Il pomeriggio, per Atsushi, era il momento migliore della giornata.
Aveva già sorpassato la mattina, con la scuola, i volti, le persone, le chiacchiere, era sopravvissuto alle loro ipocrisie e per un’altra metà di giornata avrebbe potuto fare a meno di sorridere falsamente come un idiota, cosa che gli dava un vero sollievo; ma ancora era distante dalla sera, il cui buio portava con sé i pensieri negativi, le riflessioni esistenziali, la conta di difetti e pregi –e i difetti risultavano sempre maggiori di numero, ovviamente. Il pomeriggio era l’unico momento in cui si sentiva veramente sereno, soprattutto se Norihito acconsentiva a venire a casa sua o lo invitava a casa propria: allora Atsushi si stendeva sul letto dell’altro, fingendo di studiare molto più di quanto gli fosse necessario –lui dopo due sole letture aveva già memorizzato tutto- solo per poter osservare l’altro di soppiatto.
Poche ore di pace e tranquillità, che trascorrevano dolcemente.
Verso le sei, poi, quando il pomeriggio si accingeva a finire per lasciare posto ai dubbi della sera, Atsushi gettava i libri e si avvicinava a Norihito, che di fatto smetteva anche lui di studiare dal momento che non riusciva a concentrarsi con le mani dell’altro infilate sotto la maglietta.
“Come mai hai sempre le mani fredde?” commentò stringendogli i polsi senza troppa intenzione.
Atsushi scrollò le spalle e affondò il viso nella sua spalla, respirando piano.
“Mani fredde cuore caldo, no?” disse, sorrise sentendo l’altro sbuffare.
“Non ci credi?” lo interrogò ironico.
Norihito scosse il capo e si voltò leggermente, le sue mani lasciarono i suoi polsi e gli andarono ad accarezzare il volto. “Ti sbagli. Sei tu a contare i tuoi difetti, sei tu a non crederci” disse. La sua voce si abbassò in un sussurro. “Io ci credo” aggiunse e poi gli strappò un bacio dall’espressione sorpresa.
Atsushi chiuse gli occhi: era il momento della giornata in cui Norihito scioglieva i suoi dubbi e rendeva la sua giornata piena di qualcosa –esattamente non sapeva cosa fosse quel qualcosa, ma lo faceva stare bene.
E questo bastava a rendere il pomeriggio la parte migliore della giornata.
---**C'era una volta una melaH...**
'giorno c:
Oggi pomeriggio dovrò studiare per cui ho deciso di aggiornare stamattina -ho scritto gli ultimi due capitoli di questa raccolta ieri sera, per cui credo che la concluderò in settimana. Come sempre, sono un po' triste perché finisce ;w; Mi rattristo sempre quando completo qualcosa, però al contempo mi dispero quando non riesco a finirle (??) roba da scrittici di fanfiction psicologicamente instabili, insomma
Parlando del capitolo... beh, la riflessione sul pomeriggio come parte migliore della giornata mi appartiene, e ho voluto trasferirla ad Atsushi che in effetti vedo molto come tipo che passa la notte ad interrogarsi sulla propria esistenza -perché è un vigliacco, un egoista, un ipocrita, non fa quasi mai la cosa giusta, e perché ne è consapevole. Anche Norihito, che lui tende ad idealizzare, in realtà è un concentrato di difetti e non è meno stronzo di lui, ma a differenza di lui è capace di accettare i propri difetti "alla luce del giorno". Il pomeriggio è quindi un punto d'incontro, diciamo <3
Spero che vi sia piaciuto, ci vediamo nell'ultimo capitolo!
Baci,
Roby