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Autore: eleanor89    30/12/2007    9 recensioni
«Non scommetterò mai più su quell’imbranato di mio figlio…»
«Del resto è TUO figlio.»
«Grazie cara.»
«La mia bambina…»
«Inoichi, basta! Pensa a pagare anche per me piuttosto! Io l’avevo detto fin dall’inizio che sarebbe stata Ino a fare la prima mossa, e prima della fine del trimestre, ma tu no, devi sempre fare di testa tua!»
spoiler personaggi
[InoShika, accenni Karin/Suigetsu e Sasuke/Sakura. Forse Kiba/Temari]
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Piccola AU, il cui titolo mi è stato dato da AtegeV, e che trovo molto azzeccato, non solo per il suo significato proverbiale, ma anche per la traduzione letterale che si può fare, in quanto ogni “nuvoletta” di questa fic ha il suo bordo argentato . A vostro piacere se collegarla a “Pensieri”. Altra mia AU SasuSaku. Io l’ho fatto, ma non è necessario.

Spero vi piaccia. Se no, ormai è troppo tardi. XD




Every cloud has a silver lining



Non tutto il male viene per nuocere.



Tutta la quinta sezione del secondo anno del liceo Konoha era ammutolita di fronte allo sguardo serio del rappresentante di classe, che mai prima d’ora si era preso la briga di andare alla cattedra a fare un annuncio, lasciando sempre che fosse il vice ad occuparsi di tutto; quest’ultimo dopo essersi seduto sopra la cattedra aveva preso a ridere, sganasciandosi letteralmente, e dovendo stendersi sopra di essa per continuare in tutta tranquillità trasformando l’iniziale sorpresa in un inquietudine che pian piano si tramutava in angoscia.

«Shikamaru, che succede?» domandò Choji titubante, mettendo giù la merenda che aveva cominciato a mangiare nonostante fossero entrati da appena un’ora.

«Devo fare un annuncio.» dichiarò tetro il ragazzo, incrociando le braccia.

La classe rabbrividì a quella vista, che non era affatto un buon segno, mentre Naruto aveva preso a ridacchiare tentando invano di calmarsi del tutto.

«Spara allora.» lo invitò Ino, spostando il ciuffo che le ricadeva sul viso per guardarlo meglio.

Ino Yamanaka, Shikamaru Nara e Choji Akimichi si conoscevano da sempre, poiché i loro padri erano stati insieme al liceo e all’università, e tra loro i formalismi erano aboliti ormai sin dalle elementari.

«Si tratta del festival della cultura. Poiché come al solito non siamo riusciti ad accordarci su cosa organizzare e cose così… hanno scelto i professori per noi.»

Tutti trattennero il respiro, pensando al peggio.

«E hanno scelto una recita teatrale.» terminò, atono.

Si levò un coro di esclamazioni diverse, chi come Naruto, Lee, Ino e Sakura esultava, pensando a quale ruolo avrebbe potuto avere, chi come Tenten o Kiba avrebbe preferito la "casa degli orrori" sbuffava deluso, chi come Hinata, Choji e Shikamaru avrebbe preferito la sala del tè (e quest’ultimo soltanto per evitare di dover faticare), e chi come Sasuke, Neji, Sai e Shino era totalmente disinteressato e perciò non aveva reagito in alcun modo.

«C’è una cosa che non mi spiego...» cominciò Kiba.

«Non cominciare solo perché hai perso…» lo rimbrottò Sakura.

«Non è questo. Mi chiedo perché quel cretino stia ancora ridendo.» spiegò, indicando Naruto paonazzo alla cattedra.

«P-Posso dirlo io?» chiese Naruto tentando di darsi un contegno.

«Ma fa come ti pare.» sbottò Shikamaru, estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca della divisa.

Choji sgranò gli occhi, mentre Ino si precipitava da lui strappandoglielo di mano e dandogli un colpo di quaderno in testa. «Vuoi farti espellere? E poi fumare fa male!»

«Non sapevo fumasse.» commentò Lee.

«Solo quando è particolarmente nervoso, e quindi quasi mai.» spiegò Tenten, che più volte aveva ascoltato le lamentele di Ino riguardo questo.

«Dato che comunque è il rappresentante di classe a doversi occupare di queste cose e non c’è riuscito…» cominciò Naruto tra una risata e l’altra, «In un certo senso andava punito. E quindi lui… sarà… il protagonista…»

Un coro di sorpresa si levò nella classe, e poco dopo partirono gli applausi e i fischi di apprezzamento in suo onore.

«Io sarò un aiutante. E poi, colei che dovrebbe sostituirci in caso di assenza, la protagonista.» e detto questo ricominciò a ridacchiare, senza spiegare altro.

«Ma allora io sono la protagonista!» esclamò Ino felice, abbandonando i propositi violenti. Sentì Sakura sbuffare e si voltò facendole un gestaccio, mentre le urla riprendevano. Sakura le lanciò un quaderno addosso che colpì invece Shikamaru in piena faccia, tra le risa degli altri. Ino stessa ridacchiò, ma smise notando che il ragazzo non solo non rideva, ma sembrava piuttosto imbarazzato.

Un dubbio la colse.

«Uzu… maki… che recita faremo?» domandò incerta.

Sakura, pregustando la vittoria soltanto al vedere Naruto rischiare di rotolare giù dalla cattedra a quella domanda, saltò velocemente fuori dal banco e raggiungendolo gli strappò la locandina che teneva tra le mani. Quando lesse il titolo non capì subito, ma poi un ghigno le si formò lentamente sulle labbra, mentre la classe attendeva.

«L’incantesimo del lago.» annunciò vittoriosa.

«Che storia è?» domandò Ino confusa.

«Beh… una storia che avrà un bel bacio tra i due protagonisti.» rispose la ragazza con un bagliore di sadismo negli occhi.

E allora tutta la classe cominciò a gridare a gran voce e a battere le mani sui banchi.

«Lo sapevo! Lo sapevo che sarebbe successo prima o poi!» strillò Karin.

«Quei due… quei due…!» esclamò maliziosamente Kin dandole una gomitata di intesa.

«E bravo Nara, ha una tresca già con quella di terza, no?» fece Tayuya.

«Chi?» domandò Gaara con una nota di minaccia, essendo il fratello della ragazza citata.

«Non dare corda alle donne, sono solo pettegole. Basta vedere chi ha strillato per prima.» disse Suigetsu sorridendo come al suo solito, chiaramente intento a provocare Karin. Vi riuscì, poiché la ragazza fu trattenuta da Juugo prima che potesse prenderlo a sberle come era sua intenzione.

«Aspetta, ma nella storia come aiutante non c’era una specie di gufo?» azzardò a chiedere Dosu, risvegliando l’attenzione di Zaku intento a giocare a carte con Haku.

«Non mi dire che il dobe…» cominciò Sasuke, compiaciuto.

«… farà la parte dell’uccello?» terminò per lui già Kiba preda di risate quasi isteriche mentre Naruto sbraitava ricordandogli che vi erano anche una tartaruga ed una rana.

Ino e Shikamaru intanto finalmente lontani dai riflettori evitarono accuratamente di guardarsi, imbarazzati e confusi. Infine fu Ino a prendere la parola: «Beh… vedremo, non si sa mai, potrebbero anche cambiare idea.»

«Effettivamente i nostri professori non sono molto affidabili, sicuramente sarà così.» concluse Shikamaru, chiedendosi perché fosse così emozionato all’idea.

E infatti, poche settimane dopo, tutta la classe era intenta a preparare la recita “L’incantesimo del lago”.

C’era chi ripassava le proprie battute, chi preparava le scenografie e chi i costumi, mentre i professori che dovevano tenerli d’occhio si erano spostati in sala mensa per bere un caffè e spettegolare.

«Ma guarda te… siamo più responsabili noi di loro.» sbuffò Sakura, intenta a montare una scenografia. Mentre si asciugava la fronte con una manica si voltò in cerca di Sasuke, ma incontrò soltanto lo sguardo ammirato di Hinata. «Che c’è?»

«Sei davvero fortissima Sakura-san… in genere questo lavoro lo fanno i ragazzi…» mormorò la ragazza intimidita. Sakura arrossì, pensando che effettivamente era poco femminile.

«Ma Haruno è un ragazzo.» commentò acida Karin alle loro spalle, mentre cuciva il costume che avrebbe indossato Shikamaru.

Sakura si voltò sentendo il sangue andarle alla testa, incerta se picchiarla subito o aspettare un momento migliore, quando sentì una mano poggiarsi sulla propria spalla. Si voltò certa di incontrare gli occhi di Hinata, e invece si specchiò in due iridi del color della pece. «Sasuke…»

Tutta la classe, meno Naruto, Kiba e Ino, in quel momento assente, già a conoscenza della relazione tra i due, si voltò a guardare entrambi non appena Sakura ebbe pronunciato quel nome senza alcun suffisso.

«Facciamo una pausa? È quasi ora di pranzo.» propose Sasuke, senza mostrare il minimo turbamento.

«Oggi ho dimenticato il mio» ammise la ragazza, rabbuiandosi.

«Non c’è problema, puoi mangiare con me.» ribatté indifferente.

Esclamazioni soffocate si propagarono per tutta la sala, mentre Karin li guardava sconcertata e Tayuya rideva a più non posso insieme a Suigetsu, soltanto per la sua espressione sconvolta.

«Allora va bene.» accettò Sakura raggiante, abbandonando chiodi e martello. «Grazie.» sussurrò a voce più bassa, non appena ebbero sorpassato gli altri.

Sasuke le portò un braccio intorno alle spalle. «Karin dà sui nervi anche a me. Chiamami quando ti dà fastidio.»

«La tiene pure abbracciata!» si meravigliò Zaku, che intanto spettegolava con Sakon e Ukon, a dispetto delle teorie maschiliste di Suigetsu.

Sasuke si voltò, fulminandolo con lo sguardo.

«. Perché io faccio quello che mi pare, con chi mi pare, quando mi pare. Problemi?» lo sfidò.

«No, no.» si affrettò a dire l’altro, memore della sua ultima disputa con Sasuke, finita con un braccio rotto. Suo. Sempre per via di Sakura.

«Bene, perché tanto quello che dici tu vale meno di zero.» concluse il moro, riprendendo a camminare.

«Non mi direte che stanno insieme veramente?» chiese con un sussurro Sai.

«Perché? Ti piace Haruno?» domandò Kiba a voce altrettanto bassa.

«Che ti piaccia o no, lei ora sta con Sasuke. » si intromise Naruto, con un tono che non ammetteva repliche.

«E tu che c’entri? Neanche hai un pisello, cosa parli a fare?»

«ANCORA CON QUESTA STORIA? IO CE L’HO!»

Neji si voltò sentendoli urlare, poi chiese a Lee cosa avesse da gridare tanto.

«Esprimono la loro giovinezza! A proposito di giovani, dov’è Tenten?»

«Qui! Ero con Ino a provare, è davvero brava, sapete?» comunicò loro entusiasta la ragazza.

Infatti in quel momento la Yamanaka si trovava nell’aula accanto, e guardando il proprio riflesso alla finestra leggeva le proprie battute, mentre a disagio nel suo vestito principesco finiva di infilare una sorta di mantello nero trovato in sala teatro per coprirsi.

«Avevi ragione a dire che sono brava, l’oca mi riesce per natura…» proclamò tetra, sentendo Tenten tornare in aula.

«Viva l’autostima.» commentò Shikamaru, facendola sobbalzare.

«Ma… ma… pensavo fosse Tenten…» spiegò lei allibita.

«Come sei amara quando sei con le tue amiche…» fece Shikamaru, prendendo in mano il copione.

«Ancora mi chiedo perché dovremmo mettere in scena un cartone animato.»  replicò Ino, svincolando.

«Penso c’entri con un qualche strano piano dei prof, e comunque non cambiare argomento.» rispose lui, alla ricerca delle proprie sigarette.

«E tu non fumare!»

«Come sai che cerco le sigarette scusa? Magari prendevo una penna…» disse, tanto per ribattere qualcosa.

«Perché ti conosco meglio di te.»

Entrambi accolsero la frase con un denso silenzio carico di riflessioni. Quello che aveva detto Ino era vero, in un modo o nell’altro la loro vita l’avevano trascorsa assieme per via delle famiglie amiche; in sesta elementare e nei primi due anni delle medie le loro strade si erano allontanate un po’ per via di diversi interessi, specialmente perché tutto il tempo libero di Shikamaru era speso nell’oziare e quello di Ino nel litigare con Sakura per Sasuke: ma quando Sasuke era partito per tutta la terza media in America per uno scambio culturale, la ragazza aveva messo da parte ogni battibecco per consolare l’amica distrutta, e Shikamaru aveva riconosciuto la vecchia Ino, tornando a legare con lei. Ora, alle superiori, erano ancora nella stessa classe, e con lui e Choji si comportava quasi come una madre apprensiva e isterica, come ci teneva il primo a precisare. Tuttavia nell’ultimo periodo aveva cominciato a mostrarsi insofferente verso tutto e tutti. Il suo aspetto era sempre curato, eppure a tutti sembrava diversa; inoltre scordava di fare i compiti a casa o arrivava addirittura impreparata, lei che era sempre stata la seconda tra le ragazze dopo Sakura, e non mangiava più allo stesso tavolo delle altre isolandosi deliberatamente; secondo Kiba era dovuto solo al fatto che la maggior parte delle altre fosse in coppia con un ragazzo e gli altri avevano più o meno liquidato il problema, ma quando Ino aveva declinato un invito a fare shopping i suoi due migliori amici avevano cominciato seriamente a preoccuparsi.

Ino conosceva Shikamaru meglio di lui stesso, e Shikamaru avrebbe dovuto conoscere altrettanto Ino.

Eppure non era più lei, e la capiva meno di prima.

«Ino…» cominciò, deciso ad affrontare l’argomento.

«Proviamo qualche battuta?» lo interruppe lei.

La squadrò con cipiglio preoccupato. Due minuti prima si lamentava per la trama e ora voleva provare: decisamente era strana.

Era sempre stata pazza a parer suo, ma non incoerente.

«Allora… » Ino si bloccò, notando il foglio che teneva in mano. 

Era la scena del primo bacio.

Shikamaru guardò da dietro le sue spalle, e il cuore prese a battergli all’impazzata.

«Come siamo messi con la storia del bacio?» domandò Ino, spiazzandolo.

«In che senso?»

«Te la senti? Non lo trovi imbarazzante?»

«Abbastanza imbarazzante, s…»

Ino tornò a guardare il foglio, con aria distratta. «Il mio primo bacio…»

«Che cosa?» chiese subito, stupito.

«Che c’è di strano? Mi hai mai vista baciare Sasuke-kun? Non sono Karin, io!»

«Beh ma… pensavo che comunque qualcun altro…» mormorò il ragazzo, preoccupato. Temeva di averla fatta arrabbiare, ed era troppo vicino a lei per scappare.

«Perché, tu chi hai baciato?» domandò invece la biondina.

«Ma… Che domande sono?!» sbottò, imbarazzato.

Ino si voltò a guardarlo dritto in faccia, una combinazione di rabbia e delusione in volto.

«Tu hai dato il tuo primo bacio… e non me lo hai detto?»

Shikamaru si sentì stranamente in colpa guardandola, e voltò il viso da un’altra parte. Sabaku no Temari gli aveva rubato un bacio, ma non sapeva se contarlo come primo bacio o meno essendo entrambi ubriachi al momento del misfatto.

«E a Choji lo hai detto?» chiese con una punta di minaccia nella voce, Ino.

«No… Sì.» ammise il ragazzo, ritraendosi per schivare un pugno sulla spalla.

«Perché non ti fidi di me?!» lo accusò la ragazza, rossa di rabbia.

In realtà Ino sarebbe solo voluta fuggir via in lacrime. Aveva capito da tempo di essere innamorata di Shikamaru, e non sospettava assolutamente che l’altro potesse avere già una fidanzata. Aveva sentito parlare di Temari, ma erano solo voci da lui non confermate, e inoltre sperava che non fosse mai accaduto nulla tra loro.

“Non ho speranze, non ne ho mai avute… però ci speravo…

«Non è questo, è che non era una cosa seria…» si ritrovò a dire Shikamaru impacciato.

«Va bene.» annuì la ragazza serafica.

Se Shikamaru prima era confuso, ora era strabiliato.

«Dio, Ino, cos’hai? La febbre?» sbottò.

«No, perché? Proviamo?»

Lo stava facendo impazzire letteralmente.

“Allora forse ne ho qualcuna… ma come faccio a capire se gli piaccio? Ci conosciamo da millenni, secondo me per com’è lui non ci ha neanche mai pensato… devo fare in modo che ci arrivi…” pensava intanto la ragazza, che si era accontentata subito di quella breve negazione da parte del ragazzo.

«Va bene… allora, in questa scena Derek ritrova Odette che credeva persa per sempre, i due si chiamano per nome e poi…»

«Si baciano, sì… Fammi vedere come mi chiami.»

«Odette.»

«NON COSì, STUPIDO! UN PO’ DI PARTECIPAZIONE! PRIMA LO FAI BENE E PRIMA FINIAMO!» lo sgridò.

«Ok, ok…» sbuffò il ragazzo, tentando di concentrarsi.

Ino lo guardò farsi serio, e sentì il solito batticuore che la coglieva ogni qualvolta il ragazzo si mostrava deciso a fare qualcosa. Sin da bambina ammirava il lato serio di Shikamaru che ogni tanto emergeva da quello svogliato.

«Odette…» la voce del ragazzo si era fatta più profonda, e lo sguardo sollevato e soprattutto innamorato.

Ino dovette soltanto ricordare il nome del personaggio, senza fingere nulla.

«Derek…» pronunciò con voce soave, avvicinandosi a lui.

Shikamaru la circondò con le proprie braccia e l’avvicinò a sé, senza smettere di fissarla. Non sapeva bene cosa stesse accadendo, ma non riusciva a fermare la scena, se di scena si trattava.

«E poi ci dovremmo baciare.» commentò Ino interrompendo il momento, dato che entrambi si erano bloccati per diversi secondi a guardarsi.

«Già. Beh quello lo lasceremo per ultimo… piuttosto, rivediamo le prime scene…» sfuggì il ragazzo, voltandosi per prendere il copione. Ino lo trattenne per un braccio.

«Aspetta! Non voglio… dare il mio primo bacio in pubblico!» disse imbarazzata.

Shikamaru sbuffò ancora, lasciando andare il copione. «E cosa vuoi fare, allora? Non possiamo cambiare la trama.» le fece notare, seppur comprendendo i sentimenti della ragazza anche solo in parte.

«Lo so…» mormorò Ino mordendosi un labbro.

«Lo so che non è molto bello, però…» fu interrotto da un’occhiata spaventosamente accesa della ragazza.

«Baciami.»

Stavolta Shikamaru non riuscì neanche a rispondere, limitandosi ad uno sguardo attonito.

«Ma sì! Visto che baciare ci dobbiamo, facciamolo ora che siamo soli per la prima volta…» insistette lei.

«Ah! Ma…» il viso già colorito di Shikamaru assunse una tonalità più rossa, mentre tentava di ragionare alla bell’e meglio di fronte alla richiesta dell’amica.

Lei, bella, avvolta da un manto nero che le faceva risaltare gli occhi azzurri, con i capelli finalmente sciolti che le ricadevano sino alla vita, unica presente in quell’aula, gli stava chiedendo di baciarla. Inutile dire quanto la richiesta lo allettasse, sebbene la ragione temesse di accettare. Rovinare la sua amicizia con Ino era una sola delle possibili orribili conseguenze che avrebbe potuto avere un bacio scambiato tra loro, specie se qualcuno li avesse visti.

«Oh, andiamo! Sei un uomo o no?» lo provocò.

Shikamaru, colpito nell’orgoglio, la tirò nuovamente a sé per le braccia e il mantello di fortuna della ragazza cadde a terra, rivelando lo splendido abito bianco che nascondeva. Shikamaru dischiuse le labbra per parlare, ma la voce gli morì in gola, mentre la scostava nuovamente da sé per guardarla meglio.

«Cosa c’è?» domandò lei, con falsa innocenza.

«Ino… stai veramente bene con quest’abito.» le disse, ben sapendo che questo fosse solo un misero eufemismo.

«Beh, devo fare la principessa…» replicò lei con un leggero sorriso sbarazzino.

«Senti… noi dovremo comunque provare diverse volte la scena del bacio… sei sicura che non sarà imbarazzante dare il primo bacio a me, qui, da soli? Non sarà peggio dopo?» si costrinse a quest’ultima il ragazzo, obiezione promettendosi che se lei avesse ancora insistito l’avrebbe accontentata, e con gioia.

«Se c’è qualcuno a cui posso dare il mio primo bacio senza rimpianti sei tu, Shikamaru. Sei un bravo ragazzo dopotutto.» dichiarò la ragazza abbassando lo sguardo. Avrebbe preferito terminare diversamente, ma non sapeva come lui l’avrebbe presa.

«V-va bene…» mormorò il ragazzo, che cominciava ad innervosirsi parecchio all’idea di dare un bacio all’amica di infanzia.

«Allora, su. Recita.» lo invitò lei avvampando. Doveva ammettere con se stessa di aver un po’ sfruttato la situazione per ottenere un bacio dal moro, ma così forse lo avrebbe svegliato. O magari lei stessa avrebbe capito che si trattava di una semplice infatuazione e avrebbe lasciato perdere.

«Odette…» la chiamò lui, con la gola improvvisamente secca.

«Derek…» lo chiamò lei, e stavolta parve quasi essere la vera Odette, tanto il suo sguardo era dolce e determinato al tempo stesso. I suoi occhi brillavano del sentimento che li animava, e la bocca di lei era piegata in un sorriso delicato adatto ad una dama innamorata.

Shikamaru non si rese quasi conto di quello che faceva, mentre la tirava accanto a sé e la baciava con ardore.

Baciava Ino, non Odette.

Quando capì che i suoi pensieri avevano preso quella piega la lasciò immediatamente andare, riprendendo fiato.

Ino guardava le proprie mani, che stringevano la stoffa del vestito con forza dal momento in cui le sue labbra si erano unite a quelle del ragazzo, e non riusciva a sollevare lo sguardo.

«Scusa… ehm.., mi sono fatto prendere troppo, forse… » farfugliò Shikamaru imbarazzato.

“Forse? Ci mancava soltanto che la stendessi sulla cattedra e te la…” a quel pensiero il ragazzo si irrigidì come un ciocco di legno.

«No, no… anzi, come primo bacio: wow.» affermò il biondo angelo che di angelico in quel momento non aveva poi tanto. Sembrava stesse parlando di qualcosa visto dall’esterno più che accaduto a lei stessa, a parere di Shikamaru.

«… Però…»

«Però?» ripeté il ragazzo, già convinto che avrebbe assestato un brutto colpo al suo orgoglio maschile.

«Tra due innamorati di questo tipo, non credi che dovrebbe essere un bacio più casto?»

Se fosse stato un cartone animato, Shikamaru era certo che sarebbe caduto a gambe all’aria, tanto non si aspettava un’affermazione così, per quanto pertinente.

«Riproviamo allora?» ne approfittò il Nara.

I loro sguardi s’incontrarono ancora.

«Non che io ci voglia prendere gusto, ma era per dare un bacio casto…» si affrettò a precisare.

“Cosa cazzo sto dicendo? Cosa?! Cosa?!

«Ah. Bene.» approvò Ino, segretamente felice.

«Odette…» ricominciò ancora Shikamaru, che ormai stava cominciando ad apprezzare lo spettacolo.

«Derek…» ripeté Ino, che non vedeva l’ora di baciarlo nuovamente.

Stavolta quando lui si chinò su di lei lo fece con minor foga, poggiando le labbra con delicatezza contro le sue e tenendo le mani poggiate contro le sue guance, carezzandogliele mentre si allontanava da lei.

«Meglio?» domandò, con uno sguardo involontariamente sensuale.

«Decisamente.» annuì Ino, che non riusciva più bene come prima a fingersi estranea.

Tuttavia Shikamaru non diede segno di allontanarsi, continuando a guardarla incuriosito.

Ino decise di tentare il tutto per tutto.

«Riproviamo?» lo tentò, con un sorrisetto imbarazzato.

Se Shikamaru avesse reagito male, avrebbe cambiato scuola, distretto e forse anche città.

«Ino…»

Lei inspirò profondamente, certa che sarebbe soffocata per la vergogna, ma poco dopo si rese conto che il tono con cui l’altro aveva parlato era tremendamente simile a quello usato per chiamare Odette.

Lo guardò, mentre il suo sorriso si allargava.

«Shikamaru…»

«Ehi, gentaglia! Avete visto dove cavolo sono i protagonisti?» li chiamò Kiba.

«Gentaglia sarà tua zia…» rispose Temari sorpassandolo per andare a portare il pranzo al fratello.

«Ciao fiore!» la salutò ridendo, «Ti posso cogliere?»

«Toh, è arrivato il fioraio dei poveri…» commentò Shino distrattamente, andando dritto per la propria strada.

«SE HAI QUALCOSA DA DIRE, DILLO IN FACCIA!» gli urlò dietro l'Inuzuka.

Shino si fermò, voltandosi a guardarlo attraverso gli occhiali scuri che lo contraddistinguevano e mezzo nascosto dal solito cappuccio.

«Toh. È arrivato il fioraio dei poveri.» ripeté scandendo le parole, come se parlasse ad un bambino.

Temari scoppiò a ridere, togliendo a Kiba la possibilità di controbattere in maniera adeguata.

«Comunque i due stanno pomiciando in classe.» li informò Tayuya, portando in mano una cassa da sei birre.

«Ehm… ehi… Sicura di poter portare quella roba qui?» domandò Jirobo.

«Non scassare grassone, tanto non sono per te.»

«Sempre fine…» commentò sarcastico Kidomaru.

«Già… Allora, lì dobbiamo mettere quella scenografia…» cominciò a dire Kiba. Poi si fermò qualche istante a riflettere. «CHI STA POMICIANDO DOVE?!»

Tutti si voltarono a guardarlo storditi.

«Nara e Yamanaka.» rispose Tayuya, aprendo una lattina, «In classe.»

«…Ma tu quando li hai visti?» chiese Naruto boccheggiando, dopo qualche esitazione.

«Mentre andavo a comprare le birre.» rispose lei con naturalezza, passando una lattina a Kimimaro.

«Ho vinto! Pagare…» esclamò Choji, cominciando a passare tra i compagni e riscuotendo denaro e lamentele.

«Dannazione, avessero aspettato alle vacanze avrei vinto io…» si lagnò Tenten.

«C’è da festeggiare! Beviamoci su!» proclamò Kankuro, saltando su di un banco.

Temari e Gaara guardarono il fratello a bocca aperta. Gli altri invece fecero partire fischi e applausi di approvazione.

«Sempre una scusa buona per bere, mi raccomand…» cominciò Suigetsu divertito, notando poi Karin all’ombra della stanza, poggiata con la schiena contro il muro accanto alla finestra che non si era lasciata coinvolgere stranamente dall’euforia generale.

Fuori da quella finestra, perfettamente visibili alla luce del giorno, Sakura e Sasuke mangiavano il loro pranzo l’uno accanto all’altra, chiacchierando con la tipica aria da piccioncini che in genere si vedeva soltanto nelle fiabe. Sasuke tentava vistosamente di contenersi e apparire freddo, sebbene non riuscisse a nascondere il viso più rilassato del solito e lo sguardo che da truce era diventato dolce, mentre Sakura non faceva nulla per celare il grande sorriso che aleggiava sul suo viso, tentando di imboccare il ragazzo con la forza, anche se solo per scherzo, e finendo col rovesciarglisi addosso.

La rossa davanti a quella visione sospirò, pensando che quella cornice naturale di sole e verde si adattasse particolarmente a quei due, e si chiese se lei avrebbe mai avuto un ragazzo con cui scambiare affetto e parole dolci. Era sempre stata tanto irruenta da spaventare qualsiasi ragazzo dolce fosse stato sulla sua strada, e aveva puntato l’Uchiha perché le sembrava il tipo adatto a reggere un carattere come il suo, magari a smussarlo con la sua collaborazione. Si era resa conto da sola in quei mesi però che il modo in cui il ragazzo guardava la compagna era cambiato, e aveva continuato a corteggiarlo a tempo perso, soltanto per il suo aspetto fisico, sentendosi sempre più vuota e frivola.

«Din don, terra chiama la strega cattiva…» la richiamò alla realtà la voce di Suigetsu.

Karin distolse lo sguardo da quella romantica quanto per lei avvilente visione, dimostrazione di ciò che sentiva non avrebbe mai potuto avere, e lo portò verso il compagno. Abbozzò un sorriso amaro, pensando al rapporto che aveva con lui. Conosceva ogni lato di lei e litigavano di continuo, altra dimostrazione di come non avrebbe mai potuto avere un principe azzurro. Se la si conosceva, la si evitava. Sempre.

«Che hai?» domandò Suigetsu, improvvisamente e inusualmente serio. «Se è per Sasuke, non ne vale la pena.»

«Non è solo lui… Lascia stare, uno come te non può capire…» borbottò, stizzita.

«Eddai, non metterti a fare l’adolescente fragile con me, ora. Non voglio dire una cazzata come “il mare è pieno di pesci, cercatene un altro” però non ti abbattere ora… pensa piuttosto a sistemare le cose per la recita. Magari un pesciolino idiota che ci casca te lo trovi davvero.» le disse, col solito ghigno che ricompariva sul suo volto.

«Tu hai un cervello da pesce, uno l’ho già trovato.» sbottò la ragazza, accorgendosi solo allora della lattina che gli veniva offerta e strappandogliela di mano con forza.

«Chi disprezza compra.» le fece notare lui.

«Mai detto di disprezzarti. Dovresti valere qualcosa perché io possa sminuirti, ti pare?»

«Che modo di parlare ricercato… cos’è, quando non serve più smetti di fare l’oca a comando? Secondo me se mostrassi un attimino il cervello che hai, sarebbero i pesci a correrti dietro.» le disse guardando da un'altra parte e approfittandone per salutare il cugino, Sai, sollevando con un cenno la propria lattina.

Karin si voltò di scatto, rimuginando su quello che trovava un consiglio prezioso, poi, per la prima volta nella sua vita, sorrise a Suigetsu senza malizia di sorta.

«Grazie.»

Suigetsu a quelle parole sgranò gli occhi, e quando vide quel sorriso si chiese per un attimo se non avesse sbagliato persona. «Beh… Niente.» mugugnò frastornato.

«Guardate chi c’è!» gridò Lee da sopra una scala, indicando l’entrata.

Ino e Shikamaru furono accolti da una miriade di grida concitate e applausi.

«Che facevate soli soletti, eh? Shika, altro che cervo! Vecchio volpone, che hai combinato?*» lo stuzzicò Kiba, dandogli qualche gomitata sul fianco.

«Yamanaka, trattamelo bene!» le raccomandò Temari ilare, che non serbava neppure alcun ricordo di quel bacio da ubriaca, dato del resto solo perché preda della cosiddetta “sbronza triste”.

«Ma di che parlate? Noi stavamo soltanto provando una scena!» si difese Ino sgomenta.

«Quale scena? Il bacio?» domandò maliziosamente Naruto.

«.» rispose apatico Shikamaru, congelando tutta l’euforia del gruppo.

«Ma no… noo! NOO!» fece Kiba.

«Beh… allora… brindiamo allo spettacolo!» propose Kankuro, suscitando ancora una volta le risa generali.

«Ogni scusa è buona, eh?» lo riprese la sorella.

Shikamaru ed Ino, alle spalla della folla che si disperdeva, si guardarono l’uno di fianco all’altra con la coda degli occhi, e la ragazza accennò un sorrisetto malizioso prima di seguire Tenten velocemente.

«Ino, ma perché hai quel mantello nero?»

«Mi vergogno con questa roba addosso!»

Shikamaru la osservò allontanarsi spingendo l’amica, senza mutare espressione. Si voltò poi alla sua sinistra, percependo una presenza. Era Choji, con un pacchetto di patatine alla mano, che lo stava guardando.

«Sappi che sei il mio mito. E quando lei ti ucciderà, perché prima o poi lo farà, sarò il primo a far notare a tutti il tuo coraggio durante il tuo elogio funebre.»

«Sapevo di poter contare su di te.»

«È un onore.»

Il pubblico immerso nel buio della sala si godeva muto lo spettacolo messo in piedi dalla quinta sezione, che aveva rivelato diversi talenti nascosti.

Ino, rinomata per via della sua voce ricca di tonalità tutte volontariamente assordanti, sapeva anche essere melodiosa e appunto potente come aveva dimostrato con la prima canzone della recita, lasciando il pubblico a bocca aperta e i signori Yamanaka in lacrime; una sorpresa era stata invece quella di Shikamaru, ben più calda e pacata, che si era rivelata altrettanto intonata.

Sakura, Hinata e Tenten avevano rivelato una grande abilità fisica, mentre Naruto aveva sbalordito tutti con una recitazione da oscar.

Infine vi fu la scena del bacio, in cui tutti trattennero il fiato. Chi come i loro compagni moriva dalla voglia morbosa di vedere se avrebbero sbagliato qualcosa, chi come il padre di Ino moriva dalla voglia di uccidere Shikamaru e al tempo stesso di mettersi a pregare col suo migliore amico nonché padre del ragazzo che da cosa nascesse cosa, comunque tutti i presenti tennero gli occhi incollati sui due attori provetti.

«Derek…»

«Odette…»

I due ragazzi si guardarono, e Ino sussurrò a tutta velocità:

«Evita di far sì che mio padre salti qui e ti uccida.»

«E tu evita che si metta a piangere perché il loro sogno di unire le famiglie non si avvererà, quindi baciami bene.» sussurrò il ragazzo di rimando muovendo appena le labbra, mentre la circondava con le braccia.

«Te lo do io il baciami bene, Nara.» lo assalì silenziosamente minacciosa, facendolo temere per la sua incolumità.

Poi la ragazza attese che lui poggiasse le labbra sulle sue per ingaggiare una sfida di resistenza al bacio più passionale e quasi violento che lei potesse dargli, approfittando dell'impossibilità di lui nel muovere le mani, con tutto il sadismo del caso.

Il pubblico non tardò ad applaudire e ad acclamare i propri figli, mentre il sipario calava.

«Bene, dobbiamo andare subito a fare l’inchino!» affermò Sakura agitata.

«Non dirlo a noi.» le disse Sasuke indicandogli i due protagonisti ancora avvinghiati l’uno all’altra.

«MA OH! Meno male che stavano provando in classe!» sbottò Kiba ridendo.

Ormai era chiaro a tutti che i due avevano mentito, ma nessuno serbava rancore. Erano troppo occupati a pensare a come ricattarli o prenderli in giro per prendersela per i soldi persi.

«Ragazzi andiamo! Prima che il padre di Ino si avvicini a vedere!» li richiamò Choji che conosceva bene l’uomo e sapeva che per la figlioletta adorata non avrebbe guardato in faccia nessuno.

«Ragazziii » li chiamò anche Naruto notando che i due erano andati in un mondo a parte, e non vedendo altra scelta lanciò contro la schiena di Shikamaru la sua spada finta.

I due si allontanarono con grande disappunto del moro, che lanciò un’occhiataccia feroce al malcapitato promettendogli una morte dolorosa, neanche fosse diventato Sasuke.

«Ehi! Lo faccio per voi!» si difese Naruto.

«Cosa c’è, Shika? Ti ho baciato bene per caso?» lo provocò a bassa voce Ino con un leggero sorriso, raggiungendo ancheggiante la fine del sipario per passare davanti al pubblico.

«Allora, bacia bene?» le fece il verso Choji con un ghigno divertito, passando accanto al migliore amico. Quello rimase muto, perso in una marea di pensieri tutti aventi come oggetto la sua Odette personale.

«Shikamaru?» azzardò Suigetsu, notando l’aria assente.

«Shikaaaa… terra chiama Shikaaaa…» scherzò Kiba.

«Oh signore, è partito…» sospirò Tenten.

«Nara, al rapporto!... no, niente…» tentò ancora Lee.

«Ma che cazzo, è in trance?»

«Si chiama “testosterone” Tayuya.» rispose Neji poco convinto.

«Ed è qualcosa che Naruto non ha, perché non ha neanche un pisello.»

«SAI! HAI ROTTO!» sbraitò il biondino in questione.

«Sentite, il pubblico ci aspetta!» li interruppe la vocetta timida di Hinata che ascoltava il rumoreggiare oltre il sipario.

«Shikamaru Nara, muovi il culo e vieni davanti al sipario o ti ci spedisco a calci!» ordinò Sakura facendo schioccare le dita. Shikamaru si riprese non appena avvertito il pericolo reale nella sua voce.

«Ah .» disse piuttosto svogliatamente, raggiungendo gli altri.

I rimasti guardarono Sakura con tanto d’occhi.

«E andate anche voi o vi prendo a calci tutti.» li minacciò.

Cinque secondi dopo, tutti in fila perfetta di fronte al pubblico, i ragazzi del secondo anno s’inchinava per ricevere ulteriori applausi.

«Quindi voi… stavate provando prima, eh?» mormorò Sakura di fianco ad Ino.

«Ma non eri in giardino, tu?»

«Le voci girano… e Shikamaru sembra cotto a puntino.»

«Speriamo.» ridacchiò la bionda inchinandosi per l’ennesima volta.

«Sembra che quest’anno la fortuna giri dalla nostra.» disse l’altra, alludendo anche alla sua relazione con l’amato Uchiha.

«Quasi quasi mi taglio i capelli.» proclamò l’altra.

Le due si guardarono. I capelli lunghi simboleggiavano la loro sfida passata, il loro voler conquistare Sasuke e la fine della loro amicizia. Sakura li aveva tagliati quando aveva creduto di non avere speranze con Sasuke, abbandonando anche le sue buone maniere forzate e finendo per conquistarlo in questo modo; Ino li aveva tenuti per capriccio, e anche per un leggero quanto segreto complesso di inferiorità nei confronti di Sakura, con cui pian piano stava tornando amica.

«Potrebbe essere una buona idea.» replicò sorridendo Sakura. «Tipo come quando eri bambina.» propose poi. Tagliarli avrebbe voluto dire poter tornare amiche come prima alla luce del sole.

«E magari dopo potremmo uscire a fare compere. O anche prima.» propose Ino raggiante.

«Sarebbe bello. Anche domani…» approvò l’altra. Improvvisamente si sentì cingere alle spalle e sobbalzò, sorridendo poi a Sasuke accanto a lei.

«Sakura, cos’è questa storia che mio fratello era qui? Io non gli aveva detto della recita…» cominciò il ragazzo, cupo.

«L’ho chiamato io, amore

«Tu cos…» Sasuke si bloccò, arrossendo a quel nomignolo, e Sakura seppe di avere già la vittoria in tasca.

Ino si voltò, felice per l’amica, e andò incontro ai genitori. Li trovò a parlottare concitatamente con i Nara e gli Akimichi e dirottò il suo cammino verso la porta della sala teatro, ma prima si fermò al tavolo del rinfresco e prese un coltello, nascondendolo in una piega della gonna bianca.

Shikamaru, intrappolato dalla morsa stritolatrice della madre di Choji che lo salutava, riuscì solo ad intravedere una figura candida sparire dalla sala.

«Scusate, ho scordato una cosa in classe.» inventò lì per lì, e si allontanò velocemente poggiandosi contro il tavolo su cui poco prima Ino aveva rovistato.

«Ehi Zaku, hai visto Ino?» domandò al compagno di classe che sembrava già piuttosto euforico per via delle birre scolate dietro le quinte.

«Era qui due secondi fa, è sparita con un coltello in mano.» disse l’altro, andando poi a bighellonare per la sala.

Shikamaru rimase interdetto per qualche secondo, scattando poi a folle velocità verso la porta, per poi correre verso la propria classe. Spalancò la porta scorrevole giusto in tempo per vedere Ino portarsi il coltello alla nuca.

«Ino! Che fai?!» ansimò, poggiandosi allo stipite, raggelato.

La ragazza si voltò a guardarlo sorpresa. «Che fai qui?»

«Che fai tu?! Molla il coltello!» le ordinò, teso come una corda di violino.

«Solo un secondo.»

La lama penetrò facilmente nella chioma della ragazza, e qualche secondo dopo un manto dorato venne trascinato all’esterno dalla ventata prodotta dalla porta che si apriva, voltando fuori dalla finestra. Ino guardò quel quasi metro di capelli tagliato volare e cadere ondeggiando verso terra, per poi disperdersi all’ennesima folata di vento.

Quando si voltò verso Shikamaru, il ragazzo la fissava allibito.

«Ma sei impazzita?» sbottò, prendendo poi in mano il coltello che la ragazza gli porgeva.

«Ho solo deciso di dare un taglio… con alcune cose del passato. Fa molto cigno che diventa donna, come Odette.» scherzò lei.

«… non capirò mai voi donne…» si limitò a commentare il ragazzo, non udendo alcun’altra spiegazione.

Ino si voltò, sorridendogli di cuore. Ora che sapeva di essere ricambiata, si sentiva del tutto a suo agio con Shikamaru, proprio come ai vecchi tempi. Del resto a volte le cose dovevano cambiare, per poter restare così com’erano.

«Che c’è?» chiese Shikamaru confuso, vedendola sorridere a quel modo.

«Mi stanno tanto male i capelli corti?» domandò divertita, portando dietro alle orecchie qualche ciuffo.

«No.» rispose lui, sicuro. Quel taglio gli ricordava la Ino buona e dolce che aveva conosciuto da bambina, e che probabilmente esisteva ancora in fondo all’animo di quella ragazza isterica. Si chiese come avesse potuto dimenticarla o dare dell’oca in passato proprio a lei, ricordando soltanto quei lati del carattere più superficiali che sempre mostrava.

Forse erano cresciuti entrambi troppo in fretta.

Ino scoppiò a ridere della sua decisione, poggiandogli una mano sul braccio.

«Shikamaru Nara…»

«Mh

«Mi piaci.»

Shikamaru arrossì subito, quasi fosse infastidito da tanta schiettezza sebbene si trattasse soltanto di timidezza o meglio poca abitudine a tali parole, e quasi scordò cosa doveva risponderle.

“Che seccatura, perché deve cominciare sempre lei? Mi spiazza… e poi l’uomo sono io!” si lamentò mentalmente.

«Anche tu mi piaci… Ino Yamanaka.» scontato, forse ovvio. Ma non era riuscito a pensare a nulla di meglio.

«Allora per il prossimo quadrimestre posso anche annunciare che sei il mio ragazzo, e quindi off limits?»

«Se io posso fare lo stesso, s'.» dichiarò il ragazzo, mettendo le mani in tasca e guardando fuori dalla finestra. 

Guardare Ino negli occhi gli avrebbe impedito di connettere il cervello alla bocca e avrebbe potuto concederle troppo. Del resto una volta sbloccata la catena di pensieri che l’aveva portato a ricordare tutte quelle sfumature dolci che da bambino adorava vedere nella piccola Ino, paladina di Sakura e protettrice dei più deboli, era impossibile da fermare. Avrebbe finito col perdersi in quegli occhi brillanti e tanti saluti.

«E smetterai di fumare?»

«No!»

«Dai, amoruccio!» tentò la ragazza tirandolo per un braccio, seguendo l’esempio dell’amica.

A quella parola Shikamaru si voltò a guardarla e ne incontrò lo sguardo limpido e deciso.

Fottuto… ”

«Vedremo.» concesse.

«Si che la smetti… se no, non ti bacerò mai più come prima.»

«Seccatura!»

«Lo prendo per un sì!»

«Che razza di principessa saresti tu?!»

«Quella adatta a te!»

Perché anche i più strani protagonisti delle storie hanno il loro lieto fine.


«Signori Nara, Signori Yamanaka, mamma, papà…»

«Choji?»

«Ino e Shikamaru stanno insieme. Quindi…»

«Cosa?»

«Scherzi?»

«Oh mio Dio!»

«Fantastico!»

«Lo sapevo!»

«Io lo sapevo! Tu dicevi di no!»

«Si, si, certo. Quindi dicevo… A fare la prima mossa secondo i miei informatori è stata Ino, perciò… Pagare! Fanno 500 yen a testa!»

«Non scommetterò mai più su quell’imbranato di mio figlio…»

«Del resto è TUO figlio.»

«Grazie cara

«La mia bambina…»

«Inoichi, basta! Pensa a pagare anche per me piuttosto! Io l’avevo detto fin dall’inizio che sarebbe stata Ino a fare la prima mossa, e prima della fine del trimestre, ma tu no, devi sempre fare di testa tua!»

E fu così che tramite un ben costruito giro di scommesse, Choji Akimichi mangiò il più lauto pasto della sua vita al ristorante Ichiraku, dopo aver invitato Ayame, che lavorava lì e che ormai corteggiava da tempo, con l’aiuto inconsapevole dei suoi due migliori amici, e dei genitori e compagni allocchi che avevano abboccato all’amo.



Perché anche gli amici astuti dei protagonisti, hanno il loro lieto fine.



*Shika significa cervo.

Ed eccomi qui!

Sono riuscita a metterci quasi tutti i protagonisti di Naruto alla fine…

Per me è stato tremendo scrivere questa fic, lo ammetto, ma è una terapia d’urto per riuscire a riprendere la mano con la scrittura, così da poter continuare altre storie che ho in cantiere e non mi azzardo a toccare.

Per quanto riguarda il mio commento iniziale, con nuvole e bordi argentati, come ho detto anche ad AtegeV, per me le nuvole sono Shikamaru, Sasuke e Karin, mentre i bordi argentati sono Ino, Sakura e Suigetsu (una per il vestito, una per la bontà leggendaria e l’ultimo per i capelli, se proprio vogliamo).

La parte finale con Choji che ha portato tutti i compagni di classe nonché le famiglie (e qui Inoichi è dibattuto: unire finalmente le famiglie come sognava o tenersi per se la piccola Ino?) a scommettere sul cuore dei due protagonisti principali non potevo non metterla! Ce lo vedo Choji con occhialoni scuri e Temari sotto braccio andare in un bel ristorante a sbafarsi tutti i soldi vinti grazie alla felicità degli amici.

Beh, magari non è così tanto insensibile, ma deve pur mangiare!

Inoltre ho deciso: amo le Suigetsu/Karin, e sebbene odi lei, ho deciso di darle un po’ di profondità in qualche modo. Spero di avercela fatta. Mi allenerò, gente.

Sono infine stata combattuta per il taglio di capelli di Ino, ma penso che in fondo vada bene. Cioè, va bene in questa AU, con la loro promessa e tutto il resto. Forse non c’entrava, però era lei a gran voce ad urlarmi di farlo. In fondo è un po’ una rinascita…

Ultima nota: Il fioraio dei poveri è nella mia scuola, ed è stato ad una mia amica che si è rivolto con: «Ciao fiore, ti posso cogliere?» solo che lei non ha esattamente riso, ma l’ha fulminato con lo sguardo e ha risposto schifata. Ben fatto. Kiba ce n’è uno solo.

Fine delle note, alla prossima!

E grazie di tutto, Akami!


   
 
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