14/06/2013
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Secondo capitolo.
Avevo paura di uscire di casa. Avevo paura che quel ragazzo sconosciuto si avicinasse a me. Niall mi aveva detto che dovevo stare lontano da lui, ma come faccio? Voglio capire perchè uccide. Se uccide, cioè, se voleva quel giorno poteva rapirmi e uccidermi. Ma non l'ha fatto. Quindi tutto quello che dice la gente su di lui è un bugia? Ho sempre pensato che quelle erano solo voci e lo penso tutt'ora. Non sapevo neanche che lui era qui in Irlanda. Pensavo che era ancora in Canada, ma mi sbagliavo.
-Niall?- Mi fermai quando vidi una testa bionda tinta come quella di Niall. Lui si girò e come pensavo era lui. Aveva una pistola in mano e la puntava sul ragazzo dell'altra volta. Guardai Niall spaventata, quindi tutto quello che dicono su di lui è vero? -Avril? Che ci fai qui?- Come fa a sapere il mio nome? Forse vuole uccidere anche me. -Quindi è vero?- Chiesi spaventata -Cosa è vero?- Chiese confuso. -Le voci che girano su di te.- Ero spaventata a morte e non sapevo cosa fare. -No Avril, non sono vere.- Ma è serio? -Ah no? E allora perchè ti vedo con una pistola?- Dissi alzando la voce. Lui sussurò qualcosa al ragazzo per poi venire verso di me. Lo guardai spaventata. -Vieni con me.- Disse prendendomi per un polso e trascinarmi in una macchina, che penso sia sua. Lui salì al posto del guidatore, mise in moto e poi partì. -Cosa vuoi domandarmi?- Chiese prendendo un pacchetto di sigarette. -Come fai a conoscere il mio nome?- Lui ridacchiò. -Non te lo ricordi?- Alzai un sopracciglio confusa. -Me lo avevi detto tu tempo fa, ancora non ci posso credere che tu e le tue amiche avevate così tanto coraggio da rivolgermi la parola.- Io annuì. -Veramente loro avevano paura.- Rise. -Perchè avevi puntato la pistola addosso quel ragazzo se tu dici che non è vero quello che dicono su di te?- Chiesi inclinando la testa di lato. Sospirò -Lo stavo minacciando, non volevo ucciderlo.- Mi rispose. -Perchè?- Chiesi mettendo i piedi sul cruscotto. -Perchè mi aveva detto che ti vuole uccidere.- Splancai gli occhi, quello vuole uccidermi? Ora ho paura sul serio. -Perchè tutti dicono quelle cose su di te e perchè sei andato via dal Canada?- Chiesi cuoriosa. -Sono andato via perchè la polizia mi cercava.- Aspettai che mi rispondesse all'altra domanda, ma niente. -Ti ho fatto un'altra domanda.- Dissi. -E io non ti ho risposto.- Alzai gli occhi al cielo. -E perchè?- Chiesi sbuffando. -Basta con le domande.- Disse infastidito. Bipolare.
Niall.
Carter.
Portai Avril casa mia, sapevo che era pericoloso portarla qui, ma non potevo portarla a casa sua ora. -Posso farti una domanda?- Mi chiese mordendosi il labbro. Annuii. -Perchè tempo fa non volevi dirmi il tuo nome?- Chiese sedendosi sulla poltrona. Mi strinsi nelle spalle. -Non mi fidavo di te.- -E ora sì?- Annuii. Lei sorrise -Perchè mi hai portato qui?- -Voglio tenerti al sicuro, però qui non lo sei e neanche a casa tua. Ma se rimani con me lo sarai.- Dissi stendendomi sul divano. -Ma io non posso rimanere con te, vivo con mio padre.- -Gli dici che starai da me.- Dissi ovvio. -Chiamerà la polzia!- Esclamò. -E tu gli dirai che se la chiamerà ti ucciderò. Lei splancò gli occhi spaventata. -C-cosa?- Deglutì. -Avril, è solo un modo per non fargli chiamare la polizia, non ti ucciderò.- Sospirò sollevata. Gli diedi il mio telefono -Chiamalo e metti il vivavoce.- Annuì. Lei compose un numero e mise il vivavoce.
-Pronto?-
-P-papà?- Le presi una mano e la strinsi.
-Avril?-
-Sì, sono io.- Sospirò.
-Con quale telefono mi stai chiamando?- Gli mimai con le labbra che doveva andare dritta al punto.
-Papà adesso non ha importanza. Ti devo dire una cosa importante.- Mi guardò e le sorrisi.
-Dimmi Avril.-
-Non posso tornare più a casa.- Disse mordendosi il labbro.
-Che cazzo stai dicendo Ramona?- Ramona? La guardai confuso.
-Sì, papà, non posso tornare.- Sospirò -Nia...ehm Terror, praticamente, mi ha portata a casa sua e mi ha detto che non potrò tornare a casa.- Disse con la voce rotta dal pianto.
-Cosa?- Urlò.
-Hai sentito papà.- Gli rigò una lacrima.
-Non ti preoccupare, chiamerò la polizia.- Risi.
-Se fossi in lei non lo farei.- Dissi prendendo il telefono.
-T-terror?-
-Sì, molto piacere signor Lavigne.- Risi -Se lei chiama la polizia io ucciderò Avril.- Avril singhiozzò.
-Lasciala stare, lei non ti ha fatto niente di male.- Risi e chiusi la chiamata.
Carter.
-Dobbiamo prenderla.- Urlò il capo buttando la sedia a terra. -Preparatevi per stanotte, andremo a casa di Horan e le prenderemo, lei è nostra.- Disse mentre il suo petto si alzava e si abbassava dalla rabbia. -Avete capito?- Urlò. Noi annuimmo. -Uscite!- Urlò. Noi uscimmo e andammo ognuno nella propria camera.
Ramona, non fuggirai mai più da noi, sei nostra e lo sarai per sempre. Sorrisi. Quella stronzetta me la pagherà. La devo uccidere, e la farò soffrire.
Ciao bellissime.<3
Ciao bellissime.<3
SCUSATE.
Sono tre mesi, lo so. Ma io quest'anno ho l'esame e mi sto cagando sotto
per l'orale, io non ho mai aperto un libro. Vi inzio a dire che forse il prossimo
capitolo lo pubblicherò dopo l'esame, o prima. Vedrò se ho tempo per scrivere.
Non vedo l'ora di dire 'sono in vacanza', che palle 'sto esame del cazzo.
So che è il capitolo è piccolo, ma non volevo far passare un altro mese.
So che è il capitolo è piccolo, ma non volevo far passare un altro mese.
Comunque questa è una mia ff su Justin Bieber, se volete passate: Caro diario, la vita fa schifo.
Okay, allora, mi lasciate una recensione? :c
Okay, vi lascio, non voglio rompervi le balle. Quindiiii, ciauu *L*