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Autore: Assasymphonie    14/06/2013    2 recensioni
« Willem. » La voce era incerta, gli occhi verdognoli ancora di più.
[ Terza classificata al contest ΑΩ -from alfa to omega { APH contest } ]
/Netherland's centric + Guglielmo di Nassau/
Genere: Angst, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Paesi Bassi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ik zan handhaven.

Titolo del capitolo: ω - Mijn God.

Personaggi: Olanda / Guglielmo I di Nassau

Rating: Arancione

Note dell'autore: One-shot / Storica / Introspettiva - *Per le note storiche vedere a fine storia.

Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.

 

 

.ω - Mijn God.

 

 

L'odore acre della polvere nera ancora riusciva a ferirgli le narici. Tante volte il tanfo aveva ammorbato l'aria, durante quella guerra che non sembrava avere fine; gli affusti dei cannoni ne erano ricoperti, nere erano le mani dei sopravvissuti, nero il viso.

Peccato!

Ma quel fumo acido, lattiginoso non voleva andarsene, fissato sulle cornee come la peggiore delle immagini; andava fondendosi col rosso del sangue, il rumore di un respiro infranto, di una porta aperta e mai richiusa. L'aria fredda della notte non poteva cancellare quell'orrore, nessuno avrebbe davvero avuto il potere di farlo, tutto era cristallizzato in un attimo eterno.

Lui aveva visto. Ogni cosa, ogni momento, ogni battito di ciglia; se prima la cena era trascorsa come il miglior desinare, alla luce tremula delle candele e al calore del fuoco nel camino, il mondo era andato ora trasformandosi nella bolgia più profonda dei cerchi infernali.

Assassino!

Gérard, questo era il suo nome: il nome dell'odio, il nome per cui una Nazione ancora troppo giovane per camminare sulle sue gambe era caduta a terra, picchiando forte le ginocchia contro il marmo lavorato della residenza del principe. Un principe non più tale, gorgogliante nel suo stesso sangue che andava allagandogli i polmoni, rendendo ogni respiro faticoso.

Olanda lo sapeva, ne era talmente consapevole che per un momento tornò ad essere il ragazzo di un tempo, spaventato dentro abiti troppo grandi, senza speranza e senza guida: tutto quello che aveva, l'unica persona che avrebbe seguito anche in capo al mondo, ora giaceva per terra ai suoi piedi, figura imponente offuscata da un velo di cosa, lacrime?, vili! Ma tutto era accaduto troppo in fretta per poter renderne conto a qualcuno, tutto si era incrinato come un vetro rotto. Un complotto spagnolo, un deliquio terribile, due semplici spari che avrebbero potuto cancellare una rivoluzione, mettere fine a lotte e morti utili per lasciare spazio alla semplice crudeltà di un impero su cui il sole andava tramontando da troppo tempo.

Il corpo di Olanda era cresciuto. Le ossa si erano rinforzate, i muscoli avevano cominciato ad apparire sotto la pelle chiara, ma le lacrime che dagli occhi caddero su quel viso sempre più bianco, prossimo alla Morte, erano come quelle di tanti anni prima. Lacrime spaventate, lacrime crudeli che bene si accordavano con il vestito chiaro sporco di sangue già secco: la sua guida, suo padre, stava morendo. Morendo per averlo portato ad essere più forte, per averlo cresciuto e avergli insegnato cosa significa la parola libertà; un fardello troppo grande, una colpa troppo scura da poter essere cancellata.

« Willem-! » Ma, di fronte alla morte, siamo tutti uguali e Olanda non poteva fare eccezione, non mentre faceva correre le dita lungo quel viso amato, ferreo ora troppo molle, madido di sudore fetido, quasi già cadavere. La barba e i baffi erano fradici, gli occhi spenti e le labbra così pallide da sembrare vermi informi, orribili mentre si contorcevano per poter parlare. Non aveva paura di lui, troppa morte aveva incontrato e regalato lui stesso ma così, in modo tanto meschino senza gloria per qualcuno che era la gloria stessa, risultava essere al limite dell'oltraggio. Quale Dio avrebbe potuto permettere tutto questo? Domande si affaccendavano nella sua mente: non il Dio della Spagna, non il Dio di Lutero, nessuno avrebbe potuto essere così meschino, nessuno!

Un sussulto squassò le spalle della Nazione non ancora nata quando il revolo di sangue e saliva scivolò lento nella barba grigia del condottiero, teso in uno sforzo immane: lo stava guardando diretto negli occhi, appigliandosi alle screziature dorate che si intravedevano in un verde troppo bagnato, come giada liquida. Il fiato venne trattenuto, le ultime parole raccolte con un singulto da bambino.

« Mon Dieu, ayez pitié de mon âme; mon Dieu, ayez pitié de ce pauvre peuple!* » Un fiotto d'aria duodenale investì il viso di Olanda, pietrificato insieme all'ultimo respiro di Guglielmo il Taciturno che lo accarezzò come mai aveva fatto in vita, lasciando tra le sue braccia insanguinate fino ai gomiti un corpo ormai inutile, un involucro freddo, un simulacro di gloria e di ricordi. Eppure tutto questo passò in secondo piano, perché prima fra tutte le cose quella frase risultò pesante come un maglio. Non sentiva l'aria fredda sul collo, non sentiva le urla delle domestiche, l'assembrarsi di gente tutt'attorno. Lui lo aveva raccomandato a Dio, aveva raccomandato a Dio il suo popolo, la sua Nazione. Un'ultima invocazione prima della fine, per far sì che lui lo udisse e che il grande progetto non venisse dimenticato. La lotta doveva continuare, Filippo doveva pagare.

Padre!

Le ossa scricchiolarono quando Olanda si sollevò da terra, portando sulla schiena il peso di un'invocazione disperata. Deluderlo era fuori discussione, ma i suoi occhi avevano smesso di essere come giada. Erano metallici, carichi di ira.

Dietro di lui cavalca la furia!

« Trovatelo. » Voce affilata, come la lama di un coltello. « E portatelo da me. »

ALLA GUERRA!

 

.Fine.

 

 

Note storiche: *Guglielmo il Taciturno muore il 10 Luglio 1584, in casa sua, assassinato da un francese al soldo di Filippo II, Balthasar Gérard, che verrà catturato poco dopo e torturato duramente, persino per l'epoca. Lo uccide con due colpi di pistola al petto: di fatto, Guglielmo è il primo uomo di stato assassinato con un'arma da fuoco. * La traduzione della frase, è: "Mio Dio, abbi pietà della mia anima; mio Dio abbi pietà di questo povero popolo.", sebbene gli storici pensino che sia stata un'arma di propaganda.

   
 
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