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Autore: _Haynes    12/06/2013    2 recensioni
(Qui si parla di persone normali che finiscono catapultate su Hetalia, sì… ma cosa potrebbe succedere se si conta che la povera Elena, protagonista della storia, è timida fin nel midollo e non sa perché è finita in quel mondo?
Se poi contiamo anche che cascò dal cielo, in braccio a Feliciano, il suo arrivo di certo non può non farsi notare.
Difficile a dirsi, la ragazza nel corso della storia dovrà trovare un modo per ritornare alla sua dimensione spazio-temporale, ma intanto… conosciamo il mondo, no?
______________
Indovinato, la protagonista sono io e sì, sono un’inguaribile timida =w=.)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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II - Sono Venezia

 

Bene, potevamo facilmente gridare al grande miracolo a cui avevamo appena assistito. Insomma, nella mente di Elena si erano già palesati i futuri più peggiori che l’uomo più pessimista avrebbe mai potuto avere già da quando gli avevano chiesto che cosa rappresentava, era incredibile il suo essere riuscita ad ammettere di non essere una nazione.

Peccato che... avesse proprio detto di non essere uno stato, ma in Hetalia non c’erano solo loro, no? Vi erano capitali, regioni, città... e chissà che altro!

Insomma, avrebbe potuto rispondere con un “sono una semplice Italiana, ma Feliciano non mi rappresenta per nulla. Lovino lo fa solo quando sono arrabbiata.”, almeno avrebbe tolto ogni minimo dubbio su chi fosse. Invece no, doveva per forza rendere il tutto vago, in modo tale che avrebbe avuto più possibilità di sotterrarsi per la vergogna poco dopo.

« Non sei una nazione, cosa rappresenti di preciso? RISPONDI »

Fu Germania a parlare, con tono freddo e distaccando, pur urlando. Seriamente, come poteva tenere quel tono urlando? Che cavolo, Elena sapeva che i crucchi erano di quel tipo lì, ma non aveva certo considerato che fossero ben peggiori di quanto avesse pensato fino a quel momento.

L’italiana sobbalzò, sgranando gli occhi, mentre un solo pensiero le appariva nella mente, unico e solitario. “Per te il ruolo di poliziotto è sconsigliato.”

Ora, però, doveva trovare un modo per dirgli che era semplicemente un’umana, possibilmente senza venire aggredita. In quel caso non poteva certo affermare di sentirsi al sicuro, anche perché non era stata l’unica a sobbalzare al sentire il tedesco, Feliciano aveva deciso bellamente di seguirla. Con l’aggiunta che stava tremando quanto una foglia.

« Italia, tu lo sai? »

Bene, ora eravamo veramente nei guai. Insomma, cosa stava passando nella mente del suo rappresentante in quel preciso istante? Sicuramente era spaventato, molto probabilmente da un possibile attacco da parte dell’alleato, ma cosa avrebbe risposto?

In tutta risposta, la nazione si avvicinò alla quindicenne (Ha avuto tutto il tempo di compiere gli anni da un aggiornamento all’altro.), abbassandosi alla sua altezza per parlargli all’orecchio, mentre Ludwig sbuffava sonoramente.

« Chi sei, veh~? »

Ok, forse avrebbe dovuto sparare a caso. Il secondo nome di Feliciano era “Veneziano”, Elena avrebbe potuto dire che rappresentava proprio Venezia. Pensò subito al fatto che probabilmente lui sarebbe stato felice d’incontrare proprio quella città. Sarebbe stato, per lui, come incontrare una sorella perduta... forse.

Strinse la mano a pugno, mentre si preparava, nonostante i pensieri, a dire la verità. Tuttavia, non si sentiva pronta per mentire così, a quel modo, in più l’Italiano del Nord sicuramente conosceva la città. L’avrebbe smascherata subito.

Rispose a bassa voce, quindi, consapevole che almeno l’Italiano non l’avrebbe divorata, a differenza di un certo tedesco.

« N-non rappresento nulla »

Fu la reazione successiva a spaventarla a morte, non se l’immaginava. Aveva pensato alla possibilità in cui il Nord Italia avrebbe riferito a quel tedesco (con sicuramente pochi amici) che era una semplice umana -con tanto di trucidamento da parte di lui per avergli fatto perdere tempo-, ma non al fatto che lui... la coprisse? O forse... che ne so, fatto sta che sembrava avergli letto nella mente.

« Lei è Venezia »

Rispose allegro, mentre lasciava “Venezia” leggermente sbigottita. Cosa che durò poco, dato che infine si ritrovò ad accennare un sorriso, le guance ancora leggermente rosse. Annuii all’affermazione di Feli, sperando con tutta se stessa che ora Ludwig avrebbe smesso di essere così... così.

« Dovrò allenare anche te, quindi »

Rispose, dando l’impressione che la prospettiva gli stesse decisamente stretta e che come cosa fosse profondamente difficile da accettare. S’immaginava una seconda Italia? Ah, probabile.

I due italiani lo fissarono, quasi increduli del tono più gentile usato, per poi paralizzarsi quando si resero conto del possibile continuo -urlato- di quelle parole.

« COSA CI FATE ANCORA QUI?! A LAVORO, GLI ALLEATI NON SI SCONFIGGERANNO DA SOLI. »

« C’è alta probabilità » Commentò Elena a bassa voce, conoscendo gli alleati sarrebbe veramente possibile, mentre poco dopo seguì il commento di Feliciano, a tono ben più alto “Dobbiamo aspettare Giappone”

... Già, Giappone ancora non c’era. Chissà se, anche lui, era differente da come si presentava nell’anime/manga.

« E preferisco andare a donne, veh~ »

« ... Io voglio leggere »

« Smettete di lamentarvi e allenatevi, soldati! »

... peccato che lei fosse decisamente peggio.

  
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