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Autore: EternalShame    12/06/2013    2 recensioni
Lestrade arriva al numero 221B di Baker Street, che novità. Solo che questa volta la sua attenzione non è volta verso Sherlock ma verso Watson, assente. Dopo un tira e molla Sherlock riesce a farsi dire dall'uomo cosa vuole dal suo John. Una sola frase, breve e concisa: «Il signor John Watson è un sospettato in caso d'omicidio.» Cosa accadrà? È vero? E soprattutto chi è stato ucciso? Entriamo nuovamente nella vite di Holmes e Watson e affrontiamo assieme un caso che li coinvolgerà molto da vicino.
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I


Capitolo I
Lo strano caso di Frederick Johnson.

Non tornare subito a casa. SH
Messaggio inviato - 10.23 11/06/2013

Non ne avevo intenzione. Perché? 
Messaggio inviato - 10.24 11/06/2013

Sherlock non rispose  subito e, mentre guardavo i secondi essere scanditi dal grosso orologio blu appeso alla parete di quell'anonimo locale nel centro città, cominciavo ad allarmarmi. Avevo un appuntamento con una bella donna - una paziente che era venuta nel mio studio per una tosse fastidiosa ed insistente - così ero sceso alla buon ora. Non volevo che pensasse che fossi un ritardatario, né che avessi un migliore amico più che psicopatico che amava passare il tempo analizzando parti umane nella nostra cucina: quella volta lui non avrebbe interferito con la mia vita sentimentale. Ah, quanto mi sbagliavo.
Quel dannato messaggio aveva avuto la capacità di mettermi sull'attenti. Uno spesso strato d'ansia aveva avviluppato le mie interiora e sembrava ben deciso a non volere lasciarle andare fino al momento in cui io non avessi parlato con Sherlock. Tante domande erano comparse nella mia testa, molte delle quali portavano a conclusioni tragiche. Il telefono vibrò.


Dove sei? SH
Messaggio inviato - 10.35 11/06/2013

In un caffè.
Messaggio inviato - 10.40 11/06/2013

Smettila di flirtare, sto arrivando. SH
Messaggio inviato - 10.41 11/06/2013


Dovetti dire ad Eliza - o si chiamava Margie? - che ci avcrebbe raggiunto un amico di lì a momenti per discutere di una cosa importante e che quindi, molto porbabilmente, me ne sarei dovuto andare con lui. Non la prese bene.
«A quanto pare io sarei inutile in presenza del tuo amico.» disse, alzandosi e prendendo la borsetta. «Credo sia meglio finire qui la cosa.»
«Ma.. no! È solo che lui è un po' invadente.. » tentai di spiegare, peggiorando inevitabilmente la situazione «Lavoro con lui e non abbiamo orari stabiliti, quindi è inevitabile ricevere chiamate ad ogni ora del giorno.»
«Ah è un medico?» domandò sedendosi di nuovo e guardandomi con aria civettuola «Lavora anche lui allo studio?»
«No lui è...» mi interruppi guardando la porta aprirsi e una figura alta dai capelli riccioluti entrare «..Sherlock Holmes.»
Non gli volli neanche domandare come aveva fatto a capire la mia esatta posizione, né per quale motivo le sue guance, solitamente bianche, erano leggermente più rosse del solito, volevo passare subito al dunque. 
Si avvicinò, guardò la donna che sedeva di fronte a me e, con una naturalezza che ormai non mi sconvolgeva più, disse: «John, per l'amor del cielo non è il tuo tipo!»
«Ma che maleducato!» rispose lei, alzandosi nuovamente «Come si permette?»
«Mi permetto perché lei è una delle più grandi approfittatrici che io abbia mai visto.» spiegò il mio amico volutamente ignorando la mia vergogna «I capelli sono tinti, al centro della testa ci sono orribili segni di ricrescita, perché non ha abbastanza soldi per curare completamente il suo aspetto fisico e si capisce dal fatto che le sue unghie sono laccate alla perfezione solo alla mano destra mentre l'altra mano è rascurata. Inoltre è mancina: la mano sinistra è sporca di pittura quindi direi che lei è una pittrice senza uccesso la cui aspirazione è fingere di amare uomini fessi come il qui prestente John solo per avere dei soldi in più sul conto. Vada via prima che scopra quali altri uomini ha preso in giro. »
Senza dire altro, la donna lasciò il locale quasi vuoto. 
Sherlock si sedette davanti a me e mi fissò con uno sguardo che non riuscii perfettamente a decifrare. Stava per parlare quando il cameriere, un uomo grassoccio ma molto simpatico, si avvicinò. 
«Il signore desidera qualcosa?» domandò, rivolto a Sherlock il quale gli sorrise scuotendo la testa.
Quando anche l'ultima fonte di distrazione si fu allontanta, dissi: «Non puoi fare così con ogni persona con cui esco!»
«Lestrade è venuto stamattina a casa» disse, ignorando ciò che avevo detto «Ti ha accusato d'omicidio.»
Trattenni il respiro. Omicidio? Chi era stato ucciso? In cuor mio speravo che tutta quella storia fosse uno scherzo, ma poi riflettei che lui era Sherlock Holmes ovvero l'uomo con meno senso dell'umorismo di questo pianeta.
Venni invaso da molte emozioni contrastanti. Rabbia in primis, non ero un assassino, sgomento, perché proprio io?, rassegnazione, dovevo andare alla polizia?, paura, il fatto che non ero in casa al momento dell'arrivo di Lestrade peggiorava la mia posizione: ero un ricercato?
«È stato assassinato un uomo, Frederick Johnson.» spiegò.
Il mio cuore cominciò a battere più velocemente, quel nome non mi diceva nulla. La memoria mi stava forse ingannando ma io non avevo mai conosciuto alcun Frederick, chi diamine mi aveva incastrato?
«Sherlock, ti giuro.. sono estraneo alla faccenda, andrò a parlare con la polizia io.. » dissi mettendomi le mani tra i capelli.
«Lestrade mi ha concesso del tempo.» affermò unendo i palmi delle mani come era solito fare quando pensava «Mi doveva un.. favore.»
«Devo parlare comunque con lui, se non lo facessi sarebbe peggio.»
«Lo so.» disse «Ci andremo insieme così io avrò modo di esaminare il caso.»
«Ti ha detto altro?» poi aggiunsi «In merito alla vittima..»
«Uomo, capelli brizzolati, neri. Occhi marrone chiaro.» continuò «È stato trovato tra domenica e lunedì poco lontano da Londra, in una casa abbandonata, ucciso da un solo colpo di pistola alla testa. Viveva a qualche chilometro da Baker Street e le indagini sono passate a Lestrade, ma nessuno lo ha mai visto o sentito nominare.»
«Nessuno?» domandai, incredulo. «Magari non aveva amici o....»
«Frederick Johnson non è il suo vero nome, la casa in cui viveva gli era stata affittata da una donna di nome Marlene che a quanto pare si era lasciata sedurre.» spiegò abbassando di poco la voce «Scottland Yard brancola prevedibilmente nel buio.»
«E io cosa c'entro?»
Non riuscivo a trovare alcun collegamento tra l'uomo assassinato e me, a parte che vivevamo quasi nella stessa zona della città. Che cosa voleva la polizia da me? Prima che potessi fare qualche domanda, il telefono di Sherlock suonò. Non rispose.
«Sherlock! Perché non hai risposto? Poteva essere Lestrade!» mi allarmai.
«Sono quasi sicuro che si tratta di Mycroft, vuole il mio aiuto per un qualcosa di estremamente inutile e poco interessante.»
Non aggiunsi altro. Un uomo che viveva sotto la falsa identità di Frederick Johnson a pochi chilometri dall'appartamento che condividevo con Sherlock, era stato trovato tra lunedì e domenica in una casetta abbandonata fuori Londra, ucciso con un solo colpo alla testa. Continuavo a non capire, ma quel caffè non mi sembrava il luogo adatto per parlare di una cosa così importante.
«Devo andare a Sco-» feci per dire, ma il mio amico mi fermò.
«Vorrei un taxi al numero 10 di Oxford Street il prima possibile, grazie.» 
Quindici minuti dopo eravamo nell'ufficio di Lestrade.


***

«Lei è sicuro che il piano funzionerà?»
«Dubiti forse di me, Edward?»
«Assolutamente no, signora!» disse il ragazzo chinando il capo «È solo che Holmes è... bravo.»
  «Non è solo bravo, razza di idiota! Lui è unico. » 
«Chiedo scusa, signora.»
«Eddie caro,» la voce risuonò più melliflua del necessario «ho bisogno che tu faccia una cosa.»
  «Mi dica, signora.»
  «Fai in modo che John Watson venga condannato all'ergastolo e sarai ricompensato.»
Il ragazzo annuì e uscì dalla stanza fredda.
L'ambiente asettico di quella casa lo disgustava. Che senso aveva avere così tanti soldi se poi vivevi quasi in isolamento forzato? A volte non capiva che cosa ci facesse alla mercé di quel demonio nascosto sotto le affabili e seducenti vesti di una signora. Poi si ricodò e, animato da una grande rabbia, pensò che l'unica cosa che avevano in comune era
l'odio per Sherlock Holmes.



Note dell'autrice: mi scuso se il prologo è corto o se ci sono errori di forma di vario genere! Ringrazio molto LaTuM per la recensione grazie alla quale ho potuto correggere lo sbaglio delle note. Spero che voi possiate apprezzare questo primo capitolo e confido nelle vostre opinioni! Accetto soprattutto quelle negative per migliorare sempre di più! Ora vi lascio con questa domanda:

Chi vuole far soffrire Sherlock Holmes?


      
  
  

  
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