Le
parole che non ti ho detto
Undicesimo
capitolo:
Liam
sospirò allontanando il telefono dall’orecchio.
Sapeva
anche lui di aver fatto una delle più grandi cazzate a
scappare via ma le urla
di Louis non avrebbero cambiato niente. E lui non era proprio in vena
di
sentirle, non dopo aver discusso per l’ennesima volta con il
padre.
-
.. e tu invece cosa
fai? Scappi! Scappi sempre, Liam! Cazzo, quanto ci voleva a tirare
fuori un
briciolo di coraggio e confessargli che sei sempre stato tu? Cosa stai
aspettando? Che si trovi qualcuno? Io non ci sarò sempre ad
offrirti una spalla
su cui piangere come una femminuccia!-
Strinse
le ginocchia al petto, le labbra tra i denti per
trattenere le lacrime e i singhiozzi mentre sentiva
dall’altro lato del
telefono le grida del suo migliore amico.
Ma
non erano quelle le grida che continuavano a rimbombargli
nella testa.
Sei
un
dannatissimo errore.
Non
fai
mai niente di utile per questa famiglia.
Era
proprio una lagna a piangere così, per nulla. Aveva
ragione suo padre quando diceva che era un peso che non serviva a nulla
se non
ad appesantire ulteriormente tutto quanto.
-..
e poi potevi anche
pensare a lui, se davvero lo ami così tanto! Ma a te non
importa un cazzo di
nessuno! Vuoi solo avere tutti sotto al tuo pugno..-
Sei
un
irresponsabile che pensa solo a se stesso.
Pensi
solo a raggiungere il tuo sogno mentre la tua famiglia ha solo bisogno
di una
mano.
-
Louis..- lo chiamò con un filo di voce chiudendo gli occhi
e lasciando cadere delle lacrime lungo la guancia.
-
No, Liam! Ora mi
ascolti, d’accordo? Hai pensato solo a te stesso e non a quel
ragazzo che
chissà come c’è stato di merda a
vederti scappare via terrorizzato..-
-
Devo andare..io..-
-
Sì, bravo. Metti
giù! Tanto è l’unica cosa che sai fare!
Scappare e non ascoltare nessuno!-
-
Scusa..- mugugnò sottovoce premendo il rosso e lasciando
cadere il telefono sul copriletto.
Ora
scappa e chiuditi in camera tua! È l’unica cosa
che sai fare.
Si
asciugò con rabbia le tracce bagnate sulle guance e con
la coda dell’occhio vide la foto sul comodino. La
girò di colpo verso il legno
del mobile e fissò un punto contro alla parete.
Non
riuscirai mai a prenderti le tue responsabilità
finché vivrai nel tuo mondo
fatto di sogni.
Appoggiò
i gomiti alle ginocchia e premette i pugni contro
agli occhi cercando di bloccare le lacrime.
Sentì
un leggero bussare alla porta e grugnì quando la voce
di sua madre lo chiamò dolcemente.
-
Non voglio vedere nessuno.- rispose semplicemente
nascondendosi ancora di più quando sentì i passi
avvicinarsi al letto.
-
Liam, sai che non voleva dire niente del genere..- sbuffò
in risposta e si sdraiò nel letto, la faccia contro al
cuscino.
-
era solo molto arrabbiato, oggi non è stata nemmeno una
buona giornata in ufficio ed è molto stanco..-
-
Non devi giustificarlo.- la bloccò stringendo la stoffa
tra le dita per sfogare la rabbia che sarebbe esplosa in singhiozzi
disperati.
-..ma
tu devi ricordarti che ti vuole bene ..- lei aveva
fatto finta di non sentirlo e aveva continuato a parlare. - ..sei il
suo
primogenito e sei molto speciale per..-
-
Non dirlo.- esalò tra i denti sedendosi di scatto e
guardandola attraverso la patina di lacrime.
-
Liam..-
-
No, non voglio sentire nulla. E lasciami solo, per
favore.- continuò a parlare con voce fredda per riuscire a
trattenere il
pianto.
-
Liam..- tentò ancora sua madre poggiando una mano sulla
sua spalla nell’intento di confortarlo non aspettandosi la
reazione del figlio
che si alzò dal letto con uno scatto e raggiunse la porta.
-
Dove vuoi andare?-
-
Se non vuoi lasciarmi solo nella mia stanza me ne vado io.
-
Scese
velocemente i gradini sentendo le lamentele di sua
mamma alle spalle, si infilò velocemente il cappotto
sentendo lo sguardo del
padre addosso.
-
Dove vorresti andare a quest’ora?- sentì
un’altra ondata
di rabbia e prese le chiavi mettendosele nella tasca del giubbino.
-
Fuori.- rispose solo con lo stesso tono di voce calcolato
e freddo. - Ho le chiavi, non aspettatemi in piedi.-
Si
chiuse la porta alle spalle ignorando i richiami della
madre.
Harry
stava camminando velocemente nel parco, era notte
fonda e c’era una bufera di neve che gli stava gelando la
faccia, anche il
calore della sciarpa era inutile.
Il
parco che usava come scorciatoia per tornare a casa più
in fretta era completamente deserto, non c’era anima viva in
circolazione.
Senza calcolare il ragazzo che se ne stava seduto sulla panchina a
fissare il
vuoto.
Harry
rallentò il passo man mano si avvicinava a lui: aveva
i capelli ricoperti da uno strato sottile di neve, doveva essere
sicuramente lì
da molto tempo e doveva essere a dir poco congelato.
Più
si avvicinava più gli sembrava di conoscerlo, aveva
quella strana sensazione che gli diceva di fermarsi e parlare con
quell’estraneo.
Qualcosa
sembrò accendersi nella sua mente e - Liam? Liam
Payne?- quello sembrò risvegliarsi dal coma e
spostò lo sguardo su di lui.
-
Sono Harry, Harry Styl..-
-
L'amico di Zayn, lo so. Mi ricordo.- lo interruppe il
ragazzo con le guance rosse per il freddo.
-
Bene, mi fa piacere che ricordi ancora qualcosa
di quegli anni.- riprese Harry
ricordandosi le condizioni in cui aveva lasciato il migliore amico.
Avevano
litigato per colpa di quel ragazzo che non aveva il coraggio di
ammettere una
cosa che sapevano persino i muri della loro vecchia scuola.
-
Se sei qui per ricordarmi quanto sia stato idiota e
smidollato oggi puoi anche andare.- lo sentì parlare mentre
vedeva i suoi denti
tremare dal freddo.
Harry
avrebbe tanto voluto dargli le spalle e raggiungere
casa per potersi buttare sotto alle coperte calde ma non poteva
semplicemente
lasciarlo lì a gelare. In quel momento voleva solo riempirlo
di cazzotti ma non
poteva lasciarlo lì a morir di freddo.
-
Da quanto tempo sei qui fuori?- domandò quindi iniziando
già a pensare ad un modo per convincerlo a tornare a casa.
-
Non abbastanza.- rispose semplicemente l'altro fissando un
punto lontano tra gli alberi innevati.
-..per
morire congelato manca davvero poco- aggiunse Harry
vedendolo fare spallucce indifferente.
-
A nessuno importerebbe. Farei solo un favore a tutti
quanti.- spiegò appoggiando il mento sulle ginocchia - A mio
padre prima di
tutto.- aggiunse sottovoce stringendo le braccia attorno alle gambe.
-
Non so cosa succede con tuo padre ma..-
-
Andiamo! Sappiamo entrambi che mi odi. Hai fatto la tua
buona azione, ora torna a casa.- farfugliò Liam
allontanandosi dalla mano del
riccio che stava tentando di togliergli la neve dai capelli.
-
Non posso lasciarti qui, Liam! Ma ti sei fatto qualcosa?
Non posso lasciarti qui nella bufera!-
-
Fai come vuoi, non m'importa.- continuò testardo
tracciando delle linee sulla neve della panchina.
-
Dai, vieni. Ti riporto a casa.- tentò di prenderlo per un
braccio ma l'altro si scansò velocemente.
-
Non ci torno a casa! Questa volta non ci torno!- gli gridò
contro prima di alzarsi ed allontanarsi da lui.
Harry
si alzò seguendolo e sentì il suo cellulare
squillare.
-
Zayn?-
- Mi dispiace, Harry.
Mi dispiace davvero tanto. Non volevo dirti tutte quelle cose. Ero
arrabbiato e
tu..eri semplicemente lì e ti ho buttato addosso cose che
nemmeno penso..-
-
è passato, non importa..-
- Non è vero, sono
stato uno stronzo e..-
-
Che diavolo stai facendo!- gridò al ragazzo che si era
sdraiato su una panchina coperta di neve ed aveva chiuso gli occhi.
-
Ho sonno.- rispose semplicemente quello facendolo
spaventare ancora di più quando iniziò a tremare.
-
T-tu..c-con-tinua pure..a p-p-parl-are col tuo ragaz-zo..-
-
Il mio ragazzo? Non è il mio ragazzo, razza d'imbecille!-
-
Harry? Dove sei? Non
sei ancora arrivato a casa?-
Respirò
cercando di mantenere la calma.
-
Sei con qualcuno? Ti
ho disturbato?-
-
Scom-met-to c-c-che..v-voi due sc-copate t-t-tut-to il
g-gior-no e ..i-io m-mi sono in-namorato c-come un co..coglione..- lo
sentì
parlare ancora mentre lo vedeva tremare sempre più forte.
Stava sparando un
sacco di stronzate, ma almeno parlava. Quello era sicuramente positivo.
-
Piccolo incidente, lo risolvo e poi ti richiamo.- disse
sperando di poter riattaccare in fretta.
-
Anche io..per
fortuna il vetro del tavolino non si è completamente
rotto..non posso dire la
stessa cosa della mia mano ma..-
-
E me lo dici così! Con questo tono tranquillo!-
-
Smet-tila di..p-p-parlare v-vog-lio d-dormire..-
-
E come dovevo
dirtelo? Quando sei uscito ho tirato calci ovunque e alla fine il mio
pugno si
è scontrato con la superficie del tavolino? Nulla di grave
solo qualche
scheggia nelle nocche che ho già tolto..così va
meglio?-
-
Passo da casa tua appena finisco qui e..-
-
No, Harry. Volevo
solo scusarmi..non venire..voglio restare solo..ti prego..-
-
Va bene..non fare altre cazzate.- riattaccò prendendo poi
con forza il braccio del ragazzo sdraiato costringendolo ad alzarsi.
-..l-l-lasciami..-
mugugnò quello agitandosi
-
Ora mi ascolti bene!- gli prese i polsi stringendoli - Noi
andiamo a casa tua, ti metti sotto alle coperte e mi prometti che non
farai mai
più una cosa simile.-
Liam
scosse il capo tremando. - n-non imp-orta a nes-suno.-
-
A me importa!- iniziò trascinandolo verso l'uscita
più
vicina del parco.
-
N-non v-v-voglio t-t-tornare a casa.- balbettò l'altro
tentando di opporre resistenza.
-
Stai congelando, Liam! Hai già le dita quasi blu! Vuoi
morire qui? È questo che vuoi?- gridò perdendo la
pazienza.
Liam
iniziò a scuotere freneticamente il capo.
-
Non voglio tornare a casa..- mugugnò socchiudendo gli
occhi.
-
Non ci provare a chiudere gli occhi!- gli prese la testa
tra le mani scuotendola - O giuro che dico a Zayn che sei tu che gli
mandi i
fiori!-
-
Tanto m-mi odia.- replicò cercando di sedersi su una
panchina ma venendo bloccato da Harry che lo trascinò fuori
dal parco e lungo
la via.
-
Mi fan-no m-male i piedi.- brontolò per la terza volta Liam
cercando di fermare la camminata troppo veloce del riccio.
-
Siamo quasi arrivati, Li..posso chiamarti così, vero?-
tentò di mettere su una conversazione per farlo continuare a
camminare. Erano
quasi arrivati non potevano arrendersi ora.
-
Louis mi c-chiama c-c-così.- balbettò tirando la
mano di
Harry per farlo fermare. Voleva solo addormentarsi, qualsiasi posto gli
andava
bene.
-
E questo Louis chi sarebbe? Il tuo ragazzo?- lo incitò a
continuare più preoccupato a raggiungere la casa che altro.
-
è il mio migliore amico..m-mi odia anche lui..-
-
Ti odiano tutti, insomma.- replicò muovendo il pollice
contro al dorso della mano dell'altro che era fredda e dura come il
ghiaccio. -
Potevi almeno metterti dei guanti.- borbottò aumentando il
passo.
-
Pos-siamo f-fermarci..m-mi fan-no m-male i p-piedi.-
-
No! Guarda, siamo arrivati!- lo trascinò velocemente sui
quattro gradini ed iniziò a bussare alla porta e a suonare
il campanello.
Sentì
dei rumori all'interno e la porta si aprì.
-
Harry, ti avevo detto che..Liam? Cos'è successo? Liam?- il
proprietario della casa alzò la voce continuando a spostare
lo sguardo tra i
due ragazzi fermi sulla soglia.
Il
primo a fare una mossa fu proprio il ragazzo congelato
che si avvicinò al moro e si strinse contro al suo corpo
infilando le mani
sotto alla maglietta sospirando poi felice.
Zayn
saltò per la sorpresa mugugnando qualcosa.
-
Sei gelato! Che hai combinato?- gli accarezzò piano la
schiena guardando oltre alla sua spalla Harry che chiudeva la porta ed
andava
verso la cucina.
-
T-tu sei c-c-caldo.- balbettò il ragazzo tra le sue
braccia che stava anche strofinando il viso freddo contro al suo collo.
-
Per fortuna passavo di lì! Perché se non lo
trovavo io..-
spostò lo sguardo su Harry che agitava una bustina di the
tutto preoccupato.
-
Z-Zee.- riportò la sua attenzione su Liam che tremava e
gemeva di dolore. -M-mi fan-no m-male i p-piedi.-
Zayn
guardò il suo amico sentendosi ad un passo dall'andare
nel panico.
-
Ho tutto sotto controllo, Zayn. Portalo in un luogo caldo,
dagli dei vestiti asciutti e caldi..tienilo al caldo. Io preparo un the
e poi
ti raggiungo. Sono o non sono il figlio dell'infermiera più
bella?- gli sorrise
e tornò in cucina sbucando poi con la testa. - Non
preoccuparti, Zayn.-
Liam
starnutì e tremò tra le sue braccia
risvegliandolo.
-
Appoggiati a me, d'accordo? Andiamo in camera mia e poi
Harry ci raggiunge.-
Liam
annuì e salì lentamente i gradini.
-
Zee, mi f-fan-no m-male anche le m-mani.-
-
Lo so, ma ora passa..guarda.- arrivò in cima alle scale e
gli chiuse le mani tra le sue. - Va meglio?-
Liam
scosse il capo appoggiando il volto contro alla spalla
del moro. - Ho sonno.- mormorò solamente chiudendo gli
occhi, lasciandosi
cullare dal profumo del ragazzo che lo stava stringendo e guidando
verso una
stanza.
Angolo
Shine:
Non
ho molto tempo, dico solo una cosa: dopo anni in cui ti
senti dire quelle cose è naturale che ci sia un crollo del
genere.
E
poi, spero possa piacervi con tutto questo grigiore.. ma
era necessario.
Ora
avete Liam a casa di Zayn ;)
A
mercoledì, grazie mille a tutti quelli che hanno letto o
recensito.