Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _NiallSupra    17/06/2013    1 recensioni
Due ragazzi si ritrovano durante una vacanza con le loro rispettive migliori amiche,dove succederanno degli imprevisti che permetteranno ai 4 di conoscersi meglio e di far sbocciare nuovi amori e nuove amicizie!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

"Niall, mi prendi la valigia nell'armadio?" chiesi al biondo seduto sulla mia poltrona, continuando a svaligiare la mia cassettiera di tutti i suoi vestiti.
Svogliato si avviò verso l'armadio e rovistò con le mani nel ripiano più alto,
quando trovò la valigia che gli avevo chiesto.
"Tieni Chloe."mi disse posandola sul letto.

Adoravo quella valigia, forse perchè fu la prima che comprai.
Era di un blu accesso e aveva marchiate sopra tutte le botte e le cadute che aveva preso.
"Grazie Nialler."lo ringraziai io affettuosamente, passandogli una mano fra i capelli per scompigliarglieli.
Lui se li rimise apposto, con un adorabile smorfia infastidita sul volto, per poi sdraiarsi sul letto, al fianco della valigia.
"Ci pensi che domani partiremo per una vacanza in Spagna, solo noi due, come abbiamo sempre sognato?"  gli chiesi con un sorriso incredulo in volto.
Lui annuì sorridente.
"Finalmente andremo a Barcellona."
Niall era il mio migliore amico dalle elementari e posso affermare che vissi tutte le mie avventure con lui.
Ero cresciuta al suo fianco e lui non mi aveva  mai abbandonata.
Avevamo progettato e pianificato il nostro futuro già da piccoli, ovviamente avremmo fatto tutto insieme e il primo passo era la nostra prima vacanza senza genitori.
"Sarà tutto perfetto." aggiunsi io, buttando tutti i vestiti che avevo ammucchiato, nel mio bagaglio.
"Già la casa è perfetta." mi ricordò lui.
Niall aveva trovato una piccola villa in affitto sul mare.
Quel posto era un piccolo pezzo di paradiso.
Il giardino della casa era la spiaggia.
Aprivi la finestra e ti ritrovavi la vista del mare.
Che spettacolo che avrebbe dovuto essere.
"Ci sei?" mi chiese il mio amico ridendo, tirandomi un cuscino in faccia.
Scrollai la testa e mi risveglia dal mio bellissimo sogno.
"Si, stavo pensando alle nostre giornate in Spagna."
Lui prese l'altro cuscino sul mio letto e lo portò al petto, per poi stringerlo a se.
"Staremo tutto il giorno in spiaggia. Passeremo dal mare, agli asciugami, dalle partite a volley, a guardare gli altri prendere il sole..."
Gli sfilai il cuscino dalle mani e glielo tirai in faccia.
"Niall!” lo richiamai io con un sorriso.
"Cosa?" mi chiese lui ridendo.
"Si, magari con l'espressione 'gli altri' intendi delle ragazze, vero?" domandai io divertita.
Lui alzò le spalle.
"Forse.."
Gli tirai nuovamente il cuscino in faccia.
Lui lo tolse infastidito.
"E questo per cos'era?"
Chiusi la cerniera della valigia.
"Perchè sei un pervertito." gli dissi posando il mio pesante bagaglio a terra, vicino a quello di Niall.
Si sarebbe fermato la sera a dormire da me, visto che l'indomani saremmo dovuti partire molto presto con la sua auto.
Mi sedetti sul letto, vicino a lui, prendendo dal comodino il telecomando della televisione.
"C'è già il film dentro?" gli chiesi accendendo il televisore.
Lui mi annuì, quando sentimmo bussare alla porta.
"Ecco le vostre pizze." annunciò mia madre, entrando nella mia stanza.
"Finalmente!" disse Niall quasi sbavando.
Gli diedi una piccola spinta, divertita dalla sua reazione, e andai a prendere i due cartoni dalle mani di mia madre.
"Grazie, queste le prendo io."
Presi la nostra cena e la posai sul letto.
"Resti a dormire qui,Niall?"gli chiese mia mamma, notando il secondo letto, a fianco al mio.
"Si signora Morris.
Domani dobbiamo alzarci molto presto." le rispose lui, con un finto sorriso angelico in volto.
"Allora andate a dormire presto stasera.
E domani svegliami quando ve ne andate, voglio salutarvi." mi ricordò mia madre, uscendo dalla stanza.

Mi sedetti per terra, con la schiena appoggiata al letto, e aprì il mio scatolone con la pizza dentro, che appoggiai sulle gambe.
Il film era già iniziato e l'unico problema, era il modo rumoroso in cui mangiava il mio compagno di avventure.
Mi voltai verso di lui, per rimproverarlo, quando lo vidi sdraiato sul letto, che cercava di mangiare una fetta di pizza, a testa in giù.
Lo guardai ridendo.
"Ma non ti va il sangue al cervello?" chiesi soffocando delle risate.
Lui mandò giù un boccone a fatica, per poi rispondermi.
"No, stai tranquilla."
Gli misi una mano sulla spalla, fingendo di essere preoccupata.
"Guarda che io lo dicevo solo per te, non voglio che diventi più stupido del solito."
Lui mi rivolse una linguaccia, mentre io non riuscivo a smettere di ridere.
"Simpatica lei!" disse lui offeso.

Tra un pezzo di pizza, qualche schiaffo e tante risate, finimmo di vedere il film.
Velocemente facemmo il suo letto, cioè, io feci il suo letto, perchè lui stava già russando comodamente sdraiato sul mio.
A fatica lo spostai sul suo, riuscendo a non svegliarlo, nonostante i miei continui lamenti per lo sforzo.
Sgattaiolai sotto le coperte e misi la sveglia per le sei.
Quella sera non riuscì a chiudere occhio.


Picchiettavo nervosamente le dita sul materasso, aspettando che la sveglia suonasse per poter svegliare anche Niall.
L'agitazione aveva preso il sopravvento su di me.
Stavo morendo dal sonno, ma non riuscivo nemmeno a sbattere le palpebre.
"Sei già sveglia?" mi chiese Niall, girandosi verso di me, con gli occhi ancora addormentati.
"Non ho proprio dormito." ammisi, spegnendo la sveglia, ancora prima che potesse suonare.
"Crollerai durante il volo." mi disse lui, stirandosi.
Gli sorrisi annuendo, per poi alzarmi e avviarmi verso il bagno.
Mi feci una veloce doccia, giusto per svegliarmi un pò con quell'acqua fredda.
Mi misi i vestiti che avevo scelto la sera prima e avvolsi i capelli in un asciugamano, per farli asciugare.
Sentì bussare alla porta e poi vidi il biondo entrare nel bagno.
Si fece un paio di sbadigli e infine mi diede il buon giorno.
Risi vedendolo in quello stato.
I suoi morbidi capelli biondi erano spettinati e andavano in tutte le direzioni.
Gli occhi azzurri erano ancora insonnoliti e socchiusi.
La bocca impastata e a faticava faceva uscire delle parole da lì.
Aveva un bel fisico ed era di bell’aspetto, ma non ero mai stata attratta da lui, nonostante molte ragazze mi invidiassero, perché passavamo molto tempo insieme.
Anche io avevo gli occhi azzurri, però mischiati a del grigio.
Avevo i capelli abbastanza lunghi, mossi e di un biondo cenere, ma da piccola erano chiari come i suoi.
In qualche piccolo aspetto ci assomigliavamo e da bambini ci scambiavano per fratelli.
Gli lanciai un asciugamano addosso, notando che si stava aggirando per casa mia solamente in boxer.
"Copriti! Certo che al mattino il tuo livello di perversione è al massimo." lo sgridai, fingendomi sconvolta, per nascondere le risate.
Lui mi sorrise divertito, per poi indicarmi la porta.
"Ora esci pulce, devo farmi anche io la doccia."
Uff, non lo sopportavo quando mi chiamava pulce.
Mi faceva sentire piccola.
Ma se mi chiamava lui così, potevo ancora accettarlo.
Mi avviai verso la porta sbuffando, ma guarda te se non potevo fare come volevo nel mio bagno.
"Va bene, però muoviti che non voglio far colazione da sola." gli dissi posando una mano sul pomello della porta.
Lui aprì l'acqua.
"Lo sai che non sono mai in ritardo per mangiare." mi ricordò lui con un tono ovvio.

Quello era vero, adorava mangiare, ma nonostante tutto non prendeva un chilo.
Quanto lo odiavo per questo.

 

"Porti tu le valige in macchina, vero?" chiesi a Niall con occhioni da cerbiatta.
"Certo Chloe, però muoviti che non voglio arrivare tardi in aeroporto." mi disse lui iniziando a fare le scale con i nostri bagagli in mano.
"Saluto mia madre e arrivo."
Entrai di soppiatto nella sua stanza e mi avvicinai al letto.
"Ciao mamma, ci vediamo tra due settimane."
Le lasciai un grosso bacio sulla fronte e mi allontanai silenziosamente.
Ma prima che potessi uscire dalla stanza, sentì una flebile voce, ancora addormentata, salutarmi.
"Buon viaggio tesoro."
Con un sorriso uscì dalla stanza e scesi le scale, per raggiungere fuori Niall.
Mi avvicinai alla sua auto e tossendo aprì lo sportello dell'auto.
"Fa più fumo questo vecchio rottame, che una ciminiera." dissi allacciando la cintura.
Lui partì.
"Hey, non puoi chiamare vecchio rottame la mia Cindy!" mi sgridò accarezzando il cruscotto dell'auto.
"Se te ne fossi dimenticata è lei che ci ha accompagnato in tutti i posti in cui siamo andati."
Aveva ragione, era stato il nostro mezzo di trasporto da quando Niall prese la patente.
"E' vero. Scusami.." feci una pausa riflettendo.
"..Cindy?" chiesi a Niall scioccata che avesse dato un nome alla sua auto.
Lui annuì soddisfatto.
Risi vedendo la sua espressione, ma poi un dubbio mi assalì.
"Tu sei sicuro che abbiamo preso tutto?" chiesi nervosamente al ragazzo che guidava al mio fianco.
Iniziai a mangiarmi le unghie per tutta l'ansia che avevo.
Lui sbuffò esausto delle mie infinite preoccupazioni.
"Allora facciamo un breve controllo." dissi io, pensando a tutto quello che avremmo dovuto portare con noi.
"Passaporti?"
Niall annuì.
"Biglietti dell'aereo?"
Annuì nuovamente.
"Documenti?"
"Si."
"Cartina della città?"
"E' nella tua valigia."
"Dizionario di spagnolo?"
Lui alzò gli occhi al cielo.
"Si Chloe, abbiamo già controllato tre volte tutte le valige, abbiamo tutto quello che ci serve." mi disse lui, intento a leggere i cartelloni dell'autostrada per raggiungere l'aeroporto.
"E comunque lo sappiamo lo spagnolo." finì lui la frase.
Alzai un sopracciglio.
"Quanto avevi in pagella?" chiesi incrociando le braccia al petto.
Lui fissò per qualche secondo la strada in silenzio.
"Un sei regalato, perchè stavo simpatico alla professoressa." ammise lui a bassa voce, quasi vergognandosi.
Soffocai delle risate.
"Appunto, inizia a sfogliartelo il dizionario."
Lui mi fece una smorfia, che io ricambiai subito.
I finestrini erano entrambi tirati giù.
Era quasi fine Agosto e il caldo si faceva sentire.
Misi una mano fuori dal finestrino, mettendola a contatto con quell’aria gelida, dato la velocità con cui guidava Niall.
Quella brezza di fresco mi diede una bellissima sensazione.
Una sensazione di libertà.
Aprì le dita della mano, facendo passare il vento anche tre quest’ultime.
La mia mano volteggiava nell’aria, quasi ballando, sembrava che potesse volare.
Si, volare con la stessa libertà di un uccello.
E fra poco anche noi saremmo stati liberi come loro per le strade della afosa Barcellona.

Non mi ero nemmeno accorta di essere arrivati nel parcheggio dell'aeroporto.
Scendemmo dall'auto e aprimmo il bagagliaio per recuperare le valige.
Chiuse la sua Cindy con le chiavi e dispiaciuto di non vederla più per due settimane, mi raggiunse.
Gli diedi una piccola spallata.
"Dai non pensare alla tua macchina, stiamo andando a Barcellona chico!"gli dissi con un sorriso raggiante in volto, ammirando l'imponenza dell'aeroporto.
Ci fermammo davanti all’entrata.
La gente entrava e usciva da quelle porte, come se fossero quelle di un supermercato.
Ci sfioravano, passandoci accanto.
Sembravano cosí abituate ad entrare in quel luogo, eppure l’ansia mi stava divorando.

Presi un profondo respiro e chiusi gli occhi, dimenticando tutti gli schiamazzi della gente e sentendo solo il mio cuore che aveva accelerato i battiti.
Finalmente c’ eravamo riusciti, stavamo per realizzare uno dei tanti sogni che avevamo progettato sin da piccoli.
Abbassai lo sguardo e lo posai sul mio polso.
Mi soffermai a guardare uno fra i miei tanti bracciali, il mio preferito, non che il mio portafortuna.
Girai lo sguardo verso il polso di Niall e notai che anche lui lo aveva ancora.
Quando eravamo ancora dei bambini, io e Niall, ci scambiammo dei bracciali dell'amicizia.
Io gliene regalai uno verde con la lettera 'C' e lui uno blu con la 'N'.

Mi ricordavo perfettamente la scena.
Eravamo alla sua festa di compleanno e tutti gli altri stavano litigando per la palla.
Lui mi prese da parte e afferrò la mia mano, per legarmi il suo bracciale al polso.

"Con questi bracciali ci ricorderemo sempre l'uno dell'altro, con chiunque saremo e dovunque saremo. Sempre sapremo che l'altro ha una piccola parte di noi con se stesso, che non lo lascerà solo anche quando gli sembrerà che il mondo gli sia caduto addosso. Ti voglio bene Chloe."

Quelle sue parole rimbombavano nella mia testa con la sua vecchia voce acuta da ragazzino.

Trattenni a stento delle lacrime, che minacciavano di uscire dai miei occhi, ma per fortuna non lo fecero.

Mi voltai verso Niall, vedendo che anche lui era perso nei suoi pensieri.

Velocemente gli afferrai la mano e la strinsi.

"Allora, vogliamo farla questa cosa?" chiesi con un sorriso emozionato.

Strinse la mia mano a sua volta.

"Insieme."

 

-  -  -  -  -

 

"Mil alzati, non vorrai fare la bambina anche in un giorno così importante?" mi rimproverò il mio amico mentre io ero beatamente seduta a gambe incrociate per terra nella zona d’attesa dell’aeroporto.

Ma perché bambina? Lo sa che adoro stare così quando non so cosa fare e la sedia non è per niente comoda per stare seduta in quel modo quindi l’unica alternativa che avevo era il pavimento.

"Dai Liam non fare così, non è la prima volta che facciamo una cosa del genere" gli dissi io mentre lui nervosamente faceva avanti e indietro.

Non vedevamo l’ora di partire, adoravamo le nostre vacanze, io e lui, niente genitori, niente distrazioni, solo due migliori amici che si divertivano come solo loro sapevano fare.

Non era la prima volta che lo facevamo. Stavolta Barcellona.

Già, chissà come i nostri genitori ci avevano permesso di andare in vacanza da soli già un’altra volta e, a giudicare dai risultati, mi sono meravigliata del fatto che ci avessero rimandato.

L’anno scorso eravamo andati in Francia e avevamo combinato un casino, si insomma avevamo fatto una delle nostre idiozie. Io sono una che ama scherzare e quindi si poteva aspettare da me, ma da Liam, no da lui no. Lui è sempre stato il serio della situazione, il ‘serio degli idioti’. Così mi piaceva chiamarlo, si insomma le pazzie non si fanno mai da soli e non volevo rovinargli la buona reputazione che aveva.

Era la prima sera che stavamo lì. Eravamo in un ristorante e stavamo ordinando. Quando arrivò il cameriere per ordinare noi entrammo nel panico visto che non eravamo molto abili con il francese. Iniziammo a dire parole così a caso, parole strane inventate di sana pianta. Il cameriere ci guardava sempre peggio fino a quando non ci cacciarono dal ristorante. Ritornati in albergo andammo a cercare quello che avevamo detto sul dizionario e scoprimmo che erano insulti. Io iniziai a ridere mentre Liam sbiancò, ma una volta che vide me ridere iniziò a ridere anche lui.

Quando poi tornammo a casa e raccontammo questo ai nostri genitori si arrabbiarono un tantino e ci misero in punizione… che cattiveria, non era neanche colpa nostra.

 

“Liam la smetti! Mi fai venire mal di testa” rimproverai il moro che passava ogni 5 minuti davanti a me. Gli afferrai il polso e lo tirai giù accanto a me “Leeyum?”

“Si Mil?”

“Te l’ho mai detto che ti adoro?”

“Credo un centinaio di volte” disse sorridendo.

Non lo sopportavo quando faceva così, non ti dà mai un po’ di soddisfazione!

E’ da quando ci conosciamo che fa così, da quando eravamo piccoli. 

Gli diedi una leggera spinta con la speranza di farlo cadere ma come al solito non ci riuscii.

“Non ce la farai mai a farmi cadere, sei troppo piccola” mi disse pavoneggiandosi un po’.

Beh in effetti rispetto a lui sono piccola, ma solo perché lui va in palestra da non so quanto.

“Mr. Muscolo lo sai che non vale! Tu vai in palestra io no” dissi girandomi offesa dalla parte opposta in cui stava lui.

Non riuscivo a stare troppo tempo litigata con lui, infatti ogni nostra litigata durava più o meno un’ora se non di meno. Ci vogliamo troppo bene per non pensarci per tanto tempo.

“Allora dimmi un po’ com’è l’albergo” mi girai di nuovo verso di lui

“Ancora?” mi disse, annuii. “Ho prenotato in un adorabile albergo a quattro stelle vicino al mare. Ha piscina e spiaggia privata e la nostra camera ha un bellissimo balcone che affaccia sul mare” mi disse mentre io lo guardavo sognante. “Mil ci sei o ti sei persa ancora nella descrizione dell’albergo?” mi passò una mano davanti agli occhi. “Presumo la seconda” ritornai a guardarlo negli occhi.

 

“Corri piccola Mil” mi incoraggio Liam mentre raggiungevamo il gate per imbarcarci.

“Sarebbe tutto più facile se non avessimo tutti questi stupidi bagagli!” dissi un po’ innervosita dal fatto che tutte quelle valigie, a mio parere inutili per solo due settimane di vacanza, mi rallentavano.

Raggiungemmo il gate giusto in tempo per non perdere il volo e dopo aver dato alla signorina i nostri biglietti salimmo sull’aereo.

“Che posti abbiamo?” chiesi con il fiatone

“Credo che a questo punto se trovi due posti vicini liberi, quelli sono i nostri”

“Oh ma come sei simpatico Payne” la raggiunsi per vedere dai biglietti che aveva in mano il numero

“Ti costava tanto dire F3 e 4?” lo rimproverai divertita.

Arrivammo ai posti e dopo aver posato i bagagli nelle cappelliere ci sedemmo.

Eccoci qui finalmente. Sull’aereo diretto a Barcellona. Io e lui. Pronti ad una vacanza memorabile in cui avevamo promesso di non combinare casini.

 

Il paesaggio al tramonto dal finestrino era stupendo. Quei colori così belli che rendono tutto ancora più bello…

Nel finestrino vidi il riflesso del ragazzo nel posto accanto a me e sorrisi nel vederlo con la bocca socchiusa, era così perfetto quel ragazzo, anche quando dormiva.

Accanto a lui c’ero io.

Emily, per gli amici Emy ma solo per Liam ero Mil. Con i capelli castano scuro abbastanza lunghi lisci e gli occhi verdi. Liam lo sapeva che non mi trovavo per niente bella ma ogni volta che dicevo qualcosa in proposito lui era sempre lì pronto a dirmi “non è vero, sei bellissima” e con questo complimento vedevo tutto con occhi diversi, pensavo di essere carina come diceva lui, ma in ogni riflesso in cui mi vedevo ritornavo alle mie idee iniziali.

 

“Sveglia dormiglione, Barcellona ci aspetta!” dissi con un sorriso che andava da un orecchio all’altro… non so se ero più eccitata di vedere Barcellona o l’albergo che Liam mi aveva raccontato un milione di volte.

Mugugnò qualcosa e subito dopo aprì gli occhi, quegli occhi marroni, quelli erano la prova che non bisognava avere gli occhi azzurri per essere belli.

“Siamo atterrati” dissi a bassa voce aspettando una sua reazione.

Barcellona ci aspettava e con questa una splendida vacanza.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _NiallSupra