I missed you so much
È
incredibile come delle semplici nuvole possano fungere da grande
schermo di un cinema; esse sono bianche come un foglio e io ci ho
disegnato sopra, ho colorato ad acquarello ogni singola scena della mia
splendida vacanza a Parigi, poi le ho fatte scorrere come su un nastro,
come un film.
Realizzo appena ora che, in realtà, non sono seduto su una
poltrona rossa di un cinema, ma su un posto qualunque su un aereo
diretto per la capitale francese e, se non erro, tra poco dovrei
cominciare ad atterrare. Al solo pensiero che sto per toccare
l’amata terra parigina, il mio cuore accelera i suoi battiti
e le mia mani cominciano a vibrare.
Tra poco rivedrò Monique in carne ed ossa e ancora non mi
sembra vero. Mi sono abituato troppo alla sua immagine virtuale al
computer. La sua pelle e il suo profumo mi mancano intensamente. Non
vedo l’ora di riabbracciarla, stringerla forte e di
assaporare le sue labbra. Monique mi manca in tutti i sensi.
Ripenso ancora con enorme curiosità alla sorpresa che mi sta
portando e tutt’ora non riesco ad immaginare di cosa possa
trattarsi. Monique, però, non sa che anche io ho qualcosa
per lei e mi auguro che le possa piacere veramente tanto: nella
valigia, sotto tutti i miei vestiti piegati, tengo un album di
fotografie. Sono le più belle che io e Monique abbiamo
scattato durante quella vacanza e io le ho stampate in camera mia con
l’apposita carta fotografica. Mi è costata un
po’, ma ne è valsa la pena. Sono soddisfatto di
ciò che ne è uscito fuori.
Mi sono anche cimentato nello scrivere qualche didascalia romantica,
giusto per dare un tocco in più al tutto, ma lo ammetto, mi
sono fatto aiutare da mia sorella Gemma. Monique non lo
saprà, potrei rovinarle l’entusiasmo, ne sono
certo.
Ora che mi ritorna in mente, quando l’aereo era ormai giunto
in cielo ed era appena finito il decollo, avevo cominciato un monologo
mentale sul vero amore. Sì, mi ricordo, mi ero chiesto se
l’amore vero esiste e se nella vita si presenta una sola
volta.
A dire il vero non ho ancora trovato una risposta certa, ma se dovessi
guardare indietro nel passato e rendermi conto, invece, di quello che
sto facendo adesso nel mio presente, oserei dire che sì,
l’amore vero esiste, ma non so ancora se quello che provo per
Monique sia unico e irripetibile.
Non posso conoscere il futuro, non so se tra qualche anno
potrò innamorarmi di qualcun altro (e se lo
farò,probabilmente non sarà come questa volta),
ma so per certo che io, Harold Edward Styles, in questo momento amo
follemente Monique Fountain e tra poco sto per riviverla tra le mie
braccia. L’ho conosciuta per caso, vissuta per due brevi mesi
e desiderata per altri cinque, i più lunghi mai passati. Ed
è strano, perché un amore grande si coltiva col
tempo, invece a me è successo tutto di fretta. E’
questo ciò che mi ha sconvolto, ma mi piace sentirmi
così. Mi provoca i brividi, le palpitazioni, vivo per
davvero.
All’improvviso i miei pensieri vengono interrotti
dall’avviso di atterraggio dato da un’hostess a
bordo. Dobbiamo tutti riallacciarci le cinture di sicurezza ma io, la
mia, non l’ho mai slacciata. Ci siamo finalmente.
Spontaneamente il mio viso esplode in un sorriso da ebete, sbatto le
ciglia e mi gratto il mento. Non posso crederci, manca così
poco e posso dire ancora una volta di trovarmi a Parigi. A Parigi con
lei, Monique, la mia ragazza.
Finalmente atterrati, noi passeggeri ci alziamo dai nostri posti e pian
piano usciamo dall’aereo. Mentre scendo le scale in ferro,
godo dell’aria primaverile francese sorridendo come un
bambino felice e, guardandomi attorno, riconosco lo stesso ambiente che
mesi fa mi hanno accolto per la prima volta qui. È una
sensazione bellissima.
Con una navetta raggiungo un’entrata
dell’aeroporto. Entro e ciò che devo fare
è trovare la mia valigia. Per fortuna non perdo troppo tempo
nel cercarla e, una volta trovata e afferrata, mi dirigo verso le porte
scorrevoli. Sto per passarci attraverso, non riesco a crederci.
Ciò che trovo è una folla di persone che stanno
aspettando impazienti i loro amici o parenti, nella quale spero subito
di trovare Monique. La cerco disperato con gli occhi, la voglio vedere,
non resisto più. Mi mescolo tra la gente cercando la mia
ragazza.
-Harry! Harry! Sono qui!- urla una voce femminile che mi suona molto
familiare. Monique mi sta chiamando e mi volto di scatto dietro di me,
ma ancora non la vedo. Mi volto a destra, i miei occhi scrutano in ogni
angolo del mio campo visivo e finalmente, ora, vedo la mia Monique che
mi guarda agitando un braccio in aria per farsi vedere. Sui nostri
volti si aprono due sorrisi così grandi che ci sembra di
avere solo quelli in faccia.
Io comincio ad raggiungere Monique a passi svelti, vorrei correre. La
mia valigia pesa un po’, ma la mia fretta di stringere forte
Monique mi fa muovere le gambe più veloce che posso.
Mi rende ancora più felice vedere che lei al collo porta
ancora la collana che le ho regalato io il giorno del mio ritorno a
Doncaster, come tutte le volte che la vedevo nel mio schermo del
computer. Quella collana non se l’è mai tolta, la
amo quella ragazza.
Monique corre verso di me aiutandomi ad accorciare di fretta le
distanze per poi annullarle del tutto allargando le sue braccia in
procinto di avvolgermi. Mollo la presa dal mio bagaglio e spiego i miei
arti come grandi ali, finalmente toccando per davvero ciò
che è il corpo esile della mia ragazza, proprio degno di una
modella.
Io e Monique ci abbracciamo forte, fortissimo, godiamo del nostro
calore che fin ora si è sentito gelido e ridiamo come
bambini. Dopo tanto tempo, i miei polmoni respirano ancora il dolce
profumo dei suoi capelli e della sua pelle e il mio petto, rimasto
dormiente da mesi, ricomincia a percepire il battito del cuore di lei,
il quale riprende a giocare col mio pulsando all’unisono.
-Mi sei mancata tantissimo, chèrie- le dico piano
all’orecchio in inglese, a parte il suo soprannome che le ho
affibbiato. Preso troppo dalle mie emozioni mi dimentico che devo
riprendere a parlare in francese e me ne accorgo subito dopo, ridendo
imbarazzato.
-Anche tu mi sei mancato, amore- mi risponde Monique, e la cosa che mi
sorprende è che anche lei mi ha parlato in inglese. La sua
erre moscia mi intenerisce.
Rialzo la testa dalla spalla di lei e guardo la mia ragazza negli
occhi. Le luccicano per la felicità.
-Parli bene l’inglese- mi complimento con lei giocando, ma
stavolta riprendo a masticare il francese.
-A dire il vero sono ancora un po’ impacciata nel parlarlo,
ma sto diventando brava- ammette Monique parlando la sua lingua madre.
–Mi serve per lavoro- aggiunge, poi il suo sorriso esplode
un’altra volta. Lei non smette di guardarmi, io faccio lo
stesso e finiamo per baciarci. Le mie labbra cascano pesantemente su
quelle dolci di Monique e le nostre lingue cominciano a farsi spazio
nelle nostre bocche, giocando come non facevano da un tempo che mi pare
un secolo.
Poggio delicatamente le mani sulle guance di Monique come se avesse la
pelle fatta di porcellana e continuo a godere di ciò che
è il nostro bacio più atteso.
-Ti ho portato la sorpresa- mi dice Monique contenta una volta essersi
staccata dalle mie labbra.
Finalmente sto per sapere cosa mi vuole regalare, sto fremendo dalla
voglia di scoprire cos’è.
-Sai, anch’io te ne ho fatta una- le confesso con aria
maliziosa.
-Davvero? Cosa?- mi chiede Monique curiosissima. Leggo nella sua
espressione che proprio non se l’aspettava.
-Prima devi darmi la tua- le proposi la condizione, non ce la facevo
più ad aspettare.
-No, prima tu!
-Ehi, io aspetto da tantissimo tempo questa sorpresa, tu della mia
l’hai saputo solo adesso!
-E con ciò?
Io e Monique scoppiamo a ridere rimanendo ancora abbracciati e
abbassiamo lo sguardo. Non ne usciamo proprio fuori da questo gioco, ma
per fortuna mi è venuta un’idea.
-Facciamo così, al mio tre tiriamo fuori le nostre sorprese,
va bene?- proposi alla mia ragazza.
-Uhm, ci sto- accetta lei.
Monique apre la cerniera della sua borsa e io mi chino verso la mia
valigia, pronto per aprirla e scavare sotto le mie cose. Aperta la
valigia, infilo le mani sotto i jeans, le magliette e la custodia con la
macchina fotografica, e sento con le
dita la copertina rigida dell’album di foto. Ora posso
cominciare a contare.
-Uno.. due..
Monique introduce una mano nella sua borsa e intuisco che tiene
già ferma tra le sue dita la sorpresa per me.
-Tre!
Tiro fuori dalla valigia l’album di foto fatto da me e noto
con stupore che Monique ha in mano un oggetto molto simile. Anzi, mi ha
regalato la stessa e identica cosa: un raccoglitore di foto!
-Ma che cos.. non ci credo!- esclamo sbalordito dalla coincidenza e mi
trattengo dal ridere.
-Oh, non ci posso credere!- dice Monique rimanendo con la bocca
spalancata.
Entrambi avevamo pensato alla stessa cosa e gli unici particolari che
differenziavano i nostri regali erano il colore della copertina e il
modello dell’album. E ovviamente anche la disposizione delle
foto insieme alle didascalie.
Ci scambiamo i nostri album con espressioni incredule stampate in
faccia e li apriamo. Quello che mi ha regalato Monique ha le pagine
color rosa confetto e sopra sono incollate le foto che durante i nostri
mesi di lontananza le ho inviato tramite posta elettronica; sono le
stesse che ho messo io nel mio raccoglitore a parte qualcuna.
-Non so che dire, è assurdo- dico mentre sfoglio le pagine
rosa di questo bellissimo album.
-Incredibile- aggiunge Monique stringendo tra le braccia il mio regalo.
E la cosa strana è che nessuno dei due ha voluto
impacchettare la propria sorpresa.
-Beh, ti ringrazio comunque tantissimo per questo splendido pensiero,
davvero- le dico chiudendo l’album e baciando la mia ragazza
a fior di labbra. –Anche se è uguale al mio-
aggiungo ridacchiando dopo il bacio. Monique viene contagiata dalla mia
risata.
-Ti ringrazio anch’io! Per il regalo e la coincidenza-
risponde lei senza eliminare quel suo radioso sorriso.
Alle fine son contento che entrambi abbiamo avuto la stessa idea per la
sorpresa: con quelle foto scattate nella tanto amata Parigi, nessuno di
noi due potrà scordare quella vacanza. I ricordi, di certo,
si cancellerebbero difficilmente dalla nostra testa, ma con queste foto
essi potranno essere più forti e vividi nel tempo e ogni
volta che io e Monique le guarderemo, ci ricorderemo delle frasi che ci
siamo detti, delle risate, delle emozioni che danzavano nel nostro
petto, dei profumi, degli sguardi scambiati in continuazione e dei baci
vissuti con passione.
Vorrei dirlo a Monique e farle notare che questi due album di
fotografie ci saranno per sempre utili, ma abbiamo una settimana intera
per viverci e, adesso, l’unica cosa che voglio fare
è cominciare una nuova e bellissima vacanza con la mia
ragazza. Ho tempo per dirle tutto quello che mi frulla per la testa.
-Non vedo l’ora di rivedere la Tour Eiffel, di bere un
caffè al bar Reine, di prendere un battello sulla Senna di
sera..- comincio l’elenco dei posti in cui voglio
assolutamente tornare.
-Insomma, vuoi rivedere tutti i posti in cui siamo stati insieme-
osserva astuta Monique.
-Sì, hai ragione- affermo.
-Quindi scommetto che non vedi anche l’ora di tornare a casa
mia dove ti aspettano i miei genitori, giusto?
-Oh, ehm.. loro non li avevo calcolati- mento, tanto per scherzare.
Sapevo bene che dormire a casa di Monique avrebbe comportato qualche
scontro con i suoi genitori snob, ma ne vale la pena. Per una settimana
qualche sacrificio si può fare.
-Che stupido- dice lei alzandosi sulle punte dei piedi e strofinandomi
i ricci. –Dai, cominciamo ad andare? Mamma e papino ci stanno
aspettando!- aggiunge Monique ridendo con la punta della lingua tra i
denti e corrucciando il naso.
Seguo la mia ragazza a ruota, la quale ha già cominciato a
camminare, e la raggiungo cingendole la vita con un braccio. Lei mi
stringe altrettanto e raggiungiamo l’uscita
dell’aeroporto stretti come due pappagallini inseparabili,
dove ci aspetta un taxi.
È vero, io e Monique siamo proprio inseparabili come quella
tipologia di pappagallini: quando stiamo insieme non riusciamo a
staccarci l’uno dall’altro; quando veniamo
separati, invece, ci vien voglia di morire.
Non importa quanto ci ho messo a conoscerla, ma l’ho
conosciuta.
Non importa quante cose abbiamo fatto insieme, ma le abbiamo fatte.
Non importa se lei è francese e io inglese, ma ci amiamo.
Non importa se abitiamo lontani, ma ci vediamo.
Non importa se starò con lei solo una settimana, ma so che
la rivedrò ancora.
Non
Non importa se gli altri pensano che tutto questo sia assurdo, per
quanto a volte possa sembrare assurdo anche a me, ma Monique
sarà sempre e solo la mia signorina.
La guardo mentre osserva tranquilla fuori dal finestrino del taxi e
stringe la mia mano. È bellissima.
Non immagino un’altra vita senza di lei, perché
lei è Monique, il mio tesoro, ma chèrie.
"Non importa se gli altri pensano che tutto questo sia assurdo, per quanto a volte possa sembrare assurdo anche a me, ma Monique sarà sempre e solo la mia signorina".
dopo 85746256988485865 anni, JulieMary si è decisa a scrivere e a pubblicare l'ultimo capitolo di Ma Chèrie.
come giustifico il mio ENORME ritardo?
beh, ho dovuto studiare per tutto fine aprile e tutto maggio per salvarmi la pelle a scuola.
ci sono riuscita?
NO.
ebbene sì, ci sono rimasta di mierda, ma sono stata bocciata.
pensarci mi da fastidio, dato che ho studiato e che mi mancava davvero POCHISSIMO per essere almeno rimandata, ma i prof hanno deciso di non darmi una mano (cosa ODIOSA, dato che con tanti miei compagni, invece, hanno chiuso un occhio).
ma va beh, non siamo qui per parlare della mia schifosa carriera scolastica, perciò parliamo della storia.
che dire? E' FINITAAAA.
Harry è finalmente tornato a Parigi dalla sua Monique e alla fine ha scoperto che l'attesa sorpresa è uguale a quella che lui voleva fare alla sua lei!
il capitolo scorso avevo detto che ci sarebbe stato un finale molto UAAAO, ma alla fine ho dovuto cambiare programma.
va beh, anche così, come vi pare questo epilogo?
io sono FELICISSIMA che i nostri Harrique si siano ritrovati, aw :3
secondo voi come passeranno questa bellissima settimana regalata da mamma Anne?
questo non lo so nemmeno io AHAHAHA (?)
boh, non capisco perchè rido.
stavo pensando ad un sequel, non so, a voi andrebbe?
però poi ho pensato che devo cominciare le raccolte di songfic e vi dirò.. ho in mente anche una long!
ma ricordate, NON E' NIENTE DI DECISO.
si vedrà.
passiamo ai ringraziamenti *prende in mano la statuina dell'Oscar* *sale sulla pedana* *si schiarisce la voce*
VORREI RINGRAZIARE DI CUORE, PRIMA DI TUTTO, LE RAGAZZE CHE HANNO LETTO LA STORIA FINO A QUI.
SIETE STATE FANTASTICHE E VI DICO UN GRANDE GRAZIE PER AVER SCELTO DI SEGUIRE MA CHERIE.
INOLTRE VORREI RINGRAZIARE MILLEMENTE (?) TUTTE LE RAGAZZE CHE:
-hanno recensito
-hanno aggiunto la storia alle preferite/ricordate/seguite
RINGRAZIO ANCHE LA DOLCISSIMA E BRAVISSIMA Mi piace il cioccolato PER AVER CREATO DEI BELLISSIMI OUTFIT PER LA MIA MONIQUE.
INSOMMA, GRAZIE A TUTTE.
...e poi si scopriì che JulieMary, in realtà, fa pena con i ringraziamenti.
sono contenta che questa storia vi sia piaciuta, a me è piaciuto molto scriverla per voi directioners (:
mi scuso MOLTO per il ritardo, ma ormai le ragioni le sapete.
sicuramente ho scordato qualcosa, ma ora non mi viene in mente, pff.
alla prossima ragazze, ci riscriviamo nelle nuove fanfiction!
BYEBYE.
PS: il fotomontaggio finale non è mio, è di google (w la sincerità).