Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: NewYorker91    14/06/2013    1 recensioni
Salve a tutti!!!! Questa è la mia prima FF e spero tanto che vi piaccia. Mi raccomando, recensite in tanti, anche per dirmi cosa vi piace e cosa no. Sto cercando di migliorare il mio modo di scrittura quindi perché non esercitarmi con queste storie? Grazieeeee
Draco vuole cambiare la reputazione della sua famiglia e quando gli si presenterà l'occasione la coglierà al volo. Anche se questo significa andare contro tutti i suoi ideali.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Chissà come saranno le ragazze!” disse un ragazzo dalla carnagione scura ai ragazzi seduti vicino a lui al suo tavolo.

“Stai scherzando vero? Blaise... tu non puoi nemmeno pensare a mischiarti con una di loro!” questo doveva essere impazzito. Il suo caro amico Blaise Zabini che pensava a delle sciocche babbane!

“Draco non penso di... mischiarmi con loro come dici tu. Penso solo a come saranno, tutto qui!”

Draco non ne fu convinto e decise di non rispondergli. Blaise Zabini era l'unico di cui si fidava nella sua casa, era suo amico e non poteva permettersi di dire certe cose.

“Comunque, se ti può rasserenare, ospiteremo solo i ragazzi. Tanto non hai detto nessuna preferenza a Potter giusto?” disse Zabini notando che il ragazzo biondo non lo degnava nemmeno di uno sguardo.

“Ed è quello che faremo. Almeno spero... Sarà quella megera della preside a decidere chi andrà nelle case”

“Ragazzi ma io ho fame. Perché non ci fanno mangiare?”

Salazar... Adesso anche la Parkinson ci si metteva. Quanto è odiosa.

“Perché, mia cara, stiamo aspettando i – cavolo, non riesco nemmeno a dirlo – babbani”

“Ah già... ma quando arrivano?” la moretta stava diventando impaziente quando ad un tratto il portone principale si aprì e Gazza corse verso i professori, con la sua gatta al suol fianco.

“A quanto pare sono già qui!”. Draco era curioso, lo ammise. Curioso di sapere come si sarebbero comportati, curioso di sapere cosa avrebbero fatto un intero anno con loro, che nel loro mondo non c'entravano nulla.

La preside, quando finì di parlare con il custode, si diresse al leggio e parlò ai suoi studenti.

“Ragazzi, gli studenti sono arrivati. Mi raccomando, e mi riferisco soprattutto a voi Serpeverde, di essere cortesi e, che Merlino ce la mandi buona, di avere una convivenza più che gioviale”

“Quella è matta, secondo me. Una convivenza gioviale? Con dei babbani?” disse Blaise, ma le sue parole caddero nel vuoto quando incominciarono ad entrare gli studenti, per loro stranieri. Erano strani. Appena entrarono nella Sala Grande la prima cosa che fecero tutti quanti fu quella di alzare gli occhi al soffitto, tutti presi dal cielo stellato senza nuvole. Alcune ragazzi incominciarono anche ad indicarlo, incuranti dei numerosi sguardi che si stavano stagliando su di loro. Si accorsero degli studenti di Hogwarts solo quando arrivarono davanti alla Preside. Quelli più indietro si misero a sghignazzare indicando il grosso cappello che la donna indossava.

“Benvenuti, ragazzi, alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ora so che siete stanchi, che vorrete anche voi mangiare e poi riposare, ma.... aspettate un secondo” la preside si fermò di scatto, e incominciò a contare i ragazzi.

“Diciassette, diciottto, diciannove, venti.... Pensavo che in tutto sareste stati venticinque!”

Bene, così almeno noi possiamo scrollarci di dosso questo enorme peso, pensò Draco.

“Mmm, mi scusi signora... signora?” una donna bassa con riccioli bianchi fece un passo avanti tra i ragazzi.

“Preside McGranitt. Lei deve essere la professoressa Colinar vero?” chiese la preside.

“Si... Allora Preside Mcgranitt, cinque di loro arriveranno domani sera. Non sono potuti venire con noi perché avevano una competizione importante. Mi scuso per l'inconveniente, so che dovevo comunicarlo ma.. ecco... non sapevo come fare!”

“Oh non si preoccupi. Vorrà dire che in una casa staranno più larghi stanotte! Allora ragazzi – disse rivolgendosi ai suoi studenti di magia – questi sono gli studenti che staranno con noi per l'intero anno scolastico. Come avete sentito sicuramente, cinque di loro arriveranno domani sera.”

“Se siamo fortunati possiamo goderci almeno questa sera” disse Blaise rivolgendosi a Draco.

Ma Draco non lo ascoltava. Era intento a guardare i babbani. C'erano alcune ragazze, non proprio carine anche se doveva ammettere che si vestivano bene. E poi dodici ragazzi. Alcuni di loro erano ben piazzati fisicamente, altri invece assomigliavano molto a dei pesci lessi.

I ragazzi furono divisi. Due di loro finirono al loro tavolo. Un ragazzo e una ragazza.

“Oh bene, signori, vi presento i vostri nuovi compagni. La signorina Alice e il signor Cristopher. Alla fine siete stati fortunati, solo due di loro. Così incomincerete ad abituarvi all'idea” aveva detto la preside quando raggiunse il nostro tavolo. Abituarsi all'idea. Come se fosse stato facile.

“Ciao” salutarono all'unisono i due ragazzi. Nessuno ovviamente li rispose, così si sedettero nei loro posti. Il cibo alla fine, per la gioia della Parkinson venne fuori. I due ragazzi rimasero un po' sbalorditi per il cibo venuto fuori dal legno del tavolo.

Stavano mangiando tranquillamente, quando un ragazzo, davanti gli occhi strabiliati di tutti parlò per primo ai due nuovi arrivati.

“Allora... Come mai gli altri cinque non sono venuti? Hanno paura per caso?” spero di averli almeno un po' spaventati. Non si scherza con un Malfoy.

“No, assolutamente. Avevano una gara oggi e non potevano saltarla” rispose per primo il ragazzo notando la sua amica a dir troppo spaventata.

Bene... iniziamo bene.

“Che gara, se posso sapere?”

“Draco scusa ma cosa t'interessa? Lasciali mangiare no” cazzo Parkinson stai zitta.

“Sono curioso – se non stai zitta ti crucio – era solo per chiedere” disse con occhi quasi innocenti rivolti ai due ragazzi.

“Una partita di basket” questa volta a rispondere fu la ragazza, pentita di aver aperto bocca subito dopo aver visto gli occhi ghiaccio del biondo.

La cena volò in fretta. Nessuno più li rivolsero la parola e quando si avviarono presso i nuovi dormitori, si spaventarono ancora di più quando qualsiasi quadro che passavano al loro passaggio li rivolgeva un saluto. Entrarono attraverso un portale a forma di serpente e si ritrovarono all'interno di una villa. O almeno per loro lo era. Il colore che primeggiava era il verde e l'oro. Vi erano divani in pelle neri davanti un camino acceso. Delle scale che portavano al piano superiore e in cima, due corridoi, uno a destra per le camere femminili e uno a sinistra per quelle maschili.

“Ovviamente le vostre camere saranno qui, al piano terra” spiegò Draco, in quanto Prefetto era suo dovere, purtroppo. Indicò le stanze con misera considerazione, in fondo nessuno gli aveva detto che doveva provare entusiasmo e li lasciò tutte e due impalati davanti uno specchio correndo su per il primo piano nel suo dormitorio.

“Non vedo l'ora che sia domani... incomincio a non sentirmi... bene” disse la ragazza una volta che furono soli.

“Tranquilla Alice. Un giorno passa in fretta” e si avviarono anche loro nelle loro camere.

 

 

Quando ci dissero che quest'anno avremmo passato l'anno in un'altra scuola, non credevamo, o almeno io non credevo, che avremmo passato l'intero anno in una scuola... di matti.

Certo, forse io me lo meritavo, ma perché anche i miei poveri compagni?

“Ashley? Sei pronta? Dobbiamo essere in campo entro dieci minuti e tu ti devi ancora scaldare!” quella ragazza non cambierà mai. Genevieve, la sua migliore amica, sapeva essere molto scocciante quando ci si metteva.

“Veramente io mi sono scaldata e poi.... sono pronta!”. La porta del bagno si aprì e una ragazza perfettamente truccate ne uscì. Aveva la divisa della squadra e, in confronto alla sua amica in ansia per la partita, era stranamente tranquilla e pacata.

“Va bene, sei il capitano, ma non ti devi dare tutte queste arie!”

“Arie? Quando mai me le sono data?” Geny, come amava chiamarla, non cambiava davvero mai. Ashley sapeva che quando la sua amica era in ansia quella che ci rimetteva era lei, anche se ancora non capito esattamente perchè.

“Senti un po', piuttosto. Perché dobbiamo andare?” Ashley sapeva a cosa si riferiva

“Cioè... quest'anno è il nostro ultimo anno e... non mi sembra giusto” giusto.... Ashley non sapeva più cosa era giusto o no da almeno tutta la vita.

“Diciamo che.... - come potevo dirglielo, oh si proviamo così – ci hanno incaricato di portare un po' di divertimento a quelli li” uno.... due.... tre....

“Divertimento? Tu dici che potremmo lo stesso divertirci?” ecco lo sapeva. Quando si parlava di divertimento, specie il loro, Geny non sapeva trattenersi ed era bello vedere che passava dalla depressione alla gioia nel giro di due minuti.

“Ragazze? Su forza... tra poco tocca a voi!” Urlò qualcuno da dietro la porta dei bagni femminili.

“Arriviamo” risposero insieme e sempre sorridendo uscirono per la partita.

 

 

“Allora? Lei c'era?” fu la prima domanda che rivolse alla preside, appena entrata nel suo ufficio, il ritratto di Piton

“No, Piton. Arriva domani sera con altri quattro studenti. Stai tranquillo.” rispose infine, stanca per il ruolo impegnativo che si era presa.

“Minerva... sai... stavo pensando se... si insomma... se tu..”
“Piton muoviti a finire la frase. Non è da te farfugliare come uno sciocco ragazzino!”

“Si.... se.... se mi puoi trasferire nel fantasma. Ecco. L'ho detto”

Minerva guarda il suo volto. Aveva saputo solo dopo il ruolo che aveva avuto lui durante la guerra. Solo dopo che aveva quasi cruciato Harry Potter, ostinato a mettere il suo ritratto nell'ufficio del preside.

Aveva sempre guardato i suoi occhi e sapeva che all'uomo mancava qualcosa. Una volta che seppe la storia, provò quasi pena per lui e si decise ad aiutarlo nel fargli almeno conoscere sua figlia. Sangue del suo sangue.

L'idea che era venuta all'ex preside era venuta in mente anche a lei, ma forse troppo vigliacca per parlarne.

“Sai... ci ho pensato molto anche io e... si. Penso sia un ottima idea”

si girò verso il ritratto dell'uomo e con un semplice gesto della mano, pronunciò un antichissimo incantesimo. Pensato, ma mai detto ad alta voce. Fino a quella sera.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: NewYorker91