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Autore: Shark Attack    28/12/2007    4 recensioni
- Perchè hai grumi di sangue fra i capelli? - la voce di Micah tradiva un'ansiosa preoccupazione.
Sheryl si voltò, i suoi occhi glaciali lo trafissero peggio di una lama. - Lo vuoi davvero sapere?
AVVISO: Se vi impressionate facilmente e non vi piacciono le persone sadiche e crudeli, questa storia non fa per voi.
Genere: Dark, Horror, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Stava per ammettere che Jeremia avesse ragione quando gli venne in mente un modo semplicissimo per trattenere Sheryl con lui e gli altri, giusto il tempo di farle tornare la memoria, visto che ormai non c'erano più dubbi che non l'avesse riconociuto.
- Ti va di venire da me, al villaggio? Offro sia il letto che i pasti!
- Villaggio?
Micah indicò la collina. - Lassù, vedi? Con me poi ci sono alcune persone molto simpatiche, potreste fare amicizia..
Sheryl lo guardò interessata. Fare amicizia rientrava fra le cose che si era ripromessa di fare in quel periodo di libertà. Forse doveva mostrarsi un po' più sociale e meno fredda con quel ragazzo, ma, un po' per uno strano pensiero che le vorticava in testa, un po' per la disabitudine a socializzare con gli altri, non riusciva a dire nulla di troppo carino. E poi questo ragazzo gli ricordava qualcosa.. era come se l'avesse già visto.
- Mi.. mi farebbe molto piacere.. – provò, aggiungendo subito dopo un sorriso che le parve non troppo convincente.
Anche Micah sorrise. Non avrebbe potuto sperare di meglio.



THE EVIL


Jeremia aveva consigliato di tornare al villaggio ad aspettarli, e il gruppo molto controvoglia lo seguì. Zac però non ce la faceva più ad aspettare, li vedeva in lontananza a chiacchierare da almeno mezz'ora e lui era impaziente quanto Micah di risentire la voce di Sheryl. Non capiva perchè venisse riservato solo a lui quel privilegio. Era un suo amico quanto Micah! E così pure Fred, Helen e Patty.
Calciò un sasso e distolse lo sguardo furioso.

Non passò moltissimo che i due comparvero alle soglie del villaggio. Stavano per andare ad abbracciare Sheryl e a travolgerla di saluti e abbracci quando contemporaneamente, alla sua vista, i ragazzi rimasero quasi impietriti. Occhi gelidi, nessun sorriso sul volto, pelle bianchissima e capelli opachi.. Emanava un'inconfondibile potenza maligna e d'aspetto ricordava solo vagamente la loro amica. Persino gli abiti erano in un certo senso diversi. La Sheryl che ricordavano non sembrava essere lì, a un metro da loro.
Helen però non si fece fermare da simili sciocchezze, era da tre anni che non vedeva la sua amica del cuore e non si fece problemi ad abbracciarla con tutto il trasporto che le era possibile tirare fuori. - Sono così felice di rivederti.. - le mormorò da sopra la spalla.
- Sì... anch'io..
- Ora dovrai raccontarci tutto quello che hai fatto in questo tempo, dove sei stata, che poteri hai.. tutto!
Sheryl notò che aveva gli occhi lucidi e che singhiozzava per trattenere le lacrime. La gioia comportava il pianto?, si chiese. Guardò Micah un po' spaesata, e lui le sorrise sornione. Era questo l'affetto che le stava raccontando prima. Quei ragazzi le vogliono bene, ma lei non aveva ben chiaro in mente cosa volesse dire. Aveva solo un vago ricordo.

La locanda si riempì per la seconda volta del grattare delle loro sedie, e il ragazzo dietro il bancone fece svolazzare il conto precedente davanti al naso dei ragazzi ancor prima che potessero avvicinarsi ad un tavolo. - Almeno avete avuto il buon gusto di tornare..
Il foglietto passava davanti ai visi di tutti, e lui continuava la sua predica. - Aggiungo al conto di prima quel che volete ordinare ora, giusto? O preferite pagare adesso e scappare di nuov..
- E falla finita – ordinò gelida Sheryl non appena il fogliettino si apprestava ad avvicinarsi a lei. S'incenerì al suo sguardo. - Sono dettagli inutili, dacci un tavolo e torna al tuo posto!
Il ragazzo abbassò gli occhi sui granelli di cenere e obbedì. Non fu però l'unico a rimanere raggelato da una simile reazione. Nella locanda calò un silenzio innaturale, alcuni clienti se ne andarono per la paura. Quando il gruppo si sedette erano rimasti solo loro nel locale. Ogni parola di Sheryl aveva emanato qualcosa di maligno che aveva colpito nelle ossa i placidi abitanti del villaggio che volevano farsi una pinta di birra in pace, lontani dai pericoli del Mondo.
Persino Helen comprese quanto fosse sfuggita loro di mano la situazione. Crollò il suo castello di carte di illusioni sulla sua amica.
Durante il pasto Sheryl si aspettava di venir travolta di domande, invece quelli che Micah aveva chiamato “suoi amici” non osavano aprir bocca. Fu lei a bombardarli di domande, voleva sapere tutto di tutto. Si scoprì straordinariamente loquace.
- Quindi fate parte del corpo dei Ribelli?
Tutti annuirono senza guardarla.
- E che ruoli avete?
- Andrai a riferire tutto al tuo adorato Padrone, vero? - cantilenò l'altro per tutta risposta.
- Zac!
- Lascia Micah.. - Sheryl squadrò quello che aveva subito capito essere il Capo dei Ribelli in quella zona – E' una domanda lecita, no?
Micah mugugnò qualcosa e tornò ad occuparsi del suo minestrone.
Zac voleva toccare quel tasto a tutti i costi, voleva anche lui sapere tutto, e soprattutto fino a che punto poteva essere libero di parlare con lei. - Quindi?
- Al momento non sono affatto legata a lui. Sono qui, non mi vedi? E poi non credi che avrei già cercato di farvi fuori tutti, sapendo che siete dei ribelli?
L'altro rimase qualche secondo interdetto, ma lei riprese. Aveva una voce sinuosa e molto seducente, evidentemente sapeva come trattare la gente e come manipolarla.
- Credimi, non sareste ancora qui.
- Va bene. Okay. Non riferirai nulla.
- Esatto.
- Okay.
- Che ruoli avete? - ripetè pacatamente lei.
- Io sono il Capogruppo in zona, loro sono subalterni, ma non mi considero affatto superiore, anzi. Helen, per esempio, è molto più potente di me..
Lo diceva come se stesse mettendo in chiaro una cosa. Probabilmente avevano avuto qualche diverbio in merito. Sheryl non ebbe difficoltà a visualizzare qualche scena ipotizzando il diverbio. Era molto abile a intuire le cose, visto tutto ciò che le ometteva Heebrit.
Patty allontanò da se il piatto. - E tu, Sheryl.. che poteri hai? Non ne hai mai dimostrati con noi..
La ragazza sentì mancare qualcosa vicino al cuore. Stava cominciando ad esplorar eil suo passato dimenticato. - Boh..
- Oh andiamo! - incalzò Helen, aggiungendosi alla conversazione – Prima hai incenerito il foglietto, no? E' già qualcosa..
- Il mio “boh” non stava per un “non so”.. ma per un “non so da che parte cominciare”.
Zac annuì. Micah si fece più attento, pronto a non dimenticare una sola sillaba uscita da quelle labbra rosee. Fred finì rumorosamente la sua zuppa e Patty fece cadere il cucchiaio. Helen era impaziente, ma anche intimorita da quell'affermazione. “Micah ha detto che è il braccio destro del Demonio.. dimmi di no, ti prego..”
- Non so bene quali poteri io abbia, quel che è certo è che sono molto potente e che lo divento ancora di più se sto odiando qualcuno. Quali poteri.. credo di poter fare più o meno tutto.. basta il pensiero, no?
Prese il suo boccale di birra e si decise a berne un bel sorso. Il sapore era amarognolo e le si riversò in gola bollente nonostante il liquido nel bicchiere fosse freddo. Tossì e osservò i suoi amici ridacchiare. - E' buffo vedere una persona dura e sicura di se come sei tu rimanerci secca per una birra..
- Rimanerci secca?
- Noi ne scoliamo a galloni! - disse Fred alzando il suo boccale e bevendolo tutto d'un fiato.
- Suppongo sia abitudine..
- Anche, ma non solo! Ci vuole stomaco e tu, Sheryl, non ne hai neanche un po'! - scoppiarono tutti a ridere, e pure Sheryl sorrise. Un giuzzo di gioia le attraversò le pupille. Da quel momento Sheryl s'impose di voler imparare a bere la birra.
Chiese con che cos'altro si divertissero, ma vide solamente i loro volti incupirsi. - Non c'è molto di questi tempi, in verità.. - Patty si rigirava nervosamente il cucchiaio fra le dita – Se sei da solo, nei villaggi trovi solo coprifuoco o controlli agli stranieri. Se sei con amici devi essere guardingo e attento..
- Coprifuoco? Che intendi?
- E' tutta colpa del Demonio! - sbottò Fred picchiando un pugno sul tavolo; alcuni sobbalzarono per lo spavento; Sheryl rimase impassibile e spopstò lo sguardo da Patty al ragazzo - Quel maledetto.. la sua minaccia incombe sulle nostre teste e non possiamo fare nulla senza il timore di finire nelle sue mani.. da quando sei stata presa tu abbiamo limitato qualsiasi misura di divertimento, ma anche di minimo svago. Mai uscire dai sentieri, mai stare fuori anche quando è appena buio..
- Io ero un obbiettivo ben preciso, a quanto ho scoperto in seguito.
- Ma eri senza poteri. Come potevamo immaginare che eri così tanto in pericolo? E come possiamo immaginare di essere o no i prossimi, Sheryl? Scommetto che neanche tu sai qualcosa dei piani della sua mente..
- Effettivamente..
- Effettivamente.
Fred spostò indietro la sua sedia e uscì dal locale. Cadde il silenzio, rotto solamente dal ritmico cadere delle goccie d'acqua dal rubinetto del bancone. Sheryl abbassò lo sguardo sul suo piatto. Erano seduti da almeno un'ora e lei non aveva toccato cibo, se non per scoprire cosa ci fosse nella zuppa. Aveva osservato per tutto il tempo i suoi amici mentre mangiavano, bevevano, vivevano normalmente. Fred aveva detto che non avevano più divertimenti a disposizione, ma per lei la vita normale era così anormale che cominciava a divertirla. Annuì tra se e se. Aveva appena deciso di non tornare più da Heebrit.

Nel pomeriggio fecero un brevissimo giro del villaggio per cercare Fred, ma lo trovarono meno di dieci minuti dopo esser usciti dalla locanda, appoggiato ad un albero vicino una bancarella. Non chiese scusa per essersene andato così bruscamente e non rivolse più la parola a Sheryl per tutto il giorno. La ragazza, dal canto suo, non ci fece affatto caso e non diede nessun peso alla discussione. Carpiva le informazioni che voleva e dimenticava il resto. La bancarella accanto a loro vendeva oggetti intagliati in legno, non perfetti ma pieni di cure e dipinti a mano in alcuni punti, come le labbra di una signora. Sheryl osservò nei dettagli ogni pezzo in vendita, ma non ne prese nessuno. Non aveva soldi, disse con semplicità al mercante quando le chiese, dopo mezz'ora, se volesse comprare qualcosa.
- Andiamo via Sheryl.. - Micah la prese per un braccio e fece per trascinarla fuori da quella stradina, ma una vecchia s'impose sulla loro strada. - Vattene immediatamente.
- Come, scusi?
- Mi hai sentito. - sibilò la donna.
- Levati di torno, vecchia! - intimò Micah, ma l'altra non si mosse di un millimetro. - Non siamo qui per cercar rogne, va!
- E allora perchè porti in giro questo mostro?
Sheryl incassò male quell'offesa. “Mostro” per lei era solo Heebrit, non aveva mai pensato a se stessa in quel modo. Forse però era giusto, ma non le piaceva l'idea di essere considerata un mostro, la faceva sentire molto male. - Non è un mostro – sentì Micah risponderle – E' una mia amica, hai capito?
- Falla sparire di qui prima che sia tardi..
- Sparisci tu, invece!
La vecchia rimase ancora immobile a fissar male Sheryl. - Vi siete tutti bevuti il cervello, per passeggiare allegramente nel villaggio col demonio..
- Non è lei il Demonio, e non sono affari tuoi! - stavolta fu Patty a difendere l'amica, e lei ne rimase molto colpita. In circostanze normali avrebbe fatto fuori la donna in meno di un secondo, forse ancor prima che aprisse bocca, ma la presenza di quei ragazzi l'aveva fermata e l'idea del mostro l'aveva paralizzata anche nella parola. La vecchia si spostò si mala voglia di lato e iniziò a mormorare qualcosa d'incomprensibile.
Il gruppo allora decise di fare due passi fuori dal villaggio, almeno per far vedere le terre confinanti a Sheryl. - Laggiù c'è il mare.. - iniziò Helen indicando la parte opposta al Castello.
- Non si vedeva dalla mia stanza.. è bello?
- Molto! Un giorno ti ci portiamo, va bene?
- Mi farebbe molto piacere. E laggiù c'è..?
- Una pianura. Ci sono molti villaggetti, uno diverso dall'altro, e poi c'è la scogliera che si trasforma in catena montuosa.
- Un giorno voglio andare anche lì..
- Ma certo! E laggiù..
Si bloccò indicando la foresta fitta che nascondeva il Castello.
- .. e laggiù c'è la prigione.
- Il Castello del Demonio, sì. - si voltò verso l'amica – Perchè la chiami prigione? Non sei stata trattata bene?
L'attenzione di tutti s'incentrò lentamente su quel loro discorso. Prima gli altri stavano chiacchierando fra di loro senza badare alle connotazioni geografiche di Helen.
Sheryl si sedette a terra e fissò gli altri, posando lo sguardo su tutti, ad uno ad uno. - Vediamo se la mia intuizione è esatta.. tu, e probabilmente tutti lo fate, tu pensi che io sia stata presa da Heebrit per essere “allenata” in magia e per stare dalla sua parte.. magari pensi anche che sia stata costretta da qualche promessa e che vi abbia dimenticati per suo ordine o per giuramenti vari ed inimmaginabili.. poi pensi che tutto quel che ho fatto l'ho fatto incoscientemente o sotto effetti magici, perchè quando mi avete conosciuta non avevo poteri, quindi potevo essere raggirata ingenuamente in qualsiasi cosa.. non è così?
Continuò a fissarli tutti, e le sue parole li costrinsero ad distogliere gli sguardi da lei. Helen mormorò qualcosa, poi la ripetè a voce più alta perchè nessuno aveva capito cosa avesse detto. - E' solo un'idea generale.. non ci hai detto nulla, le ipotesi sono così..
- Dicci tu, allora, che ti è successo! - propose Zac – E cosa di preciso hai fatto, visto che le nostre informazioni sono piuttosto scarse in merito! Se non ti è stato imposto o ordinato, perchè hai ucciso centinaia di persone? Perchè non sei fuggita al volere di quel folle, perchè..
- Perchè non potevo.
- E come mai..?
Sheryl deglutì. Non aveva voglia di parlarne in quel momento. Finalmente stava assaporando libertà, gioia e felicità, non voleva tornare a pensare a quegli orrori subiti. - Magari un giorno te lo dirò.
Si alzò, prese per mano Helen e si avviò verso il villaggio. - Dove andiamo, Sheryl? - chiese la ragazza.
- Andiamo a cercarmi un vestito come il tuo!
Helen si guardò, portava una gonna bianca e una camicetta. Sorrise. - Conosco una signora che è bravissima a cucire i vestiti!

- Sai Gea..
Heebrit si riempì il calice di latte argenteo. - Ho come l'impressione che rivedremo la nostra Sheryl molto presto..
La ragazza rimase impassibile. - Come mai dite così?
Lui passò l'indice sul bordo del calice, poi lo immerse di poco nel liquido e se lo portò alle labbra. - Non so.. ma più ci penso e più mi convinco che capirà in fretta lo scopo di questa missione..
Gea si voltò di scatto verso di lui. - E' una missione? Non era un periodo di libertà?
- Sì.. libertà.. - le comparve alle spalle, sussurrando all'orecchio la fine della frase – Non sarete mai libere da me, non l'avevi ancora capito?



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Non ho potuto augurarvi Buon Natale perchè non ho potuto attaccarmi mai ad internet, non ho potuto augurare neanche Buon St. Stefano.. almeno Buon Capodanno sì! ^_^
Prometto che il prossimo capitolo sarà più entusiasmante di questo!
Ringrazio tantissimo tutti i lettori e coloro che mi seguono manifestando le loro opinioni, spero che la storia continui a piacervi!
Ciao!
Shark

   
 
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