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Autore: MillyMalfoy    30/12/2007    5 recensioni
Ispirato al film "Sweet November". Se Harry si fosse dimenticato del vero significato della vita? Se fra tutti solo Draco fosse in grado di insegnarglielo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Draco si sistemò i capelli per l’ennesima volta, mentre si ammirava soddisfatto allo specchio. Il suo aspetto fisico lo aveva quasi sempre gratificato. Era da diverso tempo che non andava ad un party del Ministero. Sicuramente da prima della guerra. Prima dell’America, di San Francisco. Aveva affrontato molte feste, quelle di lavoro erano le più ufficiali e formali a cui avesse mai partecipato. Ma le sue preferite erano quelle che vedeva l’intera famiglia impegnata. Quelle dove Sarah indossava un fiore fra i capelli, quelle dove suo zio si vestiva da donna, quelle in cui cenavano tutti insieme per poi uscire tra le risate e i canti, per dirigersi nel loro locale preferito, e ballare fino a notte inoltrata, fino alle prime luci dell’alba. Si ricordava ancora la libertà e la gioia provata in quelle feste. Quanto si sentiva a casa in quelle serate! Ora era vestito in maniera impeccabile, era elegante e sofisticato, perfino affascinante, si sarebbe potuto definire, ma non si sentiva più a proprio agio, non si sentiva libero, né al sicuro. Ma si ripeté lentamente il motivo per cui faceva tutto questo: per Harry, perché aveva bisogno del suo supporto del suo aiuto e lui non avrebbe fallito proprio all’ultimo. Un rumore proveniente della porta lo richiamò alla realtà. Dopo un ultimo fugace sguardo allo specchio prese la giacca e uscì.

Harry lo attendeva davanti alla macchina nervoso come non lo era da tempo. Impaziente, pronto a riprendere Draco per la lentezza. Ma quando si voltò in direzione del biondo ragazzo ne rimase abbagliato, ogni parola morì in gola. Riuscì solo a farfugliare uno striminzito “Ciao”. Draco accortosi della reazione di Harry decise di divertirsi, si avvicinò lentamente al ragazzo moro, per poi posare lentamente le sua labbra su quelle di Harry. Un rapido bacio prima di dirigersi verso il posto di guida e dire: “Andiamo” mostrando divertito le chiavi che aveva appena abilmente sottratto al Griffondoro.

Durante il tragitto Draco cerco di spiegare a Harry i motivi per cui non avrebbe dovuto essere nervoso, ma in particolar modo l’ultimo motivo creò discordia. “Infine non staremo molto a questa festa, così vedi non c’è motivo per il tuo esagerato nervosismo” disse Draco. “Cosa vuol dire non resteremo molto? E’ una festa per me, in mio onore, non possiamo scappare come due fuggiaschi, due malviventi” ribatté Harry. “Non è in tuo onore, è solo un modo per riconquistarti, per convincerti ad accettare un lavoro. Poi io non volevo scappare come due fuggiaschi, ma più come due amanti … direi”. Un sorriso seguì le parole di Draco che però aumentarono semplicemente l’irritazione di Harry. “Così non vogliono festeggiarmi, ma solo adularmi. Giusto! Perché io non mi merito un piccolo ringraziamento, chi mai lo farebbe per me: organizzare una festa!” disse indispettito Harry. “Non ho di certo detto questo! Lo sai che non lo intendevo, nemmeno l’ho mai pensato. Vengo a questa festa solo e unicamente perché tu me lo hai chiesto . Mi avevi fatto una promessa che non hai mantenuto, e ho capito. Ti appoggio perché questo è quello che vuoi, ti chiedo solo di capirmi. Andiamo a questa festa, partecipiamo, ma ti prego fa che sia rapido e indolore, così potremmo tornare alla nostra vita, al nostro mese” rispose Draco. “Siamo arrivati “ concluse Harry scendendo dalla macchina sempre più contrariato.

Un grande salone illuminato da un infinito numero di candele. Un’orchestra suonava una musica rilassante e ballabile. Gli uomini più illustri e influenti del mondo magico erano tutti riuniti per celebrare Harry.

Harry e Draco entrarono insieme, appena giunsero all’ingresso dell’affollato salone, Harry afferrò saldamente le mani di Draco che gli sorrise.

Molti saluti, molti convenevoli furono sprecati quella sera. Harry e Draco presero posto accanto a Percy, e Richard. Si sedettero poi al medesimo tavolo Hermione e Bill, insieme a Neville e Luna.

Percy e Richard incominciarono a corteggiare Harry con ricordi, lusinghe, proposte, fino a quando non fu Draco a prendere la parola: “Dimmi Percy, oppure mi dica lei signor Macgner. Nelle vostre promesse, illusioni, trappole… non credete che manchi qualcosa? Parlate di lavoro, lavoro e ancora lavoro, ma non siete in grado di raccontarci quanto tempo libero Harry avrà a sua disposizione, quante vacanze, quanti giorni potrà dedicare solo e solamente a se stesso, alla sua famiglia, alle persone che ama?” Silenzio. “Come immaginavo, le vostro sono solo vane parole. Quando Harry lavorava e rispondeva ad ogni vostra aspettativa lo avete allontanato, licenziato, lo avete abbandonato, lasciato senza nulla, e ora che ha una vita, che sta tornando a riprendersi il controllo della sua esistenza, voi lo rivolete indietro, come se fosse una bambola, un vostro giocattolo?”. “Taci Draco” lo interruppe Harry duro, secco, arrabbiato.

Draco si alzò di scatto facendo sbattere la sedia e dirigendosi fuori dalla sala, sulla terrazza. Al tavolo per alcuni minuti regnò un silenzio imbarazzante e totale, poi Harry parlò: “Fuori fa freddo, vado a portargli la giacca”.

Draco osservava il cielo, mentre calde lacrime scivolavano lungo il suo viso. Harry si avvicinò lentamente,e una volta che gli fu affianco Draco incominciò a parlare: “Non hai mai sognato null’altro, non hai mai desiderato qualcos’altro?”. Harry incominciò a rispondere: “Lo sai cosa sognavo”. “Sì, ma non hai mai voluto fare un altro lavoro anche solo per un giorno? Anche solo prima di scoprire che eri un mago?” la voce di Draco era una supplica. ”Non me lo ricordo, so solamente che ho sempre voluto essere un Auror. Non dovevi permetterti di dire quelle cose, non ne avevi alcun diritto”. “Non ne avevo diritto? Harry stavo solo cercando di aiutarmi, ma credo di aver fallito. Credevo di aver capito cosa volessi, credevo di aver compreso di cosa avessi realmente bisogno, ma ho sbagliato tutto, non ho capito nulla. Il nostro mese è finito qui. Il mio compito qui è terminato: buona fortuna Harry”. “Non puoi andartene, non così, non puoi abbandonarmi, io ho bisogno di te” gridò Harry. “Devo andare . Mi si spezza il cuore, ma tu non hai bisogno di me, non più per lo meno” detto questo Draco si voltò e corse verso l’uscita. Harry tentò di rincorrerlo, ma venne fermato da tre uomini d' affari inglesi, quando riuscì a liberarsi era oramai troppo tardi, di Draco non vi era più traccia.

  
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