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Autore: miki_koishikawait    28/12/2007    2 recensioni
Un giorno come tutti gli altri andate a scuola con i vostri compagni di classe pensando che sia il secondo giorno di un anno scolastico noiosissimo. Quando arrivate in aula la vostra prof.ssa vi annuncia che per tutto l'anno scolastico cinque nuovi studenti vi faranno compagnia. Tutto normale dite voi, ma se quei cinque studenti fossero persone irreali, protagonisti del vostro cartone animato preferito?
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Strano ma vero, alle 07

Strano ma vero, alle 07.00 Micaela era già in piedi che cercava di scegliere un abbigliamento adatto a quella giornata.

Non le era mai importato della moda, né del trucco né di tutte quelle cose che piacciono alle ragazze, né tanto meno passava mezz’ora davanti allo specchio per prepararsi; però quella mattina si era svegliata con la sensazione di avere delle farfalle nello stomaco.

Siccome non era riuscita più a prendere sonno, aveva deciso di iniziare a scegliere cosa mettersi per il semi-appuntamento con il bel portiere, ma la cosa stava andando troppo per le lunghe. Era in piedi davanti al letto da almeno un’ora buona che fissava i vestiti posizionati alla rinfusa sopra le lenzuola; dopo qualche altro minuto decise di vestirsi come al solito: una canotta azzurra e bianca, un paio di jeans, un paio di scarpe da ginnastica dello stesso colore della maglia e un maglioncino da legare alla vita nel caso ci fosse una traccia del primo vento autunnale.

Si lavò velocemente e si vestì; cercò di fare colazione, ma il nervosismo non l’aiutava, così rinunciò e si avviò nell’ufficio ad accendere il computer.

Mentre aspettava che il pc caricasse il sistema operativo diede un’occhiata all’orologio: le 9.30, aveva ancora un’ora prima di dover uscire per prendere la metro.

Guardò la posta elettronica, ma a parte qualche mail di pubblicità non c’era nulla di interessante, poi aprì il sito dell’ansa, non sapeva nemmeno lei il motivo, di solito non guardava mai telegiornali o robe simili, però quella mattina lo fece. Guardò velocemente i titoli di alcuni paragrafi e si soffermò su uno in particolare: “Volo 757: un buco nel vuoto” lesse le prime righe di quell’articolo “Non si hanno ancora notizie su alcuni passeggeri del volo 757 della Japan Airlines partito il 2 settembre con destinazione Milano Malpensa. I passeggeri erano tutti presenti all’imbarco ma…” per continuare la lettura dell’articolo bisognava cliccare sul link riportato alla fine di quelle poche righe.

Miki si spostò con il mouse e ci cliccò sopra; aspettò pazientemente, ma dopo qualche minuto venne fuori la solita schermata “impossibile visualizzare la pagina”. Tornò indietro ma anche così non risolse nulla.

Allora capì che molto probabilmente la connessione ad internet era saltata, ed infatti era proprio così; ultimamente aveva sempre problemi con internet quindi non ci fece caso e rimandò la lettura ad un altro momento.

Decise di giocare per gli ultimi 45 minuti che aveva così cliccò sull’icona di Zuma e si rilassò con quel giochino. (Zuma è un gioco dove si devono far scoppiare delle palline NdA)

Quando fu ora spense tutto quanto, indossò il marsupio e uscì di casa.

Si avviò alla metropolitana e quando salì sulla prima carrozza accese il lettore mp3.

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Stranamente puntuale la ragazza alle 11.00 si trovava nella piazzetta di Porta Venezia. Avevano cambiato il luogo d’incontro per semplice comodità, così il portiere non doveva farsi un viaggio inutile.

Dopo pochi minuti Miki si sentì picchiettare sulla spalla e si girò, trovandosi di fronte il ragazzo giapponese sorridente.

La ragazza ebbe un tuffo al cuore e ci mise qualche secondo per riprendersi, poi sorridendo a sua volta disse –Sei in ritardo-

-Solo di tre minuti- replicò lui continuando a sorridere

-E’ comunque un ritardo!- Miki lo guardò e fece finta di prendersela, poi si girò verso la strada e rise di gusto.

-Prego signore, mi dica cosa vuole visitare e cosa vuole vedere di questa stupenda città; oggi sarò la sua guida personale- nel dire questo fece lentamente un giro completo su se stessa puntando il dito verso l’intera città.

Wakabayashi ci pensò un po’ su e rispose –Nulla in particolare, direi che una bella passeggiata può andare, scegli tu dove vuoi andare-

-Pefetto, preparati a una lunga camminata, poi però non ti lamentare se camminiamo troppo!-

-Stai sicura che la resistenza non mi manca!- Genzo vide l’espressione dubbiosa della ragazza e aggiunse –vuoi scommetterci?-

Micaela si mise a ridere –No grazie, ho visto che non sono molto portata per le scommesse!- guardò verso il ragazzo e indicando la strada disse –Andiamo-

Superarono la porta di Porta Venezia e si avviarono verso i giardini pubblici stuzzicandosi di tanto in tanto.

Quando furono davanti all’entrata del parco il ragazzo indicò a Micaela la casa dove stavano alloggiando lui e gli altri ragazzi giapponesi.

-Ah, quindi siete proprio in una bella zona!-

-Dici sul serio?- il portiere sembrò sorpreso.

-Certo! Ci metterei la firma per abitare in uno di quei palazzi…-

Passarono davanti al planetario e subito dopo davanti ad un edificio dove Miki rimase qualche secondo immobile a fissarlo.

-Cos’è quest’edificio?- senza aspettare risposta, Wakabayashi si avvicinò e lesse l’etichetta ad alta voce –Museo civico di storia naturale- si voltò verso la ragazza e fissandola disse –Vuoi entrare?-

Miki sorrise tristemente –No non ti preoccupare, solo che quando ero piccola mio padre mi portava spesso a visitare questo museo. Era il mio preferito-

-Allora andiamo!- prima che la ragazza riuscì a controbattere Wakabayashi l’aveva presa per mano e l’aveva trascinata all’interno dell’edificio.

Quando entrambi si resero conto di ciò che era successo, arrossirono e si staccarono subito.

Si avviarono verso la prima sala e dedicarono un’ora a girare quel museo.

Quando uscirono erano ormai le 12.30 e entrambi avevano una certa fame.

-Se riesci a resistere ancora una mezz’ora, arriviamo in Duomo e mangiamo qualcosa li-

-Ti ricordo che la resistenza…-

-…non ti manca. Certo, certo- Miki concluse la frase alzando gli occhi al cielo.

Attraversarono i giardini e presero la via laterale che portava alla Scala.

Mentre camminavano Micaela illustrava al ragazzo i vari posti e i negozi tipici; passarono vicino via Montenapoleone e via della Spiga, superarono la Scala e presero la galleria Vittorio Emanuele per spuntare nella piazza del Duomo.

Ogni volta che superavano qualcosa di caratteristico, Wakabayashi ne rimaneva affascinato.

Quando arrivarono in Piazza Duomo, si avviarono al primo fast food e pranzarono ridendo e scherzando.

Alla fine del pasto svuotarono i vassoi negli appositi cestini e uscirono per affrontare nuovamente un’altra camminata.

Presero via Dante e camminarono fino al Castello Sforzesco, visitarono il cortile e uscirono dall’altra parte per poi ritrovarsi al parco Sempione.

-Uhm…direi che è arrivata l’ora del mio gelato…- Wakabayashi guardò la ragazza e sorrise.

-Va bene, va bene ho capito…dovrebbe esserci un piccolo bar dentro al parco…- la ragazza sospirò e si avviò verso un piccolo baracchino situato poco più avanti.

Presero i loro gelati e cercarono una panchina situata sotto un albero dato che il sole di quel pomeriggio sembrava più caldo del solito.

Rimasero in silenzio qualche minuto gustandosi il proprio gelato, di sottofondo c’era solo il suono della natura e di tanto in tanto si sentiva il rumore delle ruote delle biciclette che passavano sulla ghiaia.

-Posso farti una domanda?- Micaela guardò l’albero maestoso sopra di lei e attese una risposta.

-Certo-

La ragazza senza smettere di fissare il gioco di luce che il sole faceva tra le foglie dell’albero parlò –Cosa ti ha spinto a venire in Italia? E comunque, ti piace? Non ti preoccupare di offendermi-

-Inizialmente volevamo vedere come fosse il calcio italiano, ma a parte agli europei non abbiamo mai avuto l’occasione di vederlo realmente. Poi è saltato fuori un anno di studio in un paese europeo a scelta e abbiamo optato per l’Italia.

Comunque diciamo che voi italiani siete un po’ strani…-

Micaela iniziò a ridere e per poco il gelato non le cadde per terra –Siamo strani, eh? Forse hai ragione…Ma come mai proprio Milano? Cioè…ci sono anche altre città interessanti in Italia…-

-Se devo essere sincero inizialmente la meta era Roma, solo che poi la nostra manager voleva a tutti costi venire a Milano e così il 3 settembre siamo arrivati qui. Se devo essere sincero non me ne pento per nulla…-

Wakabayashi fissò intensamente Miki, la quale si perse nei profondi occhi neri del portiere.

Quando si accorse che si era messa a fissarlo, distolse lo sguardo e arrossì.

Finirono di mangiare il gelato e si alzarono dalla panchina.

Micaela guardò l’orologio e disse –Sono le 16.40, arriviamo all’ago di Cadorna e torniamo indietro-

-C’è un lago a Milano?- Wakabayashi sembrava sconcertato –Non mi sarei mai aspettato che in una città come questa ci fosse un lago-

Miki iniziò a ridere e ci mise un po’ prima di calmarsi –Non un lago, ma un ago! È un ago enorme che si trova davanti alla stazione delle ferrovie nord, non ne ho mai capito l’utilizzo, ma è divertente vederlo! Dai andiamo!-

E così dicendo raggiunsero la stazione dei treni, per poi tornare indietro verso Porta Venezia.

Quando arrivarono davanti casa del ragazzo erano le 18.00 passate.

-Vuoi salire? Anche se dovrai prepararti alle battutine degli altri…nessuno sapeva che sarei uscito con te oggi…- il portiere alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa.

-No no, ti ringrazio, ma devo tornare a casa…devo almeno cercare di studiare qualcosina di tedesco, anche se so già a priori che è inutile….- Miki prima rise e poi sbuffò al solo pensiero di affrontare un libro di tedesco.

-Senti, domani pomeriggio perché non vieni qui? Ti do una mano con i compiti di tedesco-

Micaela rimase sorpresa per qualche secondo e poi sorridendo gentilmente disse –Non ti preoccupare, non voglio disturbare…-

-Non ti preoccupare, sopporterò la tua presenza anche dopo l’orario scolastico, e poi vedila così, è il ringraziamento per la giornata di oggi e per la prossima gita che mi farai fare- sorrise togliendosi il berretto dalla testa.

-Che bel modo per ripagare la gente…va beh…sopporterò anche io la tua presenza allora…spero che oggi si sia divertito signore!- detto questo la ragazza sorrise e salutando il portiere giapponese si avviò verso la metropolitana.

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Arrivata a casa accese nuovamente il pc e riuscì a collegarsi a internet.

Ricercò la pagina di quella mattina e finalmente lesse l’articolo interamente.

“Non si hanno ancora notizie su alcuni passeggeri del volo 757 della Japan Airlines partito il 2 settembre con destinazione Milano Malpensa. I passeggeri erano tutti presenti all’imbarco ma cinque di questi sembrano non essere mai arrivati a destinazione. I parenti dichiarano di averli sentiti solamente prima del decollo e poi più nulla.

Gli altri passeggeri presenti non ricordano nulla delle cinque persone scomparse. Alcuni di loro dichiarano che ad un certo punto ci sono state alcune turbolenze. A sentire il capitano queste scosse sono state causate da alcune interferenze elettromagnetiche.”

Micaela fissò lo schermo con un misto tra stupore e terrore; ricordò la data di arrivo dei ragazzi giapponesi e corse in sala, digitò velocemente il numero di telefono di Silvia e attese con impazienza che qualcuno rispondesse.

-Pronto?-

-Silvia?-

-Si?-

-Sono Miki. So come hanno fatto ad arrivare qui-

Rieccomi tra di voi!!!

Capitolo fresco fresco! Scusate le cose che superano l’inverosimile, tra cui la biiiip delle interferenze elettromagnetiche, ma è una storia fantastica, lasciate correre XD

In ogni caso spero che vi sia piaciuto nonostante i deliri delle 2.30 di notte!

Ringrazio tutti quelli che mi seguono! Un beso

-miki-

  
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