Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: TwistedRocketPower    14/06/2013    3 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- IN A HEARTBEAT - 

 

CAPITOLO 31 - DAD


(link originale)





“E’ meglio così. Nessuno si fa male, se tu non vieni attaccato”
 
Kurt non tornò a casa di Blaine il giorno dopo, non che Blaine lo incolpasse. Ricordava quasi tutto quello che gli aveva detto, e si sentiva solo un idiota.
 
Non voleva dire veramente quello che aveva detto, perché quelle erano le sue vere preoccupazioni, e non le avrebbe mai fatte sapere a Kurt. Non gli avrebbe mai fatto del male in quel modo. Amava essere amico di Kurt, e ora probabilmente aveva rovinato tutto.
 
Ecco perché trascorse la giornata terrorizzato a guardare il telefono ogni volta che suonava. Una parte di lui temeva che fosse Kurt che lo chiamava o gli inviava un messaggio per dirgli che non si sarebbero più visti, e dall’altra, aveva paura che non fosse Kurt, e che non l’avrebbe sentito mai più.
 
Blaine desiderava solo tornare al giorno prima e non preoccuparsi di quello che stava dicendo o pensando. Ma, oggi andava meglio. Oltre a piccole ondate di nausea e di vertigini se si alzava troppo in fretta, stava meglio.
 
Onestamente, non era nemmeno stato troppo male dopo aver preso il nuovo farmaco. Aveva passato momenti peggiori, anche se era più giovane allora, e non c’era Kurt… Oh, Kurt.
 
Stava cercando di cercando di schiacciare la testa ancora di più sul cuscino, quando il telefono squillò, facendogli sapere che gli era arrivato un nuovo messaggio. Borbottò, prendendolo cautamente in mano e sbirciando il mittente con un occhio aperto. Quando vide che era Jeff, sospirò di sollievo e preoccupazione.
 
Lesse il messaggio, dove Jeff lo informava che gli avrebbe portato i compiti verso le otto, quando qualcuno bussò alla sua porta.
 
“Avanti” disse, guardando ancora il telefono.
 
La porta si aprì, e Nathan si guardò intorno alla ricerca di Blaine prima di entrare. “Dormi?” chiese vedendo Blaine sotto alle coperte.
 
Blaine scosse la testa. “No, stavo pensando”
 
Nathan annuì, entrando nella stanza e chiudendo la porta dietro di sé.
 
“Bene, adesso che sono di nuovo tornato umano – parole tue –credo che dovremmo fare quel discorso che volevi”
 
“Oh, papà, no, io-”
 
Nathan agitò una mano, fermandolo. “Non cercare di tirarti indietro adesso. Mi ci è voluto tanto per decidermi”. Si sedette sul letto di Blaine. “Siediti” gli disse. “Non voglio che ti addormenti mentre parliamo”
 
Blaine si alzò lentamente per evitare le vertigini, e appoggiò il suo cuscino alla testiera, sedendosi poi contro di loro. “Papà, davvero. Non c’è bisogno. Ero fuori di testa quando l’ho detto, e-”
 
“No” lo interruppe Nathan, sedendosi meglio sul letto in modo di stare di fronte a Blaine. “Dobbiamo, Blaine. E’ troppo tempo che rimandiamo. Dovevamo farlo anni fa. Sono sicuro che sai già quello che vuoi dirmi, quindi non perdiamo altro tempo. Parliamo”
 
“O-okay” disse Blaine nervosamente. Appoggiandosi alle mani, si sedete più dritto, come se avesse bisogno di qualcosa da fare. Non riusciva ricordare un momento in cui aveva parlato con suo padre così. Era estremamente nervoso.
 
“D’accordo” concordò Nathan. “mettiamolo in chiaro, allora. Blaine, non sono stato un bravo padre per te-”
 
“No, papa-”
 
“Fammi finire. E’ vero, Blaine. si, ho lavorato tanto perché la nostra famiglia potesse continuare a vivere come faceva prima, e non ci siamo mai dovuti preoccupare delle fatture del medico, come facevano tutti gli altri. Questo non è essere un buon padre, ma un gran lavoratore. Ora, voglio che tu sappia che non ci sono scuse per quello che ho fatto. Ho sempre saputo che non ti stavo vicino come facevo con Cooper, ma l’ho fatto. E mi sbagliavo”
 
Blaine si guardò le mani, girandosi i pollici solo per aver qualcosa da fare. “Perché… perché lo hai fatto?” chiese Blaine.
 
“Suonerà come una scusa”
 
“Mi piacerebbe sentirla” rispose Blaine in fretta, guardandosi sempre le mani.
 
“E’ stato difficile per me venire a patti con il fatto che tu fossi gravemente malato. Ho fatto finta che non fosse vero all’inizio, dicendo a tua madre che stavano solo esagerando, e che presto saresti tornato a star bene.
 
“Ma poi… arrivammo a un punto in cui non potevo più fingere. Non sentivo più quelle cose orribili da tua madre, ma da medici e specialisti.
 
“Allora, mi sono buttato sul lavoro, mentre eravamo in attesa che arrivasse un cuore nuovo. Qualche volta mi sarebbe piaciuto pensarci, ma mi costringevo a smettere perché non riuscivo a capirlo. Non riuscivo a capire perché mio figlio dovesse essere sul punto di morte, per il suo cuore, tra tutte le cose, già in giovane età.
 
“Ho iniziato a passare più tempo con Cooper. Tua madre e io eravamo entrambi d’accordo che almeno lui dovesse avere una vita il più normale possibile. Ma c’erano delle volte in cui avrei voluto partire per venire a farti visita a Columbus, e invece rimanevo dov’ero. Era solo più facile per me. Potevo andare a una partita di football o di baseball, e dimenticarmi di quello che succedeva intorno a me”
 
Nathan fece una pausa, prendendo un respiro. Blaine non parlò. Non era sciuro di riuscirci. Non sapeva nemmeno cosa dire. Una parte di lui era triste, l’altra consumata dalla rabbia. Strinse saldamente le mani, e non alzò lo sguardo su suo padre perché non era sicuro di quello che avrebbe detto se l’avesse fatto.
 
“Tua madre mi chiamava qualche volta, piangendo così forte da riuscire a malapena a parlare. Mi disse che probabilmente non ce l’avresti fatta a passare la notte, e che sarei dovuto venire in ospedale, ma usavo Cooper come scusa. Le dicevo che non poteva, o non voleva, e che dovevo stargli vicino. Le dicevo di dirti che ti volevo bene.
 
“Una volta, Cooper mi sentì. Era così arrabbiato che si chiuse nella sua stanza per tre giorni senza parlarmi. Allora ho chiamato Diane, e le ho detto la verità, e lei non mi parlò più per cinque giorni”
 
“E dopo?” chiese Blaine senza pensarci.
 
“Dopo cosa?”
 
“Dopo il trapianto, e il mio recupero. Perché le cose non sono andate meglio?”
 
Nathan fece un respiro profondo. “Una cosa che ho sempre fatto è la ricerca. Ogni volta che ti sottoponevano a un nuovo intervento, mi piaceva fare delle ricerche. Quando hai avuto il trapianto… ho visto l’aspettativa di vita. Ho letto delle storie, storie dell’orrore. Ero terrorizzato ad avvicinarmi a te, Blaine. Terrorizzato. Avevo paura che se mi fossi riavvicinato, ti avrei perso, e io… io non ci potevo nemmeno pensare”. La sua voce si spezzò sull’ultima frase, cosa che fece finalmente alzare lo sguardo a Blaine. Non aveva mai visto suo padre in lacrime prima.
 
“Ho pensato che se non avessi mantenuto le distanze, tu… tu…”
 
“Sarei morto” rispose Blaine per lui.
 
Nathan annuì. “Si. Ho pensato che se non fossimo stati vicini, non avrebbe fatto così male. Ma, non penso più che sia vero. Non voglio che ti succeda qualcosa, e so che non ci siamo ancora conosciuti veramente”
 
“E’ andata sempre peggio” gli ricordò Blaine. “Dopo che ho fatto coming out, sei peggiorato”
 
Nathan sospirò, spostandosi sul letto. “Quando hai fatto coming out, sono rimasto shoccato, Blaine. Molto. Tua madre non tanto, ma lei ti conosceva meglio… Mi ci è voluto del tempo per elaborarlo, perché non capivo. Poi ho fatto una ricerca, e ho visto delle statistiche. Ho visto quanto fosse più probabile che tu ti suicidassi, o che fossi vittima di un crimine, tutte queste cose terribili. Era come se fosse un’altra ragione per starti più lontano.
 
“Poi sono successe quelle cose alla tua vecchia scuola. Ed ho pensato che stavo per perderti, e non era nemmeno per colpa del cuore.
 
“Erano tante cose, Blaine, e non sono stato in grado di gestirle. E non sto cercando delle scuse, non lo farei. Ho sbagliato. Non sono stato un buon padre, non ero lì per te quando avrei dovuto esserci. Stavi passando cose che nemmeno potevo immaginare e io ero qui, a fare il bambino, a starti lontano, a fare l’egoista. Mi dispiace, Blaine. Sono davvero, davvero dispiaciuto”
 
Blaine fece un respiro profondo, guardando suo padre negli occhi solo per un istante, prima di distogliere lo sguardo.
 
“A cosa stai pensando?” gli chiese Nathan.
 
“Sono arrabbiato, e triste, ma ti perdono. Capisco tutto quello che hai detto, e so che sei realmente dispiaciuto. Però sono ancora arrabbiato. Mentre ero in ospedale, pensavo di morire, e tu eri a una partita di football”
 
Nathan annuì. “Capisco. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato. Sono arrabbiato anch’io con me stesso, quindi siamo arrabbiati in due”
 
Ci fu un attimo di silenzio. “Voglio starti più vicino” disse Blaine.
 
“Lo voglio anch’io”. Nathan si sedette all’indiana, sembrando più giovane agli occhi di Blaine. Sembrava quasi che quel discorso lo avesse ringiovanito. “Sai, ho un po’ di ferie arretrate. Potrei prendermi un paio di settimane di riposo e potremmo andare da qualche parte, o anche qui intorno, e fare delle cose insieme… potrebbe venire anche Kurt”
 
“Se ancora vorrà parlarmi” mormorò Blaine soprappensiero.
 
“Cosa vuoi dire?” domandò Nathan serio.
 
“Beh, mentre ero così aperto, e onesto con tutti, gli ho detto alcune cose che non avrei mai, mai voluto fargli sapere”
 
“Quali cose?”
 
“Fondamentalmente che non si sarebbe preso cura di me, se non avessi avuto il cuore di sua madre”
 
Nathan prese un respiro. “Oh… cavolo”
 
“Già”
 
“Beh, è così che ti senti, giusto?”
 
Blaine fece una pausa, poi sospirò. “Si, credo. Voglio dire, mi preoccupo a volte. Mi piace avere intorno Kurt, ma so che lui non lo farebbe mai in circostanze diverse”
 
“Probabilmente è una buona cosa che tu gliel’abbia detto ora, sai? Non vorresti mai che fosse un problema che uscirà tra vent’anni”
 
“Si. Io-”
 
“Ma” continuò Nathan interrompendolo. “la vita non è un’insieme di circostanze? O di cose? Non avrei mai incontrato tua madre, se non fosse stato per il temporale che un giorno ci ha fatto trovare riparo nello stesso parcheggio. I miei genitori non si sarebbero incontrati se mio padre non avesse licenziato mia madre perché era la peggior segretaria che avesse visto. I genitori di Diane non si sarebbero mai incontrati se non avessero fatto un incidente in auto. I miei nonni non-”
 
“Va bene, papà. Ho capito”
 
Nathan sorriso. “Il punto è che tutti hanno una strana storia da raccontare. Voi ne avete una più particolare del solito, ma sono sicuro che si riuscirebbe a trovare qualcosa di ancora più strano. Fa parte di tutto ciò che rende la nostra vita un divertimento. Guardando una persona e ricordando le circostanze in cui l’hai incontrata, e come eri felice di averlo fatto, perché non vorresti sapere come sarebbe la tua vita senza di lei”
 
“Cavolo, papà, ti comporti come se dovessimo sposarci. Siamo solo amici”
 
Nathan smise di sorridere. “Oh, Blaine, non provare nemmeno a fare finta di non amarlo. Lo vedo ogni volta da come lo guardi. Diamine, lo vedo anche solo quando pronunci il suo nome”
 
“I-io, non… davvero?” chiese Blaine rinunciando a combattere.
 
“Si”
 
“Ma cosa importa se non vorrà più parlarmi?”
 
“Ci sono due persone in un rapporto, Blaine, non una. Dovete decidere insieme se è finita”
 
Blaine rimase in silenzio mentre Nathan gli accarezzava un ginocchio. “Vado ad aiutare la mamma con la cena. Va tutto bene?”
 
Blaine annuì. “Si. Grazie, papà”
 
“Quando vuoi, Blaine”
 
Nathan si alzò, e si diresse verso la porta, ma Blaine lo fermò prima che potesse uscire.
 
“Papà?”
 
Nathan si voltò. “Si?”
 
“Io… ti voglio bene”
 
Dopo un respiro, e trattenendo un sorriso enorme, Nathan rispose. “Anch’io ti voglio bene. Blaine”






Note della traduttrice:
scusate per il ritardo, il negozio mi ha portato via più tempo del previsto :|
Mi rifaccio entro la prossima settimana, promesso
Leana <3
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: TwistedRocketPower