Le
parole che non ti ho detto
Decimo
capitolo:
Avevano
lasciato il negozio alle loro spalle e si stavano
incamminando sul marciapiede affollato, la neve che continuava a cadere
e loro
troppo impegnati a parlare per preoccuparsi di essere ormai
completamente
fradici.
-
Se vuoi..- iniziò Zayn fermandosi accanto ad una piccola
villetta che indicò indeciso con un dito. -.. questa
è casa mia.. se vuoi
entrare.. posso darti qualche mio vestito.. oppure puoi aspettare che
si
asciughino i tuoi..- continuò incerto spostando il peso del
corpo da un piede
all’altro.
-
Ehm.. ecco..- Liam pensò ad una qualsiasi scusa ma non gli
venne in mente nient’altro se non: questa
è la casa di Zayn. Sospirò ed
annuì, un leggero rossore gli colorò le
guance quando vide il sorriso di Zayn illuminargli anche gli occhi.
-
Dovrei avere qualche cosa che può andarti bene.. oppure
posso prestarti quelli di Harry.- Liam annuì seguendolo
mentre una strana
gelosia gli chiudeva lo stomaco. Possibile che quel riccio dovesse
entrare in
ogni loro discorso, anche quando andavano a scuola insieme tutto quello
che
sapeva era che l’unica persona che poteva avvicinarsi a Zayn
era solo ed
esclusivamente Harry.
Harry, Harry e ancora
Harry.
-
Ed eccoci qui.- Zayn aprì la porta lasciandolo entrare per
primo. Si sentiva quasi come il primo uomo che aveva messo piede sulla
luna,
stava per entrare nella casa di Zayn Malik. Per quanti anni ci aveva
fantasticato sopra? Ed ora era in casa sua, a pochi passi da lui ed
aveva il
suo numero salvato nel cellulare..e Zayn gli aveva regalato un fiore di
geranio.
-
Carina.- usò il primo aggettivo che gli venne in mente
troppo impegnato a memorizzare ogni particolare di quella casa che
potesse
fornirgli nuove informazioni sulla vita di Zayn.
Zayn
arrossì e borbottò un
“grazie” indicando poi le scale.
-
La porta più in fondo a destra.- spiegò
togliendosi la
sciarpa e il giubbino. - Vado a cercare se ho qualcosa che possa
andarti bene.-
continuò poi salendo le scale con lui ma voltando a sinistra
indicando ancora
una volta la porta del bagno.
Liam
si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi poi con la
schiena.
Era
in casa di Zayn Malik, il ragazzo di cui era innamorato
da una vita ormai.
Era nel bagno di Zayn. Nel suo
bagno,
e la doccia era proprio di fronte a lui. La doccia dove
chissà quante volte
Zayn si era..
Arrossì
di colpo coprendosi la faccia con le mani. -
Smettila di pensarci.- si rimproverò da solo sottovoce.
Per
completare quella giornata ci mancava giusto un’erezione
nei pantaloni.
Lasciò
vagare lo sguardo per la stanza cercando di togliersi
dalla testa l'immagine di Zayn in boxer con quell'espressione
addormentata sul
viso che aveva di solito la mattina, se chiudeva gli occhi sapeva per
certo di
trovarlo raffigurato particolarmente bene.
Aveva
una mezza idea di chiamare Louis per un qualche aiuto
ma cambiò subito idea quando la conversazione del giorno
prima gli tornò alla
memoria.
-
Allora? Non racconti niente al tuo amico? Com'è andato il
tuo appuntamento con
Zaynie? -
-
Non
ti racconto niente proprio perché sei Louis,
so come sei fatto e non mi vado certo a
mettere nei casini da sol..-
-Dai
Liaaaaam! Racconti solo una cosa. Faccio il bravo, e quando ti vedo a
Gennaio
non dirò niente di questa conversazione. -
-
Sono
promesse che non mantieni mai, Lou. Ti conosco bene, la prossima volta
che ci
vediamo continuerai a fare battutine solo
su questa telefonata.-
-
Non
mi vuoi dire niente perché hai fatto una figuraccia dietro
l'altra?-
-
Smettila di ridere! E comunque, no, non ho fatto nessuna
figuraccia..forse ho
esagerato comprandogli una margherita..- aveva poi aggiunto sottovoce
sentendo
immediatamente le risatine dall'altro capo del telefono.
-
Una
margherita, come sei dolce Lili.- aveva colto subito l'occasione per
prenderlo
in giro l'altro.
-
La
prossima volta devi comprare un boquet di rose rosse e inginocchiarti
davanti a
lui e dirgli: Oh, Zaynie, luce dei miei occhi, non riesco a vivere un
solo
giorno senza pensare al tuo sorr..-
-
Ah ah
ah. Ancora non capisco perché sono tuo amico..-
-
Perché ti serviva qualcuno con cui dividere le spese
dell'affitto e la
compagnia del folletto.-
-
Grazie per ricordarmelo ogni volta.-
-
Figurati, gli amici servono a questo.- aveva ribattuto con lo stesso
tono
fintamente serio.
-
Devo
andare a cenare, non vorrei dare a mio padre un'altra scusa per
odiarmi. Ci
vediamo a Gennaio e ..-
-
Ricordati di invitarmi al tuo matrimonio! Prima o poi
riuscirò a vedere il tuo
Zaynie, per ora l'ho visto solo sulle foto del suo profilo che quasi
ogni
giorno tu..-
-
Ciao
Louis, ci vediamo dopo le vacanze.-
Liam
sospirò allontanandosi dalla porta ed avvicinandosi
allo specchio. Era completamente fradicio, la maglietta gli aderiva
completamente al petto e i pantaloni gli cadevano ancora di
più lungo i fianchi
per il peso della stoffa bagnata.
Studiò
attentamente il suo volto, i capelli da cui partivano
goccioline d'acqua che scorrevano lungo le sue guance rosse.
Inarcò
le sopracciglia quando vide un foglietto incastrato
nell'angolo dello specchio, si alzò in punta di piedi per
poterlo leggere
meglio e arrossì ancora di più.
Perché
Zayn teneva il pezzo della poesia di Neruda in quel
posto? Perché aveva ancora il primo foglietto che gli aveva
scritto? Perché non
l'aveva buttato?
Forse
Zayn ricambiava i suoi sentimenti? Ma come poteva
ricambiarli se non sapeva nemmeno l'identità di quella
persona che non lo
lasciava in pace da anni? Non sapeva nemmeno il suo nome, come poteva
provare
la stessa cosa che sentiva lui?
Un
leggero bussare alla porta lo trascinò fuori dai suoi
pensieri.
-
Liam? - il cuore iniziò a battergli più forte
quando sentì
la voce delicata di Zayn. Possibile che anche lui.. - Posso entrare?-
Annuì
e poi si avvicinò alla porta aprendola trovandosi
davanti il ventunenne che aveva sulle guance una leggera sfumatura
rossastra
che si confondeva con la sua carnagione.
-
Ehm.. Ti ho portato..questi..credo possano andare bene e
poi nel primo cassetto ci sono gli asciugamani. Usane pure quanti ne
vuoi
e..tieni.- Liam
prese i vestiti che
l'altro gli stava porgendo e non riuscì a ringraziarlo
perché era già scomparso
chiudendo la porta.
La
fissò per qualche minuto perplesso riportando poi
l'attenzione sui vestiti tra le sue mani, si sfilò la
maglietta e l'appoggiò
sul lavandino. Rabbrividì per il freddo e infilò
la maglia asciutta sorridendo
poi quando sentì il profumo particolare di menta e fumo,
tipico di Zayn.
Si
tolse anche i pantaloni della tuta ringraziando ogni
divinità esistente che gli avesse lasciato perlomeno dei
boxer accettabilmente
asciutti. Fissò indeciso i pantaloni neri, dovevano essere
di Zayn anche
quelli, e, visto che non poteva assolutamente scendere né
con indumenti bagnati
né con soli i boxer, li infilò ed
arrossì quando riuscì a cogliere di sfuggita
il suo riflesso nello specchio.
Era
nel
bagno di Zayn ed indossava i suoi vestiti.
Nemmeno
nei suoi sogni più particolari era arrivato a tanto,
tutt'al più si concludevano o iniziavano tutti con uno Zayn
Malik sotto di lui
nel materasso. Ed era così disperato che si stava eccitando
al solo pensiero.
Sapere che quella camera, su cui più volte aveva
fantasticato, era lì a pochi
passi lo rendeva inquieto e allo stesso tempo euforico.
Piegò
i vestiti bagnati e li appoggiò su uno sgabello,
uscì
dal bagno deciso a lasciarsi alle spalle tutti i problemi ma, mentre
scendeva
le scale, iniziò a soffermarsi sulle varie fotografie che
abbellivano il muro.
Uno Zayn piccolo con le sue sorelle, da quanto riusciva a ricordare ne
aveva
tre; Zayn con tutta la sua famiglia vicino ad un lago; Zayn con suo
padre; Zayn
con Harry, il suo stomaco si contorse ancora vedendo quei ricci e
quegli occhi
verdi.
Si
fermò di colpo sul penultimo gradino quando vide una
scrittura famigliare, si avvicinò di più
strabuzzando gli occhi quando
riconobbe l'ultimo biglietto che gli aveva inviato in una cornice con
il suo
rispettivo fiore.
Sorrise
anche se dentro di lui il panico stava tornando. E
se Zayn lo sapeva? E se aveva capito tutto?
Sentì
un colpo di tosse forzato e fece un piccolo saltello
sul gradino alle sue spalle. Zayn lo stava fissando, le guance rosse
proprio
come le sue.
-
Stavo guardando e ..- iniziò a spiegare Liam senza sapere
dove andare a parare. - ..originale l'idea di abbinare un fiore ad una
poesia.-
concluse poi desiderando solo di essere inghiottito da una voragine
quando Zayn
lo studiò con i suoi occhi chiari.
-
Non è proprio mia l'idea.- lo sentì dire dopo un
momento
durato un'eternità. - è una storia davvero lunga
questa..- vide quasi gli
ingranaggi nel suo cervello muoversi velocemente e poi
sembrò convincersi della
sua idea e aggiunse, distogliendo per un momento lo sguardo. - Se vuoi
ho messo
su del the..posso raccontarti tutto seduti ad un tavolo.-
Liam
annuì e lo seguì nella piccola cucina guardando
un'ultima volta quel quadretto che sembrava quasi una reliquia.
Zayn
sospirò allungando le gambe sul divano, coprendosi subito
dopo il viso con le mani. Aveva fatto la cazzata più grande
di tutta la sua
vita ed aveva fatto scappare Liam. Quando l’aveva
accompagnato alla porta aveva
visto nei suoi occhi marroni una strana sfumatura di terrore, quasi. Ed
aveva
capito che si era giocato tutte le sue carte raccontandogli di
quell’anonimo
che era riuscito a ridargli il sorriso.
Perché
diavolo aveva voluto raccontargli tutto? Perché non
aveva detto una semplice bugia?
Perché
quell’idiota di Harry gli aveva giurato che era Liam
l’anonimo, e ora Liam era uscito da casa sua in preda al
panico.
Perché
di sicuro Liam aveva visto il biglietto incastrato
nello specchio che ogni mattina lo aiutava a buttarsi nel caos di
Bradford con
un sorriso.
E
aveva visto il piccolo quadretto che aveva fatto con le
stelle di Betlemme e quella frase che gli era entrata nel cuore e
glielo faceva
battere più forte ogni volta che la rileggeva.
Si
era completamente fottuto con le sue mani, e per cosa?
Per dei semplici biglietti e fiori.
Spostò
le mani dal viso e ne portò una tra i capelli mentre
l’altra stava appoggiata sullo stomaco.
Liam
non avrebbe voluto vederlo mai più, sicuramente lo
credeva un pazzo. D’altronde quale persona sana di mente si
illuminava tutta
raccontando di un misterioso ammiratore che non voleva farsi trovare?
Sbuffò
e con la mano tastò il tavolino alla ricerca del
pacchetto di sigarette e dell’accendino, si
allungò per raccoglierlo da terra e
focalizzò la sua attenzione su una parte del tavolino in
vetro sotto cui aveva
posizionato i petali dei vari fiori. La rosa color lavanda spiccava al
centro
di quel collage quasi risaltando su tutti gli altri.
-
Che cosa mi hai fatto Liam?- mugugnò continuando a fissare
il fiore, la sigaretta tra le labbra e l’accendino tra le
dita che tremavano.
Angolo
Shine:
Buon
mercoledì :)
Che
dire di questo capitolo?
Liam
finalmente entra nella casa del lupo, Zayn gli racconta
tutto e Liam si fa prendere dal panico.
Non
aggiungo altro perché lo ziam mi sta seriamente incasinando
il cervello con tutti questi momento. E son sicura che prima o poi ci
scapperà
un bacio o una seconda Chicago. (Non sono pronta per una seconda Chicago.)
Ci
sentiamo sabato, grazie a tutti quanti.
Sia
a quelli che commentano con fantastiche recensioni sia a
quelli che leggono soltanto.