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Autore: bic    17/06/2013    3 recensioni
Ho deciso di creare una vera e propria storia a capitoli, perché dopo hands mi sono venute in mente idee da utilizzare prendendo spunto da altri "pezzi di corpo".
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIPS
 
- Brutto buzzurro rozzo e cafone!
- Vuoi chiudere quella boccaccia Strega che non sei altro?
Siamo alle solite, ma è mai possibile che quei due non riescano a dirsi due parole gentili nemmeno ora che sono una coppia?Ammesso che siano effettivamente diventati una coppia.
Questi erano i pensieri di Robin mentre sorseggiava la sua limonata tranquillamente sdraiata sul lettino. A scatenare il parapiglia era stato un ignaro Sanji che, come sempre, fluttuava amorevolmente intorno alle sue dee ed aveva offerto la propria abilità professionale nel cospargere i corpi delle nakama di crema abbronzante.
Nel momento esatto in cui aveva slacciato la parte superiore del costume di Nami si era ricevuto un pugno in piena faccia da Zoro che, ovviamente, era stato subito strapazzato dalla navigatrice. La ragazza non vedeva nulla di male in quell’azione che Sanji aveva compiuto centinaia di volte, perciò aveva bollato Zoro come zotico ed era andata nello studio con un diavolo per capello a calmare i nervi disegnando.
Robin sospirò.
Due ragazzini, ecco quello che sono, ma d’altra parte hanno diciassette anni, cosa ci si può aspettare da loro? Sarà meglio andare a fare due chiacchiere con Nami.
- Nami, posso distrarti un momento dal tuo lavoro?
- Certo, Oneesan, sei sempre benvenuta.
- Non volevo importunarti chiedendoti cose che non mi riguardano, mi bastava vedere la faccia beata che avevi questa mattina mentre dormivi, solo che ora le mie idee sono un po’ confuse. Non hai chiarito con Zoro?
- Certo che ho chiarito e pensavo che fosse tutto molto chiaro anche a lui, o almeno questa era la sensazione che ho avuto questa notte.
La navigatrice vide un sorrisetto malizioso dipingersi sul volto generalmente impassibile dell’archeologa. Riflettendo sulle sue stesse parole Nami divenne viola: -  No, aspetta mi sono spiegata male, non abbiamo fatto nulla di sconveniente, è stato … - la ragazza non trovava il termine corretto, poi finalmente lo colse: - tenero.
Robin sollevò le sopracciglia che furono inghiottite dalla frangetta: - Stiamo parlando dello stesso Zoro che ha appena scardinato la mandibola di Sanji?
- Appunto, è uno psicopatico, mi sono innamorata di un psicopatico.
- Che però è anche com’è che hai detto? Tenero? No, direi che in questo caso si spiega tutto: Zoro è geloso, tutto qui.
- Geloso? Di Sanji? Ma dai, non può essere, come si fa ad essere gelosi di Sanji, è come essere gelosi di Chopper.
- Nami non farti sentire dal povero cuoco, gli verrebbe un infarto ad essere paragonato al dottore. E comunque credo proprio che sia così, d’altra parte prova a metterti nei suoi panni, cosa faresti tu se una ragazza si mettesse ad asciugargli il sudore da bicipiti, addominali e pettorali dopo gli allenamenti?
- Farebbe uno splendido tuffo olimpionico fuori bordo con la sola imposizione del mio Clima Takt senza nemmeno accorgersi di cosa le sta accadendo.
- E questo non ti suggerisce nulla?
- Che deve fare molta attenzione alle fanciulle che potrebbero eventualmente girargli intorno?
- Fuochino, che anche i maschietti che girano intorno a te farebbero bene a stare molto attenti, a quanto pare Zoro è un tipo piuttosto possessivo. E generalmente gli uomini sono possessivi quando sono insicuri di se stessi. Perché non vai a rassicurarlo?
Nami sbuffò, in effetti se ci pensava bene se una  qualunque sciacquetta avesse mai anche solo pensato di avvicinare le sue grinfie a Zoro l’avrebbe scaraventata davvero fuori bordo: Robin come sempre aveva ragione. – Ok, vado in palestra.
- Zoro?
Il ragazzo non rispose.
- Perché non mi hai detto che ti dava fastidio che Sanji mi spalmasse la crema solare sulla schiena?
- Perché ti reputavo sufficientemente intelligente per capire che se un altro ti mette le mani addosso io non faccio i salti di gioia: divento una belva. –Grugnì lo spadaccino sollevandosi a verticale su una mano sola.
- Ma dai, è come se fosse stato Chopper a mettermi la crema! –Sorrise Nami valutando con attenzione più i muscoli tesi del ragazzo che il gesto atletico.
- Mi sarei arrabbiato anche se fosse stato Chopper e, se proprio vuoi saperlo, mi sarei arrabbiato anche se fosse stata Robin. – Sibilò Zoro senza rendersi conto di aver detto ad alta voce ciò che pensava.
La fanciulla sollevò un sopracciglio: - Vuoi dire che volevi mettermi tu la crema sulla schiena? E’ per questo che sei così arrabbiato?
Zoro si girò dall’altra parte con le orecchie rosse e ricominciò con i suoi esercizi.
Nami non sapeva se mettersi a ridere, spaccargli la testa a con un randello nodoso o stringerlo forte.
- Va bene, ho capito, però quando c’è qualcosa che ti infastidisce ti conviene dirmelo, preferirei che la ciurma rimanesse integra.
Zoro rispose con un’alzata di spalle e continuò il suo allenamento.
Se c’era una cosa che la navigatrice non tollerava era il fatto di essere ignorata: - Sei impossibile! Almeno degnami di uno sguardo, dimmi una parola, ti costa tanto guardarmi in faccia mentre ti parlo?
Zoro si girò verso di lei, ridusse la distanza che li separava con due lunghe falcate, la prese per le braccia attirandola contro di sé e le diede un bacio da togliere il fiato, poi, senza staccarsi dalle sue labbra disse: - Se non stai zitta continuo finché non hai le labbra così gonfie da non riuscire più ad aprire bocca.
Nami per tutta risposta gli morse il labbro e lui appoggiò di nuovo le labbra su quelle morbide e carnose di lei, la ragazza le socchiuse facendo scivolare lentamente la lingua ad assaporare la bocca dello spadaccino. Lui imitò il movimento della compagna iniziando con la lingua un duello che, se messo in atto con le sue katane, avrebbe decretato la sua vittoria definitiva contro Miwak. Da lotta il bacio si trasformò in una danza lenta e sensuale. Nami indietreggiò  senza staccarsi trascinando Zoro per la maglietta fino a quando non riuscì ad appoggiare la schiena contro il muro, capovolse poi la situazione e costrinse lo spadaccino a sedersi sul pavimento. Gli montò a cavalcioni avvolgendogli la vita con le proprie gambe ed il collo con le braccia.
Si staccò per riprendere fiato: - Devi fare ammenda per avermi impedito di godere lo splendido sole del pomeriggio perciò mantieni la parola, vediamo se sei capace di baciarmi fino a che ti chiedo di smettere o se sarò io a sfinire te.
Zoro sogghignò: - Scommettiamo?
Nami sorrise contro le labbra di Zoro:- Cancello metà del tuo debito se vinci tu.
 Questa volta fu Zoro a sorridere: - Ma come, non credi che il mio cuore valga almeno quanto i berry che ti devo?
 Nami si staccò un po’ dallo spadaccino: - No, vale molto di più , ma non bisogna confondere l’amore con gli affari e poi come tu mi hai dato il tuo cuore io ti ho dato il mio, perciò lo scambio è stato equo. Ora, se vuoi davvero estinguere metà del tuo debito sarà meglio che ti dia da fare, mi sto annoiando a forza di chiacchiere e potrei sempre aumentare gli interessi.
Zoro si avventò sulle labbra della piccola arpia per impedirle di tirare fuori altre scempiaggini.
Né la navigatrice né lo spadaccino si presentarono a tavola all’ora di cena e Robin coprì entrambi affermando che Nami stava lavorando e Zoro stava dormendo.
 Quando raggiunsero i compagni di ciurma ormai gli altri erano al dolce.
- Nami?
La ragazza alzò lo sguardo verso il capitano le guance arrossate ed un’espressione che variava istantaneamente tra il deluso e il settimo cielo, Stava assaporando la splendida torata al limone preparata da Sanji cercando di capire come aveva fatto a perdere la sua scommessa con lo spadaccino che a quanto pareva aveva delle labbra di una resistenza invidiabile: - Dimmi Rufy.
- Per caso nello studio ci sono dei ragni? – lo sguardo interrogativo di Nami richiedeva una spiegazione.
- No, perché mi sa che una bestia piuttosto grossa ti ha morsa lì sul collo, hai una macchia che sta diventando viola.
- Eh, sì, in effetti c’era un ragnaccio di dimensioni considerevoli che non voleva proprio lasciarmi in pace.
- Ma corstatina, perché non mi hai chiamato, sarei arrivato da te immantinente per uccidere quell’essere spregevole che ti ha procurato tanti fastidi.
- Damerino da strapazzo, lascia perdere, ci ho pensato io e pare che alla mocciosa qui sia andata benissimo. disse Zoro che aveva seguito la conversazione appoggiato allo stipite della porta.
La ragazza prese un succo di frutta freddo e, prima di berlo, passò il bicchiere ghiacciato sulle labbra che bruciavano e anelavano refrigerio.
- Nami, hai forse un’allergia o magari si tratta di chelite? – Domandò la piccola renna, poi aggiunse: - Sia in un caso che nell’altro non dovresti mettere liquidi troppo freddi sulle labbra, se passi nel mio studio ho un unguento che dovrebbe darti un po’ di sollievo, oh, ovviamente Zoro se serve anche a te, non farti scrupoli, è bene proteggere sempre le labbra.
Alle parole di Chopper l’attenzione dei presenti si concentrò sui due diretti interessati i cui visi assunsero tonalità violette e che furono prontamente salvati da Robin che domandò a Nami su quale isola avrebbero fatto rotta di lì a qualche giorno, togliendola dall’imbarazzo. La navigatrice cominciò a spiegare distraendo così i Nakama da ciò che aveva detto Chopper e da tutte le congetture che si stavano lentamente facendo strada nei loro piccoli cervellini baka.
  
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