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Autore: Shainareth    15/06/2013    7 recensioni
Si fece coraggio e lo prese fra le mani, cercando di liberarlo dalla sabbia e dal guano della papera: sembrava in tutto e per tutto qualcosa che avrebbe fatto felici milioni e milioni di donne.
Sorrise, portandosi una mano davanti alla bocca con fare soddisfatto e ritenendosi l’uomo più fortunato del mondo.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO PRIMO




«Per quale dannato motivo lo avete lasciato andare da solo?!»

   Era più di mezz’ora, ormai, che Nami stava inveendo contro Usop e Sanji, rei di essere stati poco attenti durante la loro ultima escursione sull’isola in cui erano approdati circa sei giorni prima. Quello era il pomeriggio in cui avrebbero dovuto salpare per far rotta verso la tappa successiva della Grand Line, dal momento che il logpose aveva finalmente effettuato la sua registrazione. E Zoro? Si era allontanato con i due compagni, ma poi si era perso. E ora toccava rimandare la partenza perché lui non era ancora tornato.

   «Nami-san», provò a giustificarsi Sanji, disperato all’idea che lei potesse essere adirata nei suoi confronti. Soprattutto perché, in effetti, la colpa di quanto accaduto era anche sua, visto che lui e Zoro avevano iniziato a battibeccare come al solito e alla fine si erano divisi per non doversi azzuffare fisicamente. Che poi, a ben guardare, le loro liti – ammesso che così potessero davvero chiamarsi – non erano serie; semplicemente, erano l’unico modo in cui i due ragazzi riuscivano a rapportarsi. «Il fatto è che quel marimo…»

   Tacque di botto, fulminato dallo sguardo furioso della compagna. «Non mi importa di chi sia la colpa», affermò lei. «Vi avevo raccomandato di tenerlo d’occhio proprio per questo!» Puntò un dito contro il capitano, che se ne stava affacciato al parapetto, con il mento sulla cimasa e le braccia penzoloni, lo sguardo fisso sul molo in attesa dell’arrivo di Zoro. «Anche Rufy non ha senso dell’orientamento, per questo Robin e Franky l’hanno tenuto costantemente sotto controllo!»

   E, a onor del vero, avevano anche fatto un ottimo lavoro, grazie anche alla mole del cyborg e alle tante mani che Robin, ogni tanto, aveva dovuto far sbocciare qua e là per tenere a bada il loro capitano durante i suoi immancabili ed instancabili attacchi di entusiasmo.

   Anche Usop cercò di aprire bocca, soprattutto perché non gli andava di prendersi pure la colpa di Sanji e di quell’altro scimunito che pareva avere una bussola rotta al posto del cervello. Tuttavia, di nuovo la navigatrice interruppe le spiegazioni che stavano per esserle fornite, pronta a ricominciare con la ramanzina.

   In verità, quasi non mise insieme dieci parole – che noi non riporteremo per pudore – che la voce di Rufy risuonò forte e allegra fino al punto in cui si trovavano tutti e tre. «Zoro!» stava dicendo il capitano, sbracciandosi in direzione del molo. «Siamo qui!»

   Subito Nami gli fu accanto e serrò le mani attorno alla cimasa del parapetto. «Stupido spadaccino da quattro soldi!» non mancò di gridare, pur sollevata dal fatto che finalmente fosse riuscito a raggiungerli. «Ti avevo detto di restare accanto agli altri!»

   «Ti sei perso come al solito, eh?» se la rideva frattanto Rufy, seguendo l’amico con lo sguardo, mentre questi risaliva sulla nave, le mani in tasca, sordo alle proteste e agli insulti di Nami. E di Sanji, che si era unito alle invettive perché la bella navigatrice si era adirata con lui a causa sua e del suo inesistente senso dell’orientamento.

   Zoro finse di non sentire nessuno e, anzi, atteggiò i lineamenti del volto in un’espressione soddisfatta. Cosa che, neanche a dirlo, urtò ulteriormente i nervi di Nami. «Cos’è quel sorriso menefreghista?» pretese di sapere la ragazza quando le fu di fronte, i pugni sulle anche, il busto leggermente piegato in avanti.

   «To’», rispose soltanto il giovane, tirando le mani fuori dalle tasche e lanciandole qualcosa che Nami, presa alla sprovvista, per poco non fece cadere sull’erba che ricopriva le tavole del ponte della nave.

   «Cos’è?» domandò Rufy, avvicinandosi a lei e sbirciando da sopra alla sua spalla. Nami aprì i pugni in cui aveva stretto ciò che lo spadaccino le aveva appena passato, sia pure con malagrazia, e rimase senza parole. «Un anello?» s’interrogò il capitano in vece dell’amica.

   «Un anello?» ripeté Usop, stranito, fissando la scena e facendosi anche lui più vicino.

   «Dove l’hai trovato?» chiese invece Sanji, rivolgendosi a Zoro che intanto, sbadigliando, si era andato a sedere sulle scalette del ponte. «Mica l’hai fregato a qualcuno?»

   «Ma figurati», ribatté l’altro, accigliato. «È solo che…»

   «Ma questo è un diamante!» esclamò Nami, ripresasi dallo shock iniziale e coprendo la voce di tutti gli altri. I due si volsero nella sua direzione e la videro intenta ad esaminare meticolosamente il gioiello, con tanto di monocolo all’occhio. «Un diamante vero!»

   «Scherzi?» non si capacitava Usop, cercando di studiare anche lui quella meraviglia. «È enorme!»

   «Quanto credete che varrà?» domandò Rufy, più entusiasta che curioso.

   «Un bel po’ di quattrini, direi!»

   A quel punto, il sorriso di Zoro si fece più largo di prima. «Quindi, Nami, adesso abbiamo pareggiato i conti, dico bene?» Perché sì, il suo unico intento, dando a lei l’anello defecato dalla papera, era appunto quello di azzerare il debito che aveva nei suoi confronti.

   La navigatrice si voltò di scatto nella sua direzione, come se lui l’avesse appena insultata. «Non dire fesserie!» sbottò difatti. «Questo copre solo la metà di quanto mi devi!» ci tenne a precisare. Poi, però, tornò a rimirare l’anello e, tutta contenta, se lo infilò al dito. «Ma ti perdono per il ritardo. Questo posso farlo.»

   «Troppa grazia…» fu l’ironica risposta del compagno, che la fissò con aria infastidita e non si accorse dell’arrivo di Robin che scendeva proprio dalle scalette su cui lui era accomodato.

   La giovane archeologa, ancora ignara di quanto accaduto, arrestò i suoi passi circa a metà della fila di gradini di legno e studiò la situazione dall’alto. Quindi, con espressione serena, chiese alla sua amica: «Matrimonio in vista?»

   Quella domanda lasciò tutti senza parole per alcuni istanti. Dopo, però, Usop cominciò a rotolarsi dal ridere sul ponte insieme a Rufy, mentre Sanji si avventava con uno dei suoi portentosi calci contro Zoro e quest’ultimo, imprecando, era costretto a sfoderare le spade per tenere a bada quella furia umana dalle sopracciglia arrotolate.

   «Robin!» gracchiò Nami, stringendosi nelle spalle e inorridendo all’idea. «Come ti salta in mente di giungere a una conclusione del genere?!»

   Divertita dalla reazione che i loro compagni avevano avuto a causa della sua semplice curiosità, l’altra insistette nello scherzo, rimanendo però mortalmente seria in volto. «Hai un anello di diamanti all’anulare sinistro», si limitò a constatare con estrema semplicità. «Che altro avrei dovuto pensare?»

   «Chopper! Franky! Brook!» stava chiamando Rufy, frattanto, mentre si teneva la pancia per le troppe risate e si asciugava una lacrima all’angolo dell’occhio. «Questa dovete proprio sentirla: Zoro e Nami si sposano!»

   «Chiudi quella bocca, tu!» strillarono i due presunti fidanzati, accoppandolo entrambi con un pugno.














Mi sono resa conto che, postando il primo capitolo, avevo omesso il paragrafo finale, sigh! D:
Comunque sia, come vi avevo già anticipato, adesso credo che tutti quelli che stanno leggendo capiranno perché la presente è una fanfiction ZoNami non ZoNami. :°D Tra l'altro penso anche che ne verrà fuori un qualcosa di abbastanza folle, visto che ho intenzione di focalizzarmi sull'avventura e non soltanto sui sentimenti dei personaggi. Temo per questi ultimi, in realtà, perché almeno per una volta vorrei provare a scrivere una storia senza far vincere il mio animo da fangirl... Chissà se ne sarò in grado! :'(
Intanto ringrazio tutti coloro che hanno letto anche questo secondo capitolo e rassicuro i recensori che quanto prima risponderò ai pareri che mi hanno lasciato in merito al primo, scusandomi per il solito ritardo (tanti impegni e imprevisti, sorry).
Un bacio e buona giornata a tutti!
Shainareth





  
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