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Autore: afruittart    13/06/2013    3 recensioni
Raccolta di cinque OS riguardanti i ragazzi alle prese con il proprio figlio.
Spero vi piacciano c:
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sleep.

 
Era ormai un’oretta buona che Zayn faceva avanti e indietro tra la cucina e il salotto ed era sicuro che se si avesse prestato attenzione, di sicuro, il pavimento sarebbe risultato solcato. Inoltre quel mezzo dondolare con il busto, il leggero movimento della mano e la luce soffusa gli avevano messo solamente sonno e si ritrovò a chiedersi se tutti i padri di venticinque anni si fossero mai trovati nella situazione in cui era lui; stremato e stanco di andare su e giù con l’unico intento di far addormentare il proprio figlio di due anni che, al contrario, sembrava svegliarsi e divertirsi sempre di più ad ogni passo.
Il piccolo William, il visino poggiato alla spalla nuda del padre, continuava a fare versi da almeno mezz’ora e sembrava stesse parlando con uno dei tanti tatuaggi di Zayn. Il moro era inoltre sicuro, lo sentiva, che se non avesse tirato su suo figlio dalla sua spalla sarebbe presto affogato nella sua stessa bavetta da bambino di due anni che era. E così fece, il mulatto; mosse le mani grandi sotto le ascelle del piccolo e se lo portò di fronte, occhi neri fissi in altri due grandi occhi neri.
«Non ne vuoi proprio sapere di dormire tu, eh?» chiese l’uomo, come se il figlio potesse davvero dargli una risposta. William inclinò leggermente la testa, il visino tondo e le labbra piccole e a cuore, allungò una manina verso la guancia di Zayn incontrando una superficie leggermente ruvida da un velo di barba.
«Lo sai che se la mamma ti trova sveglio mi ammazza?» continuò il mulatto, e per tutta risposta il piccolo William fece un verso strano; un miscuglio tra una mezza risata e qualche altra cosa che Zayn non riuscì a definire, poi rise come solo i bambini sanno fare e mise in bella mostra i piccoli dentini bianchi.
«Mamma» ripeté semplicemente, ridendo ancora e toccando i tatuaggi sul petto del padre.
Certo rideva, la faceva facile lui; non doveva preoccuparsi di affrontare una moglie furiosa e isterica perché non era riuscito a far addormentare il proprio figlio.
«Amy non me lo perdonerà mai..» sospirò in un lamento, ormai sconfitto, guardando ancora il visino paffuto del piccolo William, gli occhi neri vispi e la risatina facile.
Zayn riportò al petto il figlio, stringendoselo addosso e poi salì lentamente le scale; aveva pensato che, forse, mettendolo nella culla si sarebbe addormentato e così fece. Entrò nella camera da letto del bambino, si avvicinò alla piccola struttura e vi stese dentro William. Poi lo coprì leggermente con il lenzuolino verde, si calò lasciandogli un premuroso bacio sulla fronte e uscì dalla stanza chiudendo appena la porta.
Si lasciò sfuggire un sospiro affranto; nonostante i due anni di William, Zayn non si sentiva ancora un buon padre, affatto. Insomma, chi non riuscirebbe a far addormentare un bambino di due anni? Probabilmente solo lui.
Sconfitto e sempre più stanco, tornò al piano di sotto e una volta fuori al balcone si accese una sigaretta. Ne aveva bisogno, assolutamente; doveva rilassarsi, togliersi di dosso tutto lo stress mischiato alla stanchezza. Avere un figlio ti stravolge completamente la vita, ti mette di fronte delle scelte, ti ritrovi ad avere molte più responsabilità di prima. Certo, a Zayn piaceva l’idea di essere padre, l’adorava. Aveva voluto William con tutto se stesso, non c’era giorno che non ringraziasse chissà quale Dio o presenza per avergli regalato il bambino più bello al mondo, ma non era ancora riuscito ad adattarsi completamente a quell’importante compito.
..O molto semplicemente non si riteneva un buon cambiatore di pannolini, forse era solo quello.
Rientrò nel salone ancora avvolto nella penombra, diede un’occhiata all’orologio; Amy sarebbe stata a casa non prima di un’altra mezz’ora e appena rientrata, sicuramente, dopo avergli lasciato un veloce bacio si sarebbe catapultata da William. Lei non era cambiata molto, solamente si preoccupava più del normale. Zayn non gliene dava una colpa, era adorabile e comunque, dopo aver visionato la situazione del piccolo, si dedicava completamente anche al marito e a lui non dispiaceva affatto.
L’uomo salì di nuovo le scale diretto in camera, ma sugli ultimi scalini sentì distintamente una vocina che ancora si dava da fare. Neanche il letto era riuscito nel suo compito. Era due imbranati, lui e il lettino di William. Sicuramente.
Zayn entrò nella stanza del bambino, si affacciò un po’ al di sopra della culla e subito due occhietti neri intrappolarono il suo sguardo. L’ennesima risatina e poi un «Daddy» seguito da un altro sorriso immenso.
«Noi due dobbiamo parlare, giovanotto.» aveva detto Zayn prima di prendere di nuovo in braccio suo figlio che si strinse subito al suo collo.
«E’ inutile che fai tanto il carino, sai?» continuò il moro spostanto il bambino di fronte a sé, gli sguardi che si fondevano
«Questi trucchi non funzionano con me, sono arrabbiato.» sbottò piano, una mezza faccia seria sul volto e gli occhi divertiti di William a scrutarlo. Rise, come ormai faceva da ore, vedendo l’espressione del padre.
«Seriamente..» finì con un sospiro Zayn, poco convinto di quello che diceva. Insomma, come si poteva essere arrabbiati con un cosetto del genere? Non si poteva. Fiuriamoci “seriamente arrabbiati”; non gli avrebbe creduto nessuno.
«Adesso ce ne andiamo nella camera di papà e dormiamo, intesi?» aveva chiesto più a se stesso che a William tra le sue braccia. Sì, doveva imporsi. Certo.
Entrò nella sua camera da letto, le lenzuola bianche e candide dove mise a sedere il figlio profumavano di pulito. Accese la piccola lampada sul suo comodino e poi si sedette affianco al bambino che lo guardava sorridendo. Si scrutarono per pochi minuti che però sembrarono infiniti, poi Zayn sospirò stanco
«Dove la trovi tutta questa energia, tu?» disse allungando una mano verso il piccolo che prontamente afferrò e iniziò a studiare. L’uomo seguì per qualche istante i movimenti delle manine del figlio che ad un certo punto lo guardò e diede bella mostra di tutta la bocca con un leggero sbadiglio.
«Ah! Ti ho in pugno, piccola peste.» esclamò mentre l’altro si stropicciava gli occhi con il dorso delle mani.
«Dormiamo, mh?» di nuovo Zayn lo prese delicatamente tra le braccia, si stese e lo poggiò sul suo petto. William si accoccolò lasciandosi sfuggire un altro sbadiglio questa volta seguito da un verso. L’uomo rimase sveglio un altro po’, giusto il tempo di assicurarsi che il bambino si fosse addormentato, poi, con il sorriso sulle labbra e una grande soddisfazione, si lasciò cullare da Morfeo.

***

Amy aprì la porta di casa cercando di fare il meno rumore possibile, se William si fosse svegliato si sarebbe maledetta tutta la sera. Chi aveva il coraggio di rimetterlo a letto? Lei no, sicuramente.
Notò la penombra nel salotto e così capì che Zayn doveva essere già in camera da letto, magari a leggere un libro oppure a fumare di nascosto affacciato alla finestra. Non voleva che il puzzo di fumo si sentisse in camera, si attaccava ai vestiti e alle lenzuola ed era una cosa che la donna odiava.
Posò la borsa sul divano e, tirandosi indietro i capelli corti con un nastrino, salì le scale. La fioca luce proveniente dalla camera da letto la fece sorridere, così fece capolino per salutare il marito, ma rimase sorpresa. Con delicatezza aprì completamente la porta e guardò Zayn e William dormire beati sul loro letto. L’uomo teneva un braccio intorno alla piccola figura del figlio, attento a non farlo spostare troppo per evitare di farlo cadere; l’altro braccio piegato e poggiato sul ventre con la mano grande vicino a quella minuta di Will. Il bambino stringeva il pollice di quella mano, il visino rilassato e le lunga ciglia come quelle del padre ad accarezzare le guance paffute.
Amy si avvicinò silenziosa, lasciò una carezza sulla manina di William e poso un lieve bacio sulle labbra di Zayn. Erano la cosa più bella che aveva, non sarebbe potuta stare senza di loro. Erano una battaglia continua, entrambi, ma lei li amava anche per quello.
Qual è quel bambino che non ti fa vivere al pieno il fatto di essere una mamma?
..e qual è quel padre e marito troppo perfetto che non ti stravolge le giornate?
Eppure, per lei, loro erano bellissimi così.



Angolo Autrice: Hi c:
Oh Dio santo che fatica. hahaha
Bene, ho postato più in fretta di quanto pensassi, meglio! Mi è venuta in mente stamattina e oggi pomeriggio ho iniziato a buttarla giù, poi stasera l'ho finita.
Che dire.. sono contenta, mi piace un sacco.
Chiedo scusa se avete trovato degli errori di battitura, ma ho Word che non mi avverte più e non so come fare hahah
Questa è dedicata alla rompi palle per eccellenza che amo tanto, gnahff. c:
Basta, credo di aver detto tutto.. spero vi piacciaa!
See you soon with Liam. c:
  
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