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Autore: Giulietta_3    15/06/2013    2 recensioni
Chi mi conosceva, avrebbe detto con tranquillità che Micol quel giorno era pimpante come al solito, ma vi assicuro che ero tutto tranne che pimpante.
Avrei voluto dare fuoco ad Holmes Chapel, buttarmi giù da un dirupo, tagliarmi le vene fino a morire piuttosto che rivederlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Harry’ urlavo da ore sotto la pioggia scrosciante che nascondeva bene le lacrime che mi rigavano il viso.
Ero alla disperata ricerca del mio Harry.
Il mio Harry.
Forse non avrei mai più potuto considerarlo tale.
Maledetta me, maledetto orgoglio, maledetto tutto.
Erano minuti, o forse ore che giravo per le strade alla ricerca del mio liceo con i capelli bagnati a confondermi la visuale.
Quando finalmente arrivai, con il vestito che era diventato parte di me e la temperatura corporea pari ad un ghiacciolo,
mi sentii più leggera.
Poi guardai meglio, il parcheggio privo di qualsiasi macchina, la palestra che non faceva trapelare più alcun rumore e tutte le luci dell’edificio drammaticamente spente.
Spente come il mio cuore.
Ero arrivata tardi.
 
 


Tornai a casa piano, incurante della pioggia che ancora mi batteva sul viso tremolante.
Avevo perso tutto di nuovo.
Avevo perso il suo calore, il suo sorriso, la sua sola presenza.
Cosa importava quindi della sicura polmonite che mi sarei beccata dopo quella scampagnata sotto la pioggia?
Cosa importava degli innumerabili giorni che avrei passato a letto, priva di qualsiasi contatto col mondo?
Cosa importava il resto se non potevo avere lui?
 


 
Arrivai nella mia via, priva di ogni speranza, malinconica, pronta ad una vita di rimpianti.
Ma poi la sentii, quella stessa speranza farsi spazio nel mio cuore alla vista di Harry pronto con delle valigie
a salire sulla sua enorme macchina nera, anche lui incurante della pioggia, anche lui ancora vestito da cerimonia,
anche lui incredibilmente straziato nel volto.
Forse le Parche non ce l’avevano poi così tanto con me, forse Dio mi voleva bene, o forse, o molto probabilmente,
avevo semplicemente troppa fortuna per un corpo solo.


 
‘Harry’ urlai allo stremo delle forze, con le scarpe impregnate e gli occhi stanchi.
Lo vidi spalancare gli occhi e buttare a terra il borsone nero che lo accompagnava in ogni viaggio,
lo stesso borsone che aveva contenuto i suoi vestiti, quando si era definitivamente allontanato da me.
Mi avvicinai piano, come se facendo un passo avanti avessi paura di farlo allontanare di rimando di un passo indietro.
Mi fermai solo quando fui certa che da quella distanza mi avrebbe potuto sentire.
Eravamo distanti una spanna, ma se alzavo il braccio potevo toccarlo.
Ero ancora in tempo.
‘Sei scappata’ mi disse.
‘Avevo paura’ sussurrai.
‘Paura di cosa Micol? Paura di me?’ disse ironico, allo stremo delle forze con un sorriso finto sul volto.
Come diavolo lo avevo ridotto?
‘No, paura di me che non posso stare senza di te’

Lui era serio, privo di espressioni, con una strana luce negli occhi.
Vedendo che non accennava a rispondermi continuai.
‘Quando te ne sei andato Harry non dico che mi hai distrutto, ma ci sei andato dannatamente vicino.
Non avevo più vita sociale, non avevo amicizie, non avevo futuro, ma di ciò non te ne faccio una colpa, è stata una mia scelta. Era il cuore Harry, era il cuore che mi faceva troppo male, ed era di quel male che ti incolpavo.
I tre anni che ho passato lontano da te sono stati gli anni più brutti della mia breve vita, e ti ricordo che di momenti brutti ne ho passati, anzi ne abbiamo passati.
Quando sei tornato, nonostante facessi di tutto per nasconderlo, mi sono sentita rinata e lo so Harry, lo so che sono una stupida, che avrei semplicemente dovuto abbracciarti e dirti che andava tutto bene.
Lo so che avrei dovuto tenderti la mano ed essere di nuovo felice, ma pensavo che non ne valesse la pena’
Ero stravolta.
Non avevo preparato un discorso, anzi mi ero messa a correre istintivamente, priva di ogni cognizione, incapace di pensare.
Avevo quindi detto semplicemente ciò che provavo. Ma forse non era abbastanza.

‘Cosa non valeva la pena eh Mic? IO non valevo la pena?’ urlò rosso in volto, come se gli avessi appena bestemmiato contro.
‘No Harry, pensavo che riaverti per poi perderti e soffrire di nuovo come un cane non ne valesse davvero la pena’
Lui mi continuava a guardare, con un’espressione strana in volto.
Cosa diavolo avevo fatto? Come cavolo l’avevo ridotto?
‘Lo so che è troppo tardi Harry, so che le mie scuse non serviranno a niente, ma voglio combattere allo stesso modo in cui avrei dovuto lottare un tempo’
‘Perché dovrei crederti, perché dovrei cedere?’ disse con voce cattiva e sguardo glaciale.
Lo avevo perso, ma rimaneva ancora un’ultima cosa da dire.
‘Perché ti amo’





 

Spazio Autrice
Allora so di essere in ritardo, e so bene che è un capitolo breve, ma è molto importante.
Nel prossimo capitolo avremo molti risvolti e la finale scelta di Harry.
Non abbattetevi siamo quasi alla fine.
Tenete duro!
A presto XOXO
  
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