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Autore: Silver_Doe    14/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO VI

Lily aveva pensato di voler sprofondare sotto il Lago Nero? In quel momento avrebbe voluto scomparire direttamente, così, con uno schiocco di dita: dissolversi nell’aria come una nuvola di fumo. Tutta colpa sua! Pensò ancora più irritata di prima. Abbassò lo sguardo sotto il peso di quello del preside, e probabilmente di tutta la scuola.
Anche James si accorse dello sguardo di Silente e di quello di tutta la scuola; ma lui era abituato a stare al centro dell’attenzione… era James Potter! Tuttavia, a differenza di Lily, ricambiò lo sguardo del preside con un enorme e sincero sorriso, smettendo di parlare, come se si trovasse di fronte ad un suo amico. Non era imbarazzato, non per quella sciocchezza! Si girò poi nuovamente dalla parte di Lily, la quale non si degnò nemmeno di guardarlo un’altra volta, era semplicemente FURIOSA.
- Bene e ora che tutti ci siamo… ehm… calmati… – e scoccò un altro sguardo divertito  verso la tavola dei Grifondoro – voglio prima di tutto, cari ragazzi e ragazze, darvi dei calorosi saluti e un forte abbraccio! Un gran benvenuto ai nuovi arrivati che per la prima volta siedono qui tra noi, e un gioioso bentornati ai vecchi, che si preparano ad affrontare un altro prezioso anno qui ad Hogwarts! Capisco che per voi potrebbe essere noioso ascoltare il solito, vecchio, barbuto discorso di inizio anno invece di aprire il nostro eccellente banchetto, tuttavia sono più che fiducioso nel vostro autocontrollo! Prima di tutto vorrei partire dalle semplici ma essenziali regole scolastiche, che molto spesso vengono dimenticate dagli alunni troppo facilmente… – un altro sguardo verso i Grifondoro, questa volta rivolto in particolare a James, Sirius, Remus e Peter – Primo: alle 21.30 di ogni sera inizia il coprifuoco e ogni alunno trovato fuori dalla propria sala comune, se non sotto permesso speciale, si troverà in guai seri. Secondo: l’ingresso nella foresta proibita e nella sezione proibita della biblioteca è severamente vietato a tutti coloro che non desiderano fare una fine molto dolorosa. Terzo: vorrei ricordarvi che per ogni esigenza non riguardante le materie scolastiche, potete rivolgervi ai Prefetti e ai Caposcuola della vostra Casa, i quali ritengo che siano più che in grado di aiutare chiunque ne abbia bisogno. Prefetti, Caposcuola, personalmente reputo che il compito a voi assegnato sia importantissimo; siete stati scelti per le vostre doti e cercate perciò di usare nel modo più giusto la vostra autorità. Quarto ed ultimo punto: ai ragazzi di primo anno è vietato possedere manici di scopa personali, per le lezioni di volo saranno affidati manici di scopa scolastici. Ho dimenticato qualcosa? Ah si! State molto attenti… alle scale piace cambiare! -
Dopo quel discorso che pareva infinito, quasi tutti gli alunni stavano cominciando a distrarsi, ormai totalmente affamati e stanchi per il viaggio.
- Miei cari ragazzi, so che non è una cosa facile, ma vi prego di prestare attenzione ancora per qualche minuto: c’è qualcos’altro che voglio dirvi, qualcosa, forse, di molto più importante. Quelli che stiamo vivendo oggi sono tempi difficili, estremamente difficili. Credo che voi tutti siate a conoscenza degli avvenimenti che stanno sconvolgendo il mondo magico in questo periodo: il mago che tutti adesso conosciamo con il nome di Lord Voldemort, con le sue idee discriminatorie e i suoi metodi violenti, sta devastando l’opinione pubblica, mettendo tanti, troppi maghi l’uno contro l’altro, per la sua nobile causa, così spregevole che non riesco nemmeno a spiegarvela con chiarezza. Ma io vorrei solo dirvi questo: non lasciate che niente e nessuno vi controlli, non lasciate che le vostre menti siano controllate, non lasciate che i vostri pensieri, le vostre azioni siano controllate da chi credete il vostro capo, ma soprattutto non lasciate che il vostro cuore venga controllato, non dovete permetterlo. Quindi miei cari ragazzi, Coraggiosi Grifondoro, Saggi Corvonero, Furbi Serpeverde ed Altruisti Tassorosso, io vi chiedo di non badare alle differenze che possono allontanarvi l’uno dall’altra, bensì vi chiedo di pensare a quante cose ognuno di voi ha in comune con l’altro: non pensate a quanto siete diversi, ma a quanto non lo siete. Nessuna inferiorità o superiorità. Ci saranno momenti di scontro, momenti in cui le vostre opinioni saranno divergenti, ma non per questo dovete rinunciare alla vostra unità. Sicuramente arriverà il momento in cui ognuno di voi, di noi, dovrà fare una scelta molto importante, e io confido che voi riuscirete a fare quella più giusta. Probabilmente, prima o poi, ci sarà una vera e propria guerra, inutile negarlo, e a quel punto sarete chiamati a mettere in pratica la vostra scelta, qualunque essa sia. Io però voglio dirvi di non aver paura: finchè c’è speranza ed unione niente può fermarci. Spero che le mie non siano state parole vuote, ma che per ognuno di voi abbiano avuto un significato ben preciso, e che abbiano mosso qualcosa nel vostro animo… ma sono sicuro che è così. Se rifletterete su quel che vi ho detto, magari scoprirete che le parole di questo stupido vecchio hanno addirittura un senso! Ed ora penso di avervi annoiato abbastanza… forza, che abbia inizio il banchetto! -

Quello era stato forse uno dei discorsi più belli e toccanti che Silente avesse mai fatto: aveva parlato di una faccenda tremendamente complicata, con una naturalezza ed una calma  impressionante. Poche persone avrebbero parlato come lui, e altrettanto in pochi avrebbero pensato come lui; che Silente fosse un grande mago, forse uno dei più grandi in assoluto, era risaputo, ma quella sera tutta Hogwarts ne ebbe la conferma, per la centomillesima volta. Aveva parlato col cuore in mano, nel vero senso della parola, spiegando chiaramente in che modo combattere quella guerra che ancora non era iniziata, ma che sicuramente sarebbe scoppiata a breve: non con la violenza, con la rabbia… ma con l’unione, la fratellanza, l’amicizia… l’amore. E non erano state parole scelte a caso o dette per circostanza, per fare scena, ma ognuna di esse aveva un significato ben preciso. Ma una delle cose che più stupiva, era che Silente, in quello che aveva detto, ci credeva, ci credeva davvero. Quella luce nei suoi occhi… non sarebbe stata per niente facile da dimenticare. Questo Lily Evans lo sapeva bene.

Alla fine del discorso del preside, i ragazzi parevano essersi risvegliati da quella strana sensazione di trance: tutti, o quasi, si erano persi nelle parole di Silente, non smettendo mai di guardarlo, senza batter ciglio. Quelle parole avevano fatto semplicemente breccia nelle loro anime, era stato inevitabile.

A James venne voglia di applaudire: conosceva ben pochi uomini come lui, e ne era certo, nessuno lo avrebbe mai eguagliato. James avrebbe tanto voluto che il mondo funzionasse come diceva Silente: che tutti mettessero da parte le differenze per costruire un mondo basato su quei grandi valori, ma purtroppo non era così. Addirittura in quella stessa scuola si manifestavano atti di odio, di guerra, ed era inutile negarlo, i principali responsabili erano i Serpeverde. Non era un fatto di principio o di essere prevenuti, era soltanto la realtà dei fatti. E quando vide che i Serpeverde non ascoltavano minimamente quello che il preside diceva, che anzi si facevano beffe di lui, un’ira pazzesca gli si accese dentro: nel suo corpo c’era qualcosa che ribolliva… era odio puro. Non era una bella sensazione, ma non poteva reprimerla, non riusciva e neanche voleva. Continuò a guardarli, e nei suoi occhi solo rabbia e disprezzo.
Anche Lily notò il teatrino dei Serpeverde: c’era chi sbadigliava, chi rideva sotto i baffi… e poi lo vide… Severus, guardare per un attimo dalla sua parte: i suoi occhi neri la stavano scrutando da lontano. Lily ebbe un brivido, e fu proprio in quel momento che lei si accorse di un dettaglio, per altri forse insignificante: Severus si stava toccando il braccio sinistro, proprio lì, sull’avambraccio. No, non può essere, non può essere vero. Lui non può… non può essere uno di loro!
Si diceva che tutti i seguaci di Voldemort, i cosiddetti Mangiamorte, avessero un segno di riconoscimento, un… marchio, sull’avambraccio sinistro: una specie di distintivo, che dichiarava l’appartenenza e la fedeltà a lui. Forse quella era solo una coincidenza, una sciocchezza; tuttavia dopo aver notato quel gesto, non riuscì più a calmarsi: possibile che Severus fosse cambiato così radicalmente? Era davvero possibile? Dov’era finito il suo migliore amico di un tempo? Era morto, svanito, e quella sera Lily ne ebbe un’altra, ennesima conferma.

James stava tremando di rabbia: i suoi occhi ridotti a fessure scrutavano i componenti del tavolo verde-argento. Tutti si accorsero del suo strano comportamento, e per quanto cercassero di non notarlo, non riuscivano a non badarci.
- James… - lo scrollò Remus. – Ti senti bene? Sei così… strano… -
- Uhhm? … No, credo che sia solo il mio odio verso quegli idioti. – rispose lui con un tono di voce deciso e secco.
- Andiamo Jamie, non pensarci… sappiamo benissimo come la pensano e da che parte stanno quegli schifosi… - aggiunse Sirius, guardando anch’egli verso quella direzione. Gli giunse subito all’occhio suo fratello minore, Regulus. Che idiota! Si ritrovò a pensare. Era stato un ragazzino sempre un po’ introverso, zitto zitto, ma con un grande cuore: ma da un paio d’anni a quella parte, Sirius aveva visto in Regulus un lato diverso, oscuro… un lato di cui non si era mai accorto prima. Aveva cominciato a frequentare sempre più spesso quella banda di Serpeverde, che gli aveva messo in testa quelle stupide idee razziste, tirandolo come un mulo, dalla loro parte. E lui si era lasciato trascinare: gli aveva seguiti come un fedele cagnolino, dimenticando di portare con sé il cervello e un po’ di buonsenso.
Il loro rapporto si era ormai congelato da tempo, ma Sirius non smetteva di sperare: era convinto che un giorno Regulus avrebbe ritrovato la ragione, e lui lo avrebbe accolto, era pur sempre suo fratello, e non poteva negarlo, gli voleva ancora un gran bene. 
- Mi fanno solo vomitare! Quanto vorrei schiantarli tutti in un solo colpo! – continuò James, adirato fino alla punta dei piedi.
Lily ovviamente, non mancò di notare quel che stava accadendo di fronte a lei. Da una parte Potter poteva anche aver ragione, ma i suoi modi, quel suo desiderio di fare sempre il paladino della giustizia a suon di fatture e schiantesimi, giusto per far vedere alla gente quanto fosse terribilmente abile, quello si che la mandava in bestia. Decise di controbattere.
- Probabilmente ciò che ha detto Silente non l’hai ascoltato minimamente. Non serve a nulla sguainare la bacchetta e mandare fatture a tutti quelli che non sopporti!  -
James si girò di scatto, sentendo le parole della Evans. Come poteva non capire?!
-  E cosa dovrei fare? Lasciarli fare quello che vogliono? Lily quegli idioti stanno dalla sua parte!  -
- Ma non è un problema tuo! Non puoi farti giustizia da solo! E poi lo sappiamo tutti che ogni duello con un Serpeverde è un modo per metterti in mostra! Non farmi credere che i tuoi siano solo atti a fin di bene, perché so che non è così! -
James spalancò gli occhi a quelle parole: come poteva pensare una cosa del genere? Perché non capiva quello che voleva dire? Arrivò addirittura a pensare che Lily stesse dalla loro parte!
- Un modo per mettermi in mostra? Evans non sai quello che dici! Come puoi pensare una cosa del genere? Ci sarà una guerra e tutto quello che possiamo fare è combattere e io voglio iniziare fin da subito! -
- Oh certo… rispondere alla violenza con la violenza! Credo invece che quello che non capisce sei tu! -
- Neanche a me piace, ma è l’unico modo! -
- Non è vero, ci sono molti altri modi… ma forse il tuo enorme egocentrismo e la tua innata presunzione ti impediscono di vederli! 
James non riusciva a crederci: gli stava parlando con una rabbia tale che non pensava neanche potesse avere. Si sentì ferito, ogni sua parola una pugnalata al petto. Lo credeva soltanto un ragazzino troppo pieno di sé? Bè si sbagliava, e di grosso.
Tutti i Grifondoro ormai si erano girati a guardarli: il loro sguardo si spostava ritmicamente da Lily a James, da James a Lily. Nessuno parlava o intervenne: era come se fossero ipnotizzati e non potessero muovere un muscolo o proferir parola.
Remus e Sirius li guardavano sconcertati; Peter continuava a roteare gli occhi mangiandosi freneticamente le unghie: quella situazione non gli piaceva affatto.
Di fronte, Alice e Marlene avevano le stesse identiche espressioni: incredule, addirittura spaventate. Non pensavano che la loro amica potesse spingersi così oltre: aveva decisamente oltrepassato il limite.
- Mi dispiace che tu la pensi in questo modo Lily… - fu tutto quello che James riuscì a dire. Dopo quella frase, tra i Grifondoro silenzio assoluto.
E tutto d’un tratto Lily si sentì uno schifo. Fino a quel momento non si era resa davvero conto di quello che stesse dicendo, e non pensava nemmeno di avere tutta quella rabbia dentro! Che cosa diavolo le era preso?
Tutti cominciarono a guardarla, a gettarle occhiate di disdegno. Era chiaro che lì nessuno la pensava come lei.
Lily abbassò immediatamente lo sguardo e di colpo si alzò dalla panca, dirigendosi fuori dalla Sala Grande, consapevole che l’intera scuola la stesse guardando.
Alice cercò di alzarsi e seguirla, ma Marlene la trattene e le feci di “no” col capo: aveva bisogno di essere lasciata sola.
James la seguì con lo sguardo finchè gli fu possibile e poi si girò, trovandosi davanti un Sirius fumante di rabbia.
- Lasciala perdere… - gli sussurrò.
- Non ci riesco Felpato… io… non ci riesco… - Voleva farle capire come lui fosse realmente, come fosse sotto quello strato di arroganza e presunzione che forse alle volte lo caratterizzava. Ma nonostante tutto, James non la odiava, non riusciva ad odiarla e mai, ne era sicuro, ci sarebbe riuscito.
  
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