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Autore: laverde    27/12/2007    7 recensioni
27 dicembre. Una corsa contro il tempo... per Lei. [la canzone "Così celeste" è di Zucchero]
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro sole quando viene sera
Sta colorando l'anima mia
Potrebbe essere di chi spera
Ma nel mio cuore è solo mia


La fretta è una guida cattiva. Tutti lo sanno.

A tutti i piccoli ninja è stato insegnato: agire frettolosamente e senza cura porta il più delle volte ad errore.

Ma questa volta... NON POTEVA non affrettarsi!

Quel bel ragazzo dai capelli castani e gli occhi d'oro aveva tanta, tanta fretta.

Erano le undici e quaranta della sera.

La sera del 26 dicembre. La sera del compleanno di Lei.

Hinata avrebbe compiuto 18 anni da lì a venti minuti, e lui voleva essere il primo a farle gli auguri, per permetterle di iniziare col sorriso un giorno molto importante.


E mi fa piangere, sospirare

cosi' celeste, she's my baby
E mi fa ridere, bestemmiare
E brucia il fuoco, she's my baby


Hinata Hyuuga sedeva sul suo letto, nella sua cameretta al secondo piano della tenuta della sua famiglia. Leggeva un libro.

Lo sguardo candido di purezza le cadde distrattamente sull'orologio a pendolo, che si muoveva ipnotico.

Mancava pochissimo al suo compleanno. E nessuno era lì casa ad attenderlo con lei.


Gli occhi si allagano, e la ninfea
Galleggia in fiore che maggio sia
E per amarti meglio, amore mio
Figliamo rose, lo voglio anch'io


Neji era fuori, forse con la sua ragazza.

Hanabi era andata a letto senza nemmeno darle la buonanotte.

Suo padre era ad una riunione del Consiglio degli Hyuuga. Con tutto il resto della famiglia che, puntualmente, ignorava il giorno del suo compleanno.

Sarebbe stato un altro triste compleanno.

Peccato... era un compleanno speciale... sarebbe diventata maggiorenne.

Hinata tirò un lungo, sommesso sospiro e ricacciò stoicamente indietro una lacrima.


E mi fa ridere e accende il giorno
Cosi' celeste, she's my baby
Come un pianeta che mi gira intorno
E brucia il fuoco, she's my baby


Tanto, era sicuro che nessuno, in quella dannata famiglia di stronzi, ci avrebbe pensato al posto suo.

Lui era l'unico che poteva capirla... l'unico. Di questo lui era convinta.

Il caro Uzumaki, sicuro, nemmeno sapeva che era il compleanno della sua fan numero uno.

E le sue amiche... quali amiche? Non ne aveva. Tutte troppo impegnate a pensare ai ragazzi per badare ad una loro compagna evidentemente infelice.

Oche.

Hinata aveva solo lui. E lui DOVEVA andare da lei.

Arrivò finalmente alla tenuta Hyuuga. Mezzanotte meno cinque minuti. Era ancora in tempo!

Tentennò qualche secondo, indeciso se suonare al cancello o meno, ma poi scrollò le spalle e, con un ringhio gutturale, iniziò a scavalcare l'alta cinta muraria.


Destra... sinistra... destra... sinistra... destra... sin...

Hinata distolse lo sguardo dal pendolo. Le dava la nausea col suo movimento dondolante.

Il libro non la avvinceva più ormai da diverse decine di pagine. Si chiese perchè continuava a leggerlo.

Bè... probabilmente perchè non aveva altro.

Lo stesso motivo per cui continuava a vivere in quella casa.

Con un cupo sospiro, si stese sul letto e, faccia al muro, chiuse gli occhi.


Lei lo fa come avesse sete, oh I don't know
Sulla mia pelle lieve come neve


-Caaaaazzo...- sibilò Kiba, mordendosi la lingua quando una spina di quella maledetta pianta rampicante su cui si stava appendendo come una scimmia gli si conficcò nel palmo della mano.

Uggiolando, se la leccò frettolosamente e se la pulì sulla giubba nera: non doveva fare casino.

Se avesse fatto casino Hinata avrebbe sentito, avrebbe usato il byakugan per guardare attraverso il muro e allora addio sorpresa.

Lanciò un'occhiata al suo orologio... Che tardi!

E un rumore sopra la sua testa lo fece sobbalzare, cosicché perse l'equilibrio e cadde rovinosamente da due piani d'altezza.


Il rumore assordante del pendolo la fece svegliare di soprassalto, il cuore che le batteva a mille.

Ma le parve di sentire un altro rumore, stavolta proveniente da fuori.

Si avvicinò cautamente alla finestra: da lì, non vedeva nulla.

Altrettanto cautamente la aprì, e guardò giù.

E spalancò la bocca per lo stupore.

-Kiba!?-


E mi fa piangere, sospirare

Cosi' celeste, she's my baby
E mi fa ridere, bestemmiare
E brucia il fuoco, she's my baby



-E che cazzo...- mugugnò lui tra sé, dandosi mentalmente dell'idiota per essere caduto come un principiante. Alzò gli occhi verso la finestra, ridendo nervosamente: -Ciao, Hinata... bè... che dire... Buon Compleanno!-

Lei sorrise divertita: non riusciva a credere ai suoi occhi.

Kiba era sempre il solito imprevedibile matto.

-Cosa è successo?-

-Ehm.... temo di essere caduto su un cespuglio di rose!-

-Ah... ehm... ti sei fatto male?-

-Si. Il culo.- ammise candidamente lui, alzandosi rigidamente in piedi e scrocchiandosi rumorosamente la schiena.

Lei scoppiò a ridere, poi disse: -Entra!-

Lui annuì felice, e riprese a scalare il rampicante.

-No, no, sciocco...- rise ancora lei, -arrivo ad aprirti la porta!-

-Ah... bè, si, meglio!- ridacchiò lui mostrando i grossi canini appuntiti.


E mi fa ridere, e accende il giorno
Cosi' celeste, she's my baby
Come un pianeta che mi gira intorno
E brucia il fuoco, she's my baby


Una volta dentro, lo condusse silenziosamente in cucina, e gli preparò un the bollente.

-Oh, grazie Hinata... è perfetto... fa un tale freddo fuori!- rabbrividì lui quando strinse le mani attorno alla tazza calda.

Lo bevve molto in fretta, come i lupi che consumano voracemente il loro pasto per difenderlo dai nemici.

E poi guardò Hinata negli occhi.

Anche lei andava difesa.

Anche lei sapeva nutrirlo.

Tuttavia, Hinata andava gustata lentamente.

Lei era cosa rara e raffinata. E lui la adorava.

Poi gli venne qualcosa in mente; tossicchiò impacciato, e prese a rovistarsi nelle tasche della giubba.

-Che cos'hai, Kiba?-

-Ehm... aspetta...- continuò ancora un po', poi finalmente estrasse la mano.

-Buon compleanno, Hinata-chan.-, le prese le mani tra le sue, vi pose dentro qualcosa e le richiuse delicatamente.-Ehm... è davvero una sciocchezza ma... ma...-

Lei intanto aveva aperto le mani, ritrovandoci dentro una splendida, piccola scultura in legno chiaro, rappresentante un giglio con tutto lo stelo.

Lei rimase senza parole. Era molto più di quanto sperasse. Non era abituata a compleanni affettuosi, a regali nati dal cuore di chi glieli faceva.

Ma quello... sembrava fatto per lei.

-Ti piace?- chiese lui, impacciato

-Oh... si... si! Kiba...- Hinata lo abbracciò -è bellissimo...-

Lui, imbarazzato, -Ma dai... è solo uno stupido pezzo di legno...-

-No... non lo è-


Bè, sembrava decisa nell'affermare quanto importante fosse quel regalo.

Kiba non controbatté più. In fondo, lui sapeva meglio di lei quanto fosse speciale.

-Sai, l'ho fatto con le mie mani...-

-Lo so...- sussurrò lei, continuando a tenerlo stretto.

-Non è stato facile, non ho mai lavorato il legno in vita mia...- borbottò lui.

-Lo so...-

-E non sono nemmeno molto bravo... guarda quanti tagli mi sono fatto...-

-Lo so...-

-Però... però... non mi sembra malaccio, insomma....- fece spallucce, arrossendo.

-Lo so...-

-Però non è bello quanto dovrebbe, non potrà mai esserlo...-

-Lo so...-

-Hinata- fece lui, a voce più alta, scostandosela di dosso e afferrandola per le spalle, -Non sarà mai bello, e puro, e delicato come il soggetto che l'ha ispirato.-

La ragazza perse un battito, -Ah... davvero?-

-Davvero.-

Hinata sembrò capire, e sorrise ancora. Più di prima. Come non aveva sorriso mai.

Sorrise anche con gli occhi.

-Grazie, Kiba-kun...-

-Grazie a te Hinata. Ancora buon compleanno.-

-Lo è. Questa volta si.-


Potrebbe essere di chi spera
Ma nel mio cuore
è mia
è mia

  
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