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Autore: 1DalIlaria    14/06/2013    4 recensioni
"Harry! Si può sapere che ti prende? Non hai detto una sola parola da quando siamo tornati!" chiese tutto contento Louis.
Harry si girò verso di lui ma prima dello sguardo di Louis incontrò quello di Liam.
"Le hai viste anche tu?" chiese incredulo Liam al riccioluto. Eppure era convinto di averle notate solo lui
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4th July 2013, Friday
 
 
 
 
<< Messi! Mettilo! Mettilo!>> disse Niall tutto agitato.
 
<< Come cavolo abbiamo fatto a dimenticarlo?>> si chiese Liam senza parole.
 
Erano una ventina di minuti buoni che Zayn se ne era andato e che i tre ragazzi restanti avevano cominciato a creare la loro squadra calcistica perfetta. I ragazzi, Dalila compresa, erano seduto al tavolo del bar e tra una bibita e un po’ di patatine stavano concludendo la serata. L’unica ragazza presente era silenziosa e pensierosa quindi, quando un messaggio di Josh era arrivato sotto forma di sfida virtuale a calcio i tre cantanti erano finiti nel loro mondo virtuale fatto di calciatori e palloni.
 
<< Chi altro possiamo mettere?>> chiese Louis ai suoi due compagni.
 
<< Mi sembra di aver non aver dimenticato nessuno>> rispose il biondo.
 
<< Quanti giocatori abbiamo?>> chiese Liam.
 
<< Undici titolari più sei riserve.>> rispose Louis controllando la loro creazione << Ora dobbiamo decidere chi sono i titolari>> annunciò il maggiore.
 
Ciò diede il via ad varie discussioni calcistiche della quale Dalila, seduta davanti a loro,  non si era resa conto. Il suo pensiero era fisso, la sua mente era bloccata da quella scena. Perché Zayn se n’era andato così? Era forse successo qualcosa che lei si era persa? Insomma perché di punto in bianco l’aveva lasciata così?
“Dannazione, non lo capisco!” pensò arrabbiata stringendo i pugni.
Quel ragazzo aveva la capacità di distruggere la sua felicità in meno di due secondi. Con una semplice azione le aveva rovinato la serata. Lo sguardo della bionda si posò sui tre ragazzi davanti a sé.
“Forse loro…” cominciò a ragionare.
 
<< Perché Zayn se n’è andato in quel modo?>> chiese tutto d’un fiato.
Liam, Louis e Niall alzarono di scatto la testa verso di lei e la fissarono.
 
<< Eh?>> chiesero confusi.
 
<< Vi ho chiesto perché Zayn ha reagito in quel modo>> ripeté l’italiana.
 
Liam la fissò dritta negli occhi e capì che era colpa di quel pensiero se non aveva detto una parola, stava ancora pensando al moro. Era vero, Zayn era strano ma quella volta aveva stupito anche lui. Si era domando il perché di un comportamento simile e, pian piano, ci era arrivato… più o meno. Sapeva del problema di Zayn, non era la prima volta che succedeva. Ma non sicuro delle sue teorie e paura di dire qualcosa di sbagliato abbassò il capo verso il cellulare di Louis.
 
<< Tranquilla, è sempre così… strano>> cercò di rassicurarla Niall.
 
<< L’irlandese ha ragione, non farci caso. Magari era semplicemente stanco o voleva stare da solo. Non darci troppo peso>> continuò Louis per poi tornare al suo schermo.
La ragazza li guardò senza parole.
 
“Quindi siccome quel babbeo è strano possiamo giustificare ogni sua cazzuta azione?!” si chiese arrabbiata. Davvero lo stavano giustificando in quel modo?
Dalila guardò Liam, aveva notato il suo sguardo pensieroso e il suo non rispondere, perché non aveva dato libero sfogo hai suoi pensieri?
“Liam, cosa sai che non mi vuoi dire?” pensò guardandolo.
 
 
 
<< Dannazione!>> borbottò espirando il fumo della sigaretta e calciando l’ennesimo sassolino sul marciapiede.
 
Zayn, mano sinistra in tasca e mano destra occupata da una piccola sigaretta fumante, camminava veloce ed arrabbiato per le strade londinesi. Era uscito in fretta e furia da quel posto e si era immerso nella città buia inglese. Come succedeva ogni volta aveva reagito d’istinto e, come ogni volta, si trovava arrabbiato con se stesso. Lo faceva sempre appena si apriva un po’ qualcosa al suo interno lo faceva scappare e lo portava via. Via dal posto in cui era, via dalle persone con cui stava. Questa volta però l’aveva allontanato dalla persona sbagliata.
Tirò un ultima volta e poi lasciò cadere il piccolo pezzo di sigaretta per terra, lo schiacciò sotto la suola della scarpa e si passò una mano tra i capelli.
 
“Dove stai andando?”
Di nuovo quelle parole gli tornarono in mente, quel tono di voce triste, quella ragazza…
Strinse le mani a mo’ di pugno e cercò di darsi una calmata.
Continuava a chiedersi perché se ne fosse andato, in fondo tutto stava andando alla grande. Era riuscito a ritagliare un piccolo momento con Dalila e farsi due risate con lei a bowling. Non era contento del fatto di giocare con lei e poter ammirare quel suo sorriso per un po’?
Si, lo era.
“E allora perché me ne sono andato?!” si chiese sempre più arrabbiato.
Non lo sapeva nemmeno lui o meglio, non voleva pensarci. Si rifiutava di crede che l’avesse fatto per quel motivo. Di nuovo. Sapeva che a lui non sarebbe mai potuto succedere una cosa simile. L’aveva già detto a Liam tempo indietro e anche quel lontano mercoledì di aprile e ne era ancora convinto.
Più o meno…
 
Scacciò quei pensieri dalla mente e cercò di pensare ad altro.
Ilaria.
Chissà come se la stava passando, se aveva fatto pace con Harry e se tutto si fosse risolto nei migliori dei modi. Automaticamente prese il cellulare e le scrisse un messaggio, fece per inviarlo ma si bloccò.
“Magari li disturbo…” pensò preoccupato. Non voleva essere quella persona che si odia quando manda un messaggio nel momento meno opportuno.
Cancellò il messaggio e rimise il cellulare nel tasca dei jeans, se qualcosa fosse andato storto Ilaria l’avrebbe chiamato.
 
All’improvviso le parole della rossa e la sua strana reazione gli tornarono in mente. Aveva reagito in modo strano, ovvio pensava che ci stesse provando con lei ma quello che davvero l’aveva colpito era il fatto che avesse tirato in ballo la bionda. Cosa aveva a che fare Dalila con l’incomprensione di Ilaria? Quel suo “Dalila è mia amica..” che significato aveva?
Che la bionda fosse…
 
<< No!>> disse ad alta voce interrompendo i suoi pensieri.
 
Quella piccola sillaba sembrò riportare il ragazzo con i piedi per terra, si guardò in torno e non riuscì a credere ai suoi occhi.
Come ci era finito lì?
 
 
 
"Perché l'ho fatto? Perché ho lasciato che accadesse tutto ciò?"
Durante il viaggio la rossa scrutava attentamente il suo compagno, che nervosamente guidava la sua Range Rover.
"Come al solito traggo subito le conclusioni senza pensare alle conseguenze. Sono solo uno stupido".
Fissava la strada senza espressione in viso e senza mai voltarsi verso la ragazza al suo fianco, la quale notò chiaramente la sua mascella indurirsi di tanto in tanto, coordinato con la stretta sul volante che si accentuava. 
"Come si fa ad essere così superficiali ed ingenui? Ti rendi conto che oggi hai rischiato di perderla sul serio? Vuoi che succeda di nuovo?"
Non l'aveva mai visto così, né poteva immaginarsi di vederlo in quello stato almeno una volta nella sua vita.
Sarebbe stato un eufemismo dire che le metteva paura.

Il riccioluto fermò di colpo l'auto che parcheggiò in malo modo di fronte all'edificio. Lo spegnimento del motore riportò Ilaria alla realtà e guardò fuori dal finestrino, cosa che durante tutto il tragitto non aveva fatto.
Si dipinse sul suo viso un'espressione interrogativa.

<< Harry, che ci faccia...>>

<< Scendi>> tagliò corto lui mentre aprì la portiera.

La ragazza fece come gli era stato chiesto e lasciò la macchina. Il cantante la prese per mano e la portò all'interno, dirigendosi verso l'ascensore.
Camminava in modo veloce, come se avesse...fretta.
"Di cosa?" si chiese la ragazza.
"Devo chiarire con lei, assolutamente" disse il riccio a se stesso mentre le porte automatiche si richiudevano davanti a loro. Pigiò il pulsante con il numero 8 e l'ascensore cominciò a muoversi.

La rossa era confusa. Voleva chiedergli perché l'aveva portata proprio lì e soprattutto perché stavano andando all'ultimo piano, ma non disse niente. Dopo tutto quello che era successo in quella lunghissima giornata anche solo averlo così vicino a sé in uno spazio di un metro quadrato era abbastanza.
Le era mancato.

Harry approfittò di quel silenzio per ripercorrere la giornata e sperare così di chiarirsi un po' le idee.
La mattinata era cominciata bene, anzi, benissimo. Poi era arrivata la telefonata di quell'Angelo e tutto era andato a rotoli: ci aveva parlato per due ore e come se non bastasse, raccontando la loro lunga chiacchierata a Dalila le era uscita di bocca quella frase, mettendo in dubbio tutte le sicurezze di Harry e facendogli pensare che forse lei non era così contente di stare lì a Londra con loro. E per finire, come ciliegina sulla torta, in mansarda il minore stava per dire una cosa che mai e poi mai sarebbe dovuta uscire dalla sua bocca, perché probabilmente sarebbe bastato quello per far sì che la perdesse per sempre.
 
Il silenzio fu interrotto dal tocco acuto dell’ascensore che avvisava di essere arrivato a destinazione e dall’apertura delle porte.
I due ragazzi uscirono ancora mano nella mano da quella piccola stanzetta e subito l’aria fresca di una serata estiva colpì loro il volto.
Ilaria rimase a bocca aperta mentre raggiungeva la ringhiera davanti a sé.
 
<< E’ bellissimo... – sussurrò non appena arrivò al capolinea – non pensavo ci fosse una tale meraviglia qui su>>
 
Erano circa quattro giorni che alloggiava in quell’albergo ma non si era accorta di che panorama stupendo si potesse ammirare salendo solo di qualche piano più su.
Harry poggiò le mani alla ringhiera pensieroso.
 
<< Spesso le cose più belle sono proprio davanti a noi, ma la maggior parte delle volte ci capita di perderle prima di accorgerci della loro esistenza>>
 
Si voltò verso di lui: fissava davanti a sé ed aveva un’espressione decisamente più rilassata rispetto a poco prima in macchina.
Si ritrovò a riflettere sulla frase appena detta dal minore. Si riferiva a qualcosa in particolare o era semplicemente una delle perle di saggezza ereditate da Malik?
 
<< Perché mi hai portata qui?>> chiese la rossa sperando che almeno in quel momento le avesse risposto.
 
<< Cercavo un posto tranquillo>>
 
<< Per fare cosa?>>
 
<< Parlare>>
 
Ilaria si poggiò alla ringhiera dando le spalle al panorama di Londra pronta per ascoltare ciò che Harry aveva da dirle. Il cantante fissava le luci colorate della vita notturna della capitale, assottigliando gli occhi per il leggero venticello che tirava in quel momento.
Abbassò lo sguardo osservandosi le mani giocherellare tra di loro e sorrise con un angolo della bocca; poi, tornò a guardare avanti a sé.
 
<< Non so nemmeno da dove cominciare>>
 
Già, erano successe davvero tante cose nelle ultime ventiquattro ore. Non si poteva di certo dire che la sua era una vita noiosa e monotona.
 
<< Provaci>> lo incitò lei. Finalmente dopo ore di silenzio voleva parlare.
 
Il riccio socchiuse gli occhi e rimise in ordine le idee nel modo più veloce possibile.
Okay, un passo per volta.
 
<< Dimmi... – il minore prese coraggio – davvero vorresti essere adesso?>> disse tutto d’un fiato.
 
Le labbra di lei si schiusero improvvisamente, le sue pupille si fecero più piccole e sentì un colpo duro e sordo al petto. In un attimo le cadde il mondo addosso, proprio come ore prima era successo ad Harry sentendo quella stessa frase.
Aprì più volte la bocca per dire qualcosa, ma le parole non uscirono. Nel frattempo la sua mente tornò a quel pomeriggio, ricostruendo la scena: stava parlando con Dalila, uscendo dalla cucina, ma la sua attenzione era già in sala dagli altri e non l’aveva sentita.
Per quello, a quanto pareva, ci aveva pensato Harry.
“L’ho detta in inglese?” Evidentemente si.
Scosse la testa scacciando tutti quei pensieri poco rilevanti. Lui l’aveva sentita e ciò le importava.
 
Si ritrovò a riflettere sulla domanda postale da Harry, mettendo in ordine le idee.
 “Ti mancano?” Si, tanto.
“Vuoi andare da loro?” Forse.
“Vorresti essere lì in questo momento?”
Guardò il profilo del riccioluto, quel ragazzo che per anni aveva inseguito e che mai si era accorto di lei.
Esitò a rispondere.
“Guardati, cosa ci fai qui?” Sto con Harry.
“E come ti fa sentire?” Tremendamente bene.
“Ti pongo di nuovo la domanda: vorresti essere lì adesso?” Assolutamente no.
 
Di colpo allungò una mano in direzione di quello splendido ragazzo che si trovava al suo fianco ed intrecciò le dita con le sue. Harry si voltò di colpo verso di lei; non si aspettava un contatto, ma una risposta. Ilaria lo tirò verso di sé fino a portarselo davanti.
Delicatamente gli lasciò la mano e portò le braccia dietro il collo di lui, avvicinandosi e diminuendo la distanza tra i loro bacini. Il cantante rimase interdetto e poggiò esitante le mani sui fianchi della ragazza.
Lei si protese lentamente verso il suo orecchio.
 
<< Penso che tutti i posti dove ci sarai tu andranno bene per me>> gli disse in un sussurro.
 
Ilaria poté sentire perfettamente la presa sui suoi fianchi intensificarsi, mentre gli occhi di Harry si spalancarono appena e la sua bocca si piegò in un sorrisetto mostrando la sua caratteristica più bella: la fossetta.
La rossa gli lasciò un piccolo bacio dietro l’orecchio ed il riccio l’avvolse tra le sue braccia, affondando il viso tra i capelli lunghi di lei ed inspirando profondamente.
Finalmente...era di nuovo con lui, non avrebbe potuto chiedere di più. Sarebbe potuto rimanere così anche per il resto della sua vita. Lei era nelle sue braccia, le sue braccia erano intorno a lei, ora tutto quadrava perfettamente.
 
Poi, un pensiero lo pervase.
“No, non farlo...”
C’era ancora una questione da risolvere.
 
<< Harold>> sospirò con voce intenerita e voltandosi leggermente verso di lui << Non c’è nessun altro. Solo tu>>
 
Da risolvere. Forse.
In effetti Dalila gli aveva già risposto con quell’affermazione ed in quel momento l’ultima cosa che avrebbe voluto fare era farle ancora domande, stressare l’argomento e rovinare ciò che stavano costruendo.
 
“No, non lo farò.”
Strinse maggiormente il corpo della ragazza al suo ed inspirò nuovamente, inalando tutto il suo profumo, come se sapesse che un giorno o l’altro non avrebbe potuto più farlo.
I loro corpi aderirono perfettamente l’uno all’altro ed Ilaria si chiese il perché di quella stretta così forte.
 
<< Promettimi che lo farai>> sussurrò Harry tra i suoi capelli rossi.
 
<< Cosa?>> domandò lei confusa, non capendo a cosa si riferisse.
 
<< Essere in ogni posto in cui sarò io>>
 
Sentì un colpo dentro di lei, come se il suo cuore fosse caduto in fondo a qualche pozzo o come se semplicemente fosse scomparso da un momento all’altro e per un attimo fu tentata di poggiare una mano sul suo petto per assicurarsi che ci fosse ancora vita.
Allontanò il viso dal collo di lui e lo guardò dritto negli occhi. I centimetri che le mancavano per raggiungere l’altezza del riccio fecero sì che il suo sguardo cadde sulle sue labbra, proprio di fronte a lei.
 
Irresistibili.
 
Si morse il labbro inferiore per sopprimere quella tentazione che le si presentava su un piatto d’argento, fino a quando un secondo dopo si ritrovò le labbra di Harry sulle sue, morbide come l’ultima volta.
Fu un attimo, solamente uno scambio di respiri e niente più. Solo uno scambio di sapori lasciati a mezz’aria, lì, sulle labbra.
Si separarono e la ragazza tornò nella posizione precedente, mentre il riccio rimase interdetto per l’effetto che gli facevano certi contatti con Ilaria, ora ritrovatosi a sentirlo per la seconda volta.
 
<< Promesso>> soffiò piano la rossa al suo orecchio. Harry sorrise nel sentire quella piccola parola che per lui valeva quanto la sua stessa vita e la strinse a sé, lasciandosi inebriare da quel profumo ancora per secondi, minuti, ore.
 
 
 
<< Sono stanchissimo>> mormorò Niall salendo in macchina seguito da Louis.
 
<< In effetti è tardi>> rispose Liam mettendosi alla guida del veicolo.
 
I quattro ragazzi, dopo aver battuto il loro amico batterista, aveva deciso di tornare a casa. Liam diede gas e la macchina sfrecciò tra le strade desolate di Londra.
 
<< Lou, ti va una sfida?>> chiese Niall al ragazzo al suo fianco.
 
Bastò quella piccola domanda per far si che dei due ragazzi dietro non si seppe più nulla. Immersi nel gioco fino al collo non si accorsero nemmeno della strana aria che c’era nei posti davanti. Liam guidava fingendosi tranquillo e Dalila l’osservava, ancora non aveva detto nulla riguardo al pakistano.
 
<< Pensi che non me ne sia accorta?>> sussurrò la bionda fissandolo.
 
<< Di cosa?>> chiese Liam guardandola velocemente e sorridendole.
 
<< Lo sai, perché non mi hai risposto?>> gli domandò.
 
Il castano non rispose ma sospirò, non sapeva davvero cosa dirle. Si, Zayn era strano ma non era quello il motivo, per lo meno secondo lui, per cui se ne era andato. Se davvero lo conosceva sapeva che in quel momento l’amico si stava interrogando sul suo comportamento. Era già successo in passato che reagisse in quel modo ma, dopo un’oretta buona di dialogo con Liam, Zayn aveva capito che non era come pensava. Quella volta non era la persona giusta. Ma questa volta? Questa volta lei era la persona giusta?
 
<< Dalila io, davvero non so che dir..>>
 
<< Siamo arrivati>> annunciò Niall interrompendo il castano.
Dalila guardò fuori il finestrino e vide l’albergo in cui lei e Ilaria alloggiavano.
 
<< Tranquillo, va tutto bene>> disse a Liam sorridendogli. Lo capiva dal suo sguardo che davvero non sapeva cosa pensare e che cercava di non dire niente che la potesse ferire.
Si slacciò la cintura e poi si voltò verso i due ragazzi dietro.
 
<< Buona notte>> disse sporgendosi per schioccare un bacio ad entrambi.
 
<< ‘Notte>> la salutarono loro riprendendo il loro amato gioco.
 
<< Vuoi che ti accompagno?>> le chiese Liam premuroso come sempre.
 
<< Tranquillo>> disse baciandolo sulla guancia << Vado da sola, tornate pure a casa>> disse aprendo la portiera.
 
<< A domani allora>> la salutò.
 
<< A domani>> Dalila scese dalla macchina e salutati con la mano i cantanti si diresse verso l’entrata.
 
La ragazza entrò nell’edificio con aria pensierosa, aria che aveva da ormai tutta la serata. Non aveva avuto un attimo di pace, il pensiero di Zayn l’aveva perseguitata e ancora non la abbandonava. Quel suo “via” con la quale le aveva risposto, il modo in cui se ne era andato. Senza rendersene conto chiamò l’ascensore. Non dovette aspettare tanto che arrivò. Come sempre si aprirono le porte, pronte ad accoglierla al suo interno. A testa bassa l’italiana entrò nell’ascensore.
“Perché si comporta così?” si chiese appoggiandosi alla parete fredda.
 
<< Buona sera…>> tuonò una voce.
 
Dalila alzò la testa di scatto e non credette ai suoi occhi.
Era lì, davanti a lei. Splendido come sempre, i capelli leggermente disordinati e un piccolissimo accenno di sorriso su quelle labbra carnose.
Zayn la guardò, se ne stava lì ferma senza dire una parola.
All’improvviso la vide staccarsi dalla parete e andargli in contro fiondandosi sul suo petto. Rimase senza parole, non si aspettava una reazione simile, lo stava abbracciando. Non ebbe il tempo di fare nulla che la bionda si staccò e lo fisso dritto negli occhi.
 
<< Che diamine ci fai qui?>> gli chiese furiosa. La contentezza di vederlo lì davanti a sé era stata accantonata e la rabbia cominciava a farsi sentire.
 
<< Sono felice di vederti anche io>> le rispose lui a tono e sporgendosi verso i testi dall’ascensore che improvvisamente si bloccò.
 
<< Che è successo?>> si spaventò la ragazza guardandosi intorno. << Che hai fatto?>> gli chiese. Perché aveva bloccato l’ascensore?
 
<< Quante domande!>> sbottò lui.
 
<< Alla quale non rispondi>> continuò lei.
 
Erano uno davanti all’altro e si guardavano in cagnesco. Dalila era furiosa, dopo il comportamento che aveva avuto prima al bowling adesso si aspettava che fosse contenta di vederlo? Okay, magari ad un primo impatto lo era stata ma, adesso vederlo lì con il sorrisino la mandava in bestia. Era colpa sua se si era rovinata la serata!
 
<< Che ci fai qui?>> gli chiese furiosa fissandolo e allontanandosi un po’ da lui.
 
<< Perché sei arrabbiata?>> le chiese invece lui senza rispondere alla domanda da lei appena posta.
 
<< Scusa?>> Dalila era davvero senza parole << Davvero non ci arrivi?>>
 
Zayn fece per rispondere ma la sua attenzione venne catturata da una chiamata dell’ascensore. Qualcuno stava aspettando. Con tranquillità il pakistano si avvicinò alla ragazza e, allungato un braccio dietro di lei, fece ripartire l’ascensore.
 
<< Ma sei impazzito?!>> urlò lei sconvolta << Se ti vedono è la fine! Non poss…>>
Le parole della ragazza vennero fermate dal petto del ragazzo che la teneva stretta a se.
 
<< Zitta per due secondi e abbracciami>> le disse voltandosi con la schiena verso la porta.
Dalila, anche se contro la sua volontà, fece come detto dal ragazzo e si strinse nella felpa di lui.
 
“Gucci by Gucci” pensò lei appena il profumo del ragazzo le annebbiò la vista. Zayn la guardò dall’alto e, messo il cappuccio della felpa, strinse la ragazza tra le sue braccia e ringraziò chiunque avesse chiamato l’ascensore.
 
All’improvviso un suono e poi le porte si aprirono. Le due ragazze alla vista dei due ragazzi abbracciati si guardarono e sorrisero intenerite dalla coppia. L’ascensore salì di un paio di piani poi le due arrivate uscirono senza prima dare un’ultima occhiata ai due.
Solo quando Dalila sentì le porte chiudersi si staccò dal ragazzo e schiacciò il numero del suo piano. Salirono in silenzio, un silenzio orribile. Zayn continuava a fissarla, era arrabbiata. Lo si poteva capire dalla posizione che aveva assunto: gli dava le spalle e teneva le braccia conserte. Quando arrivarono al piano la bionda si precipitò fuori ed andò dritta alla stanza 102. Infilò la chiave ed entrò in camera lasciando però la porta aperta, sapeva di avere il ragazzo dietro. Si tolse la felpa, lanciò il cellulare sul letto e si legò i capelli.
 
<< Allora? Che hai?>> le chiese Zayn entrando in camera e chiudendo la porta alle sue spalle.
 
<< Che ci fai qui?>> gli chiese lei esasperata. Non ne poteva più, era stanca e voleva solo andare a dormire.
 
<< Continuerai ad evitare la mia domanda?>> le chiese Zayn scaldandosi.
 
<< Continuerai a fare lo stesso?>> gli rispose lei a tono.
 
Nessuno dei due disse più niente, continuavano solo a fissarsi dritto negli occhi, uno dei due avrebbe ceduto prima o poi. Dalila fissava quegli occhi ma non ci vedeva lo sguardo del ragazzo dagli occhi color caramello che amava tanto. Abbassò lo sguardo e si voltò dando le spalle al pakistano.
 
Zayn, ancora fermo alla porta, si grattò la testa e la guardò triste, non voleva andarsene e lasciarla in quello stato. Così, contro ogni logica, contro ogni sua parte razionale, si avvicinò a lei fino ad arrivarle dietro. In totale silenzio allungò le braccia verso di lei e, lentamente, le accarezzò le braccia dalle spalle fino ai polsi. Mentre ripercorreva la strada al contrario sentiva che si stava rilassando, la rabbia si stava sciogliendo come neve al sole. Arrivò alle spalle e prese a massaggiargliele con calma.
 
Dalila nel sentire il calore delle mani del cantante sul suo corpo teso, chiuse gli occhi e si abbandonò a quel piacere.
Quando si calmò del tutto Zayn la fece voltare e, sciolta la coda e liberando i lunghi capelli biondi, le sorrise allargando le braccia. Dalila esitò e, arrossendo leggermente, puntò il suo sguardo verso le sue scarpe.
 
<< Vieni, non ti mangio mica…>> le sussurrò lui prendendola per un polso e stringendola.
Rimasero in quel modo per alcuni secondi poi la bionda trovò il coraggio di parlare.
 
<< Perché te ne sei andato?>> non lo chiese arrabbiata ma triste, per quanto si fosse arrabbiata aveva sentito la mancanza di quel ragazzo in un modo pazzesco.
 
<< Non lo so, mi dispiace..>> rispose sincero lui, infondo davvero non sapeva che gli fosse preso.
 
Dalila strinse il tessuto della felpa di Zayn tra le mani e poi lasciò uscire dalle sue labbra quelle parole.
 
<< Mi sei mancato>> soffiò pianissimo.
 
Il pakistano scosse il capo, aveva sentito bene? L’aveva detto davvero?
Non era sicuro di aver sentito giusto ma qualcosa gli diceva di stringere un po’ di più quel corpicino tra le sue braccia. Seguì il consiglio dettatogli dal suo interno e sentì la ragazza rilassarsi completamente.
 
<< E’ tardi>> disse all’improvviso allontanandola << E’ ora di andare a letto>> le disse accarezzandole una guancia. Dalila si lasciò coccolare per pochi secondi poi si allontanò, tenendo lo sguardo fisso sulle sue mani.
 
Nessuno dei due sapeva che dire, il silenzio era diventato pesante. Zayn si guardò in torno poi voltò le spalle e si diresse verso la porta.
 
<< Aspetta>> lo bloccò Dalila andandogli incontro.
Zayn, mano destra sulla maniglia, si fermò e sorrise.
 
<< C-ci… ci vediamo domani?>> chiese lei.
 
Il pakistano si voltò leggermente e non riuscì a trattenersi dal sorridere. L’italiana era lì davanti a lui mani dietro la schiena e uno splendido sorriso sul volto arrossito.
 
<< Certamente>> le rispose sporgendosi verso di lei.
 
Accadde tutto in pochi secondi. Appena lo vide avvicinarsi la ragazza chiuse gli occhi e sentì le labbra del cantante sulla sua fronte.
 
<< ‘Notte, blonde>> le disse per poi sparire dietro la porta.
 
Dalila, ancora sotto shock, si appoggiò al legno freddo e si lasciò scivolare sul pavimento.
Strinse le gambe al petto e si lasciò sprofondare nei ricordi degli attimi appena avvenuti. Era stato tutto così… strano. Non riusciva a credere a quello che era successo eppure sentiva ancora la pressione delle labbra del ragazzo sulla sua fronte. Era stato così… dolce.
“Dolce?!” davvero l’aveva pensato? Da quando si lasciava andare al romanticismo? Non era una cosa da lei. Dalila non era romantica.
 
<< No, non è stato dolce e stato… tenero>> si disse tra se e se alzandosi e buttandosi sul letto a pancia in su.
 
<< Tremendamente tenero..>> mormorò chiudendo gli occhi.
 
La stanchezza cominciava a farsi sentire e in più lei era ancora avvolta dal suo profumo. Si rannicchiò su se stessa e stretto il cuscino tra le braccia si lasciò andare, gettandosi tra le braccia di Morfeo.
 
 
 
<< E quando invece ho fatto strike? Quello è stato mitico>> commentò Ilaria.
 
<< Perché il mio di strike? Ne vogliamo parlare? Quella era vera classe>> disse il riccio passeggiando per il corridoio del secondo piano stringendo la mano della rossa.
 
<< Va bene, ma non ti esaltare adesso>>
 
<< So riconoscere un bel tiro>> fece Harry voltando l’angolo per arrivare alle scale dell’albergo. Il cantante aveva deciso di fare tutti i piani fino al quarto a piedi, così da allungare la serata e rimanere più tempo possibile con Ilaria.
 
<< Per te tutti i tuoi tiri sono bei tiri>> le fece il verso lei.
 
<< Ehy, ehy...non offendere il maestro>>
 
<< Altrimenti?>> lo stuzzicò la ragazza fermandosi in mezzo al corridoio del terzo piano.
 
<< Altrimenti...>> il riccioluto fece uno scatto felino e la rossa a sua volta si mise a correre cercando di sopprimere delle piccole urla che minacciavano di uscire dalla sua bocca.
 
Svoltò l’angolo e cominciò a salire le scale in fretta per arrivare al quarto piano e rifugiarsi in camera sua. Non riuscì però a sopprimere le risate che risuonavano nei corridoi senza controllo e che la rallentavano, e proprio all’imbocco del piano Harry riuscì a raggiungerla prendendola per la vita e facendole perdere l’equilibrio. Si ritrovarono entrambi stesi per terra a ridere a non finire, quando furono interrotti da una voce che li immobilizzò entrambi.
 
<< Ma insomma! Vi sembra l’ora adatta per fare baccano?! Qui c’è gente che vuole dormire! Ma dove ce l’avete il rispetto?! Sotto i piedi?!>>
 
Un uomo abbastanza paffuto era sbucato dalla camera 81, solo con in dosso una canotta bianca e dei pantaloncini azzurrini.
I due ragazzi, ora seri in volto, si alzarono immediatamente da terra.
 
<< Ci scusi signore, noi...>> tentò di dire Harry, invano.
 
<< Andate a smaltire la sbornia in qualche bar, non qui! Ma guarda tu...>> poi, la porta della camera sbatté violentemente.
 
Ci furono degli istanti di silenzio, poi i due si guardarono e scoppiarono a ridere di nuovo, questa volta il meno rumorosamente possibile.
Attraversarono il corridoio ridendo a crepapelle, e quando arrivarono in prossimità della stanza 102, Ilaria si mise un dito sulle labbra, mimando al ragazzo di fare silenzio.
La rossa si appoggiò con la schiena al muro, cercando di regolarizzare il suo respiro; Harry davanti a lei e le loro mani ancora intrecciate.
 
<< Quindi...è ora>> sussurrò il riccioluto.
 
<< Eh già, è tardi>> rispose lei con una vena di tristezza. Avevano avuto così poco tempo per stare insieme quel giorno.
 
<< Ci vediamo domani>> il cantante si protese verso la sua guancia e le stampò un tenero bacio delicato. La guardò per qualche secondo negli occhi, facendo dei passi all’indietro per avvicinarsi all’ascensore, anche se non aveva proprio voglia di lasciarla andare.
Nel momento in cui le loro mani si separarono Harry si voltò verso la fine del corridoio, ma le sue gambe non avanzarono, fermate da un sussurro.
 
<< Harry>> lo chiamò lei.                                    
 
<< Si?>> si girò verso quegli occhi di ghiaccio che già gli mancavano.
 
<< Resta>>
Il minore rimase per un attimo immobile, poi si avvicinò di qualche passo.
 
<< Stanotte?>> chiese ingenuamente.
 
La ragazza annuì speranzosa. Lo riprese per mano e senza aspettare una sua risposta lo portò all’interno della 102, facendo il più piano possibile per non svegliare Dalila che fortunatamente dormiva abbastanza pesantemente.
Ilaria si sfilò le scarpe lasciandole disordinatamente sul pavimento e si distese sul suo letto ad una piazza e mezza, trascinando con sé Harry.
 
<< Solo fino a quando non ti addormenti>> le sussurrò lui nell’orecchio, stringendola con un braccio e facendo aderire il suo torace con la schiena di lei.
 
La rossa annuì impercettibilmente, chiudendo gli occhi e lasciandosi stringere, cadendo poco dopo in un sonno profondo almeno tanto quanto quello dell’amica.
 
 
 
Infilò le chiavi nella serratura e le rigirò quattro volte, fino a quando la porta d’ingresso si aprì. Entrò e la richiuse nuovamente a chiave.
Si mosse a tentoni nello spazio del corridoio aiutandosi solamente con la debole luce che penetrava dalle porte di sala e cucina, sperando di non incontrare niente sul suo percorso che avrebbe fatto svegliare l’intera casa.
 
<< Harry>> si sentì chiamare non appena mise piede sul primo scalino. Si voltò e trovò Louis appoggiato allo stipite della porta della cucina con un bicchiere d’acqua in mano, vestito del suo solito pigiama a righe.
 
<< Tutto bene?>> gli domandò solamente.
 
Il riccio gli sorrise.
<< Tutto benissimo>> disse sincero e raggiante.
 
Il maggiore si staccò dal legno dello stipite ed avanzò verso l’amico, dandogli una pacca sulla spalla.
 
<< Andiamo a dormire, domani mattina ci aspetta un’intervista in radio>> fece, mettendogli un braccio dietro al collo e salendo le scale nel modo più silenzioso possibile.
 
   
 
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