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Autore: YUMA    31/12/2007    3 recensioni
Bill e Tom vengono separati dalla nascita.
Le loro vite sono parallele. Talmente vicine che non si incontreranno mai pienamente.
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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31 agosto 1997:

-Coraggio signor Tom che è già tardi-
Un piccolo fagottino alto un metro e un loaker si stava facendo strada verso quello che sarebbe diventato il suo futuro. Quel futuro che aveva costruito suo padre per lui a cui non poteva scappare.
Avvocato.
Alla misera età di otto anni.
Quel piccolo fagottino aveva la vita programmata. Viveva in una piccola campana di vetro. Isolato dal mondo,senza pericoli.
Avrebbe voluto uscire da quella cella. Vedere il mondo con occhi diversi,ma non poteva.
Aveva di tutto. Dai migliori giochi alle migliori compagnie,ma non era quello che voleva realmente.
Era solo.
Abbandonato in un mondo troppo grande.
-Si,signora sto per arrivare.- Aveva mormorato quel piccolo ragazzo mentre cercava di infilare la giacca più grande di lui.
-Oh signorino Tom! Coraggio. La giacca la infila in macchina!!-
La signora lo aveva preso per un braccio e lo aveva condotto in una macchina lussuosa,contenente un televisore,un telefono e perfino un mini bar dove poter gustare delle bevande alcoliche e non.
-Mi spiega dove mi sta portando?- Aveva detto in tono duro quel piccolo ragazzo.
-Oh,non gliel’ho detto? Beh, le sto per presentare alcuni dei suoi futuri colleghi.-
Quel ragazzo sbuffò e si accucciò in un piccolo angolino,sfilandosi la giacca e accartocciandola a mo di fagottino.
Si appoggiò alla portiera ed iniziò a fissare fuori dal finestrino.
Che bella che era la città. Piena di gente,di ragazzi. Di ragazze.
Lui non aveva mai visto così tante belle fanciulle. Ne era rimasto estasiato. Non aveva mai avuto amici. Amiche. Non sapeva nemmeno cosa volesse dire l’amicizia. La macchina si fermò e lui uscì accompagnato dalla sua governante.
Entrò in un maestoso albergo.
All’ingresso vi erano quattro signori. Erano vestiti di blu e tutti possedevano una valigetta uguale.
La signora li salutò e portò il ragazzo accanto a loro. -Oh,ma lei deve essere il signor Tom Kaulitz! Piacere- Si inchinarono.
Il ragazzo abbozzò un piccolo sorriso ed iniziò a guardarsi intorno in cerca di qualcosa di interessante.
Quegli occhi color nocciola guardavano ogni cosa. Dalla più brutta alla più bella.
Amavano osservare il mondo là fuori.
-Signore,vuole accomodarsi?-
Il ragazzo alzò lo sguardo estasiato e disse un piccolo no grazie.
Si allontanò dalle cinque persone e iniziò a girovagare per l’hotel.
Aveva un sacco di piani. C’erano un sacco di camere. Sorrise all’idea di passare una notte con una ragazza in una di quelle grossissime stanze.
Arrivò all’ultimo piano. Il tetto dove vi era una grossa piscina. Al bordo di essa vi erano sdraio e ombrelloni.
Si sedette su una di esse e chiuse gli occhi,assaporando quella brezza fresca che non aveva mai sentito.
Per la prima volta si sentì libero. Libero di poter fare ciò che voleva. Libero di essere semplicemente se stesso.
Ma qualcosa lo svegliò. Era la voce di un ragazzo. Era bassa. Tranquilla.
Aprì gli occhi velocemente.
Davanti a lui un ragazzo un po’ più alto di lui. Capelli color cenere. Delle vesti logore. Una maglia a maniche corte blu e un paio di pantaloni marroni sgualciti in più punti.
Aveva in mano un secchio.
- Scusa puoi ripetere? Non ho sentito-
-Ho detto che io devo pulire,non puoi stare qui-
Che bella voce che aveva quel ragazzo accanto a lui. Era dolce.
-Si scusami. Ma tu non sei un po’ troppo piccolo per pulire? Insomma,dimostri la mia età!-
Tom rimase spiazzato. Non poteva credere che un ragazzo così bello e così delicato potesse fare un lavoro tanto umiliante.
- Io ho già otto anni. Devo aiutare la mia famiglia- fu tutto quello che disse l’altro ragazzo il quale si mise subito al lavoro,iniziando a lucidare il pavimento.
Tom lo guardava con occhi sbalorditi. Era convinto che tutta la gente potesse giocare. Che tutte le persone fossero ricche come lui.
-Come ti chiami?- Disse Tom sorridente.
L’altro ragazzo alzò la testa e guardò quel ragazzo. Non voleva rispondere. Gli sembrava troppo ricco per lui.
- Bill- mormorò.
Tom non lo sentì. Chiese più volte di farlo ripetere,ma questo non rispondeva. Sembrava essersi chiuso in se stesso.
- Vabbè,io mi chiamo Tom. Tom Kaulitz-
A quel cognome il ragazzino alzò la testa. Si fermò. Si alzò in piedi.
- Stai scherzando vero?-
- Oh no. Perché? – Tom era perplesso. Non riusciva a capire il perché di quella domanda. Lui si chiamava Tom Kaulitz. Cosa c’era di sbagliato?
- Oh,scusi scusi. Non dovevo farle questa domanda. Mi perdoni-
Il ragazzino si abbassò e ritornò al suo lavoro. Era triste. Strofinava le mattonelle molto lentamente.
-Guarda che non ti devi preoccupare. Io non sono meglio di te-
Tom sorrise ma l’altro ragazzo incominciò a piangere.
-VATTENE!-
Disse tra una lacrima e l’altra.
Tom prese la giacca sulla sdraio e si diresse verso la porta. Si girò verso quel ragazzo.
Una lacrima gli raschiò il viso. Se l’asciugò immediatamente.
- Scusa. -
Abbassò lo sguardo e se ne andò.
  
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