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Autore: JulieMary    16/06/2013    9 recensioni
Sorrisi felice, troppo eccitato per rendermi davvero conto di ciò che stavamo per fare io e lei.
-Tutto ciò che voglio sei tu, ma chèrie- le soffiai a due centimetri dalla sua bocca socchiusa. Monique tirò fuori la punta della lingua e provocò le mie labbra leccandole.
-Dillo ancora- sussurrò quasi la ragazza.
-Voglio solo te, ma chèrie- l’accontentai e ricominciammo a baciarci con foga. Subito dopo, lei cominciò a sfilarsi il maglioncino e la canottiera, mostrandomi due seni perfetti coperti da un reggiseno in pizzo rosa antico.
––––•(-•♥•-)•––––
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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macherie
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13

I missed you so much












È incredibile come delle semplici nuvole possano fungere da grande schermo di un cinema; esse sono bianche come un foglio e io ci ho disegnato sopra, ho colorato ad acquarello ogni singola scena della mia splendida vacanza a Parigi, poi le ho fatte scorrere come su un nastro, come un film.
Realizzo appena ora che, in realtà, non sono seduto su una poltrona rossa di un cinema, ma su un posto qualunque su un aereo diretto per la capitale francese e, se non erro, tra poco dovrei cominciare ad atterrare. Al solo pensiero che sto per toccare l’amata terra parigina, il mio cuore accelera i suoi battiti e le mia mani cominciano a vibrare.
Tra poco rivedrò Monique in carne ed ossa e ancora non mi sembra vero. Mi sono abituato troppo alla sua immagine virtuale al computer. La sua pelle e il suo profumo mi mancano intensamente. Non vedo l’ora di riabbracciarla, stringerla forte e di assaporare le sue labbra. Monique mi manca in tutti i sensi.
Ripenso ancora con enorme curiosità alla sorpresa che mi sta portando e tutt’ora non riesco ad immaginare di cosa possa trattarsi. Monique, però, non sa che anche io ho qualcosa per lei e mi auguro che le possa piacere veramente tanto: nella valigia, sotto tutti i miei vestiti piegati, tengo un album di fotografie. Sono le più belle che io e Monique abbiamo scattato durante quella vacanza e io le ho stampate in camera mia con l’apposita carta fotografica. Mi è costata un po’, ma ne è valsa la pena. Sono soddisfatto di ciò che ne è uscito fuori.
Mi sono anche cimentato nello scrivere qualche didascalia romantica, giusto per dare un tocco in più al tutto, ma lo ammetto, mi sono fatto aiutare da mia sorella Gemma. Monique non lo saprà, potrei rovinarle l’entusiasmo, ne sono certo.
Ora che mi ritorna in mente, quando l’aereo era ormai giunto in cielo ed era appena finito il decollo, avevo cominciato un monologo mentale sul vero amore. Sì, mi ricordo, mi ero chiesto se l’amore vero esiste e se nella vita si presenta una sola volta.
A dire il vero non ho ancora trovato una risposta certa, ma se dovessi guardare indietro nel passato e rendermi conto, invece, di quello che sto facendo adesso nel mio presente, oserei dire che sì, l’amore vero esiste, ma non so ancora se quello che provo per Monique sia unico e irripetibile.
Non posso conoscere il futuro, non so se tra qualche anno potrò innamorarmi di qualcun altro (e se lo farò,probabilmente non sarà come questa volta), ma so per certo che io, Harold Edward Styles, in questo momento amo follemente Monique Fountain e tra poco sto per riviverla tra le mie braccia. L’ho conosciuta per caso, vissuta per due brevi mesi e desiderata per altri cinque, i più lunghi mai passati. Ed è strano, perché un amore grande si coltiva col tempo, invece a me è successo tutto di fretta. E’ questo ciò che mi ha sconvolto, ma mi piace sentirmi così. Mi provoca i brividi, le palpitazioni, vivo per davvero.
All’improvviso i miei pensieri vengono interrotti dall’avviso di atterraggio dato da un’hostess a bordo. Dobbiamo tutti riallacciarci le cinture di sicurezza ma io, la mia, non l’ho mai slacciata. Ci siamo finalmente.
Spontaneamente il mio viso esplode in un sorriso da ebete, sbatto le ciglia e mi gratto il mento. Non posso crederci, manca così poco e posso dire ancora una volta di trovarmi a Parigi. A Parigi con lei, Monique, la mia ragazza.
Finalmente atterrati, noi passeggeri ci alziamo dai nostri posti e pian piano usciamo dall’aereo. Mentre scendo le scale in ferro, godo dell’aria primaverile francese sorridendo come un bambino felice e, guardandomi attorno, riconosco lo stesso ambiente che mesi fa mi hanno accolto per la prima volta qui. È una sensazione bellissima.
Con una navetta raggiungo un’entrata dell’aeroporto. Entro e ciò che devo fare è trovare la mia valigia. Per fortuna non perdo troppo tempo nel cercarla e, una volta trovata e afferrata, mi dirigo verso le porte scorrevoli. Sto per passarci attraverso, non riesco a crederci. Ciò che trovo è una folla di persone che stanno aspettando impazienti i loro amici o parenti, nella quale spero subito di trovare Monique. La cerco disperato con gli occhi, la voglio vedere, non resisto più. Mi mescolo tra la gente cercando la mia ragazza.
-Harry! Harry! Sono qui!- urla una voce femminile che mi suona molto familiare. Monique mi sta chiamando e mi volto di scatto dietro di me, ma ancora non la vedo. Mi volto a destra, i miei occhi scrutano in ogni angolo del mio campo visivo e finalmente, ora, vedo la mia Monique che mi guarda agitando un braccio in aria per farsi vedere. Sui nostri volti si aprono due sorrisi così grandi che ci sembra di avere solo quelli in faccia.
Io comincio ad raggiungere Monique a passi svelti, vorrei correre. La mia valigia pesa un po’, ma la mia fretta di stringere forte Monique mi fa muovere le gambe più veloce che posso.
Mi rende ancora più felice vedere che lei al collo porta ancora la collana che le ho regalato io il giorno del mio ritorno a Doncaster, come tutte le volte che la vedevo nel mio schermo del computer. Quella collana non se l’è mai tolta, la amo quella ragazza.
Monique corre verso di me aiutandomi ad accorciare di fretta le distanze per poi annullarle del tutto allargando le sue braccia in procinto di avvolgermi. Mollo la presa dal mio bagaglio e spiego i miei arti come grandi ali, finalmente toccando per davvero ciò che è il corpo esile della mia ragazza, proprio degno di una modella.
Io e Monique ci abbracciamo forte, fortissimo, godiamo del nostro calore che fin ora si è sentito gelido e ridiamo come bambini. Dopo tanto tempo, i miei polmoni respirano ancora il dolce profumo dei suoi capelli e della sua pelle e il mio petto, rimasto dormiente da mesi, ricomincia a percepire il battito del cuore di lei, il quale riprende a giocare col mio pulsando all’unisono.
-Mi sei mancata tantissimo, chèrie- le dico piano all’orecchio in inglese, a parte il suo soprannome che le ho affibbiato. Preso troppo dalle mie emozioni mi dimentico che devo riprendere a parlare in francese e me ne accorgo subito dopo, ridendo imbarazzato.
-Anche tu mi sei mancato, amore- mi risponde Monique, e la cosa che mi sorprende è che anche lei mi ha parlato in inglese. La sua erre moscia mi intenerisce.
Rialzo la testa dalla spalla di lei e guardo la mia ragazza negli occhi. Le luccicano per la felicità.
-Parli bene l’inglese- mi complimento con lei giocando, ma stavolta riprendo a masticare il francese.
-A dire il vero sono ancora un po’ impacciata nel parlarlo, ma sto diventando brava- ammette Monique parlando la sua lingua madre. –Mi serve per lavoro- aggiunge, poi il suo sorriso esplode un’altra volta. Lei non smette di guardarmi, io faccio lo stesso e finiamo per baciarci. Le mie labbra cascano pesantemente su quelle dolci di Monique e le nostre lingue cominciano a farsi spazio nelle nostre bocche, giocando come non facevano da un tempo che mi pare un secolo.
Poggio delicatamente le mani sulle guance di Monique come se avesse la pelle fatta di porcellana e continuo a godere di ciò che è il nostro bacio più atteso.
-Ti ho portato la sorpresa- mi dice Monique contenta una volta essersi staccata dalle mie labbra.
Finalmente sto per sapere cosa mi vuole regalare, sto fremendo dalla voglia di scoprire cos’è.
-Sai, anch’io te ne ho fatta una- le confesso con aria maliziosa.
-Davvero? Cosa?- mi chiede Monique curiosissima. Leggo nella sua espressione che proprio non se l’aspettava.
-Prima devi darmi la tua- le proposi la condizione, non ce la facevo più ad aspettare.
-No, prima tu!
-Ehi, io aspetto da tantissimo tempo questa sorpresa, tu della mia l’hai saputo solo adesso!
-E con ciò?
Io e Monique scoppiamo a ridere rimanendo ancora abbracciati e abbassiamo lo sguardo. Non ne usciamo proprio fuori da questo gioco, ma per fortuna mi è venuta un’idea.
-Facciamo così, al mio tre tiriamo fuori le nostre sorprese, va bene?- proposi alla mia ragazza.
-Uhm, ci sto- accetta lei.
Monique apre la cerniera della sua borsa e io mi chino verso la mia valigia, pronto per aprirla e scavare sotto le mie cose. Aperta la valigia, infilo le mani sotto i jeans, le magliette e la custodia con la macchina fotografica, e sento con le dita la copertina rigida dell’album di foto. Ora posso cominciare a contare.
-Uno.. due..
Monique introduce una mano nella sua borsa e intuisco che tiene già ferma tra le sue dita la sorpresa per me.
-Tre!
Tiro fuori dalla valigia l’album di foto fatto da me e noto con stupore che Monique ha in mano un oggetto molto simile. Anzi, mi ha regalato la stessa e identica cosa: un raccoglitore di foto!
-Ma che cos.. non ci credo!- esclamo sbalordito dalla coincidenza e mi trattengo dal ridere.
-Oh, non ci posso credere!- dice Monique rimanendo con la bocca spalancata.
Entrambi avevamo pensato alla stessa cosa e gli unici particolari che differenziavano i nostri regali erano il colore della copertina e il modello dell’album. E ovviamente anche la disposizione delle foto insieme alle didascalie.
Ci scambiamo i nostri album con espressioni incredule stampate in faccia e li apriamo. Quello che mi ha regalato Monique ha le pagine color rosa confetto e sopra sono incollate le foto che durante i nostri mesi di lontananza le ho inviato tramite posta elettronica; sono le stesse che ho messo io nel mio raccoglitore a parte qualcuna.
-Non so che dire, è assurdo- dico mentre sfoglio le pagine rosa di questo bellissimo album.
-Incredibile- aggiunge Monique stringendo tra le braccia il mio regalo. E la cosa strana è che nessuno dei due ha voluto impacchettare la propria sorpresa.
-Beh, ti ringrazio comunque tantissimo per questo splendido pensiero, davvero- le dico chiudendo l’album e baciando la mia ragazza a fior di labbra. –Anche se è uguale al mio- aggiungo ridacchiando dopo il bacio. Monique viene contagiata dalla mia risata.
-Ti ringrazio anch’io! Per il regalo e la coincidenza- risponde lei senza eliminare quel suo radioso sorriso.
Alle fine son contento che entrambi abbiamo avuto la stessa idea per la sorpresa: con quelle foto scattate nella tanto amata Parigi, nessuno di noi due potrà scordare quella vacanza. I ricordi, di certo, si cancellerebbero difficilmente dalla nostra testa, ma con queste foto essi potranno essere più forti e vividi nel tempo e ogni volta che io e Monique le guarderemo, ci ricorderemo delle frasi che ci siamo detti, delle risate, delle emozioni che danzavano nel nostro petto, dei profumi, degli sguardi scambiati in continuazione e dei baci vissuti con passione.
Vorrei dirlo a Monique e farle notare che questi due album di fotografie ci saranno per sempre utili, ma abbiamo una settimana intera per viverci e, adesso, l’unica cosa che voglio fare è cominciare una nuova e bellissima vacanza con la mia ragazza. Ho tempo per dirle tutto quello che mi frulla per la testa.
-Non vedo l’ora di rivedere la Tour Eiffel, di bere un caffè al bar Reine, di prendere un battello sulla Senna di sera..- comincio l’elenco dei posti in cui voglio assolutamente tornare.
-Insomma, vuoi rivedere tutti i posti in cui siamo stati insieme- osserva astuta Monique.
-Sì, hai ragione- affermo.
-Quindi scommetto che non vedi anche l’ora di tornare a casa mia dove ti aspettano i miei genitori, giusto?
-Oh, ehm.. loro non li avevo calcolati- mento, tanto per scherzare. Sapevo bene che dormire a casa di Monique avrebbe comportato qualche scontro con i suoi genitori snob, ma ne vale la pena. Per una settimana qualche sacrificio si può fare.
-Che stupido- dice lei alzandosi sulle punte dei piedi e strofinandomi i ricci. –Dai, cominciamo ad andare? Mamma e papino ci stanno aspettando!- aggiunge Monique ridendo con la punta della lingua tra i denti e corrucciando il naso.
Seguo la mia ragazza a ruota, la quale ha già cominciato a camminare, e la raggiungo cingendole la vita con un braccio. Lei mi stringe altrettanto e raggiungiamo l’uscita dell’aeroporto stretti come due pappagallini inseparabili, dove ci aspetta un taxi.
È vero, io e Monique siamo proprio inseparabili come quella tipologia di pappagallini: quando stiamo insieme non riusciamo a staccarci l’uno dall’altro; quando veniamo separati, invece, ci vien voglia di morire.
Non importa quanto ci ho messo a conoscerla, ma l’ho conosciuta.
Non importa quante cose abbiamo fatto insieme, ma le abbiamo fatte.
Non importa se lei è francese e io inglese, ma ci amiamo.
Non importa se abitiamo lontani, ma ci vediamo.
Non importa se starò con lei solo una settimana, ma so che la rivedrò ancora.
Non
importa se il nostro passato esiste solo in due album di foto, ma scatterò molte altre fotografie per un nuovo presente, questo presente.
Non importa se gli altri pensano che tutto questo sia assurdo, per quanto a volte possa sembrare assurdo anche a me, ma Monique sarà sempre e solo la mia signorina.
La guardo mentre osserva tranquilla fuori dal finestrino del taxi e stringe la mia mano. È bellissima.
Non immagino un’altra vita senza di lei, perché lei è Monique, il mio tesoro, ma chèrie.

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"Non importa se gli altri pensano che tutto questo sia assurdo, per quanto a volte possa sembrare assurdo anche a me, ma Monique sarà sempre e solo la mia signorina".


FINE



HARRIQUE IS HERE! (and JulieMary too)

dopo 85746256988485865 anni, JulieMary si è decisa a scrivere e a pubblicare l'ultimo capitolo di Ma Chèrie.
come giustifico il mio ENORME ritardo?
beh, ho dovuto studiare per tutto fine aprile e tutto maggio per salvarmi la pelle a scuola.
ci sono riuscita?
NO.
ebbene sì, ci sono rimasta di mierda, ma sono stata bocciata.
pensarci mi da fastidio, dato che ho studiato e che mi mancava davvero POCHISSIMO per essere almeno rimandata, ma i prof hanno deciso di non darmi una mano (cosa ODIOSA, dato che con tanti miei compagni, invece, hanno chiuso un occhio).
ma va beh, non siamo qui per parlare della mia schifosa carriera scolastica, perciò parliamo della storia.
che dire? E' FINITAAAA.
Harry è finalmente tornato a Parigi dalla sua Monique e alla fine ha scoperto che l'attesa sorpresa è uguale a quella che lui voleva fare alla sua lei!
il capitolo scorso avevo detto che ci sarebbe stato un finale molto UAAAO, ma alla fine ho dovuto cambiare programma.
va beh, anche così, come vi pare questo epilogo?
io sono FELICISSIMA che i nostri Harrique si siano ritrovati, aw :3
secondo voi come passeranno questa bellissima settimana regalata da mamma Anne?
questo non lo so nemmeno io AHAHAHA (?)
boh, non capisco perchè rido.
stavo pensando ad un sequel, non so, a voi andrebbe?
però poi ho pensato che devo cominciare le raccolte di songfic e vi dirò.. ho in mente anche una long!
ma ricordate, NON E' NIENTE DI DECISO.
si vedrà.
passiamo ai ringraziamenti *prende in mano la statuina dell'Oscar* *sale sulla pedana* *si schiarisce la voce*

VORREI RINGRAZIARE DI CUORE, PRIMA DI TUTTO, LE RAGAZZE CHE HANNO LETTO LA STORIA FINO A QUI.
SIETE STATE FANTASTICHE E VI DICO UN GRANDE GRAZIE PER AVER SCELTO DI SEGUIRE MA CHERIE.
INOLTRE VORREI RINGRAZIARE MILLEMENTE (?) TUTTE LE RAGAZZE CHE:
-hanno recensito
-hanno aggiunto la storia alle preferite/ricordate/seguite
RINGRAZIO ANCHE LA DOLCISSIMA E BRAVISSIMA Mi piace il cioccolato PER AVER CREATO DEI BELLISSIMI OUTFIT PER LA MIA MONIQUE.
INSOMMA, GRAZIE A TUTTE.

...e poi si scopriì che JulieMary, in realtà, fa pena con i ringraziamenti.
sono contenta che questa storia vi sia piaciuta, a me è piaciuto molto scriverla per voi directioners (:
mi scuso MOLTO per il ritardo, ma ormai le ragioni le sapete.
sicuramente ho scordato qualcosa, ma ora non mi viene in mente, pff.
alla prossima ragazze, ci riscriviamo nelle nuove fanfiction!
BYEBYE.


PS: il fotomontaggio finale non è mio, è di google (w la sincerità).
   
 
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