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Autore: _Kiiko Kyah    12/06/2013    14 recensioni
{ storia ad oc | vagamente ispirata alla serie “One Piece” | iscrizioni chiuse }
♦ AU | Giallo/Arancione | Avventura, un po’ di violenza, Mistero | Het, Shonen-ai ♦
Lo so, sono pazza e una stupida per cominciarne un’altra, ma c’è un motivo e ve lo spiego dentro.
| Al che lei alzava le spalle e tratteneva il barlume di malinconia che era solito apparire nei suoi occhi, poi prendeva fiato e replicava con ostentata serenità che il suo papà era sotto -all’incirca- tre metri cubi di terra, in quanto era stato impiccato, condannato a morte solo perché era un pirata la cui taglia equivaleva a circa un qualche milione di danari.
[...]
Midway Village era sempre stata una cittadina allegra e piena di vita. Appunto, era stata.
[...]
Ormai tutti avevano perso speranza nella Marina Militare, perché quelli non erano affatto gli eroi che lasciavano intendere di essere.
|
Entrate se volete, ho tanta voglia di lavorare.
Quindi ci si becca dentro, magari ♥
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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E’ una questione di punti di vista ♦
se essere un pirata sia buono o meno.



Nana viveva nella piccola cittadina di Longue Town, ospitata in una stanza di una locanda dell’anziana e gentile padrona del locale, che le procurava anche il vitto, a meno che non fosse presa da uno dei suoi frequenti attacchi di acidità, il che costringeva Nana a procurarsi il cibo da sola. E dato che non vedeva mai il becco di un quattrino, si poteva ben dire che viveva di piccoli furti, sì, ai danni dei vari mercanti. Era sfuggita più volte alla Marina Militare -che si occupava della giustizia, o almeno in teoria faceva giustizia- lei che un delinquente professionista, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.
Aveva due grande occhi azzurri, e una lunga chioma corvina sempre raccolta in due code di cavallo ai lati della testa. La sua carnagione nivea creava contrasto con questi suoi tratti e i suoi lineamenti infantili si accostavano alle sue labbra rosate. Sì, lei era la tipica “bocca di rosa”, come si diceva. Però non aveva nessuno che glielo dicesse... perché? Perché lei era sempre sola, non aveva nessuno accanto.
Ciò nonostante stare sola non era così male come tutti pensavano. E poi, anche se non fosse stato così, lei non poteva farci niente. Lei era sola perché nessuno le si avvicinava. Cioè, qualcuno ci provava, ma presto o tardi si arrivava a quelle fatidiche domande...

A chi le chiedeva «Dov’è la tua mamma?» lei sbatteva le palpebre e stringeva appena le labbra, per poi affermare con semplice e glaciale tranquillità che la sua mamma si trovava in prigione probabilmente, sempre che non fosse evasa nel frattempo. Ignorando l’espressione scioccata del proprio interlocutore, la corvina attendeva la seguente e prevedibile domanda.
«E tuo papà? Dov’è il tuo papà?» domandavano incerti tutti quanti. Al che lei alzava le spalle e tratteneva il barlume di malinconia che era solito apparire nei suoi occhi, poi prendeva fiato e replicava con ostentata serenità che il suo papà era sotto -all’incirca- tre metri cubi di terra, in quanto era stato impiccato, condannato a morte solo perché era un pirata la cui taglia equivaleva a circa un qualche milione di danari. Non si stupiva più ormai delle occhiate degli altri, più terrorizzate dalla sua reazione tranquilla che dall’atrocità che aveva appena raccontato.
Poi, c’era anche una terza domanda, sempre conseguente alle prime due. «Ma non hai fratelli, sorelle, qualcuno che possa prendersi cura di te?» questo le chiedevano. E qui, lei sorrideva e declamava quasi con orgoglio che suo fratello maggiore era in viaggio, da qualche parte in mezzo allo sconfinato oceano, alla ricerca della realizzazione di un grande sogno, diventare un coraggioso pirata proprio come il loro papà; per questo si era imbarcato qualche settimana prima dell’arresto della mamma, e adesso era da qualche parte su una nave pirata a fare da mozzo, o forse era già stato promosso a pirata vero.
Le sue risposte lasciavano sempre basiti tutti, per la tranquillità con cui erano poste certo, tuttavia a preoccupare tutti quanti non era solo quello, bensì il fatto che a pronunciarle era una bambina di appena otto anni. Una bambina, come poteva vedere tutto questo con tanta serenità? Chiunque altro in quella cittadina si sarebbe corroso dalla disperazione ad avere una famiglia di delinquenti, nessun bambino poteva vivere in quella condizione! Ma il suo modo di prendere tutto con tranquillità le aveva procurato un soprannome non molto divertente. La Schizzata di Longue Town, ecco come la chiamavano tutti.
Un po’ le dispiaceva, sì, però... però, stare sola non era così male come tutti pensavano.


Nove anni dopo
-Longue Town, ore 15:20-


Stare sola non era poi così male, non lo era, non lo era.
Seduta su un muretto, all’ombra di un albero, praticamente ai limiti di Longue Town, mangiando con lentezza una mela, l’ormai diciassettenne Nana scrutava con rabbia la ghiaia del terreno davanti a lei, e tentava di ripetersi quella sua specie di motto in tutti i modi possibili, senza però alcun risultato. Le avevano detto che alla fine, ripetersi qualcosa in continuazione anche per anni aiutava a convincersene. Balle fritte.
Stare sola era uno schifo, e più cresceva, più la corvina si rendeva conto che era stata una stupida, da piccola, a pensare di poter star completamente sola. Per di più, ora che era stata anche sfrattata dal figlio di quella donna che, per quanto acida, l’aveva ospitata per anni prima di andare in pensione, cosa avrebbe dovuto fare?



Un ragazzo dalla lunga chioma turchese raccolta in una coda alta, cosa che comunque non impediva ad un’ampia ciocca di coprire l’occhio sinistro, correva per le strade di Longue Town, un po’ affaticato per il lungo tratto già percorso. Senza neanche permettere ai suoi grandi occhi del colore del thè di mettere a fuoco il mondo intorno a sé, correva verso la sua destinazione, seguito a ruota da un altro ragazzo. Quest’ultimo aveva capelli castani e una larga fascia arancione intorno alla testa; aveva una carnagione abbastanza abbronzata e due grandissimi occhi perfettamente rotondi occhi del colore del caffè. Al contrario del suo amico dalla chioma azzurra, non stava reggendo affatto bene la fatica, anzi aveva un terribile fiatone, nonché una smorfia pressappoco esausta dipinta sulle labbra.
«Ichi...anfroutaaaaa~!» chiamò d’un tratto fa un ansimo e l’altro.
L’altro sembrò non badare al tono stanco, e non smise di correre. «Cosa c’è?»
«Sono...puff... stanco... che ne dici di... anf... una pausa?» propose speranzoso quell’altro.
Ichirouta fermò di botto la sua corse impuntando i piedi sul terreno, provocando molta polvere, e facendo inoltre perdere l’equilibrio al suo migliore amico, al quale riservò anche un’occhiataccia più che severa.
«Mi prendi in giro?!» sbottò contrariato «Non abbiamo tempo da perdere! Se non facciamo questa consegna in fretta, finiremo nei guai! Quindi niente storie!» detto questo, il turchese riprese a correre più svelto di prima, ignorando palesemente il verso interdetto di disapprovazione di Endou.


-Midway Village, ore 18:50-

Midway Village era sempre stata una cittadina allegra e piena di vita. Appunto, era stata. Dopo essere stata invasa da una forte e numerosa ciurma di pirati che stanziava lì ormai da cinque anni, quel solitamente felice paese era andato sotto l’incontrastato controllo dello spietato capitano di quei pirati sanguinari. Chi sgarrava sulla ormai obbligatoria tassa, veniva fatto fuori senza fanti complimenti. Essere liberi era fuori discussione.
L’unica salvezza era prendere il mare, ma non molti ci erano riusciti. Qualcuno sì, qualcuno no; non tutti coloro che ce l’avevano fatta erano poi tornati, per un motivo valido o per semplice fifa, con qualche rappresentante della Marina Militare per aiutare la città, e chi l’aveva fatto era rimasto deluso. Solitamente la Marina non sprecava uomini per lavori considerati “minori” come quello, e aveva mandato solo una nave, che fra l’altro era anche stata affondata. Ormai tutti avevano perso speranza nella Marina Militare, perché quelli non erano affatto gli eroi che lasciavano intendere di essere.

«E se chiedessimo aiuto a qualcun altro?»
Hiromu alzò gli occhi sul suo amico dall’eccentrica chioma rosa salmone che somigliava tanto ad una medusa gigante, e dalla carnagione abbronzata, sdraiato -o era meglio dire appeso- sull’amaca di iuta grigia di polvere.
«Che cosa intendi, Tsunami?» domandò arricciando le labbra nivee in una smorfia e sistemandosi una ciocca ribelle dei suoi alquanto bizzarri capelli color cacao con un gesto frivolo e svolazzante delle dita affusolate e femminee.
L’altro alzò le spalle «La Marina a noi non si interessa,» espose quell’altro «allora chiediamo aiuto a qualcuno che non sia la Marina.» ripeté abbassando gli occhi per puntarli in quelli blu del suo amico.
Il moro prese in considerazione quell’idea, la studiò attentamente nella sua mente; sbatté più volte le palpebre, battendo con i talloni scalzi sul legno del pavimento, per poi appoggiarsi con la schiena al muro dietro di lui.
«E a chi, di grazia?» si guardò le unghie mangiucchiate ed ebbe un conato. Erano orribili, ma quando si ha fame si mangia di tutto. Per non morire, aveva dovuto limitare al più che massimo le spese del vitto, e quindi ad un certo punto...
«A qualche nave di passaggio, magari.» propose, palesemente privo di idee.
«Come se qualche nave di passaggio fosse più preparato della Marina. Ma sei scemo?» fu il realistico commento di colui che solitamente era Mister-Testa-Fra-Le-Nuvole.
A dire il vero, un’idea pazza e assolutamente irrealizzabile l’aveva avuta anche lui, su chi fosse adatto ad aiutarli. Un’idea che forse, probabilmente, avrebbe comportato guai e conseguenze assurdi e difficili, ma... mai come stare sotto il controllo di quei maledetti...
«...Pirati.»
«Come?» si raddrizzò Tsunami, sperando di aver capito male quello che Miura voleva dire.
Questi si morse il labbro inferiore. «Se chiedessimo aiuto ad altri pirati?»
Il rosa si paralizzò per qualche secondo, e poi...
Poi scoppiò in una fragorosa risata, difficile dire se divertita o nervosa.
«Sì, certo, come no, altri pirati!» bofonchiò fra una risata e l’altra «Riesci a far battute anche in momenti come questi, sei incredibile!»
Miura fece una risatina poco convinta; ma in verità lo sapevano entrambi che non stava affatto scherzando e che, con tutta probabilità, non avrebbero potuto fare altrimenti.



Note
Ciao, come state?
Allora, so che ho altre fic in corso e soprattutto so che ho un’altra fic ad OC in corso, lo so e lo so. So già che mi darete della pazza (?) e probabilmente avrete ragione, però...
Ho i miei motivi, diciamo. Prima di tutto quest’idea mi è saltata in testa e sapete com’è l’ispirazione, sono stanca di reprimere le idee perché l’ho fatto per tantissimo tempo. Comunque, il vero motivo è che l’altra mia fic ad OC sta diventando un po’ un piccolo problema -nonostante  il preziosissimo aiuto di Raven, il che mi spiace da morire, cara sappi che comunque sia io ti adoro e ti ringrazio di cuore♥-; diciamo che qualche idea per risollevarla ce l’ho, ma comunque sono ancora insicura e confusa a riguardo e sto attraversando un periodaccio, per cui diciamo che gradirei essere, se non capita, quantomeno non biasimata.
Poi, poi, poi. Passiamo ad argomenti più felici.
La fic è ispirata a One Piece perché One Piece è uno degli anime più perfetti che esistano sulla faccia di questo pianeta, e quindi io lo amo... :)

Per gli OC. Prima di tutto, vorrei che me li mandaste per mp, perché altrimenti la pagina delle recensioni diventa deforme e difficile da gestire e a me le cose deformi e difficili da gestire non piacciono. Comunque prima avvertitemi tramite recensione, e non accetterò OC che non sono stati preannunciati tramite recensione, per questione di principio. Poi, vorrei che compilaste questo modulo:

Nome:
Cognome:
Età (tra i 16 e i 20 anni):
Aspetto fisico:
Carattere (non voglio persone perfette, qualche difetto ce l’hanno tutti):
Storia/passato:
Tic/fobie:
Segni particolari e abilità particolari:
Poteri speciali (facoltativo) (la fic è ispirata a One Piece, nel quale ci sono molti personaggi con poteri speciali, quindi mi pareva carino inserirne anche qui, ma niente di esagerato):
Armi:
Da che parte sta? (se è un pirata o uno della Marina):
Cotta/Fidanzato/a (accetto sia di IE che di IE Go) (Gouenji Shuuya è occupato, e se la cosa vi stupisce allora non mi conoscete):
Rapporto con il personaggio con cui fa coppia:
Ferita più grave che può conseguire:
Eventuale immagine:

Bene, ho detto tutto.
Un bacione ♦! 
  
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