Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: aryabrightmore    14/06/2013    3 recensioni
Costruire una propria identità che sia realmente tale non è facile; soprattutto in un periodo quale l'adolescenza, infatti, è difficile distinguere dove finisce la nostra personalità ed inizia quella degli altri. Prima o poi tutti dobbiamo imparare ad indossare una maschera, uscire in scena e sorridere sicuri come se attorno a noi tutto ci scivolasse addosso, tralasciando le nostre paure e i nostri dolori e mandando in scena quello che gli altri si aspettano di vedere;
Indossare una maschera, quindi, in teoria, è molto più facile che essere se stessi.
In pratica, però, è tutta un'altra storia...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 



Capitolo ottavo, Maddie&Arya.

Lo spogliatoio era vuoto, dovevano ancora arrivare tutte.
Buffo come io, che ero una ritardaria cronica, quando si trattava della pallavolo, arrivavo sempre ed inevitabilmente in anticipo.
Iniziai a cambiarmi quando, all'improvviso, sentii la porta dello spogliatoio aprirsi. Non mi curai di verificare chi fosse, troppo intenta a slacciare il nodo ferreo della mia converse. 
<< anche tu in anticipo?>>
Riconobbi quella voce e, quando alzai il capo, seppi che le mie orecchie non si erano sbagliate. Era Arya, la new entry del nostro gruppo. La conoscevo da poco più di due giorni e mi stava simpatica a pelle. Solitamente ero restia a fare nuove conoscenze, mi accontentavo degli amici che avevo. 
<< e tu che ci fai qui?>> le chiesi, senza preoccuparmi di nascondere il mio stupore. 
<< mi alleno>> mi rispose, con tono ovvio, mentre appoggiava un grande borsone blu sulla panca, affianco a me. 
<< si, lo vedo. Sono sorpresa.. non i avevi detto che giocavi>>
<< bhè, in realtà è da un po' che ho smesso. Non gioco seriamente da due anni ormai>>
Capii dal tono con cui lo disse che non era una cose di cui le andava di parlare.
<< io gioco da sette anni, sono una schiacciatrice. E tu?>>
<< centrale>>
<< spero che tu te la sappia cavare allora, perchè abbiamo decisamente bisogno di una buona centrale in squadra>>  
<< farò del mio meglio>>
Durante la partita che facemmo nell'ultima mezz'ora di allenamento, Arya si dimostrò un'ottima centrale: era molto intuitiva ed un'ottima elevazione, qualità che, oltre a parmetterle di non fallire quasi mai in attacco, la rendevano anche estremamente efficacie a muro, come ebbi modo di capire a mie spese io stessa; in più aveva un buon palleggio ed era capace di ottime alzate all'indietro. Peccava solamente di poca precisione negli appoggi, ma alla fin fine non era un problema, considerato il suo ruolo. 
A fine partita mi diressi verso lo spogliatoio con le altre. Stavo per incominciare a spogliarmi, quando mi accorsi che accanto a me non c'era nessuno, se non un borsone blu. A fatica mi alzai, dirigendomi nuovamente verso la palestra. Trovai Arya seduta al centro di una metà campo, con le gambe incrociate e le braccia posate in grembo. Mi dava le spalle, per cui non si accorse di me. Quando mi avvicinai, però, lei sussultò e con un movimento tempestivo cercò di asciugare le lacrime silenziose che le rigavano le guance. 
Decisi di sedermi accanto a lei, imitando la sua posizione, senza dire niente: avevo capito il motivo di quel pianto senza bisogno che lei me lo dicesse.  
Passammo quindici minuti buoni in silenzio, poi fu lei a parlare:
<< grazie Madison>> disse semplicemente, ruontando appena il viso verso di me ed accennando un sorriso. 
Ricambiai, facendo spallucce come per dire "figurati".
<< ti è mancata eh?>> le chiesi, cercando di essere comunque discreta.
<< non sai quanto.. me ne rendo conto solo adesso>> confessò, con un tono un po' amaro << oggi mi sono resa conto che in questi ultimi due anni mi sono preclusa un sacco di possibilità, di occasioni, di esperienze. Mi sono chiusa nelle mie convinzioni, convinta che non valesse più la pena affezionarsi a qualcuno o a qualcosa per poi dover soffrire al momento degli addii..>>
Rimasi stupita dal modo in cui mi rivelò le sue debolezze, avendo capito che fosse una ragazza molto discreta. D'altra parte si vedeva che aveva bisogno di tirar fuori cose che la stavano soffocando. 
<< bhè, direi che adesso che hai focalizzato il punto, puoi incominciare a recuperare il tempo perduto. Per prima cosa, ti informo che sei ammessa in squadra a pieno titolo, e domenica giochi da titolare nella prima partita di campionato>>
<< adesso però andiamoci a lavare, che siamo sudice>>

       Arya.

Io e Maddie ci eravamo appena salutate quando mi arrivò un messaggio da Zayn, che mi chiedeva di raggingerlo ad un'dirizzo incato due righe più sotto.
Quando arrivai lo scorsi a fumare sulla soglia di un negozio che, a giudicare dall'insegna, sembrava essere un negozio di animali. 
Doveva essere lì che lavorava. Risi nel momento in cui capii il reale motivo per cui non mi aveva voluto rivelare quale fosse il lavoretto pomeridiano che faceva per pagarsi le spese della moto. 
<< allora è qui che lavori! Non me l'hai voluto dire perchè temevi potesse intaccare la tua reputazione da duro...>> esclamai, facendo in modo che si accorgesse finalmente della mia presenza. 
Lui si voltò verso di me, allontanando la sigaretta dalla bocca: << devi smetterla di essere così perspicace, sul serio>> mi riprese sbuffando, probabilmente per cercare di mascherare l'imbarazzo. 
Io, da parte mia, ridacchiai nuovamente, ancora un po' scettica: avevo cercato più volte di indovinare che da quando mi aveva detto di "lavoricchiare" per provvedere alle spese della moto e ad altre varie ed eventuali, dandogli dell'angente segreto, del pizzaiolo, del camionista e persino di un uomo delle pulizie. Ma mai avrei immaginato che potesse fare tale lavoro.
Intanto Zayn finì la sigaretta e mi guidò dentro. In un primo momento, guardandomi intorno, confermai la mia tesi: si trattava indubbiamente di un negozio di animali; poi, quando Zayn mi portò sul retro, mi resi conto che quello non era un semplice petshop, ma un vero e proprio studio veterinario. C'erano animali di ogni sorta: per lo più cani e gatti, ma anche criceti, un pappagallo e altri uccelli che a prima vista non seppi classificare... giurai di intravedere anche quello che mi sembrò essere un ghiro, dietro la scrivania piena di cianfrusaglie per la cura degli animali. 
<< questo negozio è di mio zio>> mi spiegò Zayn << lui ha fatto il veterinario per quasi trent'anni in una clinica per animali di Manchester, poi ha deciso di aprire questo negozietto per prendersi cura di animali feriti, abbandonati o randagi.. è un tipo bizzarro, vende gli animali solo a chi gli è simpatico>> mi rivelò sghignazzando, facendo sorridere anche me. << e tu perchè hai scelto questo lavoro se te ne vergogni?>> tornai a stuccarlo.
<< perchè mi piacciono gli animali, ma mia madre impazzirebbe all'idea di averne uno in casa così, quando mi zio mi propose di aiutarlo in cambio di un discreto stipendio, ho pensato di prendere due piccioni con una fava..>> confessò e fui soddisfatta della sua risposta; in quei pochi giorni avevo avuto modo di capire, nonostante lui si prodigasse costantemente per dimostrare il contrario, che, sotto la scorza da duro, Zayn aveva un cuore tenero. 
<< non credo che questo rappresenti una cosa di cui vergognarti... anche a me piacciono gli animali, soprattutto i cani>> 
<< puoi prenderne uno, se vuoi..>>
<< si, magari! Poi chi lo spiega ad Alis? E poi chi te lo dice che a tuo zio andrei a gni
<< innazittuttoil bungalow lo paghi anche tu quindi più che trattarti a merda come fa comunque Alis non può fare.. poi, sono certo che se ti conoscesse andresti a genio.. e comunque questo è un regalo che ti faccio io, non lo devi comprare>>
Stavo per ribadire che non potevo accettare, quando mi venne in mente il discorso affrontato. con Maddie poco più di un'ora prima: mi sarebbe piaciuto avere un amico a quattro zampe. Ero ancora combattuta, non mi andava di approfittare della generosità di Zayn, poi, nel momento in cui il mio sguaro incrociò un paio di occhi verdi che mi guardavano speranzosi, cedetti definitivamente: ero rimasta letteralmente folgorata da un cucciolo dal pelo lungo e bianco. 
<< lui è un incrocio tra un pastore maremmano ed un lupo, ecco perchè ha le orecchie a punta e la coda rivolta verso l'alto>> intervenne Zayn, intercettando il mio sguardo << ha appena due mesi, ma già quando raggiungerà i due anni sarà di dimensioni parecchio grandi.. diciamo che non è propriamente un cane domestico>>
A me, però, ormai non importava più niente. Quel cucciolo mi aveva letteralmente conquistata e Zayn sembrò capirlo perchè, scuoteno il capo mentre ridacchiava, lo prese con delicatezza e me lo diede in braccio, spiegandomi come tenerlo nel migliore dei modi.
<< come vuoi chiamarlo?>> mi chiese poi.  
<< Igor>> dissi, pensando inevitabilmente mio padre che, da grande amante della musica classica, era un devoto ammiratore dell'omonimo compositore russo Igor Stravinskij, le cui melodie mi aiutavano sempre ad addormentarmi quando ero piccola. 
<< mi piace!>> convenne Zayn 

                                                                              Maddie.

Lo spogliatoio era vuoto, dovevano ancora arrivare tutte: era buffo come io, che ero una ritardaria cronica, quando si trattava della pallavolo, arrivavo sempre ed inevitabilmente in anticipo.
Iniziai a cambiarmi, beandomi di quel silenzio che, purtroppo, sarebbe durato ancora per poco. Infatti feci appena in tempo a concludere quel pensiero quando sentii la porta dello spogliatoio aprirsi. Non mi curai di verificare chi fosse, troppo intenta a slacciare lo strettissimo nodo della mia converse sinistra. 
<< Anche tu in anticipo?>>.
Mi stupii nel riconoscere a chi appartenesse la voce che aveva appena parlato e, quando alzai il capo, verificai che effettivamente le mie orecchie non si erano sbagliate: era Arya, la new entry della GreenFord e del nostro gruppo. Era arrivata a scuola da meno da qualche giorno, io l'avevo conosciuta la prima volta alla festa di Liam e mi era stata simpatica a pelle. Solitamente ero restia a fare nuove conoscenze, mi facevo tranquillamente bastare gli amici che avevo, eppure con lei non avevo avuto problemi a socializzare, probabilmente per la sua indole discreta ma acuta; Arya, infatti, non era invadente, ne permetteva agli altri di esserlo con lei e raramente si faceva cogliere di sorpresa. Mi piacevano le persone intelligenti, nonostante potesse sembrare il contrario dato che la mia ristretta cerchia di amici comprendeva individui dal quoziente intellettivo ambiguo... oppure mi era simpatica semplicemente perchè mi divertiva il modo in cui teneva testa a Zayn come fino ad allora solo io ero stata in grado di fare. Ecco, probabilmente vedevo in lei un'alleata. Fatto stava che era una tipa in gamba, ce ne eravamo accorti tutti. 
<< E tu che ci fai qui?>> le chiesi schiettamente, senza preoccuparmi di nascondere il mio stupore. 
<< Mi alleno>> mi rispose, con tono ovvio, mentre appoggiava un grande borsone blu sulla panca, affianco al mio rosso e bianco.  Sapevo che era consapevole di avermi colto di sorpresa, il che probabilmente la divertiva. 
<< Si, questo l'avevo dedotto... è solo che sono sorpresa... non mi avevi detto che giocavi>>.
<< Bhè, in realtà è da un po' che ho smesso. Non gioco seriamente da due anni ormai..>>.
Capii dal tono con cui lo disse che non era una cosa di cui le andava parlare, così lasciai correre l'argomento: << Io gioco da sette anni ormai>> dissi allora, con una punta di fierezza nella voce <>.
<< Centrale>> mi rispose frettolosamente mentre era intenta a sistemarsi alcuni ciuffi che erano sfuggiti alla coda di cavallo in cui aveva raccolto i suoi capelli. 
<< Spero che tu te la sappia cavare allora, perchè abbiamo decisamente bisogno di una buona centrale in squadra>>  
Come mi aspettavo, Arya rispose a tono alla mia scherzosa provocazione: << farò del mio meglio, capitano>> mi schernì di rimando, alludendo alla striscia che sottolineava il mio numero di maglia per indicare il mio ruolo. 
In quel momento incominciarono ad arrivare altre ragazze, alle quali presentai Arya: reagirono più o meno tutte positivamente all'arrivo di un nuovo elemento, fiduciose del mio giudizio. Fu una grande soddisfazione come capitano constatare ancora una volta quanto fossimo unite come squadra e capaci di collaborare; che poi, alla fine, al di là della corsa alla vittoria, la pallavolo era questo: superare i propri limiti, andare oltre le etichette della vita liceale e cooperare e crescere insieme. Persino io, che solitamente ero
 indipendente e scostante, quando giocavo a pallavolo ero consapevole di diventare una persona migliore. Pensandoci, sicuramente non avrei mai potuto farne a meno.

Quel giorno miss Tarton era in malattia così, in quanto capitano, spettò a me il compito di condurre l'allenamento e, soprattutto, di osservare le capacità di Arya che, durante la partitella amichevole che facemmo nell'ultima mezz'ora di allenamento, si dimostrò effettivamente un'ottima centrale: era molto intuitiva e, oltre ad essere per costituzione molto alta, aveva anche una notevole elevazione, qualità che non solo le parmettevano di non fallire quasi mai in attacco, ma la rendevano anche estremamente efficacie a muro, come ebbi modo di verificare a mie spese io stessa; in più aveva un buon palleggio ed era capace di ottime alzate all'indietro. Peccava solamente di precisione negli appoggi, ma alla fin fine non era un gran problema, considerato il suo ruolo. 

A fine partita mi diressi verso lo spogliatoio con le altre. Stavo per incominciare a spogliarmi, quando mi accorsi della mancanza di Arya. Il suo borsone blu, però, era ancora lì, così tornai nuovamente in palestra, dove trovai Arya seduta al centro di una metà campo, con le gambe incrociate e le braccia posate in grembo. Mi dava le spalle, per cui non si accorse di me. Quando mi avvicinai, però, lei sussultò e con un movimento tempestivo cercò di asciugare le lacrime silenziose che le rigavano le guance. Decisi di sedermi accanto a lei, imitando la sua posizione, senza dire niente: avevo capito il motivo di quel pianto senza bisogno che lei me lo dicesse. 
Passammo quindici minuti buoni in silenzio, poi fu lei a parlare: << grazie Madison>> disse semplicemente, ruontando appena il viso verso di me ed accennando un sorriso. 
Ricambiai, facendo spallucce: << ti è mancata eh?>> le chiesi, cercando di essere comunque discreta.
<< non sai quanto.. me ne rendo conto solo adesso>> confessò, con un tono un po' amaro << oggi mi sono resa conto che in questi ultimi due anni mi sono preclusa un sacco di possibilità, di occasioni, di esperienze. Mi sono chiusa nelle mie fissazioni, convinta che non valesse più la pena affezionarsi a qualcuno o a qualcosa per poi dover soffrire al momento degli addii..>>
Ancora una volta, quel giorno, Arya mi stupì: non mi aspettavo che mi rivelasse le sue debolezze, avendo capito che fosse una ragazza molto discreta. D'altra parte era chiaro che aveva bisogno di tirar fuori pesi che la stavano soffocando a tempo. 
Io, che non ero tipa da discorsi strappalacrime, cercai di sdrammatizzare: << bhè, direi che adesso puoi incominciare a recuperare il tempo perduto. Per prima cosa, ti informo che sei ammessa in squadra a pieno titolo e domenica giochi da titolare nella seconda e importantissima partita di campionato>>
A quelle parole Arya si voltò di scatto verso di me, spalacandosi in un sorriso a trentasei denti << sei seria?!>> esclamò.
<< assolutamente si>> le risposi sorridendo a mia volta << adesso però andiamoci a lavare, siamo sudice>>.


 

                                                                 

                                                                                                              Arya.

Io e Maddie ci eravamo appena salutate quando mi arrivò un messaggio da Zayn che mi chiedeva di raggiungerlo ad un indirizzo indicato due righe più sotto. Sulle prime rimasi interdetta ma alla fine accettai, decidendo di procedere a piedi; l'allenamento e la chiacchierata con Madison mi avevano messo di buon umore... e poi perchè non approfittare delle rare giornate soleggiate che l'Inghilterra offriva?
Quando arrivai all'indirizzo che Zayn mi aveva segnalato nel messaggio, scorsi il moro a fumare sulla soglia di un negozio che, a giudicare dall'insegna, sembrava essere un negozio di animali. Doveva essere lì che lavorava. Risi nel momento in cui capii il reale motivo per cui non mi aveva voluto rivelare quale fosse il lavoretto pomeridiano che gli permetteva di provvedere alle spese della moto ed altre varie ed eventuali. 
<< Allora è qui che lavori! Non me l'hai voluto dire perchè temevi potesse intaccare la tua reputazione da duro...>> esclamai, facendo in modo che si accorgesse finalmente della mia presenza. 
Lui si voltò verso di me, allontanando la sigaretta dalla bocca: << Devi smetterla di essere così perspicace, sul serio>> mi riprese sbuffando, probabilmente per cercare di mascherare l'imbarazzo. 
Io, da parte mia, ridacchiai nuovamente, ancora un po' scettica: avevo cercato più volte di indovinare quale fosse il suo impiego da quando mi aveva detto di "lavoricchiare" durante il pomeriggio, dandogli dell'angente segreto, del pizzaiolo, del camionista e persino di un uomo delle pulizie, ma mai avrei immaginato che potesse fare tale lavoro. Insomma.. non riusciva facile immaginare Zayn che provvedeva a qualcuno quando appariva evidente che il ragazzo faticasse a badare persino a se stesso. 
Intanto Zayn finì la sigaretta e mi guidò dentro. In un primo momento, guardandomi intorno, confermai la mia tesi: si trattava indubbiamente di un negozio di animali; poi, quando Zayn mi portò sul retro, mi resi conto che, in realtà, quello non era un semplice petshop, bensì una sorta di studio veterinario. C'erano animali di ogni sorta: per lo più cani e gatti, ma anche criceti, un pappagallo e altri uccelli che a prima vista non seppi classificare... giurai di intravedere anche quello che mi sembrò essere un ghiro, dietro la scrivania piena di cianfrusaglie per la cura degli animali. 
<< Questo negozio è di mio zio>> mi spiegò Zayn << lui ha fatto il veterinario per quasi trent'anni in una clinica per animali di Manchester, poi ha deciso di aprire questo negozietto per prendersi cura di animali feriti, abbandonati o randagi.. è un tipo bizzarro, vende gli animali solo a chi gli è simpatico>> mi rivelò sghignazzando, facendo sorridere anche me. 
<< E tu perchè hai scelto questo lavoro se te ne vergogni?>> tornai a stuzzicarlo. 
<< Perchè mi piacciono gli animali>> confessò << ma mia madre impazzirebbe all'idea di averne uno in casa... così, quando mio zio mi propose di aiutarlo in cambio di un discreto stipendio, ho pensato di prendere due piccioni con una fava>>. 
Fui soddisfatta della sua risposta; in quei pochi giorni avevo avuto modo di capire, nonostante lui si prodigasse costantemente per dimostrare il contrario, che, sotto la scorza da duro, Zayn aveva un lato tenero. 
<< Non credo che questo rappresenti una cosa di cui vergognarti... anche a me piacciono gli animali, soprattutto i cani>>. 
<< Puoi prenderne uno, se vuoi...>> mi propose mentre armeggiava con del cibo per gatti. 
<< Si... e chi lo spiega ad Alis? E poi bisogna sempre vedere se riesco a rientrare nelle grazie di tuo zio...>>.
<< Innazittutto il bungalow lo paghi anche tu, quindi più che trattarti a merda come fa a prescindere Alis non può fare... poi sono certo che se mio zio ti conoscesse non potresti che andargli a genio.. e comunque questo è un regalo che ti faccio io, non lo devi comprare>>.
Stavo per ribadire che non potevo accettare, quando mi venne in mente il discorso affrontato con Maddie poco più di un'ora prima in merito al tempo da recuperare e alle occasioni da non perdere: mi sarebbe piaciuto avere un amico a quattro zampe. Tuttavia ero ancora combattuta, non mi andava di approfittare della generosità di Zayn, ma nel momento in cui il mio sguardo incrociò un paio di occhietti verdi che mi fissavano speranzosi, cedetti definitivamente: ero rimasta letteralmente folgorata da un cucciolo dal pelo lungo e bianco. 
<< E' un incrocio tra un pastore maremmano ed un lupo, ecco perchè ha le orecchie a punta e la coda rivolta verso l'alto; >> intervenne Zayn, intercettando il mio sguardo << ha appena due mesi, ma già quando raggiungerà i due anni sarà di grandi dimensioni... diciamo che non è propriamente un cane domestico>>.
A me, però, ormai non importava più niente: quel cucciolo mi aveva letteralmente conquistata e Zayn sembrò capirlo perchè, scuotendo il capo mentre ridacchiava, lo prese con delicatezza e me lo fece porse in braccio, spiegandomi come tenerlo nel migliore dei modi.
<< come vuoi chiamarlo?>> mi chiese poi.  
Riflettei per qualche minuto, pensando ai nomi più stravaganti, poi decisi.
<< Igor>> dissi, pensando inevitabilmente a mio padre che, da grande amante della musica classica, era un devoto ammiratore dell'omonimo compositore russo Igor Stravinskij, le cui melodie mi aiutavano sempre ad addormentarmi quando ero piccola. 
<< mi piace!>> convenne Zayn << Gli si addice>>.



Arya says:

Hola ragazze!!!
Dopo una lunghissima assenza ecco che torno di nuovo a tediarvi... bhè, che dire, cercherò di essere breve e concisa: innanzittutto, volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutte le lettrici veterane che spero riprenderanno a seguire questa storia e anche quelle che, magari, inizieranno adesso.
Moving on to the chapter.. spero vivamente che vi sia piaciuto! A me, personalmente, è piaciuto molto mostrare i personaggi di Maddie e Zayn, descritti in precedenza come due ragazzi "burberi", sotto una nuova luce.. Maddie, infatti, in questo capitolo si dimostra capace di essere amica comprensiva e di aiutare una persona in difficoltà; e che dire di Zayn in versione apprendista veterinario? Io lo trovo adorabile.. comunque vorrei sapere cosa ne pensate voi! 
Detto questo, levo le tende..
un bacione,
Arya//
 

 

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: aryabrightmore