bene, allora andiamo.”
Queste furono le ultime parole che gli sentì pronunciare, prima di mettere piede in quel villaggio, che per le prima volta nella sua vita, sentiva di poter definire come la sua casa.
 

  
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