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Autore: FreeAngel    15/06/2013    1 recensioni
Non sapevo come vi fossi finita in quella situazione. Non sapevo come e perché stessi correndo nel sottobosco di un'oscura foresta, intralciata da rami e radici che mi graffiavano la pelle.
Zigzagando tra gli alberi riuscivo a mantenere la creatura a distanza sufficiente per evitare che mi azzannasse un braccio, ma non era abbastanza...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come riconosci un sogno dalla realtà? Questa era una delle domande che il filosofo Cartesio si pose per identificare e definire il termine esistenza, rispetto alle cose e al corpo stesso dell'uomo. Io concordo con lui. Distinguere le due cose è impossibile. Quando non ricordi i sogni della notte precedente al tuo risveglio, tra noi umani si dice che non se ne fatti: ma è veramente così? O piuttosto c'è qualcosa che ci impedisce di ricordare? E dove siamo stati? Nessuno può rispondere, perchè nessuno ricorda. O quasi nessuno. E già! Qualcuno rammenta. Qualcuno vive una doppia vita: una di giorno ed una di notte. Ma non chiedeteglielo perchè non vi risponderà. Terrà segreta l'esistenza del “Mondo che non c'è”.

Correvo. Correvo più veloce che potevo, impaurita e ansante. Una creatura mostruosa, per metà umana e per metà lupo, mi inseguiva correndo a quattro zampe, mentre dalla sua gola si levavano latrati e ruggiti terrificanti. Non sapevo come vi fossi finita in quella situazione. Non sapevo come e perché stessi correndo nel sottobosco di un'oscura foresta, intralciata da rami e radici che mi graffiavano la pelle. Zigzagando tra gli alberi riuscivo a mantenere la creatura a distanza sufficiente per evitare che mi azzannasse un braccio, ma non era abbastanza. Il mostro si avvicinava sempre più, tanto che, più di una volta, rischiai di trovarmi menomata. L'adrenalina che avevo in corpo, mi bruciava nelle vene. Probabilmente dovevo ringraziare questo se ero ancora viva poiché teneva lontana la stanchezza, ma il mio istinto mi diceva che sarebbe stata la felicità di un attimo. Infatti dopo un tempo indistinto di folle corsa sentii i muscoli tremare sotto il pesante stress della paura. In un attimo avvenne l'inevitabile. Le mie gambe stanche e goffe cedettero quando inciampai in una radice che, ribelle, sbucava dal terreno. Nel cadere mi graffiai i palmi delle mani, ma il dolore passò in secondo piano, poiché voltandomi vidi le bianche zanne del lupo a pochi centimetri dal mio naso. Mi sfuggì un grido di terrore dalle labbra. Un lampo di luce verdognola colpì con violenza il fianco del lupo appena in tempo, mandandolo a sbattere con forza contro un albero vicino. La creatura uggiolò dal dolore, quando sbatté la schiena contro la pianta, incrinandone la solida corteccia. Un ragazzo era comparso all'improvviso e mi aveva salvato la vita. Era molto bello, aveva capelli rossi lunghi fino alle spalle e occhi verdi che spiccavano come smeraldi sul suo viso. Un velo di barba li delineava i lineamenti squadrati e duri. Indossava una strana tonaca nera dalle ampie maniche bordate in oro, da cui spuntavano mani grandi e forti puntate contro la creatura accasciata che, con vari scrocchi di ossa, tentava di rimettersi in piedi. In brevissimo tempo essa ci riuscì e, sbavando, ruggì furiosamente verso il giovane. Lui però non si mosse, rimase immobile, impassibile ed estremamente concentrato. La mostruosità appiattì le pelose orecchie appuntite al cranio e, con estrema agilità, balzò addosso allo straniero, il quale si spostò velocemente, ma non abbastanza per evitare di essere graffiato ad un braccio. Sul volto del giovane vidi il dolore, ma non la paura. La bestia dalle sembianze lupesche partì di nuovo all'attacco, ma il giovane lo schivò nuovamente. Parole astruse e arcaiche, provenienti da un tempo antico, uscirono dalle labbra del “rosso”con rabbia e mentre le pronunciava, una luce smeralda come i suoi occhi nacque dalle sue mani. Da fioca velocemente divenne intensa. Il lupo nel suo balzo non poté spostarsi. Le mani del giovane toccarono il petto del lupo e questo venne sbalzato via con più forza della volta precedente. La creatura sbatté contro diversi alberi e si accasciò a terra uggiolando. Il rumore delle ossa, prima che si rompevano e ora che si ricomponevano, mi diedero la nausea. Da questo seppi che presto sarebbe tornato all'attacco, ma dedussi anche che non ne avrebbe avuto il tempo, poiché il ragazzo in piedi a qualche metro da me che si reggeva il braccio sanguinante, non aveva smesso di pronunciare quelle parole oscure e sconosciute. Le radici delle piante sbucarono all'improvviso dal terreno ed iniziarono ad attanagliare il lupo in una morsa micidiale. Quello, terrorizzato, prese a ululare furiosamente, ma la voce gli morì in gola quando una radice lo afferrò per il collo e, stringendolo saldamente, gli sbatté il muso a terra. Vidi gli arbusti aumentare sempre di più la presa sull'animale, stritolandolo. Presto la bestia perse i sensi e io tirai un sospiro di sollievo, ma non era ancora finita. Le radici non mollarono la presa e il giovane non smise di parlare fino a quando, improvvisamente, un arbusto dalla terra non trafisse il poderoso petto del lupo, uscendo dalla sua schiena imbrattato di sangue. Questa volta non riuscii a trattenere la nausea.

-tutto a posto?- una voce calda e seducente aveva parlato alle mie spalle piena di compassione e pietà.

Mi pulii la bocca con il dorso della mano e senza voltarmi verso il ragazzo dagli occhi verdi alle mie spalle, annuii anche se niente in quel momento poteva essere al suo posto.

-dove mi trovo?- tentai con voce flebile e roca. Forse non dovevo fidarmi di quello sconosciuto, ma mi aveva appena salvato la vita.

-le domande a dopo- disse ora brusco. Con la mano del braccio buono afferrò il mio e mi issò con poco tatto e poca dolcezza.

-ora ce ne dobbiamo andare. Hai sentito l'ululato di quella creatura? Bene, era un richiamo per il suo branco- proseguì con un tono distaccato, mentre mi trascinava nel bosco e ci lasciavamo alle spalle il cadavere del licantropo.

-branco?- chiesi. Non ricordavo di averne visto uno.

-Certo! Cosa credi che un mezzo lupo cacci senza il suo clan di mezzi lupi? Devi avere senz'altro un buon odore se questo esemplare a deciso di inseguirti da solo. Dannazione! Dov'è quella creatura?-. Era stizzito e, forse, un poco spaventato. Un ululato risuonò nel silenzio del bosco e, dopo poco, altri diversi si aggiunsero a lui.

-Maledizione!- il giovane prese a correre, tirandosi dietro me stanca e impaurita. Sentivo i pesanti tonfi delle zampe dei nostri inseguitori sempre più vicini. Mi distrassi a tenere sotto controllo quei rumori irregolari che scandivano il tempo che mancava all'arrivo di quelle creature e quando il giovane urlò sobbalzai spaventata. Ci pensai solo ora: era poco più grande di me.

-Siria!- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo perché ormai era giunto il momento. Il branco di uomini dalle sembianze lupesche avanzava a grandi balzi verso di noi. Erano dappertutto. Ci avevano circondato.

  
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