Quel tardo pomeriggio Anko era irrequieta. Non riusciva starsene ferma in casa, doveva muoversi, fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di non stare a rimuginare su quanto si facesse pena. “Hey Anko! Aspetta!” Una giovane donna dai capelli neri e gli occhi rubino le venne incontro sorridente. “E' un po' che non ci si vede! Come va?” Kurenai era una delle poche persone con cui poteva parlare liberamente; una delle poche che non l'aveva isolata per essere stata studente di Orochimaru. E oltretutto, era un' ottima compagna di bevute. “Ciao! Mah, direi bene, anche sono un po' annoiata! Di recente non mi hanno dato missioni e qui non c'è un caz- niente da fare!” Kurenai osservò la jounin speciale, sua amica da parecchio tempo. A parte il solito linguaggio non proprio fine, il suo ghigno spavaldo non la ingannava, la conosceva troppo bene. Mentiva. “Che ne dici di una passeggiata e poi una delle nostre serate a tema alcolico?” “Perfetto, non potevo chiedere di meglio! Fammi solo lasciare a casa la giacca, che ho un caldo terribile! ” “Va bene, ci si ritrova davanti al negozio di Ino tra un quarto d'ora! A dopo!” Le sorrise, e la osservò allontanarsi con passo rapido, a testa alta. E così la piccola Anko si annoiava? Presto le avrebbe mostrato qualcosa che l'avrebbe distratta dal tedio di Konoha, molto presto...più di quanto immaginava.

“Eccomi! Scusa il ritardo, ma sai che la puntualità non è il mio forte..”, esordì Anko un po' impacciata. Parlarle di orari era decisamente inutile, non riusciva quasi mai a rispettarli. “Non ti preoccupare, non c'è fretta, tanto a casa è tutto pronto. Su, vieni, voglio farti vedere un posto che ho trovato ieri!” “Che posto?”, chiese con gli occhi luccicanti dalla curiosità. “Vedrai, è una sorpresa!” Camminarono verso l'uscita del villaggio, e si addentrarono nella foresta circostante. Doveva fare in fretta, era quasi buio, e Anko poteva insospettirsi. “Che ne dici di andare un po' più veloce? Così arriveremo prima che faccia buio!” “Ok! Fai pure strada!” Si mossero velocemente di albero in albero. Ad Anko piaceva la velocità, la sensazione del vento che le sferzava sul viso, come uno schiaffo, la faceva sentire...viva. Certo che Kurenai oggi era strana. Lei di solito non si avventurava mai fuori dal villaggio...non da quando era morto Asuma. Ed ora che era incinta, come faceva ad essere così agile? Forse seguiva qualche allenamento speciale che la teneva in forma, chissà. E poi aveva una strana espressione...ma che diceva, stava diventando paranoica. “Eccoci arrivate! Fermiamoci qui!” Erano in una radura abbastanza buia, non vedeva cosa poteva esserci di affascinante eccetto qualche pianta. “Allora? Che c'è qui?” Kurenai la guardò negli occhi e sorrise. “Non senti niente?” “Cosa intend-ah!” emise un rantolo strozzato. Il marchio! Stava bruciando insopportabilmente! Ma cosa...come poteva lui..? “K-kure..a-aiuto.....il marchio!” “Lo so, lo so. Fa male. Ma è necessario ad indebolirti.” “Cosa? Che stai dicendo?!” “La verità, Anko. Osserva tu stessa.”, il suo sorriso divenne un ghigno malefico e il suo viso, lei...si trasformò. “Sostituzione! Bastardo! Dovevo immaginare che c'era qualcosa sotto! Ma perché?” “Ogni cosa a suo tempo. Ora dobbiamo andare.” Si avvicinò a lei, gustandosi il suo sguardo d'odio impotente, e dopo averla stordita ulteriormente con i suoi occhi ipnotici, con un colpo secco agì su una delle vene del collo, facendole perdere conoscenza. Ora iniziava il divertimento. Non stava più nella pelle.