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Autore: ek_directioner    13/06/2013    7 recensioni
Entrambi si erano allontanati -chissà se per loro volere o per semplice destino- dalla loro ragione di vita, da quello che definivano ‘il loro sorriso’.
Entrambi speravano ormai di poter riassaporare quel profumo nelle narici, che nella memoria avevano impresso.
Speravano di poter sentire di nuovo, finalmente, quel respiro sincronizzato che avevano, o quel battito di cuore che tanto gli mancava.
Credevano davvero che l’unica persona che probabilmente gli sarebbe mancata sempre e comunque, sarebbe stata il proprio fratello e la propria sorella, più del dicibile, più di tutto, più del mondo; in modo inenarrabile. A loro non interessava quanto tempo fosse passato, quante lune fossero cresciute e quanti soli fossero tramontati. A loro non importava della distanza o della gente che avevano intorno. Non gli interessavano tutti i problemi che avevano vissuto; non gli importava.
L’unica cosa alla quale veramente avevano dato peso in tutti quei giorni, era quella di pensare che un giorno di sarebbero rincontrati e, come avevano sempre desiderato, avrebbero continuato a vivere la loro vita insieme come se, tutti quei mesi, fossero durati tutti una notte.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi solo che stai bene.

 
 
 

'Qui ad Holmes Chapel, tutto giace e tutto tace'aveva ripetuto, dopo aver notato il silenzio che affollava quella zona.
Nulla si muoveva, se non le più leggere foglie che riempivano gli alberi; tutto il resto sembrava morto.
Non si udivano il vociare delle persone o le urla dei bambini, le ruote delle biciclette che strusciavano il terreno o le musiche dei giochetti sconosciuti.

Riuscì finalmente a leggere in lontananza '24B'; dietro il cancello che seguiva quel numero, si innalzava una casa con quasi tutte le finestre illuminate e con un altrettanto luminoso campanello, ma arrivò alla conclusione che, essendo le otto e mezza di sera, tutto in quel momento poteva sembrarle alquanto luminoso.
Si avvicinò al citofono, per leggere meglio: '24B' informava una scritta decisamente moderna. Perfetto, era arrivata; prese un respiro profondo.
Voleva veramente farlo? Davvero voleva dare quella svolta alla sua vita?
Da un lato aveva un'Isabel che le diceva di lasciar stare; tutto quello era stato soltanto un gesto affrettato come tanti altri. Non avrebbe dovuto farsi prendere così tanto dalla rabbia.
D’altro canto, l'altra Isabel diceva di seguire i proprio sentimenti. Se quella volta era riuscita finalmente a scappare da quella vita, forse era un segno del destino; destino che forse, stava per prendere una nuova piega.
Prese un nuovo respiro d'incoraggiamento e, non dopo essersi guardata un'ultima volta intorno come se stesse cercando di non farsi notare, premette il bottone.
Il silenzio colmava pienamente quel momento, come se tutto il mondo sapesse già cosa stesse per accadere.
I pensieri le si affollavano nella mente, come se tutto e tutti ora, non aspettassero altro che osservare incuriositi la scena; ma, in realtà erano tutti suoi inutili e banali pensieri che le si riaffioravano in testa, quando era agitata. Ogni volta, era sempre la stessa storia.
-Si?-finalmente una voce diede segni di vita.
-sono Isabel-rispose impacciata, avvicinando il viso al microfono -c-c’è Liam?- balbettò poi.
-Isabel?-ribattè l'estranea voce, come se non conoscesse nessun'Isabel al mondo.
Quel tono di voce non sembrava molto convinto e, quell’ostacolo, stava facendo aumentare in Bel la voglia di prender tutto e tornare indietro.
-Liaaam!-sentì poi urlare dalla cornetta che era stata evidentemente allontanata dalla bocca, -la tua compagna di banco di chiama Isabel?- continuò.
La ragazza aggrottò le sopracciglia, arrivando alla conclusione di averci capito ancora meno di quanto aveva afferrato fino a quel momento.
D'un tratto il citofonò si chiuse di colpo e, di fianco a lei, si azionò il cancello per intero.
Davanti, si trovò un giardino con tante piccole mattonelle di pietra messe in modo disordinato, ma allo stesso tempo con una logica ordinata che portava dritta, alla vetrata principale della casa, con accanto la porta d'ingresso.
Trascinò faticosamente la valigia fino alla porta, davanti la quale si fermò; essa era stata spalancata da un ragazzo poco più alto di lei, capelli castani e occhi di egual colore.
Non poteva crederci, davvero.
Erano esattamente due anni che non si vedevano e, lui,  non era cambiato di una virgola, se non il suo viso decisamente più maturo.
Non mossero un muscolo.
Ci vollero una manciata di secondi perché realizzassero cosa stesse accadendo.
-Isabel?-domandò il ragazzo, al limite tra la felicità e la paura di qualcosa di brutto che fosse capitata; d’altronde, conoscendo loro madre.
Bel sentì una lacrima crollare giù dalle ciglia, per poi attraversare tutta la guancia; un'altra goccia scese, poi un'altra e un'altra ancora.
Le lacrime iniziarono ad uscire a fiumi in quegli occhi verdi, mentre le mani rimasero ferme l'una sulla valigia e l'altra sulla spallina della borsa.
Stessa reazione, aveva avuto il ragazzo ma, a differenza della sorella, egli andò a stringerla in un abbraccio.
Dio; i brividi.
I profumi, ricominciarono a circolare nelle menti dei ragazzi, dopo esattamente due anni.
Le braccia ebbero di nuovo la possibilità di stringere l’esile corpo della sorella e il muscoloso petto del fratello.
I cuori, iniziarono finalmente a battere insieme e le orecchie percepirono la sincronizzazione dei respiri, ancora.
Le mani di Bel erano bloccate sul petto del ragazzo mentre le braccia di quest’ultimo, cingevano con forza il corpo di lei.
 

Lui non aveva sentito profumo più buono.
Lei non avevo provato abbraccio più accogliente.
Lui non avevo ascoltato un battito più dolce.
Lei non avevo visto sorriso più rassicurante.
 

Il respiro di Liam affannava di singhiozzi sopra i capelli della ragazza, mentre lasciava che le lacrime riempissero la sua maglia blu.
Isabel portò una mano su una ciocca di capelli, per rimetterla al posto; a quel movimento, lui si staccò.
Avete presente quei sorrisi senza la quale non si può vivere? Quelli che con una semplice vista ti rallegrano la giornata? Quelli che ti trasmettono tutte le sensazione positive di cui hai bisogno in quel preciso istante?
Ecco, lui aveva uno di quei sorrisi.
-Liam-riuscii finalmente a pronunciare.
-p-piccola-balbettò lui, prendendo il mio viso tra le sue mani.
Perchè non riuscivano a parlare?
Perchè non riuscivano a far qualcosa che non fosse stata diversa da piangere o guardarsi negli occhi?
Bel scoppiò di nuovo a piangere; quello però non era un pianto di felicità per aver rivisto Liam, quello era un pianto di dolore e, lui, se ne era accorto.
Molte persone ritengono che piangere abbia un solo significato: dolore. Secondo la ragazza, tutto ciò non era vero.
‘Piangere non vuol dire solo provare dolore; le lacrime che escono dagli occhi quando ridi, o quando semplicemente sorridi, non sono semplici lacrime. Sai chi può capirlo Liam? Sai chi può capire se le lacrime che hai agli occhi sono di gioia o di dolore? Soltanto una persona che ti ama, davvero.’ aveva spiegato una volta al fratello.
 
-dimmi soltanto che stai bene-le chiese, asciugando le lacrime sull’altro viso con il pollice.
La ragazza annuì con la testa, cercando di mantenere lo sguardo il più basso possibile.
-hei-sussurrò alzandole il viso dal mento.
Bel rifiutò il gesto, riportando lo guardo a dov'era poco prima.
Il fratello prese un respiro e la riabbracciò, trasmettendole tutto l'amore del quale aveva bisogno in quel preciso istante.
L'aveva capito; l'aveva di nuovo capito.
Lei non stava bene veramente e questo lui lo sapeva benissimo.
Conosceva perfettamente il suo carattere: lei non avrebbe mai detto 'sto male' ad un'altra persona; aveva troppa paura di dare fastidio.
Isabel aveva sempre pensato che mettendosi a parlare dei problemi che aveva, la gente si sarebbe stufata e l’avrebbe abbandonata, come d'altronde era accaduto.
'chi ti ama veramente non si stancherà mai di ascoltarti' le ripeteva lui, all'infinito; ma lei di questo, ancora non ne aveva avuto la prova.
Questa volta, fu lei a staccarsi.
Accanto, subito trovarono la figura di un biondino dagli occhi color ghiaccio, con un rotolo intero di Scottex in mano.
-serve?-domandò questo sorridendo, porgendo l'oggetto. Scoppiarono a ridere, per poi ricomporsi.
-sei sempre nel posto giusto, al momento giusto, tu- ironizzò Liam all'amico.
Quest’ultimo sorrise, per poi avvicinarsi alla ragazza e liberarla dal peso della borsa, senza sapere che, in quel momento, il dolore della borsa era l'ultima sensazione che ella riusciva a percepire.
 
 

 

 
 
eeeeccoci qui!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo anche se, leggendo le recensioni,
molti di voi credevano che accadesse altro.
Ebbene, vi ho stupiti! C:
Nel prossimo capitolo, ci sarà una rivelazione molto importante e,
soprattutto, una scena strappalacrime, quindi preparate i fazzoletti
e tante tante tante recensioni C:
Buona giornata xx
 

 
 
 

  
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