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Autore: Rivoltella J    31/12/2007    18 recensioni
La vecchia Ginny di sempre, quella capace di eseguire un incantesimo al primo colpo, quella che ti consolava con un cioccolatino e tanto affetto, quella che non aveva problemi a regalare un abbraccio? Morta.
“Hai deciso di guardarmi le tette ancora per molto o mi fai accomodare su questo, ehm, come posso definirlo pudicamente...? Elegante, ma soprattutto… Pulito destriero? Guarda che ho già rischiato abbastanza stasera, non vorrei di certo svegliarmi domattina incinta e per di più affetta da non so quale malattia targata Draco Lucius Malfoy”.
Lingua tagliente, caschetto piastrato, rosso raggiante, più alta del solito grazie agli stivali, più bella del solito grazie a quell’abito così trasparente, più diversa dal solito, si, completamente irriconoscibile, e perché? Perché era cambiata.
Genere: Generale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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BEST IN ME (Il meglio di me)
 
Piccola noticina dell’autrice: Buongiorno miei cari! Se non avete notato, ogni capitolo si rifà al titolo di una canzone: 1 Shut up and drive di Rihanna, 2 Wait a minute delle Pussycat Dolls e Timbaland, 3 Like toy soldiers di Eminem, 4 Good times gone dei Nickelback, 5 Guardian angel di Lee Ryan e 6 Best in me dei Blue…mi piace prendere il titolo di un chappy così…dalle canzoni!sarà perché adoro la musica, sarà che queste canzoni mi piacciono…insomma, volevo farvi luce su questo particolare! Un bacione e…Buona lettura!!!
 

“Adotta una Mandragora anche tu!”. Pomona Sprite ululava a gran voce, con il viso imperlinato dal sudore, le gote rosse cangianti, librando in aria un vasetto color porpora, agitandolo come un trofeo prezioso, al quale era legata col cuore. Con un banchetto, al centro dell’immenso prato verde smeraldo, fresco di taglio, si accingeva ad attirare masnade di studenti, coinvolgendoli furtiva nella sua vorace impresa.
“Avanti miei cari, non abbiate timore, avvicinatevi. Osservate bene le foglioline tremanti di questa piccola Mandragora appena nata! Immaginate sia un neonato indifeso, un tenero cucciolo da accudire. Vi farò vedere quanto adorabili possano essere, se prese con le dovute maniere…”. Eccitata da una nuova sfida, caparbia, testarda, determinata a raggiungere i suoi obbiettivi, l’insegnate stava per dare inizio ad uno spettacolo unico nel suo genere, etereo e rarefatto.
“Signor Nott, ehilà, si si, dico proprio a lei! Si avvicini, avanti, da bravo, non sia timido!”. L’ignaro Serpeverde, che discuteva animatamente con una figura snella al suo fianco, passeggiando repentinamente per il cortile di Hogwards, sentendosi richiamare a rapporto, si rabbuiò all’istante.
“Santo Merlino, grande e grosso per niente signorino Theodore? Venga qui subito, o sarò costretta a usare le maniere forti…”. Stringendo ancora più saldamente il vasetto lucido, si accingeva ad attirare a sé lo studente intimorito, facendo danzare l’indice della mano destra ritmicamente.
“A…arrivo! Mi prometta solo che avrò ancora tutte le falangi dopo che l’avrò accontentata…”. L’umorismo spiccio del bel fanciullo terrorizzato suscitò l’ilarità gioiosa dei pochi studenti vicini, pronti a gustarsi la succulenta scena che gli si stava dipingendo davanti.
“Oh, suvvia, poche storie! Le assicuro che ne uscirà indenne, se mi darà ascolto! Le confesso che la piccolina è molto affamata in questo momento, ma saprà contenersi se glielo raccomando! Si fermerà prima di tranciarle un mignolo…”. Il sadismo della Sprite le faceva luccicare i piccoli occhi incavati nel viso, il braccio libero si posava delicato sulle spalle possenti dello Slytherin, il quale cercava di nascondere, dietro una facciata cordiale, la paura che dilagava interiormente, senza ritegno.
“Perfetto mio gambo di sedano stagionato! Adesso segua passo passo le mie istruzioni e nessuno si farà male, chiaro?”. Divertita dall’espressione rassegnata dello studente, tolse silenziosamente la giovane Mandragora dal vasetto e la poggiò furtiva sulle ginocchia dello studente. Il latrato lancinante che provenne da quel piccolo arbusto fu incredibile. Non si udiva altro nell’arco di un chilometro.
“No no, allontani subito da me quella sottospecie di platano in miniatura! Mi sta antipatica…”. Con gli occhi fuori dalle orbite, Nott tentava di localizzare un punto sicuro dove rifugiarsi.
“E così le sta antipatica… Bene bene egregio Nott, visto che mi sta antipatico anche lei sarò costretta a togliere centoventi punti alla sua casata per danni morali causati alla mia giovane piantina…”. Con delicatezza riprese la piantina tra le sue mani e, con consapevolezza e maestria la fece acquietare.
Era sicura della reazione che avrebbe provocato nel ragazzo, fiero, orgoglioso, tronfio di prepotenza. Attese serena il responso del Serpeverde che, improvvisamente coscienzioso, sembrò voler collaborare.
“D’accordo, me la dia. Ma sia ben chiaro che se turberà ancora la mia interezza, correrò subito da Silente…”. Convinto di ciò che aveva appena bofonchiato, impreziositosi fieramente con parole argute, gonfiò d’aria gelida il petto, in segno di superiorità.
“Ma bene, andiamo pure a piangere nelle sottane di nonno Albus! Gesto di virilità unta e bisunta mio caro! Che bella figura ci faresti! La Mandragora mi ha fatto la bua! Patetico! Si da il caso che io abbia già parlato in precedenza a Silente di questa mia dimostrazione, razza di verdurina acerba! E come sempre, il buon preside approva le mie trovate ingegnose per sensibilizzare Hogwarts all’Erbologia”. L’orgoglio ferito bruciava, lava incandescente fuoriusciva lenta ma deleteria dalla sua bocca, volta a radere al suolo l’arroganza della serpe. Mai disturbare il drago che dorme o, come in questo caso, mai offendere un’erbacea della Sprite.
“Se mi vuole scusare, dovrei continuare!”. Con uno scatto felino, quasi impercettibile, ritentò l’ardua impresa poggiando leggera la piantina sulle ginocchia del ragazzo e in men che non si dica, la piccola rappresentante delle Mandragore stava già strepitando. I presenti prontamente si tapparono le orecchie, infastiditi notevolmente. Nott invece, alle prese con le foglie della creatura, si sorbiva da vicino una valanga di decibel spaventosa. Per comunicare doveva per forza sbraitare.
“Sta zitta razza di quercia nana!”. Il veemente fanciullo starnazzava come un’oca in calore, le gote velate di rosso, uno spruzzo impercettibile su una distesa di candore. L’autocontrollo finora tenuto a freno si liberò in un istante, scatenando un’esplosione di sfumature sul voto del ragazzo, calcificato in una smorfia di dolore.
Si alzò di scatto e iniziò a dimenarsi convulsamente, agitando le braccia tremanti che avvolgevano, controvoglia, la tenera pargoletta. Irrigidito, preoccupato, leggermente terrorizzato, non sapeva più come comportarsi per far tacere la piantina. Avrebbe dovuto obbedire.
“Ben gli sta! Ora, se non vuole davvero ritrovarsi con l’apparato uditivo lesionato, si sieda di scatto e mi ascolti attentamente…”. Pomona sapeva il fatto suo ed era pronta a raggiungere senza timore il fino primo della sua lezione improvvisata: dimostrare a tutti la tenerezza delle Mandragore.
“Usi l’indice destro delicatamente e accarezzi senza paura la cuccioletta che ha tra le mani!”. Era orgogliosa della materia che insegnava da anni, era la sua linfa vitale, ciò a cui non avrebbe mai potuto rinunciare.
“E io dovrei dimostrarmi caritatevole con questo bonsai dei poveri, dopo che ha deturpato il mio benessere?! Lei sta scherzando…”. Theodore, evidentemente scioccato, era recidivo a reagire positivamente.
“Senti Nott, ascolta la professoressa Sprite per favore. Abbiamo un esperimento da portare a termine entro la mezzanotte… Ricordi?!”. Romilda Vane, rimasta in silenzio fino ad un attimo prima, prese parola con vigore, a stuzzicare il giovane.
“Ma perché proprio a me, Merlino? Che ho fatto di male in una delle mie vite precedenti? Fui uomo di mala fama? Avrò forse raso al suolo un campo di Mandragore? Avrò scopa… ehm, passato una notte in allegria con una bisnonna di questa sanguisuga Grifondoro?”. La disperazione si leggeva chiara e nitida negli occhi di Theodore, sconforto che si rispecchiava nelle pupille infuocate della giovane.
“Sai cosa ti dico razza d’imbecille? Spero che te le stacchi le orecchie a suon di acuti… e anche qualcos’altro più in basso magari! Tanto non ti serviranno a niente entrambi… Mi scusi professoressa”. Così dicendo si voltò maldestramente e corse via, offesa nel profondo, bruciando nell’intimo, orgogliosa più che mai, come sempre, con il volto velato da un paio di lacrime amare, che morivano timide sulle due labbra carnose, serrate prepotentemente, emettendo solo qualche singhiozzo soffocato.
“Aspetta, Vane!”. L’urlo strozzato in gola si disperse nel cortile improvvisamente muto, attento, fermo. Con il capo chino guardò l’esserino che giaceva tra le sue mani, studiandolo attentamente, pronto ad agire, disgustato. Con un dito freddo si avvicinò lento, guardingo, in allerta. La piantina d’impatto si ritrasse sentendo il gelo toccarla, frignando lamentosa, poi, d’istinto, si fece cullare dal ritmo armonioso di quelle primordiali coccole. Ammansita, emettendo suoni gutturali quasi dolci, si lasciò accarezzare per qualche minuto, sotto gli sguardi inquisitori della folla.
Theodore Nott era circondato da bisbigli repentini, sguardi incantati accarezzavano la scena che prendeva vita armoniosa, tanta era la delicatezza, la naturalezza, la pace con qui toccava quelle foglie.
“Ecco, bene. Così, senza timore! La Mandragora si fida di lei… Non abbia paura!”. Seguendo i movimenti leggiadri del giovane, una catena monotona di carezze, la professoressa gli si avvicinò lentamente, per osservare meglio le mirabolanti imprese dello studente. La piccola piantina era gioiosa.
“Non dico che potrebbe prendere il mio posto signor Theodore, ma mi complimento con lei! Questa serenità ultraterrena che aleggia in lei mentre tocca la Mandragora è degna del mio completo rispetto! Trenta punti ai Serpeverde senza dubbio!”, la Sprite, evidentemente sorpresa e piena di felicità nell’anima, si preparava all’azione finale della sua promozione.
“Come potete vedere, cari studenti, se mettete da parte l’insensibilità e la paura, potrete trovare nelle cucciole di Mandragora delle fedeli amiche, antistress, quasi un animaletto domestico tenero, si faranno cullare serene della vostra calma…”. Degna delle migliori platee, Polmona aveva colpito ancora!
“Hanno bisogno di poche cure ma di tanto tanto affetto! Potete metterle sul vostro comodino, vicino alla finestra, riparate da una tenda leggera. Le sentirete russare a ritmo con voi la notte, godere dei deboli raggi solari che le solleticheranno, non si lamenteranno mai se le tratterete con cura. Ci potete parlare, potrete ripetere loro la lezione per il giorno dopo, sapranno partecipare al vostro dolore…”. Stava lentamente sfociando nel ridicolo, ma credeva fermamente in quello che enunciava. L’amore per quelle creaturine era immenso, ormai facevano parte del suo essere.
“Se vorrete adottarne una, la potrete tenere con voi fino a quando desiderate… Per qualsiasi problema potrete rivolgervi a me e io sarò pronta a darvi tutto il mio appoggio… Una Mandragora intorno è un sorriso in più al giorno!”. Parola di Pomona Sprite.
“Ne voglio una io!”. Calì Patil, tutta gioiosa e beata, mossa da un irrefrenabile istinto di sfida, ballonzolava allegra tra la folla per accaparrarsi la prima Mandragora. Probabilmente non intuiva la stazza dell’impegno che si stava per prendere.
“No, prima io professoressa!”. Lavanda Brown, con una gomitata ben piazzata, catapultò Calì contro Dean Thomas, agguantando vittoriosa il primo vasetto color oro.
“Per favore ragazze, un po’ di contegno, ce ne sono per tutti!”. In estasi per il successo ottenuto, divertita come una bimba che vede la prima nevicata della sua vita, Pomona donava sorrisi a destra e a manca, rivolgendosi ad ogni studente premurosamente, dedicando tutte le cure necessarie ad una presa di responsabilità così grande.
“Finnigan, passa il vasetto col fiocco blu a Colin!”. Un lavoro a catena stava prendendo vita ad Hogwarts: chi smistava, chi infiocchettava, chi trotterellava contento abbracciato alla piantina. Planavano consigli, riflessioni, contraddizioni. C’era anche chi trovava il tempo per imprecare contro se stesso.
“Scusi professoressa…”. Con voce profonda, piena di amarezza, Theodore richiamava l’attenzione della Sprite, che dalla fine dell’esperimento non lo aveva più degnato di uno sguardo.
“Dimmi Nott, vuoi ridarmela? Potrei affidarla a Marietta, vuole regalarla alla zia per Natale!”. Allungando le braccia coperte dal mantello corvino, tentò di riprendersi la creatura. Il ragazzo però non mollava la presa, la resistenza era potente, si stava preparando a parlare.
“Vede professoressa, visto che prima ho fatto arrabbiare la…Vane. Potrei portargliela in segno di pace, un armistizio temporaneo che ci permetta di continuare l’esperimento di Silente…? E visto inoltre che so come trattarla ormai… Direi che potrei provare ad… accudirla. Sempre che lei sia d’accordo ovviamente.”. Ormai il rossore nel viso del giovane si accoppiava teneramente al bordeaux del fiocco nel vasetto.       
Senza aggiungere parola alcuna si avvicinò al giovane e scoccandogli il sorriso più riconoscente della giornata, gliela lasciò, seguendolo con lo sguardo mentre si allontanava fiero tra le alte torri del castello.
 
“Buongiorno Mezzosangue.” Il tono solenne e aulico spezzò la quiete angelica della Guferia. Ciò che aveva appena pronunciato non le pesava un gran che, anzi, probabilmente la divertiva, la estasiava, ne andava fiera.
“Ben arrivata mongolfiera bipede!”. L’asprezza delle parole era giustificata, dettata dal rammarico per l’offesa appena ricevuta. Non era il tipo che si attaccava a certi cavilli, sapeva essere superiore. Quella parola però gli logorava il fegato, stare zitto era impossibile.
“Mai pensato di rinchiuderti al San Mungo? Sarebbe una liberazione per tutti noi, soprattutto, ci sarebbe più… pulizia. Se ti porti dietro anche un altro paio di tuoi amichetti ci faresti decisamente un favore. La purezza di questa scuola, l’alto onore dei maghi che la frequentano, il prestigio e la fama vengono continuamente infangate da soggetti sporchi come te”. La faida continuava senza sosta.
“Mai pensato di tapparti quella boccaccia fetida? Magari chiudendo quella fornace ingerisci anche meno cibo… Sempre che non ti venga l’istinto di aspirarlo col naso”. Botta e risposta a ritmo di danza: la passione di un tango, nel difendersi, nello schivare le ardenti frecciate, il ritmo tonante di una coreografia hip-hop, per scandire il battere della propria superiorità.
Nessuno dei due “ballerini” aprì bocca per una decina di minuti, indifferenti l’uno all’altro, decisi ad ignorarsi fino a notte fonda. Compromessi? No, grazie.
Avevano vagliato ogni singola pietra della stanza, conoscevano a menadito il piumaggio di tutti i gufi presenti, anche la più piccola crepa nel muro non era più un mistero. Non si curavano minimamente l’uno dell’altro. Rimuginando silenziosi, si studiavano con la mente, mettendo a tacere il cuore, pronti ad essere più spietati che mai.
La grande finestra esprimeva muta il tormento di un inverno freddo che incombeva, l’incalzare impercettibile del gelo, che si sedimenta tra le ossa, era la bora che spazzava via le paure.
Il grande Albero Picchiatore si ergeva impassibile, sovrano incontrastato di quella distesa verde bottiglia, incupita dal grigiore del cielo. Gazza rastrellava affranto, sistemandosi di tanto in tanto la giacca logora che lo proteggeva apparentemente. Un turbinio di foglie secche imperversava maestoso, nuove adepte, piccole e indifese, macchie gialle, rossastre, marroni, ingrossavano fiere il tornado lento, che si muoveva indisturbato tra gli studenti infreddoliti.
La luce fioca del Sole era contrastata dalla prepotenza delle nuvole, vincitrici della battaglia per il dominio del cielo. Una coltre di fumo denso usciva dal camino della piccola dimora di Hagrid. L’aria profumava di erba appena tagliata e l’odore della pioggia che incombeva rapida caratterizzava quella giornata pungente, che si doveva riscaldare col cuore.


“Sai cosa ti dico, foca arenata sulla spiaggia?” Seamus Finnigan non dava segni di mancamento.

“Dimmi pure, fallito!” Millicent Bulstrode affondava l’accusa senza pietà, sapendo di colpirlo al cuore. Godeva, indecente, aspra, livida.
Il duello non sembrava voler cessare. I due litiganti, più caparbi che mai, avevano abbastanza linfa in corpo da continuare fino al calar della sera, imperterriti, indifferenti, agguerriti.
“Vado a fare un giro. Meno vedo la tua faccia da scrofa, meglio sto!”. Non era semplice astio tra casate. Seamus non poteva, non voleva rinnegare le sue origini, ma ne pagava, silenzioso, le conseguenze. L’aratro pesante che doveva portarsi dietro era deleterio, acerrimo, dolente, un giogo che lo incatenava a vita.
“Vai pure dai tuoi amichetti pezzenti! Sapranno accudirti e coccolarti nei migliori dei modi!”. Odiava i Grifondoro, Granger sott’intesa. Odiava il loro essere superiori nonostante tutto, detestava che avessero sempre la meglio anche essendo costellati da impuri, non sopportava di vederli spadroneggiare sempre e comunque.
Come il rosso fa infervorare il toro, il sol nominare quella casata la rendeva ancor più acida. Non si dava pace e procedeva con la sua rivolta morale. Avrebbe vinto, ad ogni costo. Nello scontro tra singoli maghi, i Serpeverde avevano la vittoria in pugno, a parer suo.  
“E tu vai dal tuo amichetto Tiger allora… Fuoco e fiamme mi pare… Non è forse vero, “porca Milly”? Mi sembrava fosse proprio questo l’epiteto che ti aveva affibbiato, o mi sbaglio?”
Aveva vinto, con l’inganno, aveva avuto la meglio, tradendo la promessa al nemico, aveva primeggiato sferrando, con scorrettezza, una debolezza fatale. Ferirla non aveva provocato piacere, non assaporava il frutto dell’oltraggio commesso, non sentiva l’adrenalina salire, anzi, dopo aver pronunciato quelle parole sentiva un nodo in gola, l’amaro del sangue sul palato, una fitta lancinante allo stomaco.

Con gesto veloce, l’avversaria aveva estratto la bacchetta dalla tasca udendo quelle meschine parole, piccoli fiocchi di neve che non si scioglievano e creavano un cumulo sporco nel cuore. Pronunciando pochi fugaci sussurri, aveva scagliato tutto il suo odio contro il mago, ferendolo senza esitazione.
“Crepa”. La parola che segnò l’abisso.
 
Beta reader: Lucy Light

N/A: Premetto! Questo capitolo è stato sudato… ma che dico… di più! Lo trovo anche un minimo inutile…però volevo toccare certi aspetti…e introdurre le due nuove coppie…le ultime che si incontreranno complete per l’esperimento…altre verranno menzionate solamente. Siccome mi sento molto Millicent in certi casi della vita…l’ho voluta introdurre. Spero vi sia piaciuta la campagna “Adotta una Mandragora anche tu!”….un tantino demenziale…lo devo ammettere!scusate!fatemi sapere!miei fedeli lettori….vi voglio bene!mi riempite il cuore di gioia!certi autori non si perdono un mio aggiornamento e per me è davvero importante!mi commuovete!tanti baci :D

 
 
Ringraziamenti a tutti i lettori…e in particolare a:
 
>Ashley Snape: amoreeeeee!spero ti sia piaciuto questo chappy! Grazie 1000 per le ficcy che mi hai dedicato!sono commossa….soprattutto perché sono divina!!! Fammi sapere cosa ne pensi di questo!tadb

>granger90: carissima!harry/herm arriveranno tra qualche capitolo…più che altro perché ho pensato di aggiungere queste due coppie per farle sviluppare in modo particolare…spero tu abbia gradito!fammi sapere!un bacio


>SusyE: carissima!!!sei sempre troppo buona!!!ti ringrazio infinitamente!spero ti piaccia anche questo chappy!fammi sapere!un bacio


>daphne_91:tesoro mio bellissimo!!!non vedo l’ora di incontrarti!!!che ne pensi di questo chappy!?fammi sapere!bacio baciotto


> fra91: ma sei un tesoro carissima!!!i tuoi commenti sono i più cari che ricevo!!! Sono felicissima che ti piaccia la mia ficcy…ho voluto introdurre queste due nuove coppie…spero ti piacciano…fammi sapere mi raccomando!un bacione


>milly92: quanti complimenti carissima!!!mi fai arrossire!!!non sono affatto brava…ci provo!fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo chappy!è un po’ particolare…un bacione


>_sissy_:ma quanto buona sei salvietta del mio cuor!? Mi lusinghi davvero troppo…non merito cotanta beltà….questo chappy è meno nel “nostro stile”…e non so se mi spiego…il prossimo invece…prevedo fuoco e fiamme!!!fammi sapere che ne pensi!!!un bacionissimo


>NiraMalfoy: ehilà carissima!!!ma quanto sei gentile!!!sono qui che gongolo felice e beata!il chappy è un po’ particolare…soprattutto per la Sprite…il prossimo esaudirà la tua curiosità su herm/blaise…fammi sapere che ne pensi di questo!un bacione


>marco: eh eh…in quella scuola non si pensa ad altro!!!questo chappy è stato un po’ uno staccare la spina da quegli intrecci che potevano risultare pesanti…anche se il piccantino non mancherà in seguito…a presto!


>Vesuvium: che bello!mi hai aggiunta ai preferiti!!!me emozionata e piangente!!!wooooooow!fammi sapere che ne pensi di questo!un bacione


>DarkGiliath:grazie cara!davvero troppo buona!che ne pensi di questo? Fammi sapere se ti va!un bacio


>HermyKitty:sei sempre la più accurata nei commenti…analizzi sempre ciò che mi preme che il lettore colga…ti accorgi dei particolari, delle sfumature…i tuoi commenti sono sempre i migliori…non perché sono i più lunghi solamente, ma perché sono ricercati e veritieri!ti ringrazio davvero molto!fammi sapere che ne pensi di questo!un bacio


>_Bad_Tom_:ecco l’aggiornamento!il capitolo è un po’ strano, ma spero tu possa apprezzarlo comunque…fammi sapere!un bacio


>minako83:grazie per aver aggiunto la mia storia tra le tue preferite!che onoreee!che ne pnsi di questo chappy?spero ti piaccia1fammi sapere!un bacio  



  
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