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Autore: Daisy Ross    16/06/2013    5 recensioni
«Così Lily era semplicemente Lily e Scorpius era semplicemente Scorpius: così diversi, così simili.
E Lily con Scorpius imparò a crescere e Scorpius con Lily ad amare.» 
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Fix you

 


Perché amare è questo.
Mettere in discussione le tue certezze, mettere in gioco le tue paure.
Amare è rischiare.




Lily non era mai stata molto interessata al suo aspetto.
Bè, nemmeno ai vestiti. O alle calze. Alle collane. Ai trucchi.
Sì, insomma, Lily era un po’ un maschiaccio.
Lily era quella che aveva sempre le ginocchia sbucciate, che sguazzava ancora nel fango a quindici anni, che era cresciuta sfidando i fratelli alla lotta libera.
E le andava bene così, davvero.
Perché Lily era Lily e di ciò che il resto del mondo pensava di lei non se ne curava poi granché.
 

Scorpius era sempre stato minuzioso.
Qualunque cosa facesse, i dettagli per lui erano l’essenziale: accurato, attento, faceva in modo che ogni piccolo particolare fosse sempre al posto giusto.
Non di rado lo si vedeva vestito di tutto punto, camminare con quel suo portamento fiero, regale, da gran signore.
E che quella fosse tutta una maschera non importava; e gli andava bene così, davvero.
Perché Scorpius era lo Scorpius che la gente si aspettava che fosse, tutto lì.
 
 
Lily, con i suoi gesti impacciati e le sue camicie strappate, aveva sempre pensato che Scorpius fosse un po’ buffo. Le sembrava quasi un bambino troppo cresciuto, o magari l’anima di un vecchio intrappolata nel corpo di un disgraziato diciassettenne.
Eppure era curiosa, sì: perché Lily aveva sempre avuto un modo tutto suo di vedere le cose, e nella sua visione distorta e contorta del mondo, quel ragazzo freddo e distaccato nascondeva molto di più.
Perché Lily, che sognava d’avventure, semplicemente non poteva credere che una persona fosse così vuota.
E forse non aveva poi così tanto torto.
 

A Scorpius -quando non era sommerso da montagne e montagne di libri o non se ne stava rintanato nella sua Sala Comune- capitava spesso di osservare Lily di nascosto, un po’ per curiosità, un po’ per divertimento. La vedeva arrampicarsi sugli alberi, con i folti capelli rossi al vento e quell’aria spensierata che tanto le invidiava. La vedeva cadere e ridere, ridere come se non ci fosse un domani, ridere come se tutta la sua vita fosse un grande, divertentissimo gioco. E la verità era che quando Lily rideva, bè, quando Lily rideva a Scorpius veniva voglia di bruciare quella sua maledetta maschera.
Perché Lily rideva e lui credeva di essere già in Paradiso.
 

Lily non aveva mai visto Scorpius ridere.
O meglio, fin troppe volte aveva avuto modo di osservare più e più ghigni aprirsi su quella che, credeva lei, non era altro che la pessima imitazione di un’espressione vera.
Una maschera.
Eppure, quella volta, non c’era nulla di finto nel sorriso sghembo che il ragazzo le stava rivolgendo. E allora Lily pensò di aver sempre avuto ragione, o almeno un po’. E fu quando si innamorò di quel sorriso, molto tempo dopo, che capì quanto le sue tesi sulla veridicità del fato fossero tutt’altro che infondate: era destino che succedesse, si ripeteva, giusto perché era un’idea così matta e inverosimile da essere per lei qualcosa di irresistibile.
 

Scorpius non aveva mai creduto nel fato, o roba del genere.
Il suo universo, preciso e razionale, si basava su verità certe e scientifiche dimostrate da prove attendibili. Era sempre stato così, perché la sua inesistenza faceva parte di tutta quella serie di certezze che servivano a tenere composta e compatta la sua maschera.
Fu solo tempo dopo, quando Scorpius realizzò di aver sempre amato la risata di Lily, che capì quale fosse davvero l’unica cosa in grado di nuocere al suo mondo spaventosamente ordinato e alla sua maschera ben costruita.
Forse Lily, così spontanea e semplice, era semplicemente troppo Lily per poter convivere con una cosa così sbagliata come quella maschera, quella finzione.  
E allora Scorpius non ci pensò due volte a mandare al diavolo tutto per lei: d’altronde, fato o non fato, non avrebbe potuto resistere due giorni senza quella risata.
E forse con lei accanto, Scorpius un po’ alla storia del fato ci credeva.
 

Così Lily era semplicemente Lily e Scorpius era semplicemente Scorpius: così diversi, così simili.
E Lily con Scorpius imparò a crescere e Scorpius con Lily ad amare.











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Salve!
bè, spero solo si avervi strappato un sorriso. Niente di più. Dovrei scrivere qualcosa in questo spazio ma- sapete, ho sonno. è tardi. E' un orario abbastanza improbabile per postare una One Shot e forse sono un po' matta anche io. Ma vi voglio bene! <3
'Notte mondo. :P

  
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