Erano solo loro due, in un boschetto vicino alla Tana.
 
 Ginny aveva insistito per andarci con Harry, e lui durante tutto il viaggio non aveva osato fare domande. L’ultimo giorno ad Hogwarts Harry aveva detto a Ginny che non sarebbero più potuti stare insieme, e da quel giorno non si erano più parlati. L’ultimo anno trascorso con lei era stato, malgrado tutte le difficoltà, il più bello che lui avesse mai vissuto, e per quanto la sua esistenza fosse stata sempre e costantemente complicata, in quel periodo gli era sembrato di poter scorgere con Ginny quel sentimento tanto comune eppure difficile da raggiungere chiamato felicità. Era terrorizzato dall’idea di non poter più stare con lei, di non rivederla più per molto tempo. Non sapeva quanto sarebbe stato via, cosa avrebbe comportato quel viaggio, se sarebbe tornato sano e salvo… tutto quello che sapeva era che doveva farlo, e Ginny non poteva più far parte della sua vita, almeno per quel momento.
Lei lo teneva per mano, e camminavano in mezzo all’erba alta. I suoi occhi marroni erano fermi, la sua camminata decisa. Harry la conosceva da quasi sei anni, e in quei sei anni non era mai riuscito a capire davvero cosa le passasse per la testa. Mentre si avvicinavano sempre più a quello che lui  da lontano identificò come un laghetto,  Harry sorrise a quel pensiero.
 
Ginny a un tratto si era fermata, e ora si trovavano in una sorta di foresta incantata; il prato era verde muschio, le piante che ricoprivano quel manto erboso erano di un azzurro antico e Harry non ricordava di averne mai viste di simili. Su quella collinetta spiccava una quercia, che, considerate le dimensioni, doveva avere centinaia di anni. Tutto intorno a loro sembrava essere avvolto da una patina argentea, e delle fatine, che fluttuavano spensierate nell’aria, conferivano al luogo un’ulteriore alone di sacralità.
-Harry, ti chiederai perché ti ho portato qui…- cominciò Ginny.
-Ginny, io… ti ho fatto soffrire e ti devo delle spiegazioni- la interruppe Harry.
-Harry James Potter, testardo che non sei altro, ti prego di farmi finire-  riprese Ginny, ignorando l’espressione sorpresa di Harry, -Ti chiederai perché ti ho portato qui. Il fatto è che la Tana è invasa da tutta la famiglia alle prese con i preparativi per il matrimonio di Bill e Fleur, e io non ho trovato due minuti per parlarti. Questi mesi senza di te sono stati... difficili. Io con te sto bene, Harry, e vorrei che tu provassi lo stesso per me. Sono abbastanza intelligente da capire che mi hai lasciato contro la tua volontà e per proteggermi da qualcosa che non dipende da te, ma il fatto è che non puoi affrontare tutto da solo, Harry, ed è ora che tu lo capisca.
Voglio che tu sappia che io ci sono, sempre, e voglio venire con te, qualunque cosa tu debba fare in questi mesi. Se non puoi spiegarmi tutto va bene, ma hai bisogno di me, e io ho bisogno di te. Dimmi che provi lo stesso per me, Harry, e portami con te-.
-Ginny, non è così semplice come credi- la contraddisse Harry.
-Ma è qui che ti sbagli, io non credo che sia semplice! Non mi trattare come una stupida, Harry, non insultare la mia intelligenza! So che non ti aspettano momenti facili, la tua vita non è mai stata semplice. Ma io voglio farne parte. Perché ti amo- disse Ginny, le ultime due parole ridotte a un sussurro.
Harry sapeva di dover ascoltare la sua mente, e non ciò che gli diceva il cuore. Doveva proteggere Ginny da ogni pericolo, da Voldemort, che sicuramente gli stava già dando la caccia, ma…non poteva. Lui aveva bisogno di lei, della sua vicinanza, del suo profumo… ne aveva bisogno come l’aria. Sapeva che la ragione avrebbe dovuto prendere il sopravvento, ma in quel momento, chiamatelo egoista, chiamatelo incosciente, riuscì solo ad ascoltare la voce del suo cuore.
-Anch’io ti amo, Ginny. Non posso negarlo, non posso farne a meno. Fai parte di me da quando mi sono innamorato di te l’anno scorso. Perdonami se ti ho fatto soffrire… - disse Harry, abbassando lo sguardo. Non riusciva a guardarla negli occhi. La luce che emanava Ginny era troppo forte per lui.
- Non ti scusare, Harry – disse lei, sollevandogli il mento con le dita, in modo che lui la guardasse negli occhi – dimmi solo che mi porterai con te-.
-Ti porterò con me. Te lo prometto – Harry pronunciò quelle parole solennemente, come un giuramento, piegandosi finalmente al volere di un qualcosa che nella sua giovane e difficile vita solo ora stava imparando a conoscere: l’amore.
Le loro labbra si incontrarono: quel baciò durò il tempo di un’eternità, e tra quegli alberi, in quelle che probabilmente furono ore, Harry e Ginny si dimenticarono del mondo, di quella realtà troppo vile, di quel destino troppo crudele al quale era destinato lui, Harry, il prescelto.
 
 
 
Ciao a tutti! Io sono grande appassionata di Harry e Potter e questa è la prima fanfiction che scrivo. Spero vivamente che vi piaccia e, per favore, recensite JSe vi va di scambiare quattro chiacchiere su HP, la ff o altro, su twitter sono @larrys_hope