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Autore: NewYorker91    13/06/2013    0 recensioni
Salve a tutti!!!! Questa è la mia prima FF e spero tanto che vi piaccia. Mi raccomando, recensite in tanti, anche per dirmi cosa vi piace e cosa no. Sto cercando di migliorare il mio modo di scrittura quindi perché non esercitarmi con queste storie? Grazieeeee
Draco vuole cambiare la reputazione della sua famiglia e quando gli si presenterà l'occasione la coglierà al volo. Anche se questo significa andare contro tutti i suoi ideali.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L'estate stava giungendo al termine e la città non era mai stata così bella. Londra, nelle ultime settimane di Agosto era semplicemente magica. Per i suoi prati sempre verdi e ben curati, per i suoi turisti e per le sue vie sempre illuminate. Ma era magica anche di notte, quando viaggiavano solo i suoi autobus rossi e ogni tanto un taxi con dentro ragazzi appena usciti da un locale. Ma c'era qualcuno, in quella stessa città, che quella notte non riusciva a chiudere occhio.

Una ragazza, sdraiata sul suo letto in una camera di una casa al numero 32 di Westmister Church Street, era intenta ad ammirare il soffitto. Era tardi, molto tardi, e lei, a quell'ora di notte, non riusciva a dormire tanto era eccitata per il suo nuovo anno scolastico. Una ragazza brillante, dai lunghi capelli castani e ribelli, occhi color cioccolato con alcune striature dorate al suo interno. Ashley Coobamin era famosa per i suoi occhi. La rendevano molto bella e sicura. Una sicurezza che aveva acquistato con l'età e dopo aver sofferto anni di bullismo quando andava alle scuole medie. Adesso aveva 18 anni, era una delle ragazze più belle della sua scuola, era la capitano della squadra di cheerleaders ed era al suo ultimo anno di scuola. Era molto eccitata per questo. Voleva finirla al più presto e intraprendere quella vita degli adulti che tanto adulava e che tanto aspirava. Sognava l'indipendenza, la libertà e la lontananza da quei posti che lei chiamava casa.

Ogni notte, pensava a tutto questo e a quanti sacrifici aveva fatto perché ciò accadesse. Ogni notte si addormentava sperando che la sua vita, da li alla fine delle lezioni sarebbe cambiata totalmente. E ogni mattina si alzava capendo che ancora mancavano 300 giorni.

DRINNNNN! La sveglia a forma di sirena, puntuale come ogni mattina, suonò alle 7,00 e come ogni mattina sua mamma entrava in camera spronandola ad alzarsi.

"Ashley! Alzati o farai tardi il primo giorno di scuola!"  aveva urlato la madre spostando la tenda della finestra per far entrare i raggi di un timido sole nella camera.

"Mamma! E' presto, fammi dormire" rispose la ragazza ancora mezza addormentata. Aveva fatto tardi la sera precedente per godersi l'ultima sera dell'estate in compagnia delle amiche ripetendo più volte a se stessa che la mattina dopo c'era scuola e che doveva rientrare presto. Ma la parola presto alle sue amiche non era conosciuta nel loro vocabolario, così si ritrovò ad entrare in casa sua come una ladra alle tre di notte.

"Presto! Ti ricordo che stamattina non ti posso accompagnare. Quindi a meno che tu non voglia veramente fare tardi e prenderti una bella punizione già il primo giorno, devi alzarti e prendere la metropolitana e tu sai quant'è affollata di primo mattino, - Sua madre non aveva torto. La metro di Londra di mattina era gremita di persone. Chi andava a lavoro, chi a scuola o chi a fare un semplice giro- E non ti azzardare a prendere un taxi. É l'ora che tu cresca e ti organizzi"

"Uffa! Va bene, va bene. Mi alzo, sei contenta? E comunque, se proprio lo vuoi sapere io mi so organizzare benissimo. Per il crescere non ti rispondo nemmeno" rispose la ragazza appena aperti tutti e due gli occhi. Si alzò dal letto e corse verso il bagno per una doccia veloce. Era la sua routine mattutina: doccia, vestiti, make up e colazione.

"Tu ti sai organizzare? Sai quanti soldi spendi nel taxi? Una semplice corsa e ti fai l'abbonamento mensile dell'autobus. Ashley i soldi non crescono sugli alberi!" disse esasperata sua madre. Oramai non sapeva più che pesci prendere con lei. Era ribelle, cocciuta, testarda e aveva la lingua troppo lunga quando si trattava dei loro battibecchi. Si rincuorava solo quando lei era fuori. Allora li la storia cambiava.

"Mamma io faccio girare l'economia! Siamo in crisi, anche la regina lo ha detto, quindi perchè non farla girare da noi che si può?"

La madre cercò qualcosa per controbattere ma poi infine ci rinunciò. Era inutile con lei, lo sarebbe sempre stato. Decise di non pensarci più e di finire di prepararsi anche lei perchè era in ritardo al lavoro.

"Senti io sono in ritardo. La cena è nel frigo quando ritorni a casa, e mi raccomando..."

"Sii??" le rispose Ashley guardandola con gli occhi da falsa innocente di cui si avvaleva ogni volta che diceva le parole mi raccomando.

"Niente, tanto è inutile con te. Se non hai imparato a 18 anni allora non impari più" così corse a darle un bacio materno sulla fronte e scappò dalla porta sbattendola.

Ashley rimase così, ferma nel soggiorno, che fissava quella porta con occhi straniti e dopo un minuto scarso si preparò anche lei per andare a scuola.

Era il suo primo giorno e niente e nessuno glielo avrebbe rovinato.

 

Dall'altra parte dell'Inghilterra, degli studenti si apprestavano ad incominciare la loro seconda settimana di lezione, apprestandosi ad andare nelle rispettive aule.

Il castello, nonostante fosse stato ricostruito, portava ancora qualche crepatura per la guerra finita appena quattro mesi prima. Non sapeva perchè, ma li si sentiva a casa. E se voleva evitare qualcuno ci riusciva benissimo, ma a quanto pare quella era la sua giornata sfortunata.

"Ehi Draco! Aspetta!" gli urlò un ragazzo dietro di lui.

Draco si girò e rimase stupito nel vedere il salvatore del mondo magico, Harry Potter, che lo chiamava per nome come se fosse tutto risolto tra di loro

"Perchè corrì, Potter?" il cognome gli uscì quasi ad insulto, ancora non abituato alla loro tregua e dalle troppe confidenze che si stava prendendo quel ragazzo

"Perchè, "Malfoy", devo sapere se hai deciso!"

"Deciso per cosa scusa?", Draco stava davvero perdendo la pazienza.

"Come cosa? Sei un prefetto, anche se ancora non capisco come ti ci hanno potuto far diventare, e devo sapere quanti ragazzi ospiterai nella tua casa!"

Ragazzi? Ah sì! Draco si battè la testa da solo quando si ricordò di cosa parlava il suo nemico numero uno. Ricordò vagamente la preside McGranitt che durante la prima sera disse agli studenti che quest'anno la scuola avrebbe ospitato dei ragazzi provenienti da Londra.

“Buonasera ragazzi. Benvenuti ai nuovi studenti e bentornati a quelli vecchi. Non farò un discorso di inizio anno come è sempre stato fatto negli anni precedenti. Molte cose sono successe dentro queste mura e per molti di voi sarà difficile ricominciare. La guerra ci ha coinvolto personalmente e, anche se abbiamo perse molte persone a noi care, un fatto straordinario vorrei sottolineare. In quelle ore noi non eravamo case divise, non c'erano Grifondoro e Serpeverde che si bacchettavano tra di loro, né competizioni e né duelli. No, eravamo una scuola unita contro il male. Uniti siamo andati in battaglia e uniti ne siamo usciti. Vincendo. - La preside si fermò due secondi per riprendere fiato e ricacciare indietro le lacrime che stavano per uscirle – Quest'anno allora vi chiedo, tutti noi professori vi chiediamo di farle lo stesso, perchè molti cambiamenti sono giunti ad Hogwarts. Sono lieta di annunciarvi che quest'anno, la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts ospiterà per l'intero anno scolastico venticinque studenti babbani della scuola superiore Green Holand di Londra. E che ogni casa dovrà ospitare i ragazzi e costruire con loro un rapporto di amicizia e di fiducia. La magia è stata per troppo tempo lontana dal mondo reale, è ora che vi ritorni. Il primo ministro Kingsley ha deciso di “sperimentare” questa unione, sperando che tutto vada per il meglio da ogni casa qui a me presente. Senza esclusioni!”

Se lo ricordò per intero il discorso. La scuola stava per orpitare dei babbani. Una cosa per lui mai vista e ci teneva nel tener un po' di quel contegno che ad un Malfoy addiceva.

"Allora? Hai deciso o no? La preside lo vuole sapere!". Potter stava insistento. Quanto poteva essere antipatico quel ragazzo alle volte.

"Si va bene, come vuoi basta che la fai finita e te ne vai che la tua vista penso di averla tollerata abbastanza. Ne metteremo sei in tre case e sette in una. Sei contento adesso?" sperando che adesso te ne vai.

"Perfetto. Che ci voleva a prendere una decisione?"

Già. Che ci voleva? Non era lui che era stato cresciuto con il ribrezzo dei babbani. Non era lui che aveva una casa intera di serpi pronti anche ad cruciare qualsiasi babbano si fosse presentato nella loro sala comune.

Si diresse allora a passo svelto nel suo dormitorio, sperando che nessuno le volesse rompere ancora le scatole e sbattendo la porta dietro di se. Quel giorno aveva la mattina libera, così si mise a letto e dopo nemmeno mezz'ora cadde in un sonno tormentoso.

Quando si svegliò aveva la testa che gli scoppiava e quando si accorse che oramai era tardi per il pranzo si avviò nella sala di pozioni, la sua materia preferita.

Era nei corridoi e sentiva tutti parlare di questi nuovi ragazzi. Ma che avranno poi di tanto particolare questi babbani? E poi mischiarsi in mezzo a Noi, stare con noi un anno. É una cosa inaudita, pensò quando entrò nell'aula.

 

Due piani sopra l'aula di pozioni, in una stanza molto animata dai diversi quadri dei precedenti presidi, la preside McGranitt stava discutendo animatamente con il ritratto di un uomo: Severus Piton.

"Sei sicura di quello che fai Minerva? Insomma... non mi sembra una buona idea su nessun versante!" disse il quadro.

"Severus, io credo che lei abbia il diritto di sapere. Mi sono informata. Ha diciotto anni, e per la legge lei ha tutto il diritto di sapere chi è!" disse esausta la donna.

" Per la legge babbana, non magica. Stai giocando con il fuoco Minerva"

"Legge babbana, legge magica... Mi spieghi dov'è la differenza? É una ragazza e ha il diritto di sapere. Se conoscerla significa anche ingannare quegli sciocchi babbani, allora lo farò. Ma io giuro su me stessa che ti farò conoscere tua figlia!" l'ultima frase l'aveva quasi urlata. Era stanca. Ogni sera loro due facevano lo stesso discorso e lei non ne poteva più. 

"Non accetto la tua idea, ma come vedi sono bloccato qui e non potrò fare molto. Una situazione su cui vorrai ragionare ancora, spero."

"No! Oramai è deciso. Comunque anche se volessi non potrei cambiare nulla oramai. Gli studenti arriveranno tra una settimana e tra di loro ci sarà anche lei"

"Va bene. Aspettiamo e vedre...."

"Ti assomiglia" disse la preside lasciandolo a bocca aperta, stupito della considerazione che aveva fatto la donna.

"Davvero?". Severus non riuscì a dire altro. Non aveva più parole e una speranza, anche se poi ricacciata via a dovere per non farsi vedere debole gli fece brillare per un attimo gli occhi.

"Si Severus. Tu non sai quanto".

  
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