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Autore: Soul of the Crow    12/06/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 - Com’è possibile? Cosa vi è successo? - chiese Urupa.
Davanti a lui e alle due Eredi c’erano un bambino e una bambina di circa dieci anni, entrambi avevano i capelli castani, la carnagione abbronzata e indossavano abiti terrestri, ma vi erano comunque delle differenze: il bambino aveva gli occhi dorati e alcune ciocche bionde tra i capelli corti, e vestiva con una maglia bianca, una giacca di jeans, pantaloncini blu scuro e scarpe nere e indossava al collo la metà del medaglione a forma di Sole dorato; la bambina invece aveva gli occhi argentati, lo stesso colore di alcune ciocche tra i lunghi capelli castani e indossava una maglietta a mezze maniche rossa, una felpa verde chiaro, pantaloni corti verdi e delle scarpe da ballerina bianche e portava al collo un pendaglio a forma di mezzaluna d’argento.
Inizialmente, i due bambini fecero scorrere lo sguardo curioso sui presenti, poi cercarono di togliersi le tuniche ora decisamente troppo grandi in cui erano rimasti avvolti; mentre li osservava, Ayla si rivolse all’altra Erede:
- Non so cosa ne pensi tu, ma credo di sapere chi sono questi due. La somiglianza è troppo evidente. -
- Non è possibile! Questi bambini hanno dieci anni, mentre i Le Loire sembravano averne diciassette o diciotto. - replicò Lavinia.
Mentre le due parlavano, Rococo si era avvicinato ai due bambini i quali, appena si fossero tolti gli ultimi pezzi di stoffa svolazzanti delle tuniche di dosso, ricominciarono ad osservarlo come se cercassero di capire cosa volesse fare solo guardandolo:
- Nile, Nali, siete voi… - riuscì solo a dire il blu, mentre i due gemelli continuavano a guardarlo senza parlare.
I due bambini, sentendo il loro nome, accennarono un “sì” con la testa, ma probabilmente non avevano ancora riconosciuto l’africano nonostante quest’ultimo non ci avesse impiegato molto a capire chi fossero loro.
- Nile e Nali? Forse sono loro! Sono i due Le Loire! - esclamò la Farfalla contenta.
La Moon rimase impassibile: non le importava che si trattasse davvero dei due gemelli. Se fossero semplicemente spariti dalla sua vista, avrebbe già portato a termine la sua vendetta, ma se si erano trasformati in quei due bambini fin troppo simili a loro, ora che non avevano più i poteri, se ne sarebbe liberata in fretta. Doveva solo aspettare il momento giusto per colpire.
- Papà? Sei davvero tu? Cosa ti è successo? - esalò dopo qualche altro minuto il piccolo Nile.
L’uomo si limitò ad annuire e non riuscì a non sorridere, seppure si trattasse solo di un sorriso semplice.
La bambina continuava a spostare lo sguardo dal fratello all’uomo che aveva davanti e aveva un’espressione perplessa e anche leggermente stupita, probabilmente lei non aveva ancora capito chi fosse Urupa, ma l’uomo non se la sentì di darle torto per due motivi: lui aveva diciotto anni quando li aveva adottati mentre i due gemelli ne avevano tre. Di conseguenza, non si erano visti per sette anni e se Natsumi aveva usato i suoi poteri su di lui per fargli avere un aspetto più invecchiato nonostante l’africano fosse ancora abbastanza giovane, poteva aver fatto qualcosa anche ai Le Loire per fare in modo che si dimenticassero di lui.
Rococo vide Annalisa piegare la testa da un lato, mentre il suo sguardo rimaneva fisso sul blu e, dopo qualche altro minuto, si lasciò andare ad un sorriso dolce, probabilmente aveva riconosciuto anche lei l’uomo che aveva davanti.
- è una storia lunga, ma non credo sia il momento né il luogo adatto per raccontarvela. - l’africano si decise a rispondere alla domanda di Nile, poi si rivolse all’Erede della Morte:
- Puoi creare un portale per riportarci a casa? -
Lavinia annuì energicamente con la testa, mentre la sua mano emanava un’aura rosa che, disponendosi davanti alla Farfalla, creò un portale rosaceo, ma poco dopo essersi aperto, delle farfalle rossastre e viola comparvero e avvolsero completamente il varco magico, facendolo sparire pochi secondi dopo.
- Eh? Come mai non ha funzionato? - si domandò perplessa lei.
Seguirono altri tentativi di Lavinia di creare un varco magico, ma accadde sempre la stessa cosa: uno sciame di farfalle rovinava il suo lavoro.
-Uffa! Perché i miei portali continuano a sparire? Cosa c’è che non va? - si lamentò l’Erede della Morte, per poi ricordarsi di un particolare: l’Erede della Vita voleva vendicarsi dei due gemelli e probabilmente le aveva fatto qualcosa per impedirle di fuggire insieme al blu e ai due gemelli.
- Ayla, non dirmi che tu c’entri qualcosa in questo problema, perché se è così, devi trovare subito una soluzione! - la incolpò Lavinia, ma l’altra scosse la testa.
- Prima di incolparmi, avresti dovuto leggere più attentamente il frammento della Profezia che abbiamo trovato. Diceva chiaramente che il Sole e la Luna, probabilmente si trattava dei Le Loire, rimarranno completamente isolati in questo Regno per sette giorni. Di conseguenza, nessuno potrà entrare e nessuno potrà uscire dal Regno di Mezzo fino alla fine del settimo giorno… - spiegò lei, per poi aggiungere subito dopo:
- Anche se fosse così, non m’importa, anzi, mi ha fatto solo un favore: potrò togliere di mezzo senza avere troppi problemi. Rococo ha esaurito il tempo che aveva per utilizzare i poteri temporanei perché ha dovuto affrontare i due gemelli e Lavinia ha sprecato troppe energie per lottare contro di me e dare i poteri ad Urupa per fermarmi. È da un po’ che attendevo questo momento. - dopo quella frase, la Moon evocò una lancia con la quale creò una raffica di vento che scaraventò il blu qualche metro lontano da loro. Si avvicinò ai due bambini ed era pronta a colpirli:
- Ora pagherete per quello che avete fatto a me e ai miei compagni. - sussurrò lei, e quando stava per scagliare la lancia contro di loro, un campo di forza d’energia bianca apparve davanti a lei, imprigionando la sua lancia e proteggendo i Le Loire:
- E ora cosa succede? - si chiese l’Erede della Vita mentre cercava di togliere la lancia dal campo d’energia in cui era bloccata. L’altra Erede era andata subito ad aiutare l’africano, e quando vide che la Moon si era fermata, le domandò con una punta di malizia nella voce:
- Sono i tuoi poteri ad impedirti di alzare un dito contro quei due bambini o è la tua coscienza a dirti di non farlo? -
Ayla le scoccò un’occhiata gelida, per poi liberare la sua arma:
- Vorrei saperlo anch’io. È come se qualcosa m’impedisse di toccarli. -
Dopo quella frase, una voce femminile riecheggiò nel Regno di Mezzo:
- Credevo di averti avvisato prima che arrivassi in questo posto. I poteri degli Eredi servono per difendere ciò che è giusto e non per ferire gli innocenti! - era una voce piuttosto fredda e severa, ma la Moon la riconobbe quasi subito:
- Diana? Sei davvero tu? - chiese un attimo incredula Ayla, per poi ricordarsi di quello che era successo poco prima con i Le Loire:
- Come fai a dire certe cose? Quei due sono gli stessi che hanno distrutto intere famiglie sulla Terra e ti hanno anche eliminata! -
- Era in corso la regressione dei Regni. Sarei sparita in ogni caso se non mi avessero fatta scomparire loro, e poi non mi hanno tolta di mezzo: mi hanno solo imprigionata. - le spiegò la Raven.
- Senti, preferirei vederti parlare di persona, anche perché ho sentito parecchie volte la tua voce nella mia testa, anche se si trattava solo di sogni e così mi sembra di diventare matta. Potresti dirmi dove sei rinchiusa, così vengo a liberarti? - le propose l’Erede della Vita.
- Mi trovo in uno specchio che i due gemelli custodiscono chissà dove.
Oh, informa Lavinia che c’è anche Arelia qui con me. I gemelli non avevano eliminato nemmeno lei. -
- Mia sorella!? Come fa ad essere lì anche lei? - domandò l’Erede della Morte. Aveva usato un tono tra lo spaventato e il confuso, probabilmente non le piaceva molto l’idea di rivedere la sorella maggiore dopo il modo in cui la aveva trattata l’ultima volta che si erano viste.
- Ve lo spiegherò dopo. Giusto perché lo sappiate, vi abbiamo sentito parlare della Profezia e forse la mia collega vi potrà aiutare. - la voce della Raven fu interrotta da un’altra alquanto seccata:
- Chiariamo una cosa Raven: io ti detesto e non sono una tua collega! Non so nemmeno come ho fatto a sopportare la tua compagnia in questi stupidi specchi. Se ti aiuto, è solo perché non voglio scomparire di nuovo e questa volta potrebbe accadere sul serio. - precisò Arelia.
Dopo quell’ultima frase, le due voci sparirono.
- E ora come troviamo il posto in cui quelle due sono imprigionate? Se si trova fuori dal Regno di Mezzo, non avremo la possibilità di salvare le nostre sorelle. Che cosa possiamo fare? -
- Ti fai prendere dal panico come se niente fosse. Dovresti darti una calmata. - le consigliò Ayla, per poi rivolgersi ai due gemelli che la guardavano intimoriti, probabilmente credevano volesse attaccarli un’altra volta:
- A differenza di Urupa e Lavinia, non sono molto convinta della vostra buona fede. Tuttavia, il Sole e la Luna di cui parla la Profezia potreste essere voi e se mia sorella e Arelia possiedono delle informazioni utili per salvarci da questa situazione e voi non ci aiuterete, nessuno di noi sopravvivrà. -
Dopo qualche secondo, i Le Loire si scambiarono un’occhiata d’intesa e annuirono; sebbene fossero ancora abbastanza piccoli, sembrava avessero capito in quale situazione si erano cacciati.
- Il luogo in cui sono finite le ultime Dee si chiama Sala del Nulla. Si trova nel Regno di Mezzo e non è collegata a nessun altro Regno, quindi il portale che conduce ad essa potrebbe non essere sigillato. Gli specchi in cui si trovano Diana e Arelia sono custoditi lì. - spiegò Nile.
- E dove si troverebbe questa Sala del Nulla? - chiese Rococo al bambino, ma a rispondere ci pensò Annalisa:
- Vedete quel portale laggiù? Conduce direttamente alla nostra destinazione. - la bambina indicò con lo sguardo un portale argentato a pochi metri di distanza da loro, per poi dirigersi verso di esso ed entrarci seguita dal fratello.
- Aspettate. La Profezia diceva che saremmo rimasti isolati; allora perché quel portale non si è chiuso subito come hanno fatto quelli che ho creato io? - domandò l’Erede della Morte.
- Hai ascoltato quel bambino quando ha parlato? Quella Sala non è collegata a nessun altro Regno. - le ricordò l’Erede della Vita.
Lavinia aveva un’espressione dubbiosa, evidentemente non aveva ancora capito cosa intendeva l’altra:
- Uffa… I varchi magici che creiamo noi possono solo portarci da una dimensione all’altra, ma non in luoghi che si trovano all’interno di una stessa dimensione. A quanto pare la Sala del Nulla è una parte del Regno di Mezzo e non un mondo a sé stante, quindi dovremo riuscire a raggiungerla. - ipotizzò la Moon, per poi seguire i gemelli nel varco magico.
La Farfalla annuì anche se un po’ incerta, nonostante la logica dell’altra non sembrava avere punti deboli, per poi dirigersi verso il portale insieme a Rococo.
 
 
Poco dopo… Nella Sala del Nulla…
 
Una volta varcato il portale, le Eredi e l’umano si ritrovarono in una sala circolare dalle pareti grigie quando le nubi nei giorni senza Sole, ma fortunatamente era illuminata da sfere di luce fluttuanti dorate e argentate.
Loro si fermarono all’ingresso, cioè dove si trovava il portale dal quale erano entrati, mentre i due gemelli si trovavano già davanti a due pilastri di pietra alti circa un metro e mezzo posti al centro della stanza sui quali si trovavano due specchi di forma ovale, uno aveva la cornice dorata e quella dell’altro era argentata.
- Ayla, Lavinia, guardate qui. - le chiamò Annalisa.
Le due Eredi si avvicinarono, notando che nei due specchi era riflessa l’immagine delle loro sorelle, rispettivamente la figura del volto di Diana nello specchio dalla cornice dorata e quella di Arelia nell’altro specchio.
- Come avete fatto a rinchiuderle in quei due specchi minuscoli? - domandò incredula la Farfalla, ma una gomitata da parte di Ayla le fece capire che era meglio stare in silenzio.
- Mi spiace. È un segreto. - le disse scherzosa la bambina, per poi guardare il fratello. Lui annuì e i Le Loire si tolsero i loro medaglioni per posarli sulla superficie degli specchi, quello a forma di Sole di Nile andò sullo specchio d’oro, mentre quello a forma di Luna di Annalisa finì sullo specchio d’argento.
Ad un certo punto, i due ciondoli cominciarono ad affondare nella superficie di vetro, come se quest’ultima fosse altro che dell’acqua, poi entrambi gli specchi si divisero a metà: una parte di ciascuno degli specchi si ruppe, mentre le metà rimanenti si sollevarono in aria; ad un certo punto, le due parti cominciarono ad avvicinarsi lentamente e quando le metà degli specchi si ritrovarono congiunte, così come le due parti del medaglione dei due gemelli, si sprigionò una luce molto chiara e abbagliante dalla superficie di vetro del nuovo specchio. Quando il bagliore si affievolì fino a scomparire, comparvero due donne sulla ventina: una era un Angelo dai capelli castani con qualche ciocca azzurra, gli occhi blu zaffiro e la tunica candida, mentre l’altra era un Diavolo dai capelli castani scuri con qualche treccia rosata, gli occhi rossi rosacei e il mantello scuro come la cenere.
- Grazie per averci liberato gemelli. - disse loro la donna Angelo con un sorriso dolce sul volto.
- Sì, vi ringrazio anch’io. - ripeté la donna Diavolo, ma a differenza della donna dagli occhi color zaffiro, aveva pronunciato quelle parole come se fosse la prima volta che ringraziava qualcuno.
- Anche se avreste potuto pensarci prima. - aggiunse subito dopo la donna dagli occhi rosati.
- Allora Ayla, ti sono mancata? - domandò l’Angelo alla Moon.
L’Erede della Vita continuava a guardarla incredula: sua sorella Diana era lì davanti a lei dopo cinque anni. Non le sembrava possibile…
- Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno? - cercò di smuoverla la Raven.
Ayla si avvicinò all’Angelo, fermandosi a un metro di distanza dalla donna:
- Diana, sei davvero tu? Non sto sognando? - le chiese la Moon.
- Sarà che non ci vediamo da cinque anni, ma non credo sia un buon motivo per scordarti di me. Comunque no, non penso che tu stia sognando, altrimenti avrei faticato per riuscire ad entrare nel tuo sogno e non riuscirei a parlarti se non per pochi secondi. - le rispose la Raven.
Ayla non riuscì a trattenersi dal sorridere nel vedere la sorella; al contrario dei due Angeli, le due sorelle Farfalla non si parlavano neanche: Lavinia aveva subito distolto lo sguardo da Arelia e quest’ultima sembrava non fosse interessata a rivedere la sorella.
- Adesso voi due dovreste mantenere la parola. Che cosa sapete della Profezia? - disse Urupa, facendo tornare alla realtà le presenti.
Diana e Arelia si guardarono, per poi annuire:
- Sì, ci sono molte cose che dovete sapere. - esalò la donna Angelo.
 
 
Angolo di Emy
Non so di aver descritto bene il rincontro per le tre famigliole (Rococo-Nile-Annalisa, Diana-Ayla e Arelia-Lavinia), ma ho fatto del mio meglio.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Baci
Emy
  
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