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Autore: Shine_    15/06/2013    12 recensioni
Zayn Malik insegna nella scuola elementare di Bradford, è il maestro più giovane ed ha soli ventun'anni.
Ogni fine mese gli vengono recapitati dei fiori con un biglietto anonimo in cui è riportato un pezzo di ogni sua poesia preferita.
Liam Payne ha un sogno nel cassetto, frequenta la facoltà di musicologia al King's College di Londra.
Ogni fine mese torna a casa dalla sua famiglia e non manca mai di passare dal fioraio per comprare un mazzo di fiori allegando l'indirizzo di una scuola, un nome ed un messaggio anonimo.
[Ziam, ovviamente.]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le parole che non ti ho detto

 

 

 

 

Undicesimo capitolo:

 

 

 

 

 

Liam sospirò allontanando il telefono dall’orecchio. Sapeva anche lui di aver fatto una delle più grandi cazzate a scappare via ma le urla di Louis non avrebbero cambiato niente. E lui non era proprio in vena di sentirle, non dopo aver discusso per l’ennesima volta con il padre.

- .. e tu invece cosa fai? Scappi! Scappi sempre, Liam! Cazzo, quanto ci voleva a tirare fuori un briciolo di coraggio e confessargli che sei sempre stato tu? Cosa stai aspettando? Che si trovi qualcuno? Io non ci sarò sempre ad offrirti una spalla su cui piangere come una femminuccia!-

Strinse le ginocchia al petto, le labbra tra i denti per trattenere le lacrime e i singhiozzi mentre sentiva dall’altro lato del telefono le grida del suo migliore amico.

Ma non erano quelle le grida che continuavano a rimbombargli nella testa.

Sei un dannatissimo errore.

Non fai mai niente di utile per questa famiglia.

Era proprio una lagna a piangere così, per nulla. Aveva ragione suo padre quando diceva che era un peso che non serviva a nulla se non ad appesantire ulteriormente tutto quanto.

-.. e poi potevi anche pensare a lui, se davvero lo ami così tanto! Ma a te non importa un cazzo di nessuno! Vuoi solo avere tutti sotto al tuo pugno..-

Sei un irresponsabile che pensa solo a se stesso.

Pensi solo a raggiungere il tuo sogno mentre la tua famiglia ha solo bisogno di una mano.

- Louis..- lo chiamò con un filo di voce chiudendo gli occhi e lasciando cadere delle lacrime lungo la guancia.

- No, Liam! Ora mi ascolti, d’accordo? Hai pensato solo a te stesso e non a quel ragazzo che chissà come c’è stato di merda a vederti scappare via terrorizzato..-

- Devo andare..io..-

- Sì, bravo. Metti giù! Tanto è l’unica cosa che sai fare! Scappare e non ascoltare nessuno!-

- Scusa..- mugugnò sottovoce premendo il rosso e lasciando cadere il telefono sul copriletto.

Ora scappa e chiuditi in camera tua! È l’unica cosa che sai fare.

Si asciugò con rabbia le tracce bagnate sulle guance e con la coda dell’occhio vide la foto sul comodino. La girò di colpo verso il legno del mobile e fissò un punto contro alla parete.

Non riuscirai mai a prenderti le tue responsabilità finché vivrai nel tuo mondo fatto di sogni.

Appoggiò i gomiti alle ginocchia e premette i pugni contro agli occhi cercando di bloccare le lacrime.

Sentì un leggero bussare alla porta e grugnì quando la voce di sua madre lo chiamò dolcemente.

- Non voglio vedere nessuno.- rispose semplicemente nascondendosi ancora di più quando sentì i passi avvicinarsi al letto.

- Liam, sai che non voleva dire niente del genere..- sbuffò in risposta e si sdraiò nel letto, la faccia contro al cuscino.

- era solo molto arrabbiato, oggi non è stata nemmeno una buona giornata in ufficio ed è molto stanco..-

- Non devi giustificarlo.- la bloccò stringendo la stoffa tra le dita per sfogare la rabbia che sarebbe esplosa in singhiozzi disperati.

-..ma tu devi ricordarti che ti vuole bene ..- lei aveva fatto finta di non sentirlo e aveva continuato a parlare. - ..sei il suo primogenito e sei molto speciale per..-

- Non dirlo.- esalò tra i denti sedendosi di scatto e guardandola attraverso la patina di lacrime.

- Liam..-

- No, non voglio sentire nulla. E lasciami solo, per favore.- continuò a parlare con voce fredda per riuscire a trattenere il pianto.

- Liam..- tentò ancora sua madre poggiando una mano sulla sua spalla nell’intento di confortarlo non aspettandosi la reazione del figlio che si alzò dal letto con uno scatto e raggiunse la porta.

- Dove vuoi andare?-

- Se non vuoi lasciarmi solo nella mia stanza me ne vado io. -

Scese velocemente i gradini sentendo le lamentele di sua mamma alle spalle, si infilò velocemente il cappotto sentendo lo sguardo del padre addosso.

- Dove vorresti andare a quest’ora?- sentì un’altra ondata di rabbia e prese le chiavi mettendosele nella tasca del giubbino.

- Fuori.- rispose solo con lo stesso tono di voce calcolato e freddo. - Ho le chiavi, non aspettatemi in piedi.-

Si chiuse la porta alle spalle ignorando i richiami della madre.

 

 

 

 

 

Harry stava camminando velocemente nel parco, era notte fonda e c’era una bufera di neve che gli stava gelando la faccia, anche il calore della sciarpa era inutile.

Il parco che usava come scorciatoia per tornare a casa più in fretta era completamente deserto, non c’era anima viva in circolazione. Senza calcolare il ragazzo che se ne stava seduto sulla panchina a fissare il vuoto.

Harry rallentò il passo man mano si avvicinava a lui: aveva i capelli ricoperti da uno strato sottile di neve, doveva essere sicuramente lì da molto tempo e doveva essere a dir poco congelato.

Più si avvicinava più gli sembrava di conoscerlo, aveva quella strana sensazione che gli diceva di fermarsi e parlare con quell’estraneo.

Qualcosa sembrò accendersi nella sua mente e - Liam? Liam Payne?- quello sembrò risvegliarsi dal coma e spostò lo sguardo su di lui.

- Sono Harry, Harry Styl..-

- L'amico di Zayn, lo so. Mi ricordo.- lo interruppe il ragazzo con le guance rosse per il freddo.

- Bene, mi fa piacere che ricordi ancora qualcosa di quegli anni.- riprese Harry ricordandosi le condizioni in cui aveva lasciato il migliore amico. Avevano litigato per colpa di quel ragazzo che non aveva il coraggio di ammettere una cosa che sapevano persino i muri della loro vecchia scuola.

- Se sei qui per ricordarmi quanto sia stato idiota e smidollato oggi puoi anche andare.- lo sentì parlare mentre vedeva i suoi denti tremare dal freddo.

Harry avrebbe tanto voluto dargli le spalle e raggiungere casa per potersi buttare sotto alle coperte calde ma non poteva semplicemente lasciarlo lì a gelare. In quel momento voleva solo riempirlo di cazzotti ma non poteva lasciarlo lì a morir di freddo.

- Da quanto tempo sei qui fuori?- domandò quindi iniziando già a pensare ad un modo per convincerlo a tornare a casa.

- Non abbastanza.- rispose semplicemente l'altro fissando un punto lontano tra gli alberi innevati.

-..per morire congelato manca davvero poco- aggiunse Harry vedendolo fare spallucce indifferente.

- A nessuno importerebbe. Farei solo un favore a tutti quanti.- spiegò appoggiando il mento sulle ginocchia - A mio padre prima di tutto.- aggiunse sottovoce stringendo le braccia attorno alle gambe.

- Non so cosa succede con tuo padre ma..-

- Andiamo! Sappiamo entrambi che mi odi. Hai fatto la tua buona azione, ora torna a casa.- farfugliò Liam allontanandosi dalla mano del riccio che stava tentando di togliergli la neve dai capelli.

- Non posso lasciarti qui, Liam! Ma ti sei fatto qualcosa? Non posso lasciarti qui nella bufera!-

- Fai come vuoi, non m'importa.- continuò testardo tracciando delle linee sulla neve della panchina.

- Dai, vieni. Ti riporto a casa.- tentò di prenderlo per un braccio ma l'altro si scansò velocemente.

- Non ci torno a casa! Questa volta non ci torno!- gli gridò contro prima di alzarsi ed allontanarsi da lui.

Harry si alzò seguendolo e sentì il suo cellulare squillare.

- Zayn?-

- Mi dispiace, Harry. Mi dispiace davvero tanto. Non volevo dirti tutte quelle cose. Ero arrabbiato e tu..eri semplicemente lì e ti ho buttato addosso cose che nemmeno penso..-

- è passato, non importa..-

- Non è vero, sono stato uno stronzo e..-

- Che diavolo stai facendo!- gridò al ragazzo che si era sdraiato su una panchina coperta di neve ed aveva chiuso gli occhi.

- Ho sonno.- rispose semplicemente quello facendolo spaventare ancora di più quando iniziò a tremare.

- T-tu..c-con-tinua pure..a p-p-parl-are col tuo ragaz-zo..-

- Il mio ragazzo? Non è il mio ragazzo, razza d'imbecille!-

- Harry? Dove sei? Non sei ancora arrivato a casa?-

Respirò cercando di mantenere la calma.

- Sei con qualcuno? Ti ho disturbato?-

- Scom-met-to c-c-che..v-voi due sc-copate t-t-tut-to il g-gior-no e ..i-io m-mi sono in-namorato c-come un co..coglione..- lo sentì parlare ancora mentre lo vedeva tremare sempre più forte. Stava sparando un sacco di stronzate, ma almeno parlava. Quello era sicuramente positivo.

- Piccolo incidente, lo risolvo e poi ti richiamo.- disse sperando di poter riattaccare in fretta.

- Anche io..per fortuna il vetro del tavolino non si è completamente rotto..non posso dire la stessa cosa della mia mano ma..-

- E me lo dici così! Con questo tono tranquillo!-

- Smet-tila di..p-p-parlare v-vog-lio d-dormire..-

- E come dovevo dirtelo? Quando sei uscito ho tirato calci ovunque e alla fine il mio pugno si è scontrato con la superficie del tavolino? Nulla di grave solo qualche scheggia nelle nocche che ho già tolto..così va meglio?-

- Passo da casa tua appena finisco qui e..-

- No, Harry. Volevo solo scusarmi..non venire..voglio restare solo..ti prego..-

- Va bene..non fare altre cazzate.- riattaccò prendendo poi con forza il braccio del ragazzo sdraiato costringendolo ad alzarsi.

-..l-l-lasciami..- mugugnò quello agitandosi

- Ora mi ascolti bene!- gli prese i polsi stringendoli - Noi andiamo a casa tua, ti metti sotto alle coperte e mi prometti che non farai mai più una cosa simile.-

Liam scosse il capo tremando. - n-non imp-orta a nes-suno.-

- A me importa!- iniziò trascinandolo verso l'uscita più vicina del parco.

- N-non v-v-voglio t-t-tornare a casa.- balbettò l'altro tentando di opporre resistenza.

- Stai congelando, Liam! Hai già le dita quasi blu! Vuoi morire qui? È questo che vuoi?- gridò perdendo la pazienza.

Liam iniziò a scuotere freneticamente il capo.

- Non voglio tornare a casa..- mugugnò socchiudendo gli occhi.

- Non ci provare a chiudere gli occhi!- gli prese la testa tra le mani scuotendola - O giuro che dico a Zayn che sei tu che gli mandi i fiori!-

- Tanto m-mi odia.- replicò cercando di sedersi su una panchina ma venendo bloccato da Harry che lo trascinò fuori dal parco e lungo la via.

 

 

 

 

 

- Mi fan-no m-male i piedi.- brontolò per la terza volta Liam cercando di fermare la camminata troppo veloce del riccio.

- Siamo quasi arrivati, Li..posso chiamarti così, vero?- tentò di mettere su una conversazione per farlo continuare a camminare. Erano quasi arrivati non potevano arrendersi ora.

- Louis mi c-chiama c-c-così.- balbettò tirando la mano di Harry per farlo fermare. Voleva solo addormentarsi, qualsiasi posto gli andava bene.

- E questo Louis chi sarebbe? Il tuo ragazzo?- lo incitò a continuare più preoccupato a raggiungere la casa che altro.

- è il mio migliore amico..m-mi odia anche lui..-

- Ti odiano tutti, insomma.- replicò muovendo il pollice contro al dorso della mano dell'altro che era fredda e dura come il ghiaccio. - Potevi almeno metterti dei guanti.- borbottò aumentando il passo.

- Pos-siamo f-fermarci..m-mi fan-no m-male i p-piedi.-

- No! Guarda, siamo arrivati!- lo trascinò velocemente sui quattro gradini ed iniziò a bussare alla porta e a suonare il campanello.

Sentì dei rumori all'interno e la porta si aprì.

- Harry, ti avevo detto che..Liam? Cos'è successo? Liam?- il proprietario della casa alzò la voce continuando a spostare lo sguardo tra i due ragazzi fermi sulla soglia.

Il primo a fare una mossa fu proprio il ragazzo congelato che si avvicinò al moro e si strinse contro al suo corpo infilando le mani sotto alla maglietta sospirando poi felice.

Zayn saltò per la sorpresa mugugnando qualcosa.

- Sei gelato! Che hai combinato?- gli accarezzò piano la schiena guardando oltre alla sua spalla Harry che chiudeva la porta ed andava verso la cucina.

- T-tu sei c-c-caldo.- balbettò il ragazzo tra le sue braccia che stava anche strofinando il viso freddo contro al suo collo.

- Per fortuna passavo di lì! Perché se non lo trovavo io..- spostò lo sguardo su Harry che agitava una bustina di the tutto preoccupato.

- Z-Zee.- riportò la sua attenzione su Liam che tremava e gemeva di dolore. -M-mi fan-no m-male i p-piedi.-

Zayn guardò il suo amico sentendosi ad un passo dall'andare nel panico.

- Ho tutto sotto controllo, Zayn. Portalo in un luogo caldo, dagli dei vestiti asciutti e caldi..tienilo al caldo. Io preparo un the e poi ti raggiungo. Sono o non sono il figlio dell'infermiera più bella?- gli sorrise e tornò in cucina sbucando poi con la testa. - Non preoccuparti, Zayn.-

Liam starnutì e tremò tra le sue braccia risvegliandolo.

- Appoggiati a me, d'accordo? Andiamo in camera mia e poi Harry ci raggiunge.-

Liam annuì e salì lentamente i gradini.

- Zee, mi f-fan-no m-male anche le m-mani.-

- Lo so, ma ora passa..guarda.- arrivò in cima alle scale e gli chiuse le mani tra le sue. - Va meglio?-

Liam scosse il capo appoggiando il volto contro alla spalla del moro. - Ho sonno.- mormorò solamente chiudendo gli occhi, lasciandosi cullare dal profumo del ragazzo che lo stava stringendo e guidando verso una stanza.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Shine:

Non ho molto tempo, dico solo una cosa: dopo anni in cui ti senti dire quelle cose è naturale che ci sia un crollo del genere.

E poi, spero possa piacervi con tutto questo grigiore.. ma era necessario.

Ora avete Liam a casa di Zayn ;)

A mercoledì, grazie mille a tutti quelli che hanno letto o recensito.

   
 
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