Serie TV > Una mamma per amica
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Autore: Kimberly Heiwa    17/06/2013    2 recensioni
Sono in atto le estenuanti lotte con Logan e Rory si sente persa. Sciolta, vuota dentro l'anima. Ha bisogno di qualcos'altro. Ha bisogno di qualcun altro. Ovunque lei si giri tutto crolla sotto i suoi occhi e le lascia scoperto un muro, una parete alta e impolverata. Una volta pulita, rivela la sua reale bellezza: colori sgargianti ricoprono la sua superficie, i mattoni scoperti permettono di capire da quanti anni è stato costruito, i chiodi testimoniano un tentativo di abbattimento, e poi ci sono i ricordi. Tanti e importanti ricordi, ricordi di tante cose, cose condivise come CD e videocassette, come baci rubati e un amore lasciato in sospeso. Ma il muro è ancora solido, è ancora in piedi. È soltanto stato ricoperto dai detriti che ha portato il tempo. Quando Rory infila la mano in una fessura, scova una piccola chiave. A cosa possa servire non lo sa, ma lo scoprirà presto. Nel momento in cui avrà bisogno le tornerà utile, poiché le permetterà di aprire una porticina con su scritto «Solo in caso di emergenza», dove sarà custodita la foto di una persona nascosta per non soffrire: Jess Mariano. È lui l'unica ancora di salvezza, l'unica via d'uscita.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jess Mariano, Logan Huntzberger, Nuovo personaggio, Rory Gilmore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. - All my secrets away

 

I need another story,

something to get off my chest

My life gets kinda boring

Need something that I can confess

(One Republic – Secrets)

 

Emily e Richard si sono svegliati già da un po', e se ne stanno a prendere il tè in sala da pranzo, leggendo un quotidiano o una rivista.

Suona un violoncello nel disco in vinile inserito nel giradischi. Lieve, ma che colpisce nel cuore.

Si sono fatte già le otto e Rory non si presenta. “Strano”, pensa Emily.

Sono in ritardo sulla tabella di marcia e se la nipote rimanesse ancora in camera, di sicuro farebbero ritardo alla riunione delle Figlie della Rivoluzione, così va a svegliarla.

«Richard, vado da Rory» lo avvisa.

Il marito annuisce senza staccare gli occhi dal giornale.

Giunge dinanzi alla porta di legno e bussa con cautela.

«Rory, è permesso?»

Nessuna risposta.

«Rory? Ci sei?» bussa più forte.

Neanche un accenno di un qualunque rumore.

È preoccupata, glielo si può leggere in viso. Le rughe sulla fronte si corrugano dandole un aspetto quasi arrabbiato, ma che cela un'apprensione terribile.

Adesso non aspetta più l'autorizzazione per irrompere nella mansarda.

Rory dentro non c'è. È sparita, dissolta nel vuoto. A terra ci sono solo foto tagliate e vetro dappertutto.

Il resto è pulito, splendente.

«Rory Gilmore! Se ci sei vieni subito fuori! Ti avviso che non è affatto divertente!» urla con la rabbia di una persona che non sa. È turbata. Le braccia sono distese lungo i fianchi, le mani serrate a pugno come per raccogliere lì tutta la tensione.

Rory non risponde. Rory è scappata di sicuro.

Si china per guardare sotto il letto, ma nulla. Solo gatti di polvere qua e là nascosti negli angoli.

Di sua nipote non c'è la minima traccia.

Ad un tratto scorge un biglietto sul cuscino del letto.

Lo afferra, avida. Lo legge tutto d'un fiato.

 

Sto bene. Non chiamate Logan.

Per favore, non cercatemi.

Rory

 

Emily è tentata di strapparlo, quello stupido frammento cartaceo, ma si trattiene. Preferisce portarlo al petto e stringerlo forte, come se fosse una persona in carne ed ossa; come se fosse sua nipote.

«Richard! Vieni qui, per favore» chiama. La voce va e viene e trema, trema dalla paura.

«Dimmi, Emily cara!» esclama. Il suo sorriso è effimero, e si trasforma in poco in un'espressione rattristata.

La moglie gli consegna il piccolo biglietto, esortandolo a leggerne il breve contenuto.

Poi se ne va e lo lascia solo.

Gli occhi di Richard scorrono veloci su quelle poche righe e lo fanno rimanere senza parole.

Guarda il letto vuoto. È preoccupato. Ha paura per Rory. Sospira più volte.

 

 

È un sabato autunnale come altri. Il paesaggio è dominato dall'arancione, dal giallo e dal viola delle foglie degli alberi nei prati.

Stars Hollow è attiva da poco, e la maggior parte della gente sta ancora dormendo.

Una di quella percentuale è Lane. Ronfa nel suo letto beatamente, nel tentativo di recuperare il sonno perduto tra concerti, lavoro e bambini.

Un rumore. Un altro. Sembrano nocche su legno.

«Mm... lasciatemi in pace... mamma, voglio dormire» mormora lamentosa.

Il rumore si fa sempre più frequente e fastidioso.

«Mm... ma chi è?»

Zach non s'è accorto di nulla. Russa a bocca aperta sopra il cuscino.

Lane sbuffa e affonda la testa nel cuscino.

Ne ha abbastanza e così guarda l'ora. È prestissimo! Adesso nessuno può fermarla: è una furia.

Grugnisce. E grugnisce ancor di più quando va a sbattere contro un camion giocattolo dei gemelli.

«Gli occhiali, maledizione!» ruggisce, alzando gli occhi al cielo.

Afferra la montatura, se la infila e si dirige verso la porta.

«Ora voglio proprio vedere chi diavolo bussa a quest'ora della mattina!» brontola furibonda.

Ma, appena vede chi l'ha svegliata, si ammutolisce di colpo.

«Rory...? Che ci fai tu qui?» le chiede, stupita e preoccupata.

«Scusa l'ora, Lane... Possiamo parlare...?»

 

 

Richard ed Emily non si danno pace. Chiamare Lorelai o no? Avvisarla anche se lei e sua figlia non si parlano più? I coniugi Gilmore si guardano e, senza proferir parola, decidono di aspettare ancora un po'.

 

 

Parlare di cosa?” si chiede Lane.

«Certo, certo. Ehm... aspettami qui, okay?»

Rory annuisce e osserva la porta chiudersi.

È da tanto che non fa ritorno nella sua città natale, e rivederla le fa un effetto strano, la fa sentire fuori posto, un'estranea...

Deglutisce e il battito aumenta.

Lane ritorna con una giacca sulle spalle e due tazze di caffè. Gliene porge una e sorride.

Rory la ringrazia con lo sguardo e inspira a pieni polmoni i vapori di quella bevanda scura, il suo nettare divino.

Segue l'amica e le si siede accanto sul dondolo da giardino.

Lane la scruta, portandosi avanti con la diagnosi.

«Un uomo» dice all'improvviso.

L'altra la fissa, sorpresa da quell'uscita così veloce e apparentemente senza senso.

«Non un uomo qualunque. È Logan il problema. Non è così?» continua con fare indagatore.

A Rory sembra, in quel frangente, Miss Marple. Ma sì, la vecchietta che risolve i più intricati casi mentre sorseggia cheta cheta il suo cherry brandy in salotto nei romanzi di Agatha Christie.

Non ridere pare impossibile.

«Perché ridi?» le chiede divertita.

Rory scuote la testa.

«È una cosa... stupida! Meglio che non te lo dica, fidati!» ride.

«Come vuoi!» sorride e la guarda. Le sembra cambiata, invecchiata.

«A parte gli scherzi, Rory, qual è il problema?» le domanda, di nuovo seria.

«Hai azzeccato, Lane. È lui» si fa cupa.

L'amica la guarda preoccupata.

«Hai voglia di raccontarmi?» le chiede con tono materno.

Rory abbassa la tazza e l'appoggia sul ginocchio della gamba accavallata.

 

Tell me what you want to hear

Something that were like those years

Sick of all the insicere

So I'm gonna give all my secrets away

(One Republic – Secrets

 

Aprirsi con Lane non è mai stato un problema, ma a causa della distanza che le ha separate negli ultimi anni, Rory comincia ad avere qualche difficoltà.

Schiude le labbra, ma le parole rimangono ancorate alla sua gola.

Sospira e abbassa il capo. Si sente incapace anche di confidarsi con la sua migliore amica. Si sente come se non riuscisse a leggere un brano semplice, e come se tutti i suoi compagni di scuola la guardassero ridendo di lei. Scoppia a piangere.

Lane le cinge le spalle in un abbraccio.

«Tranquilla, va tutto bene. Non aver paura» le sussurra, mentre le appoggia la testa sulla sua spalla.

Rory lascia scorrere le lacrime sulle sue guance, finché non precipitano giù per il lungo collo, dividendosi come piccoli torrenti che scendono il dirupo che segue la sorgente.

Condividere un segreto con Lane sarebbe come l'assunzione di un farmaco, le darebbe sollievo, la liberebbe dal macigno che le pressa il torace, dai mille segreti che affollano il suo cuore divenuto troppo piccolo e angusto per contenerli tutti.

«Lui mi ha tradita» mormora con la voce che va e viene. Mormora con le labbra coperte dai capelli neri di Lane.

«Mi ha tradita con le damigelle di sua sorella, Lane» ripete, stavolta guardandola negli occhi scuri, come per cercare conforto.

L'amica rimane zitta. Non si capacita di una cosa così orribile, così ignobile.

«Ti rendi conto, Lane? Logan mi ha tradita. Io... io non avrei mai pensato ad un fatto del genere. Ci sono stati vari litigi, ma non sarei mai arrivata ad immaginare che lui... che lui mi avrebbe tradita per dimenticarmi» ribadisce, un po' a scatti. Fatica a dirlo tutto in una volta: è senza forze.

«Non so che dire, Rory... mi dispiace così tanto... è solo uno stupido, Rory! Lascialo stare, passa avanti!» le dice. L'altra è in silenzio.

«È questo il problema, Lane. Io non riesco ad andare avanti. Non ce la faccio a pensarmi senza di lui. Io lo amo troppo per lasciarlo andare»

Lane rimane senza parole. Per lei quello non può essere definito amore. Logan non la merita, e lei sembra il suo cagnolino, la sua schiavetta che cade sempre ai suoi piedi.

Balza in piedi e la fissa con rimprovero.

«Eh no, cara! Questo non è amore, Rory! Questo che provi per lui si chiama dipendenza. Tu puoi stare benissimo da sola, sii forte! Non puoi continuare in questo modo... è inaccettabile! Devi liberarti di Logan! Lui... lui non è degno di un dono come te!» la ammonisce.

Scuote la testa e si asciuga le lacrime con il dorso della mano.

«Non capisci proprio, eh, Lane? Io non ci riesco. Non ce la faccio a stare sola» ribadisce.

«Allora non capisco il motivo della tua visita» le dice con rabbia. Scrolla la testa e non le permette di ribattere. Fa per entrare in casa ma Rory la tiene dalla caviglia.

«Non mi lasciare, Lane. Ho bisogno del tuo aiuto» la supplica tra le lacrime.

«Sei cambiata, Rory. Non riconosco più la mia migliore amica. Sei diversa... da quando ti lasci andare in questo stato? Io ti voglio bene, ma credo che le nostre strade si dividano per sempre se continuerai a comportarti così» sussurra con la voce roca. Le vorrebbe dare una mano, ma sembra che l'altra non la voglia accettare.

«No! Lane, no! Per favore...» la prega mentre singhiozza. Nel frattempo il torace sta compiendo un gesto incontrollato in su e in giù, e Rory è praticamente sdraiata sull'uscio della casa dell'amica.

Quasi urla, talmente è disperata.

Ha gli occhi chiusi e non riesce ad aprirli a causa delle lacrime.

Percepisce delle braccia che cercano di sollevarla e di metterla a sedere.

Delle labbra le baciano la fronte e delle mani le carezzano le guance calde.

Qualcuno la culla e le pare di tornare bambina.

«Dov'è finita la mia Rory?»

E piange ancora di più quando Lane le dice così.

 

 

Emily e Richard non si sono ancora decisi. Il telefono è sul tavolo, in attesa di venire afferrato per avviare una chiamata. Il marito allunga un braccio nella sua direzione, ma la moglie lo ferma.

«No. Ha detto che sta bene. Perché dovrebbe mentirci?» si spiega, anche se, in fondo, non ne è convinta neanche lei.

Richard la guarda sbigottito. Così si allontana lentamente dall'apparecchio bianco e continua a fissarlo. Si alza e se ne va.

Emily chiude le palpebre e stringe i pugni. Per poco trattiene le lacrime.

 

Lane le ha detto che può rimanere da lei per quanto vuole. Le ha chiesto anche di badare ai bambini quando non lavora.

Per adesso dorme sul divano.

Quando Lane entra la trova intenta a riporre la valigia accanto al mobile nell'ingresso.

«Va un po' meglio?» le chiede mentre si avvicina.

Rory ha gli occhi arrossati e cerchiati dalla stanchezza e dall'insonnia.

«Sì, va meglio, grazie» risponde.

Lane le sorride e si dirige dai bambini.

L'amica torna alla sua valigia e si vede costretta a catturare una lacrima che è scivolata sugli zigomi senza che lei si accorgesse di nulla. Sospira.

Riuscirà mai a ritornare come prima? È davvero cambiata così tanto?

Si butta sul divano e osserva il soffitto come se fosse un cielo stellato.

Cerca risposte in alto, ma non sa che tutto ciò di cui ha bisogno risiede nel profondo del suo cuore, nascosto tra le crepe di un vecchio muro...
 


 


NOTA DELL'AUTRICE: Buongiorno! Come state? 
Ecco qui fresco fresco il secondo capitolo di 'Wonderwall'. Anche questo è triste, lo so, però volevo che la questione sulla debolezza e sulla dipendenza di Rory venissero, almeno in parte, trattate. Qui compare per la prima volta il muro, ma nei prossimi capitoli sarà più presente... non vi anticipo altro.
Jess arriverà abbastanza presto. ;) Buona lettura e grazie a chiunque sia passato/a di qui! 
Un saluto,
Kim.

   
 
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