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Autore: ineedhoran    16/06/2013    19 recensioni
Niall e Emma si conoscono online e fra di loro si instaura un'insolita amicizia a distanza, destinata però a terminare nel momento in cui il ragazzo - grazie al grande successo dovuto a un talent show canoro - scopre la fama. Emma è delusa dal comportamento dell'ormai ex amico e decide di non avere più niente a che fare con lui. Ma non sa che dovrà affrontare ciò che il destino ha in serbo per lei.
-
Questa fanfiction è l'intreccio di cinque storie diverse, ma tuttavia legate fra loro. Liam, Zayn, Louis e Harry ne saranno protagonisti tanto quanto Niall.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- 13 -
when you smile



MOTIVI PER CUI NON POSSO CHIEDERE A LOUIS DI USCIRE CON ME:




1. Non gli piaccio.


2. Le possibilità che lui accetti equivalgono allo 0,001%.


3. E' Louis Tomlinson degli One Direction, ergo è famoso.


4. E' convinto che io mangi abitualmente croccantini per cani.


5. Non ricorda nemmeno il mio nome.


6. Certe sue battute sono di uno squallore inimmaginabile.


7. Non sono il suo tipo.


8. Di sicuro si vergognerebbe di uscire con una come me.


9. Se - per assurdo - accettasse, mi ritroverei un'orda di fan infuriate contro.


10. Mi vergogno troppo per azzardare una cosa del genere.


Louis stava fissando quel pezzo di carta da due giorni ormai. L'aveva letto e riletto almeno un centinaio e volte - se non di più - e aveva analizzato ogni punto. Parola per parola.
Ora che aveva la certezza di piacerle, il timore di dover iniziare una nuova relazione gli pesava sullo stomaco come un masso.
Ma la domanda era: a lui piaceva Macy?
Per quanto si sforzasse, non riusciva a darsi una risposta.
- Lou, io sto uscendo, quando Liam si sveglia puoi dirgli di chiamarm... - Zayn non finì la frase, distratto dallo sguardo serio e pensieroso dell'amico. - Hey, tutto bene?
Louis si limitò a guardarlo negli occhi, per poi porgere al moro il foglietto di Macy.
Zayn lesse attentamente la lista, e ad ogni punto il castano poteva vedere il suo sorriso aprirsi sempre più.
- Be', ma è magnifico! - esclamò.
- Magnifico? Ha trovato ben dieci motivi per non uscire con me! Cosa c'è di magnifico?
- Ha trovato dieci motivi per non chiederti di uscire - lo corresse Zayn. - E se glielo chiedessi tu?
Il castano scosse la testa, rassegnato.
- Dai, Lou, non sarebbe ora di andare avanti? Quanto tempo è passato da quando Savannah ti ha...
- Non voglio parlare di questo - lo interruppe Louis, scettico.
- Non puoi ignorare i tuoi sentimenti per sempre, solo perché una volta hai avuto la sfortuna di innamorarti di una stronza. Ormai è tempo di superare questa cosa, e perché non con questa Macy?
- Io... io mi trovo bene con lei. E' vivace, estroversa e ha sempre una battuta pronta. Capita che dica delle idiozie, e...
- E' la tua fotocopia, insomma - ghignò il moro.
Il castano annuì, divertito. - Ha anche un bel culo, proprio come il sottoscritto. Voglio dire, ovviamente nella scala dei culi il mio è al primo posto, ma lei occuperebbe senza dubbio il secondo - aggiunse.
Zayn ridacchiò, abituato a sentire l'amico parlare in modo orgoglioso del proprio fondoschiena.
- Inoltre pare una ragazza dolce, ma...
- Ma? - lo incitò a continuare il Pakistano.
- Ma se non si rivelasse quello che sembra? Anche Savannah - pronunciò quel nome con immenso disprezzo - inizialmente aveva dato l'impressione di essere simpatica, dolce e carina. E invece ha dimostrato di essere puttana, troia e zoccola. Chi mi assicura che Macy non sia uguale?
- Se non ci provi, non lo saprai mai - Zayn si avviò verso la porta della stanza del ragazzo. - Vedi tu, Lou. Te la senti di fartela scappare solo perché hai... paura?


- Ti ho già denunciato per stalking, ora devo farlo anche per sequestro di persona? - domandò Vicki ironicamente, mentre Zayn la trascinava verso la propria automobile.
- Spera di non doverlo fare per molestie sessuali - scherzò lui, facendola accomodare sul sedile del passeggero e lasciandole un dolce bacio sulla fronte, che venne però ricambiato con un pizzicotto.
- Ahi! - mugolò il Pakistano.
- Non dire mai più una cavolata come questa - lo minacciò lei, poi sospirò. - Allora, io stavo andando a comprare il pane, fin quando tu mi hai rapita. Se mia madre mi fa storie, incolperò te.
- Tranquilla, ci sarà tempo anche per il pane - rise il moro.
- Dove mi stai portando? - domandò lei dopo un po'.
- A fare shopping - rispose lui con un sorriso smagliante.
Vicki parve confusa. - Ma io ho solo 10 sterline con me.
- I soldi non sono un problema - ghignò Zayn.
- No! - sbottò la ragazza, facendolo spaventare e inchiodare di colpo.
- Vicki, ma che...
- Non lascerò che tu spenda un soldo per me, intesi? - impose lei con fare autoritario. - Ma io voglio fare shopping per me, non per te - mentì Zayn, cercando di essere il più convincente possibile.
- Oh... - evidentemente non era preparata a quell'affermazione - In tal caso ti accompagno volentieri.
Zayn sorrise soddisfatto, sperando che non l'avrebbe gambizzato una volta scoperte le sue vere intenzioni.

- Hai comprato due paia di pantaloni di Armani, delle Nike Blazer, tre magliette e una camicia della Ralph Lauren, una giacca di Burberry e due felpe della Obey. Con i soldi che hai speso oggi io mi sarei comprata tutto il negozio di H&M - ironizzò Vicki, anche se nelle sue parole c'era un velo di verità. - La tua prossima meta qual è? Urban Outfitters? Lacoste? Gucci?
- Valentino.
La mora quasi si strozzò con la propria saliva. - Malik, mi fai sentire una pezzente ad entrare in un negozio del genere. In confronto ai vestiti che vendono lì, i miei sembrano quelli di una stracciona - borbottò, abbassando lo sguardo per osservare cosa aveva addosso.
- Ma non dire cazzate - ridacchiò lui, circondandole le spalle con un braccio. Ormai non si lamentava nemmeno più di quel gesto, e Zayn ne era estremamente lieto. - Dobbiamo andarci per forza - continuò lui. - Harry per il compleanno mi ha regalato un paio di scarpe orrende. Così ora vado lì e le cambio con qualsiasi altra cosa che mi piaccia.

- Trovato qualcosa? - domandò Vicki, che aveva lasciato Zayn cercare qualche capo in santa pace, mentre lei si guardava intorno incuriosita.
- Niente di niente - ammise il moro sconsolato.
- Hai provato al primo piano?
Lui fece cenno di no col capo e assieme si diressero verso il piano superiore.
- Che ne dici di questa? - propose la ragazza, indicando una giacca di pelle. Lui fece una smorfia di dissenso.
- Questi pantaloni?
Zayn li afferrò, li osservò per qualche secondo e poi li ripose al proprio posto. - Non mi piace il colore.
- Una camicia? - tentò ancora Vicki.
- Io non indosso molte camicie...
- Ma se ne hai comprata una poco fa! - gli fece notare.
- Appunto, una basta e avanza - disse lui alzando le spalle.
Continuarono a guardarsi intorno per qualche secondo, finché Zayn decise di mettere in atto il suo piano. - Senti... perché non vedi se c'è qualcosa che piace a te?
Vicki sgranò gli occhi. - Non. Ci. Provare - sibilò.
- Tenere le scarpe che mi ha preso Harry sarebbe inutile e non mi va di cambiarle con qualcosa che poi non userò. Scegliendo qualcosa per te mi faresti solo un piacere - insistette.
- Ma è il tuo regalo di compleanno da parte di uno dei tuoi migliori amici! Che senso ha spendere quei soldi per me?
- E' solo perché non ho trovato nient'altro che mi soddisfi - mentì. - Piuttosto che buttare via quei soldi, preferisco che li usi tu.
La ragazza sospirò. Stava per cedere. - Qual è il prezzo delle scarpe?
- 570 sterline.
- Cosa? Tu sei fuori di testa, non userò mai tutto quel denaro! - sbraitò, attirando l'attenzione di qualche cliente.
- Dai, prendilo come un regalo di Natale in ritardo - la supplicò lui.
- Il regalo di Natale me l'hai fatto, ricordi? Il profumo di Chanel - disse lei stizzita.
- Ma se non l'hai accettato!
- Perché era troppo costoso! E saranno state 100 sterline, figuriamoci ora che sono 600!
- 570 - la corresse.
- Fa lo stesso! - gridò di nuovo. - No, Malik, sul serio, l'ultima cosa che voglio è apparire come una ragazza che ti sfrutta per i soldi.
- Sfruttare? E' una mia decisione, che ho preso perché sei mia amica, mi va di farti un regalo e soprattutto perché posso permettermelo. Inoltre ti ho vista osservare con sguardo adorante quelle scarpe col tacco che ci sono affianco all'entrata e - guarda caso - costano proprio 570 sterline.
Vicki sbuffò rumorosamente. - Okay, ma non pensare che io ti debba qualcosa in cambio, non mi faccio comprare con un paio di scarpe.
Zayn annuì raggiante. Dopo che la mora ebbe provato le scarpe, fecero il cambio con quelle che Harry aveva regalato a Zayn e uscirono dal negozio.
- Grazie, Zayn - mormorò lei una volta arrivati sotto casa sua.
- Mi chiami per nome solo quando faccio cose che ti fanno piacere, tipo quando ti ho fatto quella serenata - le fece notare.
Lei arrossì, sia per l'affermazione del ragazzo sia per il ricordo del giorno in cui si era arrampicato fino alla sua stanza per dedicarle una canzone. - Infatti mi ha fatto piacere stare con te oggi - ammise, e Zayn era sicuro che lei non gli avesse mai detto una cosa così dolce. - Però, voglio che sia chiaro: avrei trascorso una giornata stupenda anche se non mi avessi preso quelle costosissime scarpe.
Lui annuì, lieto delle parole della ragazza.
- Buona notte - sussurrò infine lei, prima di regalargli un semplice bacio a fior di labbra e scendere dalla macchina del moro, lasciandolo lì a bocca aperta, col cuore che scalpitava ad una velocità fuori dall'ordinario.


- Liam? Sei tu? - domandò Charlie dall'altro capo del telefono.
- Sì, sono io... tutto bene? E' un po' che non ci sentiamo.
- Benissimo, grazie. Tu invece? Sei stato molto impegnato immagino - disse lei stizzita.
- Già, ho avuto da fare... - mentì il castano.
Trascorse qualche secondo in cui nessuno dei due disse nulla.
- Devi dirmi qualcosa? - Liam credette di sentire una nota di speranza nella voce di Charlie.
- Di che tipo?
- Non lo so, mi hai chiamato, pensavo avessi qualcosa da dirmi.
- No, no, volevo solo sapere come stavi - si affrettò a dire il castano.
- Ah. Be', scusa ma ora devo andare. Ci sentiamo, Liam.
- No, Charlie, aspetta! - la chiamò lui. Perché aveva così fretta di terminare quella chiamata?
- Sì?
- E' che... - le parole gli si fermarono in gola.
- Cosa, Liam? Cosa? - chiese lei, spazientita.
- Niente - mugugnò lui.
La sentì sospirare. - Ciao, Liam.
- E' che ti amo - mormorò il castano, ma l'unica risposta che ricevette fu il tututu che segnava la fine della chiamata.


Louis entrò nel negozio di animali e, non appena vide Macy intenta a dare da mangiare a dei pappagalli, un sorriso spontaneo gli apparve sul viso.
Austin le corse incontro per farle le feste e la rossa, accorgendosi di lui, lo prese in braccio e si fece dare tanti bacini dal cane.
- Come stai, Macy?
La ragazza si voltò verso il castano e lo osservò con i suoi occhi verdissimi.
- Bene, Louis, e tu? E' più di una settimana che non vieni qua, pensavo che il tuo amico avesse fatto indigestione di croccantini - disse, alludendo a Niall - oppure che ti fossi preso il colera.
- In realtà sono stato rapito dagli alieni.
La rossa alzò le sopracciglia, fingendo stupore. - Davvero? Scommetto che pur di non dover sentire le tue battute scadenti si sono sbarazzati di te, mandando all'aria anni e anni di studi dettagliati su gli esseri umani.
- Le mie battute non sono scadenti, controllo sempre la data prima di raccontarle!
Macy aggrottò la fronte, confusa, così Louis cercò di chiarire. - La data di scadenza!
La ragazza si coprì gli occhi con una mano dalla disperazione, per poi mettersi a ridere.
- Questa è la peggiore battuta che tu abbia mai detto. Anzi, la peggiore che io abbia mai sentito in tutta la mia vita! - esclamò, ancora ridendo.
- E allora perché ridi? - domandò lui con un sorriso, mettendosi le mani in tasca.
- Perché in fin dei conti sei divertente - ammise.
- E tu sei contraddittoria - le fece notare Louis.
- E tu presuntuoso.
- E tu simpatica.
- E tu amichevole.
- E tu carina.
- Non ho capito che gioco stiamo facendo - confessò Macy, ridacchiando.
- Nemmeno io. Però possiamo cominciarne un altro! Che ne dici di un, due, tre, stella!?
- Dico che prima mi sono dimenticata di dirti che sei infantile - rise lei.
Lui assunse un'espressione imbronciata e incrociò le braccia al petto.
- Woho, sono riuscita a far rimanere Louis Tomlinson senza parole! Mi merito di sicuro un premio - disse, guardandosi le unghie con fare altezzoso. - Ma in fin dei conti sono una persona modesta - continuò - Mi accontento di sapere come mai sei venuto qui - concluse, con un sorriso che mise in mostra i suoi denti bianchissimi.
- Volevo dei biscotti per Austin. Scegli tu i tuoi preferiti - le fece l'occhiolino e lei si diresse verso uno scaffale mandando Louis a quel paese, senza nascondere però una risatina.
Tornò dietro il bancone e digitò qualcosa sui tasti della cassa.
- Ecco qua quattro scatole di biscotti.
- Quelli che piacciono a Macy - concluse la frase Louis, beccandosi un'occhiataccia.
- Sono 15 sterline - disse, con un tono di rimprovero.
Il castano le porse tre banconote da 5 sterline e lei le sistemò una alla volta nel ricevitore di casa. Dopo la terza, però, si trovò fra le mani un pezzo di carta a quadretti piegato in quattro, che, dopo aver dato un'occhiata fugace a Louis, si affrettò ad aprire.
Non appena lesse le prime parole, riconoscendo la propria scrittura, sbarrò gli occhi.


MOTIVI PER CUI NON POSSO CHIEDERE A LOUIS DI USCIRE CON ME:




1. Non gli piaccio. Mi permetto di dissentire!


Lesse quelle quattro parole che lei era sicura di non aver scritto e l'espressione di panico che fino a qualche secondo prima aveva occupato il suo viso - poiché temeva di aver fatto una figuraccia - venne involontariamente sostituita da un sorriso da bambina. Si accorse che, affianco ad ogni punto della sua lista, Louis aveva scritto qualcosa.


2. Le possibilità che lui accetti equivalgono allo 0,001%. Non ti credevo così pessimista...


3. E' Louis Tomlinson degli One Direction, ergo è famoso. Louis? Famoso? Io mi chiamo Ugo!


4. E' convinto che io mangi abitualmente croccantini per cani. Non mi interessa cosa mangi, mi piaci per quello che sei. :)


Fece una risatina leggendo le parole di Louis a proposito del punto 3 e una smorfia riguardo al 4.


5. Non ricorda nemmeno il mio nome. MACY MACY MACY MACY MACY


6. Certe sue battute sono di uno squallore inimmaginabile. Cosa ci fa un gallo in chiesa? Il chicchirichetto! HAHAHAHAHA SE DICI DI NON AVER RISO NON TI CREDO!


Scosse la testa, pensando a quanto potesse essere stupido ma allo stesso tempo maledettamente dolce quel ragazzo.


7. Non sono il suo tipo. Questa me la devi spiegare... magari durante il nostro primo appuntamento? ;)

8. Di sicuro si vergognerebbe di uscire con una come me. Questo è il motivo che mi dà più fastidio di tutti. Perché mai dovrei vergognarmi di uscire con te? Cos'hanno le altre ragazze che tu non hai?
9. Se - per assurdo - accettasse, mi ritroverei un'orda di fan infuriate contro. Tranquilla, can che abbaia non morde.

10. Mi vergogno troppo per azzardare una cosa del genere. Ti vergogni? Ah, be', in questo caso...

Ti va di uscire con me?
(respira per un sì, leccati le sopracciglia per un no)

Louis :)




Macy cercò - ovviamente senza risultati - di leccarsi le sopracciglia, esattamente come aveva fatto quella volta in cui Louis le aveva chiesto di ballare alla festa di compleanno di Zayn.
- Penso di non avere scelta allora - disse con un sorriso, ripetendo parola per parola la stessa frase che aveva detto quella sera.


- Possibile che in questa casa siamo in quattro e debba andare io ad aprire la porta, che sono appena uscito dalla doccia? - gridò Harry non appena sentì il campanello di casa suonare.
- Tanto sarà Zayn, lui ti ha già visto nudo - lo schernì Louis, che era spaparanzato sul divano assieme ad Austin e non accennava a muovere un muscolo.
Harry scosse la testa esasperato e si diresse frettolosamente verso l'ingresso, coperto solamente in vita da un asciugamano bianco.
- Ciao Ha... - fece per salutarlo Emma, ma non appena lo vide mezzo nudo rimase un attimo frastornata - ...rry.
Lui non riuscì a nascondere un sorriso malizioso. Emma lo stava letteralmente mangiando con gli occhi, vedeva il suo sguardo imbarazzato scrutare i suoi addominali scolpiti e i suoi pettorali, mentre con i denti era impegnata a torturarsi il labbro inferiore.
- Hey, bionda - mormorò lui con la sua solita voce roca.
Lei si ricompose e gli sorrise in modo timido.
Louis, intanto, che aveva visto tutta la scena e stava ridacchiando sotto i baffi, decise di intervenire. - Emma, se vuoi portartelo a letto sappi che devi prendere il numerino... c'è la fila - scherzò ammiccando.
La bionda sgranò gli occhi e si sentì a immensamente a disagio.
- Vaffanculo Louis - grugnì il riccio scoccandogli un'occhiataccia, sotto lo sguardo grato di Emma. - Non c'è nessuna fila - sussurrò poi all'orecchio della ragazza, facendosi da parte per farla entrare e chiudendo la porta alle sue spalle.
Lei arrossì talmente tanto che si sentì scottare.
Fortunatamente in quel momento Niall entrò in salotto e lei, lieta che l'amico l'avesse salvata da quella situazione a dir poco assurda, gli corse incontro e l'abbracciò.
Lui rimase piacevolmente stupito da quel gesto, e sorrise come un bambino.
- Ciao, Em - disse dolcemente.
Lei si allontanò leggermente, senza però sciogliere l'abbraccio, e sorrise a sua volta. Quando incontrò lo sguardo del ragazzo, lontano solo pochi centimetri da lei, sentì la frequenza cardiaca dei propri battiti accelerare notevolmente. I suoi occhi la attiravano come una calamita e pensò addirittura che sarebbe completamente annegata dentro di essi. Osservava rapita quell'azzurro che sembrava rendere le iridi del biondo infinite, pensando che non potesse esistere niente di più bello.
Louis intanto, che si era avvicinato a Niall ed Emma senza che nessuno dei due se ne accorgesse, si schiarì la voce. Lei distolse a malincuore lo sguardo da quello del biondo, rivolgendone uno scocciato al castano. Non sapeva perché, ma sospettava che si fosse intromesso in quel momento di proposito, forse semplicemente per il gusto di fare loro un dispetto.
- Ho interrotto qualcosa? - domandò lui con un sorrisetto stronzo stampato in volto.
Stava per ribattere, ma Niall l'anticipò. - Certo che no, Lou, eri qua nel salotto con noi, hai visto che ci stavamo semplicemente salutando - disse con un sorriso sincero.
Emma vide Harry alzare gli occhi al cielo e dirigersi verso la propria stanza. Evidentemente tutti la pensavano come lei, tranne Niall.
- Se lo dici tu - cantilenò Louis prima di lanciargli un'occhiata di cui Emma non capì appieno il significato e risedersi sul divano.
- Ti aspettavo mezz'ora fa - disse Niall rivolgendosi alla bionda, fingendosi imbronciato e facendola intenerire.
- Stavo studiando - si scusò lei, prendendolo per mano e portandolo verso il salotto più piccolo, per poi sedersi sul tappeto a gambe incrociate.
Lui la seguì senza dire una parola, imbarazzato come ogni volta che si sfioravano appena.
- Allora... cosa facciamo? - gli domandò poi lei, mentre si riscaldava le mani col fuoco del camino.
Lui spostò lo sguardo da lei, alla fiamma che ardeva e poi di nuovo a lei. - Mi è venuta un'idea.

- Fono venuti bene! - esclamò Niall mentre masticava uno dei marshmallow che aveva appena arrostito sul fuoco del camino.
- E' vero - constatò Emma raggiante, assaggiando a sua volta una caramella gommosa. - Sai, una volta a Milano ho provato ad abbrustolirli ai fornelli. Sapevano di gas - disse, storcendo il naso. - Non erano molto buoni - ammise, facendo ridacchiare l'Irlandese.
- Invece quando eravamo piccoli io e mio fratello li abbiamo arrostiti su delle candele - raccontò, mentre se ne infilava un altro in bocca. - Fapevano di cera.
Emma rise fino alle lacrime immaginandosi la scena, mentre Niall continuava a ingurgitare marshmallow.
- Ma quanti ne hai in bocca? - domandò quando si fu ripresa dalle risate.
Lui alzò le spalle. - Due o tre - mugugnò.
- Dì "sono un chubby bunny" - lo sfidò.
- Fono un chubby bunny.
Lei gli porse un'altra caramella gommosa, senza nemmeno abbrustolirla.
- Dillo ora.
- Fono un chub-bunny - farfugliò Niall, cercando di non ridere.
Continuarono così con altre cinque caramelle, finché Niall, cercando di ripetere per l'ennesima volta la stessa frase, sputò la metà dei marshmallow e un po' di saliva per terra.
Emma stava ormai ridendo a crepapelle e a quella vista si dovette tenere la pancia perché cominciava a farle male a furia di sbellicarsi.
Lui cercò di pulire con un tovagliolo il casino che aveva fatto, sotto lo sguardo divertito della bionda.
Quando ebbe finito, si sdraiò affianco a lei sul tappeto.
- Sei un disastro - lo schernì.
Lui voltò lo sguardo verso la bionda la vide sorridere beatamente.
Nonostante volesse fingersi offeso poiché la ragazza lo stava prendendo in giro, curvò anche lui gli angoli della bocca all'insù.
Non poteva far finta di essere arrabbiato. Non ci poteva fare niente, nulla lo faceva stare bene come il sorriso di Emma.




No one ever makes me feel
like you do when you smile.
- nobody compares





















???
Buongiorno! :D
Oggi le note finali saranno un po' brevi perché sono di fretta, ma sono sicura che non vi dispiacerà lol
Ringrazio le 11 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e spero di trovare tante belle recensioni anche qua, i vostri pareri mi servono per portare avanti la storia! Volevo anche ringraziarvi perché la mia ff è ormai seguita da più di 100 persone, e questo mi fa tanto tanto piacere! :')
Io scappo, buona domenica! ❤

Teddy



  
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