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Autore: Yoan Seiyryu    15/06/2013    2 recensioni
[Ispirata all'episodio 1x07]
"Vanessa si morse le labbra rovinosamente, le avrebbe fatte sanguinare solo per il gusto di conoscere qualcosa di più forte, che andava oltre la passione stessa"
"Rinunciare a tutta la sua storia voleva dire rinnegare la fatica che continuava a portare avanti per dimostrare a Firenze che lui non era soltanto l’ombra del Magnifico, ma che valeva molto più di un dono offerto ad una famiglia nemica."
Breve storia ispirata alla puntata 1x07 in cui emerge la coppia Giuliano/Vanessa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giuliano Medici, Vanessa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Arda di dolcezza il core! '
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Corpi esanimi 








Giuliano tentò di dissuadere Vanessa dal partire insieme a lui e Bertino alla volta di Siena un numero smisurato di volte.
Aveva provato a metterla in guardia sui pericoli che avrebbero potuto incontrare come prima cosa, poi cercò di convincerla che quel tipo di viaggio non fosse adatto ad una donna e che si sarebbe inutilmente affaticata.
Ma non ci fu nessuna argomentazione che la convinse, ormai si era messa in testa di accompagnarlo e nulla le avrebbe fatto cambiare idea.
A Giuliano in fondo faceva piacere poterla avere ancora accanto, non era una compagnia come quella fredda e distaccata di Camilla Pazzi, piuttosto si sentiva sereno e leggero.
Vanessa, con quel viso da bambina, esprimeva tutto un candore che sapeva esattamente come e quando mettere da parte.
D’altronde una donna che fu suora e poi modella di aspiranti artisti, non poteva che essere l’esatto connubio tra le due cose: innocenza e sensualità.
Forse era questo che imprimeva tanto interesse in Giuliano, oltre alla sua spigliatezza, vi era tutto un mondo da poter affrontare insieme a lei.
Così alla fine decise di accontentarla e di portarla con sé, partendo per Siena il giorno dopo del loro incontro.
Presero soltanto due cavalli, uno per Bertino ed uno per loro. Le scuderie dei Medici non possedevano destrieri adatti ad una fanciulla poco abituata a quel tipo di cavalcatura, Giuliano preferì tenerla accanto a sé, per ogni evenienza.
Vanessa stringeva le mani attorno alla sua vita, mentre l’andatura del cavallo passava dal trotto al piccolo galoppo per affrettarsi ad arrivare a destinazione.

-Credete ancora che Lucrezia Donati sia la responsabile di quel che è accaduto a Becchi?- gli domandò appoggiando la guancia bianca alla sua schiena.

-Non posso esserne certo, ma tutti gli indizi riportano a lei- rispose mentre fermava meglio le redini del cavallo, indicando con il viso a Bertino di cambiare direzione per prendere una strada più sicura.
Sarebbero giunti a Siena attraversando il Chianti, era più probabile che l’amante di suo fratello percorresse una strada più sicura.

-Sarebbe incredibile, una donna fiorentina al servizio di Roma. In fondo avrebbero fatto una scelta infallibile, chi è a conoscenza dei segreti di vostro fratello, oltre voi, sua moglie e Lucrezia Donati?- domandò innocentemente socchiudendo gli occhi, come per poter godere di quel breve viaggio insieme a colui per cui iniziava a provare un’attrazione sempre più profonda.

Giuliano sembrò percepire quella domanda come un’affermazione. E se Roma avesse davvero pensato a tutto, conducendo la Donati nel letto del fratello, per poter carpire ogni informazione segreta che avrebbe messo a rischio Firenze?
Le donne spesso potevano essere pericolose, agivano nell’ombra, catturando i cuori degli sventurati che cadevano ai loro piedi.
Non che Lorenzo fosse innamorato di lei a tal punto, piuttosto ambiva a quell’ideale di bellezza che aveva sempre ammirato.
Firenze in fiamme, a causa di una donna! No, non avrebbe permesso ad una visione simile di prendere vita.

-Un ragionamento che calza perfettamente, non c’è che dire. Inoltre si spiegherebbe il motivo per cui sia andata via da Firenze così tanto spesso. Questo è il motivo per cui si dovrebbero scegliere dei mariti affidabili, anziché degli inutili cialtroni- rispose con tono burbero, rimuginando su quello che sarebbe potuto diventare lui, una volta maritato ad una donna per cui non aveva il minimo interesse.

-Vorreste dire che le donne dovrebbero essere controllate dai propri mariti?- la domanda giunse con tono stizzito, di certo Vanessa non aveva apprezzato quell’affermazione. –Posso assicurarvi che sappiamo badare perfettamente a noi stesse, per quel che riguarda coloro che si comportano come delle vere donne-.

Giuliano scoppiò a ridere, rallentando appena l’andatura del cavallo, come fece di rimando Bertino chiuso nel suo silenzio riflessivo.
-E quale differenza ci sarebbe tra le vere donne e quelle che non lo sono?- domandò con curiosità.

-E’ abbastanza ovvio: una vera donna, mettiamo il caso sia sposata, sa adempiere ai suoi doveri coniugali in tutto e per tutto. Non approfitta delle uscite notturne per crearsi degli amanti e far aumentare il valore del proprio nome a seconda di chi sceglie di ospitare nel proprio letto- rispose Vanessa, stringendosi leggermente di più alla sua vita.

-Vi riferite sempre al soggetto della nostra ricerca, senza dubbio. O alle donne di alto rango in genere. Siete invidiosa di quel che loro hanno?- chiese con voce affatto ironica, era anzi interessato con serietà.

-Invidiosa delle gabbie che loro stesse si costruiscono? Giammai caro Giuliano! Sapete bene che amo la condizione che mi sono creata e non lascerei la mia libertà per nulla nel mondo- appoggiò appena le labbra alla sua schiena, come a volerla accarezzare, andando alla ricerca della camicia nascosta sotto il soprabito.
-Non so se spiegarvi quale motivo mi spinga a non amare il comportamento di queste donne, semplicemente non condivido la loro falsità dirompente. Di giorno sono l’emblema dell’impeccabilità, di notte della lussuria-.

La verità era che Vanessa, per pochi giorni soltanto, non si era rassegnata alla possibilità di rimanere accanto a Leonardo Da Vinci.
Avrebbe desiderato con tutta se stessa diventare la sua Musa, il motore della sua ispirazione. Ma così non era stato.
Lucrezia Donati era di gran lunga più bella, più affascinante, più intelligente di lei.
Vanessa era soltanto Vanessa. Non vi erano modi per definirla in altro modo, non vi erano parole che potessero rappresentarla.
Quel briciolo di gelosia era perdurato fino ad allora, nonostante non provasse più nulla per il Maestro, se non la devozione che tutti avevano.
Verso Lucrezia Donati non avvertiva più gelosia, né invidia, piuttosto rassegnazione ed evidenza di fronte alla realtà.
Giuliano non ebbe cuore di rispondere, ne aveva incontrate sin troppe e molto spesso si era divertito proprio per quella loro duplicità intrigante.
Ma nessuna di loro aveva ciò che possedeva Vanessa, ancora non era certo di ciò su cui stava rimuginando, di certo però c’era qualcosa che lo legava a lei.
Durante tutto il resto del viaggio vi fu un lungo silenzio, di tanto in tanto Giuliano e Bertino si scambiarono informazioni riguardo alla strada migliore da prendere, ma nessun argomento fu rinnovato.
Ognuno di loro si era rinchiuso nei propri pensieri, estraniandosi da coloro che avevano accanto.
Vanessa, per un momento, ebbe uno strano malessere che l’avvolse fino alla testa. Una sensazione di nausea che la costrinse a chiudere gli occhi e a cercare aria per respirare meglio, un lieve mal di testa sopraggiunse per quasi tutto il viaggio.
Forse Giuliano aveva ragione, affrontare tutta quella strada a cavallo non era stata una grande idea.
Ebbe poco di cui lamentarsi, in ogni caso, poiché giunsero a Siena all’orario prestabilito e non si diedero nemmeno il tempo di riposare che andarono immediatamente a cercare la dimora di Anna Donati, la zia di Lucrezia.
Discesero dal cavallo non appena giunsero in città, cercando informazioni che arrivarono più in fretta di quanto non si fossero aspettati.
Siena era una città molto più raccolta, più calda di Firenze e l’atmosfera così racchiusa la rendeva quasi magica agli occhi di Vanessa che non aveva girato il mondo più di quanto non avesse studiato sui libri.
Vedere quella parte di vita così diversa eppure così simile le regalarono piccoli momenti di gioia, fu felice di esser partita con Giuliano e la nausea per un momento passò.

-Signore!- Bertino sopraggiunse da una delle vie in cui ci eravamo dati segno d’incontro dopo aver perlustrato la zona centrale e aver domandato informazioni –ho trovato la casa di Anna Donati, si trova al di fuori della mura cittadine, poco distante da qui-.

-Ottimo lavoro- si congratulò Giuliano prima di uscire dal centro cittadino per seguire le indicazioni che avevano ottenuto.

Un altro brevissimo viaggio a cavallo, Vanessa avvertiva ancora un leggero fastidio che la fece impallidire, ma non volle fermarsi né arrecare alcun tipo di disturbo.
Quando arrivarono alla casa di Anna Donati, lasciò che Giuliano e Bertino verificassero che la nipote si trovasse proprio lì o che al contrario non vi era mai stata in quei giorni.
Scesa da cavallo, si appoggiò alle redini, lasciando dondolare la testa accanto al muso del cavallo. Possibile che un viaggio così breve potesse darle una sensazione così sgradevole? Una stanchezza innaturale?
Non appena Giuliano e Bertino tornarono ai cavalli, rimontarono immediatamente.

-Non era qui?- domandò Vanessa sistemata dosi di nuovo dietro Giuliano.

-Sembra che sia partita, in casa non abbiamo trovato nessun altro- rispose con leggero fastidio, non si era nemmeno accorto che Vanessa sembrava non essere in ottima forma.

-Quindi è stata qui- ribadì, come per affermare la sua ipotesi che Lucrezia Donati non poteva essere la spia di Roma –dove andiamo ora?-

-Prendiamo la strada di Poggibonsi, Madonna Donati ha detto che Lucrezia avrebbe preso quella del Chianti, poiché più sicura. Ma io voglio verificare che non sia uno stratagemma per metterci i bastoni tra le ruote-.

Così facendo spronarono i destrieri a lungo, fino a prendere la strada prestabilita.
Vanessa sapeva che quel percorso non era affatto adatto ad una passeggiata tranquilla, si diceva che quei sentieri brulicassero di briganti da quando Roma era entrata in conflitto con Firenze.
Che fossero stati mandati appositamente per creare ulteriori disturbi nelle terre del Magnifico?
Questo Vanessa non poteva saperlo.
Mentre  attraversavano le pianure verdi e rigogliose di una primavera che andava sbocciando, si udirono delle grida di donna che ferirono le orecchie, poco distanti dal luogo in cui si trovavano.

-Avete sentito anche voi?- domandò Bertino voltandosi verso i due compagni di viaggio.

-Sì, non credo che si tratterà di nulla di buono. Andiamo!- Giuliano spronò il cavallo, accorciando le redini per tenere la stretta più mantenuta e solida, mentre attraversarono la piccola collinetta che li divideva dallo sfoderare di lame e le continue grida che si innalzavano fino a loro.

Percorrendo la discesa della piccola collina, si resero conto che un gruppo di uomini aveva afferrato una donna dal lungo abito scuro e dall’acconciatura disciolta sulla schiena, che ricordava l’ordine che doveva avere poco prima.
Giuliano si rese conto immediatamente che si trattava di Lucrezia Donati, dunque non aveva preso la strada del Chianti come sua zia gli aveva riferito!
Quando vide che uno degli uomini la colpì con un pugno in pieno viso e la fece accasciare debolmente su un altro che la sorreggeva, sfoderò immediatamente la spada.

-Fermi! Voi non avete potere in queste terre che appartengono a Lorenzo il Magnifico!- urlò prima di lanciarsi verso di loro spronando con forza il cavallo.

-Non abbiamo alcun interesse verso di voi, dobbiamo portare a termine un ordine ben più importante- lo schernì uno di quelli che poco prima aveva tirato un pugno a Lucrezia.

-Di che si tratta?- Giuliano scese da cavallo, lasciando le redini a Vanessa, cercando di farle intendere che se fosse finita male sarebbe dovuta fuggire via senza di lui.
-Lei è Lucrezia Donati, protetta di mio fratello Lorenzo De’ Medici: lasciatela immediatamente- sputò quelle parole con forza, puntando la lama verso quello che la teneva stretta.

Bertino si fece subito al suo fianco, sfoderando anche lui la spada. Lucrezia sembrava quasi innocente tra le grinfie di quegli assalitori, un uccellino caduto dal nido che aveva bisogno di esser raccolto per ricercare la salvezza.
-Quello che stiamo per fare sarà utile anche a vostro fratello- sghignazzò quello che la teneva stretta –è una spia di Roma, lei ci ha portato tutte le informazioni segrete di cui andavamo a caccia. Mentre scaldava il letto di Lorenzo De’ Medici, non perdeva tempo ad accorrere da noi a riferirci tutto quello che aveva scoperto. Solo che ora non ci serve più e abbiamo ricevuto l’ordine di ucciderla-.

Una volta che terminò di spiegare la situazione, Giuliano chinò appena la punta della spada verso il basso, quasi incredibilmente stupito di aver realizzato che fosse vera la sua supposizione.
Per un istante volle quasi lasciarla nelle mani dei suoi aguzzini, perché approfittassero di lei tutti insieme per poi massacrarla come avrebbero fatto dei briganti.
Certo, sarebbe stata la più giusta tra le punizioni.
Ma tutto questo non poteva passare davanti ai suoi occhi senza fare qualcosa. Giuliano non era crudele e soprattutto quella giustizia toccava alle mani dei Medici.
Loro avrebbero dovuto infangare la sua reputazione, punirla ed ucciderla per quello che aveva fatto.
Rialzò immediatamente la lama della spada e senza aggiungere altro diede inizio alla lotta, colpendo con furore verso i primi avversari che gli diedero addosso, in compagnia di Bertino che gli guardava le spalle.
Le lame cozzarono con ferocia, il sangue saltava agli occhi come una pozza d’acqua riempita con la pioggia.
Vanessa osservava quella scena con occhi spalancati, era abituata a vedere scene di violenza, ma non di quel tipo, non di quel calibro.
Il cavallo su cui continuava a rimanere seduta iniziava a scalpitare e lei sembrava totalmente avvolta nel terrore per poter fare qualcosa.
Era solo una donna, come poteva aiutare Giuliano?
Lui, riuscì a ferire gravemente due degli uomini mentre Bertino si destreggiava con uno dei più forti, cercando una via di fuga.
In quel momento, quasi senza rendersene conto, uno di loro che era riuscito ad evadere dalla mischia sanguinaria, arrivò fin sotto al cavallo di Vanessa e senza perdere alcun tempo la afferrò per un braccio e la fece scivolare a terra rovinosamente.

-Lasciatemi andare!- iniziò a gridare mentre veniva afferrata per i lunghi capelli rossi e condotta fino a colui che continuava a tenere stretta Lucrezia Donati, minacciandola con un coltello alla gola.

-Giuliano De’ Medici, a voi la scelta!- gridarono all’unisono i compagni romani, richiamando l’attenzione del principe che terminava di sferrare un colpo mortale ad un nemico che gli si era parato davanti.

Giuliano si voltò e si rese conto che lo avevano incastrato, ponendolo di fronte ad una scelta.
Da una parte vedeva Lucrezia Donati, l’amante traditrice di suo fratello, con il viso tumefatto che cercava di mantenere un determinato controllo.
Dall’altra Vanessa, colei per quale il suo cuore aveva iniziato a provare qualcosa, con il collo circondato dalla lama di un coltello insanguinato.
Entrambe sarebbero potute morire.

-Lasciateci  fare il nostro lavoro: uccideremo Lucrezia Donati e lasceremo andare la vostra graziosa compagna. Quale di queste due puttane vi è più utile?- colui che stringeva Vanessa a sé aveva iniziato a sfiorarle il collo con le dita, per provocare Giuliano, affinché affrettasse la scelta.

O una di loro, o nessuna.
La rabbia di Giuliano era inconfutabile, sapeva che scegliere Vanessa avrebbe comportato un prezzo alto. Ma non sceglierla avrebbe comportato un prezzo altrettanto alto.
Il respiro affannato disegnava un’espressione colma di sdegno, l’irritazione per quella situazione lo metteva a disagio e per la prima volta non avrebbe dovuto agire d’impulso.
Per la prima volta si sarebbero dovuto comportare con raziocinio, come era abituato a fare Lorenzo.
Quasi per un caso fortuito, non fu costretto ad abbandonare il suo istinto.
Lucrezia Donati, intimorita dalla possibilità di morire in ogni caso, ebbe il tempo di sfoderare uno stiletto e di piantarlo nel collo dell’assalitore, che crollò a terra nella sua stessa pozza di sangue.
Fuggì con foga verso il fiume, libera di tentare di trovare una via di fuga.
 
-Lucrezia!- gridò a gran voce Giuliano, non poteva lasciarla fuggire in quel modo.

L’uomo che teneva stretta Vanessa decise di lasciarla andare, scaraventandola a terra. Giuliano corse in suo soccorso, mozzando la testa del nemico con un colpo di spada che gli tranciò di netto il collo.
La testa priva di corpo rotolò accanto a Vanessa, che in un moto di terrore lanciò un gridolino acuto che la condusse ad allontanarsi da lì, strisciando lontano dall’erba rossa di sangue.

-Perdonatemi Vanessa, non vi ho saputo proteggere a dovere- sussurrò Giuliano lanciandole un’occhiata colma di rammarico verso se stesso.

Proprio in quel momento Bertino cadde a terra, insieme all’ultimo avversario, si erano trafitti a vicenda.
Il moto di rabbia che provava Giuliano in quel momento era folle, da uscire fuori di testa.
Non avrebbe perdonato a Lucrezia Donati tutta quella sventura che aveva condotto con sé.
In fretta corse verso la direzione che aveva preso, rincorrendola fino alle rive del fiume che scorreva lento davanti a loro.

-Fermatevi!- la incitava mentre entrava nelle acque fredde e gelide, afferrandola per un polso e strattonandola verso di lui per poter guardare negli occhi la traditrice –Bertino è morto a causa vostra, era un brav’uomo!- le tirò uno schiaffo furioso che la colpì al labbro inferiore. La tenne stretta perché non precipitasse nell’acqua, non doveva morire, non in quel momento.
-Tutti quelli che sono morti a causa vostra erano dei brav’uomini, come Gentile Becchi. Siete voi che gli avete dato la cicuta, non è così?- continuò a strattonarla con forza.

-Non avevo altra scelta!- rispose con voce rauca e colma di pianto Lucrezia, che pure di rimpianto non aveva nulla.

-Non ne avevate? Non siete una donna, siete l’incarnazione del male! Voi non conoscente cosa sia la bontà, la gentilezza, la compassione. Avete lasciato morire uomini innocenti solo per i vostri tornaconti. Sorridevate mentre mio fratello vi prendeva da dietro, perché voi stavate facendo lo stesso con lui!- un altro schiaffo le fece rigirare il volto.
-Tornerete con me a Firenze e quando Lorenzo saprà che cosa avete fatto, vi tormenterà e vi torturerà nella pubblica piazza finché non morirete sotto agli occhi della città che avete tradito-.

Quelle parole scatenarono in Lucrezia le prime lacrime che sgorgarono sul viso, illuminando gli occhi azzurri di una pietà che non poteva possedere.
Si avvicinò a lui soltanto per conficcargli lo stiletto, complice delle sue subdole azioni, nel fianco e penetrarlo con forza perché la ferita fosse profonda.

-Mi dispiace- sussurrò prima di estrarre la lama e lasciare che il corpo di Giuliano cadesse, abbracciato dalle acque del fiume che iniziarono a dipingersi del sangue del principe.

Vanessa, che da lontano aveva visto tutto e che aveva urlato il nome di Giuliano, rimase ammutolita nel momento in cui si accorse che Lucrezia l’aveva pugnalato.
Un pianto leggero emerse sulla punta delle labbra, un pianto rauco e profondo, quasi incredulo. Non poteva finire in quel modo, non doveva.
Raccolse i lembi dell’abito insanguinato e accorse verso il fiume per tentare di salvare Giuliano, o di uccidere Lucrezia per quello che aveva fatto.
Ma poteva lei macchiarsi di un peccato così grave? Poteva davvero arrivare a tanto e diventare un’assassina?

-Giuliano!- gridò nel momento in cui tentò di immergersi nel fiume per poter recuperare il corpo di lui che sembrava ormai esanime.

Lucrezia non poteva permettersi di rischiare così tanto, quando vide che la giovane modella si stava avvicinando per soccorrere il principe, si scaraventò su di lei per impedirle di diventare un rischio ai suoi occhi.
Vanessa non riuscì a fermarla e cadde sulla sponda del fiume, battendo la testa su una pietra e svenendo immediatamente dopo.

Il corpo di Giuliano scorreva insieme al flusso del fiume, trasportandolo lontano. Vanessa era adagiata sulle sponde, dormiente, come una Ninfa che si era concessa un lieve riposo.






/// Nda: 
 
E' stato faticoso scrivere questo capitolo, principalmente perchè è stato difficile metterlo giù e la stanchezza pre-esame si fa sentire. 
Mi scuso per gli eventuali errori e ringrazio ancora tutti coloro che continuano a seguirmi. 
Ormai manca poco alla fine della storia, due capitoli al massimo. 

Breve anticipazione: penso proprio che quando sarà terminata questa fanfiction ne inizierò un'altra incentrata su Clarice, Lorenzo e Lucrezia.   Anche se non sono molto amati come personaggio, proverò a cimentarmi lo stesso in questa avventura xD. 

Yoan
   
 
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